La Svizzera e il Team Bond :-)
Mi è stato chiesto se mi fossi dimenticata della sezione “A Month on the Moor”. Certi che no! Sono solo impegnata con un sacco di cose da fare allo stesso tempo, come al solito! Per questo motivo sto “sfruttando” i post di addestramento di Tok Mostert, ma ciò non significa che non voglia continuare a raccontare la mia storia.
Cerchiamo di essere brevi e ricordare il giorno in cui sono partita dall’Italia. Era il 15 di luglio e lo era per un motivo preciso: non volevo essere in Francia il 14. In qualche maniera sentivo che sarebbe accaduto qualcosa il giorno in cui si commemorava la presa della Bastiglia. Prima di andare a dormire, la TV ha passato le immagini dell’attentato terroristico di Nizza: ero amareggiata, triste e preoccupata ma non sorpresa. La mattina del 15, prima di partire, ho dovuto finire di caricare l’auto: non ho mai afferrato appieno il concetto di “viaggiare leggeri” e il mio viaggio in UK nel 2016 lo ha confermato, ma parleremo dei miei problemi con i bagagli in separata sede. Ho superato Milano velocemente e mi sono fermata in una stazione di servizio nei pressi di Varese, prima della dogana Svizzera. Pensando di essere furba, mi ero portato un termo pieno di caffè, pensavo così di risparmiare. Pessima idea, c’erano già 30 gradi e il caffè era ancora fumante! Perché mi sono fermata? Perché mi era stato detto di fermarmi almeno ogni due ore, per il cane, cosa che ho eseguito diligentemente per tutto il viaggio. Mentre cercavo comunque di bere il caffè, il gestore della stazione di servizio mi è venuto incontro per salutare il cane. Era lo stesso uomo che avevo incontrato alcuni anni prima, mentre stavo andando in Svizzera per conoscere l’allevatore di Briony. Lui non si ricordava di me, ma io sì, del suo cane maltese e della sua passione per questi animali.
La cosa che mi ha stupito di più, comunque, sono state due macchine parcheggiate accanto alla mia. Indossavano una targa scozzese ed era la prima volta che vedevo una macchina con targa scozzese in Italia, che bel segno! Le auto in verità erano tre, e piuttosto costose, mi pare Audi e Saab, e, stranezza, ciascuna di loro aveva un guidatore e zero passeggeri. Si trattava di due uomini di mezza età e di una ragazza bionda. Come faccio a saperlo? Perché mi hanno accompagnato durante tutta la traversata della Svizzera. Li perdevo e ricomparivano, spariva una delle tre auto e ne spuntava un’altra. È stato così per tutto il tratto Svizzero, ho avuto questi insoliti compagni di viaggio che, per motivi assolutamente irrazionali, mi ricordavano James Bond e le spie al servizio di Sua Maestà.
Come si viaggia in Svizzera? Ci sono dei bei panorami? Sì, si guida tra laghi e montagne ma non ce li si gode appieno perché devi stare molto attenti alla strada. C’è parecchio traffico: gli automobilisti e i camionisti che vogliono risparmiare scelgono il tunnel del Gottardo, che è gratuito. Il Monte Bianco e il Frejus sono costosi e, inoltre, le autostrade svizzere si pagano una tantum (la vignetta costa circa 40 euro e dura un anno) mentre le autostrade francesi hanno sistema di pedaggi analogo al nostro. Però, la Svizzera non è perfetta: le autostrade sono strette e hanno dei limiti di velocità piuttosto bassi che cambiano in continuazione. Bisogna fare attenzione, ci sono moltissime telecamere pronte a tendere agguati agli automobilisti distratti.
Ci siamo fermate di nuovo prima del tunnel del Gottardo, mi avevano detto di fermarmi spesso se viaggiavo con il cane… Eravamo nel bel mezzo delle Alpi e il clima era piacevolmente freddo. Passato il Gottardo, pieno di automobilisti belgi, abbiamo bordeggiato il lago di Lucerna durante un temporale, sempre scortati dal Team Bond, e finalmente raggiunto Basilea. Nuovo stop, per il pranzo, avevo del cibo con me ma ho voluto controllare cosa offrisse l’autogrill: torte splendide ma che costavano 7.50 euro a fetta! Non ho avuto dubbi e sono tornata alla mia piadina fatta in casa, smangiucchiata sotto ad un albero. Il mio vicino di albero, all’ombra del successivo, era uno svizzero con un bassotto a pelo duro. Pochi minuti dopo ero già in Francia.