First final destination
A Month on the Moor

Quindi vai davvero?

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Perché non dovrei? Vedete delle alternative? Ho invitato il moor a traslocare vicino a me ma si è rifiutato. Se volevo il moor, dovevo saltare in macchina e guidare verso nord, ricordate la storia di Maometto e della montagna? Non c’erano altri metodi: volare con un cane – e relativi bagagli – non sarebbe stato pratico e, comunque, una volta atterrate avremmo dovuto noleggiare un’auto, mossa decisamente poco economica. Le persone, nel frattempo, si davano da fare per farmi cambiare idea: è un viaggio lungo, può succedere di tutto eccetera eccetera. È divertente vedere gli italiani (con mio padre a capo della truppa) pensare che tutti i serial killer, tutti i terroristi e tutti i disastri naturali siano localizzati al di là delle Alpi.

Io però ero tranquilla, non sarebbe accaduto nulla di brutto: mia nonna materna si chiamava Inglesina e mi ha sempre volute bene, l’Inghilterra sarebbe stata altrettanto gentile. Nella peggiore delle ipotesi mi sarei risparmiata una buona dose di italica calura estiva.
Ok ma da sola? E perché vai da sola? L’idea di viaggiare con qualcuno può essere allettante ma, conoscevo qualcuno idoneo? Temevo di trovarmi alle prese con il “fardello della donna pallida”, citando Rudyard Kipling, ovvero dover sopportare qualche imbranato pronto a lamentarsi di tutto. Non sapevo nemmeno a cosa stavo andando incontro, e non mi sentivo affatto certa che i miei piani fossero adatti all’individuo medio. Mettiamo caso che alla persona non fossero piaciuti i moor, il tempo e le prove? Partire per un mese di prove in UK era un salto nel buio, fatto con la speranza di non cascare , non sarebbe stato corretto chiedere a qualcuno di saltare con me da una scogliera verso l’ignoto.
La cosa più inquietante era la lunghezza del viaggio, in chilometri, l’appuntamento al buio con i field trials mi preoccupava decisamente meno. Tutta la mia carriera accademica era stato un susseguirsi di appuntamenti al buio: quando frequentavo le elementari, a causa di un trasloco, sono stata deportata da una scuola ad un’altra – in cui non conoscevo nessuno. Alle medie, stessa cosa: potevo scegliere se andare alla scuola locale o in un’altra, ritenuta migliore. Nell’altra scuola sarei andata sola, senza conoscere nessuno, ma i miei genitori mi dissero che dovevo scegliere ciò che era meglio per me, non seguire la massa, anche a costo di andare da sola. Le superiori? Uguale! Liceo scientifico sperimentale, sfido che nessuno volesse venirci! E l’università? I superstiti sono andati quasi tutti ad ingegneria, io a lingue, ripiego per non poter andare a veterinaria. Detta così potrebbe sembrare semplice ma non lo è stata, ogni volta però, affrontare l’ignoto era un po’ meno preoccupante e mi ha rafforzato al punto da accettare una borsa di studio in Massachusetts, dove sarei andata da sola.
Un mese a spasso tra Inghilterra e Scozia non poteva certo spaventarmi, le prove aspettavano e… nessuna buona opportunità deve essere lasciata scappare!

Il viaggio continua qui

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