Kopovini!
Da qualche parte bisogna iniziare ma, scrivere il primo post è difficile. Ufficialmente non sarebbe nemmeno il primissimo post dei blog ma i precedenti non li considero dei veri post. È venuto il momento di offrire dei contenuti seri. Le idee in testa sono tante, ho un messaggio da diffondere che mi sta molto a cuore ma ho scelto di rimandarlo a favore di qualcosa di più leggero.
Siccome credo che ogni cosa capiti per un motivo, l’occasione me l’ha servita su un piatto d’argento l’amica Daniela Maffei che alleva rottweiler e staffordshire bull terrier. Anzi no, ce l’ha servita, perché con questo primo post invado sfacciatamente il territorio di Emanuele mettendomi a correre con un segugio. Non ho ballato con i lupi ma ho corso con i segugi, dei segugi poco conosciuti in Italia. Si chiamano slovensky kopov e sono piccoli e neri (focati), ma hanno un grande cuore e un grande cervello. Li ho conosciuti per caso e pur essendo dichiaratamente amante dei cani eleganti e slanciati, non posso che inchinarmi davanti a questi piccoli culturisti a zampa corta. Con i kopov ho cacciato il cinghiale in girata, mi sono divertita in qualche expo e ne ho distribuiti in quantità ad amici e conoscenti che hanno saputo esaltarne le qualità. Voglio bene a questa razza e parleremo ancora di kopov e questo primo post non intende essere un trattato su di loro, vuole solo farvi sapere che esistono, che sono bravi cani da caccia e piacevoli compagni di vita. Il numero dei kopov regolarmente iscritti all’ENCI è cresciuto negli ultimi anni, insieme ai cani iscritti c’è un ampio sottobosco di kopov che, per motivi a me incomprensibili, non vengono registrati. Il loro numero ci è ignoto ma se crescono i kopov ufficiali, è molto probabile che crescano anche quelli ufficiosi. Un bene o un male? È presto per dirlo. Sono convinta che la razza abbia un potenziale immenso ma che tale potenziale vada canalizzato utilizzando la razza nella maniera più consona.
Riporto quanto linkato da Daniela tratto dallo standard FCI:
“Questo cane è noto per la sua costanza nel seguire la traccia fresca o una pista, anche per diverse ore, mettendoci tutta la sua voce senza indebolirsi. Si distingue anche per il suo coraggio e il suo sangue freddo. Questa è la ragione per cui, nel suo paese d’origine, viene utilizzato specificatamente nella caccia al cinghiale ed ai carnivori.”
È tutto vero, sono cani coraggiosi ma hanno il sangue freddo quanto basta per non fare scelte troppo azzardate, il kopov rispetta e teme l’avversario e lo approccia in maniera differente a seconda delle dimensioni. Anche l’abbaio con cui segnala il “nemico” cambia, se ne parlava qualche giorno fa con Monica Giglioli che spiegava come Vespa, la sua kopov, le sappia descrivere con grande precisione che cosa ha davanti. Vi pare poco?
“Vivo e resistente : sempre di colore nero con delle macchie fulve, questo cane possiede un’ossatura solida malgrado la sua conformazione piuttosto leggera. Il corpo ha la forma di un rettangolo allungato. Sul piano comportamentale, è dotato di un temperamento vivo. Il suo senso dell’orientamento è straordinariamente sviluppato.”
Tutto confermato anche qui, tanto cane in poco spazio insomma!