Cavilli & Segugi

Alle volte il destino

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Sono molti i motivi per cui un appassionato di segugi, che ha sempre amato allevare e addestrare in prima persona i propri cani, decide di fare “uno strappo alla regola” e di entrare in possesso di un cane adulto. La prima ragione, la più scontata invero, ma non per questo la meno plausibile è che il soggetto in questione sia un cane valido. Di quelli uno in più a disposizione non guasta mai. Se poi il cane dovesse essere validissimo meglio ancora, che discorsi! Ma questa  è una ragione pragmatica, materiale… Alle volte invece a noi segugisti piace tanto anche sognare.

Vi potrei raccontare allora di come nel corso degli ultimi anni di segugi ne ho visti moltissimi, una valanga. Alcuni, un numero assai limitato invero, mi sono parsi di notevolissimo livello venatorio. Tuttavia, frequentandoli poco, alla somma considerazione del loro valore venatico difficilmente si è aggiunto quel grado di intesa, che, se scocca, scocca con i cani di proprietà che si vivono quotidianamente, Un giorno però ebbi un autentico colpo di fulmine! Non mi si prenda per matto; anzi no, nel caso fate pure, non me la prenderei. Un amico mi presentò nel cortile di casa un segugino non particolarmente tipico, ma di buona fattura. Taglia contenuta raccolto. Due occhi di massima espressività, penetranti, che donavano al cane un’aria da saggio pensatore, da filosofo della caccia alla lepre. Quel cane mi rimase subito impresso, quello sguardo mi segnò ed entrai subito in empatia con lui.

Putroppo alle volte il destino è crudele e ci porta via le persone più care. Marietto che del cane in questione è stato l’addestratore se ne è andato, lasciando un vuoto anche in chi come me, per sua sfortuna, non ha avuto occasione di trascorrere moltissimo tempo al suo fianco. Marietto però era una persona per bene, un taciturno in un mondo di chiacchieroni, sintetico e lapidario con le sue sentenze, che difficilmente si discostavano dalla realtà. Ecco credo allora che sia stato il destino a farmi arrivare tra le mani quel cane, che porto a caccia in memoria  e con l’aiuto di chi lo ha allevato e impiegato prima di me.

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Questa è la storia di Baldo, un segugio speciale in tutto e per tutto, che nel destino aveva scritto anche che mi avrebbe fatto catturare, dopo un’azione epica, una lepre con cui io avevo un conto in sospeso da lungo tempo. Quando conduco i cani sul terreno di caccia la mia mente spesso vaga con i ricordi dei molti personaggi con cui ho avuto il privilegio di cacciare. Molti di essi non ci sono più, ma forse è proprio per questo che spesso amo cacciare solo, perchè solo per davvero non lo sono mai. Ciao Marietto, quello che ha fatto Balduccio Sabato richiederebbe una lunga descrizione, ma tu non hai mai voluto allungarla troppo e poi tu c’eri….Agli amici magari lo racconteremo un’altra volta.10982311_10207557554643413_5035663255431227217_n

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