Metti giù quel cane!
I cani non smettono mai di stupirmi e gli umani… di deludermi!
Questa settimana, ho viaggiato in treno fin troppe volte. Dopo settimane passate in eremitaggio sui libri, sono stata rispedita nel mondo reale, una realtà molto affollata. Quando penso ai cani, che vivono in un mondo di umani – fatto PER umani – mi vengono in mente i viaggi di Gulliver. A Lilliput si sente fuori posto, e altrettanto accade a Brobdingnag (la terra dei giganti): questi mondi non sono adatti a persone della sua taglia. La situazione non cambia nella terra degli Houyhnhnms, un posto dominato dai cavalli che regnano sugli umani. Qui Gulliver prova ad adattarsi e a vivere secondo le regole degli Houyhnhnms. Non finisce bene ma queste avventure mi anno pensare a come i cani percepiscano il mondo umano in cui sono costretti a vivere. Non per essere di parte, ma queste creature sono straordinarie: sono generalmente più piccoli di noi (quindi per loro tutto è più grande!); non possono parlare; non sanno leggere; riescono a comprendere il nostro linguaggio solo in parte; sono spesso SOLI tra gli umani e… nonostante tutto questo se la cavano egregiamente!
Ieri stavo chiudendo un pezzo sulla cognizione canina, è emerso che i cani sono formidabili nel comprendere i segnali sociali umani. Nessun’altra specie, esclusi gli umani che leggono altri umani, è cosi brava, nemmeno le scimmie, nostre parenti prossime. Non sto farneticando, se siete scettici vi posso assicurare che tutto è stato confermato dalla scienza, se siete interessati potete leggere di più in Gli manca solo la parola.
Noi umani ce la caveremo altrettanto bene in un mondo di cani, fatto a misura di cane? Non penso, e non perché ci toccherebbe mangiare i loro avanzi, o dormire per terra. Non ce la caveremmo bene per il semplice motivo che non sappiamo leggere i cani! Forse questo non è vero per chi mi sta leggendo ma la maggior parte degli esseri umani non ha la minima idea di come interpretare correttamente un cane. Non è necessario essere comportamentisti o addestratori professionisti, tutti i proprietari dovrebbero saper leggere ALMENO i loro cani, almeno gli atteggiamento di base. Giorno dopo giorno, mi accorgo che questo non accade e, sì, considerando il fatto che la gente fraintende (e conseguentemente maltratta), persino i propri bambini, che appartengono alla loro stessa specie, è possibile che le mie aspettative siano eccessivamente elevate.
Alcuni umani, ultimo caso una bionda, esagerano e dicono cose del tipo:
“Vedi? E’ molto sensibile, Ha appena mosso il quarto baffo della seconda fila in senso antiorario, significa che è stressato! Diamogli più spazio!”
Esagerazioni a parte, la maggior parte degli umani ha bisogno di occhiali molto spessi che li aiutino a leggere i cani. Come detto all’inizio, questa settimana ho preso un po’ di treni. Prendere il treno implicare l’andare in stazione ad aspettarli e interfacciarsi con altra gente. In queste circostanze, la mia socievolezza è pari a quella di Mercoledì Addams la mattina di Natale: vado in un punto deserto del binario e mi nascondo dietro ad un libro. Il tutto funziona fino a che non vedo un cane, in quel caso il cane batte il libro. Così ora vi racconto cosa è successo e cosa mi ha spinto a scrivere questo articolo. Una donna con un meticcio tipo pastore al guinzaglio si è posizionata accanto a me sulla banchina. Il cane sembrava uno di quei semi randagi biondicci e pastorosi che vengono “salvati” dal sud Italia e dalla Spagna. Forse non era un rescue ma ne aveva tutta l’aria, era piuttosto giovane. Sembrava un po’ timoroso, ma non troppo: i treni fanno molto rumore e le stazioni ferroviarie possono spaventare un cane. Mentre si districava tra le sue perplessità, è arrivato un treno rumoroso, lui si è irrigidito e a messo la coda tra le gambe quando all’improvviso, la proprietaria travestitasi da supereroe ha pensato di salvarlo sollevandolo (sarà stato circa 20 kg) da terra. Come reagito? Si è fatto ancora più rigido, la coda ha raggiunto l’ombelico e gli occhi hanno lanciato al mondo uno sguardo di terrore. Il tutto è durato fino a che non l’ha posato a terra. I cani non hanno le ali, non sono stati creati per essere sollevati a mezz’aria: sono mammiferi terrestri che vogliono stare sulla terra e sentirsi radicati, specialmente in situazioni di pericolo! Non ci voleva un genio per capire che stava solo peggiorando le cose, eppure non si è accorta di nulla.
Una volta atterrato, il cane si è avvicinato a me e, sì sebbene sia la norma che io attiri psycho-cani, in questo caso non potevo proprio biasimarlo. Mi sono inginocchiata e l’ho grattato sotto il meno. Era felice e non si è accorto di un paio di treni che sono passati sui binari vicini. Era piuttosto rilassato e la proprietaria si è dimenticata di lui fino a quando… non è arrivato il nostro treno. A quel punto, senza tante cerimonie l’ha agguantato e l’ha sollevato come se fosse un borsone: il povero cane ha espresso gli stessi segnali corporei di prima e l’attacco di panico era anche più grave. Non se ne è proprio accorta. Una parte di me, quella selvatica, voleva urlarle “Rimetti a terra quel caspita di cane!”, ma la parte domestica ha prevalso e mi sono limitata a dirigermi verso un’altra carrozza, per non vedere altro. Tanto di sicuro non mi ha letto nel pensiero, se ne fosse stata capace avrebbe capito il suo cane!