Dogs & Country

Il serio lavoro della Repubblica Ceca

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Di Oliver Kolencik

Idea di scrivere qualcosa sulle regole allevatoriali di un bellissimo paese di nome “Praga ” [come viene citato in Italia  -simpatica idea vostra di soprannominare un paese intero con il nome della sua capitale] mi è venuta dopo quando ho parlato con un’allevatrice boema (ceca)  che mi ha confermato quello che sapevo sin  da ragazzo. All’epoca vivevo in Repubblica Ceca e portavo il mio primo cane, un pastore tedesco a fare le gare. Ho vissuto gli ultimi anni del governo comunist11428574_10153450121994406_1212905991_na. Per spiegare come si è vissuta tale epoca a Praga, l’est non era tutto uniforme quindi quando parliamo dell’ex blocco comunista, non si deve generalizzare, Non tutto era buio, paura, povertà eccetera,  posso dire che alcuni dei lati positivi a Praga erano cultura scolastica, arte, sanità, sport soprattutto e cinofilia. Forse qualcuno non ci vorrà credere ma la cosiddetta Enci boema ha la stessa storia,  come quella Italiana, ed era associata con l’ente venatorio. Anche noi abbiamo i nostri nomi, i nostri grandi pilastri che hanno fatto onore al mio paese come per esempio l’ingegnere Karel Hartl (creatore del lupo cecoslovacco su richiesta del governo comunista), il cinologo Frantisek Horak (che ha prodotto il terrier boemo),  il Re Carlo IV (griffone boemo), e altri ancora. Abbiamo avuto la rivista ” Il cane, il miglior amico dell’uomo “, pubblicata in tutta la durata del governo comunista. Expo e prove di lavoro? Una marea!
Mi ricordo che i cani di famiglia in città erano e sempre sono ancora in prevalenza segugi, cani da ferma, terrier e… Pastori. Essendo stata la Repubblica Ceca parte dell’ ex impero austroungarico, la cultura venatoria 11281804_10153450122219406_1636877517_nè molto forte e quindi era assolutamente normale che tutte questa razze, tenute in casa dai miei colleghi    o dai miei compagni di classe passassero i  weekend con i loro padroni e membri di famiglia a svolgere attività cinofile. Facevano prove di lavoro perché era molto normale che cani da lavoro, nonostante che non appartenessero ad allevatori, svolgessero i lavori per i quali erano stati creati.
Ma veniamo al mio argomento, che ritengo interessante al punto di volerlo condividere con amici cinofili: sapevo sin da ragazzino che diventare allevatore e  per avere cani  abilitati a portare l’affisso non era una passeggiata, mi hanno confermato che le cose vanno  ancora così,  mi fa molto piacere! Una mia amica bassottista della Repubblica Ceca mi spiega che il cane che scegli per allevare deve svolgere due prove sopra terra con il punteggio 4 (il nostro 100 punti) e due prove sotto terra (obbligatorio la tana, con lo stesso punteggio), un raduno o mostra speciale con almeno Molto Buono, dopodiché deve andare davanti a una commissione (che loro chiamano bonitazione)  dove vi sono due giudici i quali e11310966_10153450122009406_854403264_nffettuano la bonitazione e ri-verificano che il cane abbia meritato i risultati conseguiti in prova e in esposizione. Il passo successivo è attribuire al cane un codice che ne dimostra le doti. Alla fine di tutto, sul pedigree del cane e gli viene dato un codice che mostra doti del cane. Alla fine nel suo pedigree viene stampata la scritta CANE DA ALLEVAMENTO.
Ho scritto queste righe per farvi capire che Repubblica Ceca ha dato molti buoni antenati nei pedigree dei vostri cani, che alcuni vostri cani boemi vi fanno i campionati e che in questo paese (boemo) la cultura cinofila era ed è al livello così elevato (come la famosa birra), che mi ha influenzato sin molto giovane e mi ha cambiato la vita. La vera cinofilia non l’ho scoperta qui, me la sono portata da Praga

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