I Tre Stili di Giacomo Griziotti

I Tre Stili di Giacomo Griziotti– Rassegna Cinofila n. 11- Novembre 1932

(Trascrizione a cura di Maurizio Peri)

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Ricordo di avere, altrove, in altri tempi e seguendo, indegnamente, le orme di illustri maestri quali il Caillard ed il Matteucci, parlato della differenza essenziale tra lo stile di lavoro del setter e quello del pointer. Se, in genere, ed almeno in Italia, questa differenza è ammessa, riconosciuta ed apprezzata, ho notato invece, per quanto riguarda le caratteristiche di lavoro delle tre varietà di setters inglese, scozzese ed irlandese, una tendenza unificatrice, assimilatrice, quasi le tre razze avessero lo stesso modo di camminare, fermare, etc..

Ebbene no, signori miei, tra lo stile di lavoro delle tre varietà di setters vi è forse ancora tanta diversità quanta ne intercorre tra quello del setter e quello del pointer. Ho visto magnificare setters scozzesi ed irlandesi che fermavano a terra strisciando sul ventre come serpi. Bellecroix stesso descrive un setter irlandese “couchant”.

Comunemente si dice di un cane “è molto setter”. Sta bene. Ma se questa espressione può rendere l’idea di quella particolare molle elasticità di movimento che caratterizza tutte le varietà di setters, è però troppo generica e non fa rilevare le speciali caratteristiche di andatura e di ferma che sono proprie di ciascuna varietà, caratteristiche che sono il portato della diversa costruzione e del diverso temperamento di esse.

Nel 1931 correvano nelle nostre prove italiane due setters scozzesi uno dei quali fermava completamente a terra, King of Pavia, l’altro ben eretto in una posa statuaria ed imponente, Mogol dell’Apulia. Ebbene. Alcuni giudici magnificarono l’uno e buttarono giù l’altro e viceversa. E’ ammissibile questo? Io direi di no!

Ma l’esempio tipico di grande attualità è dato dal ben noto setter scozzese Prenz di S. Anna. So di toccare un tasto delicato ma vi sono costretto dall’evidenza e dalla popolarità dell’esempio e non da spirito polemico. Ora, Prenz di S. Anna è, indubbiamente, un cane eccellente, non comune, per andatura, olfatto, ferma, consenso e, soprattutto, equilibrio ma, per quanto riguarda lo stile, specialmente di ferma, è un perfetto setter sì ma inglese. A sostegno della mia asserzione invito i miei pazienti lettori che non avessero visto il cane al lavoro a confrontare le sue numerose fotografie apparse sui giornali e riviste cinegetiche con quello dei trialers setter inglesi di maggiore stile. Ci ha fatto, pertanto, meraviglia che il giudice belga Huge abbia potuto dichiarare che Prenz di S. Anna ha il miglior stile gordon che egli abbia mai visto.

Mi si potrà dire che vado troppo sottilizzando. Io ripeto che Prenz di S. Anna è un cane eccellente e che ha pienamente meritato gli allori che gli sono stati tributati, ma se mi si dice che Prenz di S. Anna ha un grande stile gordon, io dissento. Se si può, talvolta, transigere in omaggio al complesso dei meriti di un cane, su certe sfumature, quantunque, in gara classica, esse siano fondamentali, non bisogna però perdere di vista quelle che sono le principali caratteristiche di lavoro di una razza e giacchè ci siamo, diamo una rapida corsa a queste caratteristiche.

Il lavoro del setter inglese è ormai indiscusso, canonizzato ed è caratterizzato da grande contrazione, da pose a terra o pres de terre con tronco incassato tra le scapole, angoli chiusi, arti raccolti sotto di sé pronti a scattare, coda bassa. Una sola linea dal tartufo alla punta della coda. Richiamiamo i numerosi quadri e fotografie di Banchory Jim e la nostra figura n.1 che è ispirata appunto ad una di quelle fotografie.

Banchory Jim

Lo stile di ferma del setter scozzese o gordon non ha nulla a che vedere con quello del setter inglese. Quindi niente pose schiacciate, feline, ma ben erette, dominanti, muso al vento, coda diritta oppure leggermente rialzata, poca contrazione. La contrazione è sostituita nel gordon, come nel bracco, dall’imponenza statuaria, dalla maestosità. Vedi figura n.2.

 

Figura 2

Le ragioni di questa differenza, oltre che nel diverso temperamento, risiedono anche nella diversa velocità. Il setter inglese, più veloce, avverte più all’improvviso e si schiaccia oppure si precipita a terra con una breve strisciata. Il setter scozzese, più lento, avverte più incerto e più da lontano e arriva alla ferma dopo più lunga filata e dopo aver meglio riflettuto ed essersi maggiormente assicurato. E’ naturale quindi che abbia poca contrazione.

Il setter irlandese poi ha una posa di ferma affatto propria, caratteristica, inconfondibile. Posteriore basso schiacciato, quasi trascinato, coda bassissima, quasi cadente fra le gambe, anteriore invece ben eretto. Anche qui poca contrazione, almeno nel corpo. Ne vediamo invece nel collo e nella testa quest’ultima leggermente inclinata verso terra con una espressione graziosamente curiosa. Vedi figura n. 3.

Figura 3

Mi si dirà che non è possibile standardizzare in modo così assoluto. Lo ammetto, ma io ho voluto soltanto tracciare dei modelli e non è da pretendere che le copie riproducano pedissequamente gli originali. Certo è che, di regola, i setters scozzesi ed irlandesi non devono fermare a terra, mentre i setter inglesi non devono fermare eretti o almeno completamente eretti.

Perché?

Confesso che mia convinzione, quantunque concordi con quella di eminenti cinofili, è però basata piuttosto sulla pratica, su impressioni, su ragioni d’intuito e che potrebbero essere tacciate di soggettività e di empirismo, ma la ragione vera, concreta, ebbe ad indicarmela un giorno il collega Cav. Pastrone, vero studioso in materia e che ha approfondito la questione . Ed è questa.

Il setter inglese discende dall’epagneul, dal “chien couchant” originario della Navarra dove, diversamente di quanto accadeva in altri paesi si usava la rete a strascico (tirasse) che veniva tirata dall’indietro in avanti e passava necessariamente sopra il cane, coprendolo anche talvolta. Il cane doveva, quindi, ed era anche, appositamente, abituato a fermare a terra per non ostacolare il movimento della rete.

Questo fatto, unito anche ad una naturale tendenza, ha abituato, a poco a poco, l’epagneul a fermare a terra e questa qualità, tramandata di generazione in generazione, è passata poi nel setter inglese. Ora, per quanto quest’ultimo, come tutte le altre razze, abbia subito incroci (sia pure a scopo di miglioramento) deve, tuttavia, conservare tracce evidenti di quella tendenza atavica. Il cane non fermerà più a terra, posa non sempre elegante, ma fermerà almeno schiacciato, diversamente si dovrà concludere che nella razza non vi è stato soltanto razionale incrocio, bensì totale assorbimento.

Scrivo questo solo per illustrare le vignette dell’amico Coppaloni, giovane ma valente cinofilo, quantunque esse siano già di per se stesso eloquenti più delle parole. In esse si sono forse, ma ad arte, esagerate le caratteristiche per rendere più evidenti le differenze.

Non ho la pretese di dire cose nuove, solo non credo inutile ricordare questi essenziali canoni differenziatori delle varie razze di setters, canoni che, purtroppo, sembrano, molte volte, totalmente sepolti nell’oblio.

Pavia, 18 novembre 1932 XI                                                                      Giacomo Griziotti

Altri materiali storici sul setter gordon sono disponibili a questi links:

Gino Pollacci, Duca di Gordon

Brevi appunti sul setter nero fuocato di Rino Radice




I Pointers e i Setters in Inghilterra nell’anno 1928 – di G.Horowitz

I Pointers e i Setters in Inghilterra nell’anno 1928 di G.Horowitz

Tratto dal Bollettino del Kennel Club Italiano – Marzo 1929

Il fatto che i nostri Pointers e Setters continuino a conservare anche pel 1928 popolarità considerevole nel nostro paese è specialmente dovuto a qualche entusiasta del nostro mondo cinegetico e al numero maggiore dei nostri espositori. È sorprendente che la popolarità del Pointer e del Setter sia più grande all’estero che in Inghilterra, e all’estero il loro numero è più grande che da noi; ciò nondimeno questi medesimi paesi amano ricorrere a noi per comperare i nostri migliori rappresentanti delle due razze per “rinfrescare” gli esemplari che essi possiedono. Questo è dovuto, in parte, al fatto che il nostro clima è talmente variato che i nostri Pointers e Setters possiedono maggior vigoria di quelli nati ed allevati nei paesi caldi, in parte, per merito delle nostre grandi esposizioni, quali quelle del Kennel Club e di Cruft, nelle quali si possono ammirare i tipi più perfetti, e inoltre, per merito delle nostre società di « field-trials » che sono sostenute da entusiasti e che fanno in modo che Pointers e Setters siano provati su selvaggina libera.

Tutto questo sommato permette, agli stranieri disposti a pagare buoni prezzi, di conoscere e scegliere il cane che loro meglio si adatta per mantenere la razza nel loro paese.

É noto che gli Stati Uniti dell’America del Nord possiedono molto sangue eccellente Pointers e Setters, avendo assorbito molti dei migliori cani del fu signor A. T. Williams (canile celebre di “Gerwn”) e del fu colonnello Cotes (canile celebre dei “Pitchford”) oltre a filoni di sangue d’ altri canili inglesi.

In America l’energia fisica nei Pointers e Setters è fortemente considerata, e questo fattore è difficile mettere a prova nel breve tempo accordato nei “Field Trials” nel nostro paese. Pertanto è un requisito della massima importanza in queste razze — il 50 per cento del valore di un Pointer e Setter considerato come field — ed è talmente considerato importante oltremare che, alle prove americane, l’energia fisica costituisce una delle prove principali.

Il fatto che gli americani diano un valore così alto all’energia fisica è senza dubbio dovuto alla natura estesa e aperta del paese nel quale i loro cani sono al lavoro su selvaggina e su quaglie.

Un Pointer od un Setter troppo piccolo non può mantenere l’andatura e lo stile come un soggetto di più grande taglia, possedendo quest’ultimo un passo lungo, facile, elastico che gli permette battere della rude brughiera e del terreno che presto faticherebbero e fiaccherebbero un Pointer o un Setter di piccola taglia.

Se noi diamo un colpo d’occhio alle opere scritte verso l’anno 1760, noi rileviamo con facilità che i cani dell’epoca erano dei Pointers e dei Setters e piuttosto i primi dei secondi, poiché il loro pelo corto permetteva di meglio sopportare il lavoro evitando il fastidioso arruffarsi del pelo con lappole e semenze.

Curioso il fatto che in America, pur dando valore al pelo del Setter, lo si rasi ben corto nelle epoche di lavoro

Circa cento anni fa, quando le biade venivano mietute a mano e le stoppie lasciate assai lunghe , era necessario avere un cane che rispondesse ai requisiti descritti oltre ad una ferma solida, i primi per trovare le pernici, la seconda perché rimanesse fermo durante il tempo necessario a ricaricare il fucile a pietra ad un sol colpo. Era questo un processo piuttosto lungo se si pensa che la polvere doveva essere misurata e versata nella canna, la borra giustamente adattata, seguita dalla misura dei pallini, un’altra borra leggermente pressata, la bacchetta rimessa a posto, il foro al bacino della ricarica ripulito e riempito di polvere d’accensione là dove la pietra focaia batte.

In quei tempi solo una perfetta combinazione di buoni cani e di accurata preparazione poteva portare al successo. Fra parentesi, verso l’anno 1750, si usavano cani di una razza speciale per la caccia al fagiano nel bosco molto folto.

Attualmente i Pointers sono i più popolari sul Continente, nell’Africa del Sud e in America, dove le condizioni del terreno permettono il completo impiego buon cane e, soprattutto, dove si trovano quaglie.

In Africa del Sud si incontrano molti cani da caccia eccellenti e buon numero di “Pointers Espagnols” neri; che erano molto popolari circa trenta anni fa; di costruzione piuttosto ordinaria ma con andatura meravigliosa.

Il “Veldt” è essenzialmente il luogo dove il Pointer è necessario se si vogliono ottenere risultati dello sport con le differenti specie di «Francolini», “Khoorhan” e di “Galline faraone” che tutte offrono dell’ottimo sport se si cacciano montando buoni ponies da caccia e coll’ausilio di buoni Pointers.

In Inghilterra l’allevamento di Pointers e Setters sarebbe estinto se la loro esistenza dipendesse solamente dalla caccia; ma fortunatamente vengono impiegati ancora molto in parecchie parti della Scozia per la caccia alla “grouse”, benché, anche là. la stagione nella quale la “grouse” si presta alla caccia col cane è cosa così breve che diviene ben caro il tenere un canile a quel solo scopo.

Sulhamstead Sheilin d’Or

Coloro che sostengono le prove sul terreno sono gli amatori del Pointer e del Setteer ed è grave danno che le prove non possano essere tenute tutte durante la stagione di caccia, quando cioè è possibile come nel passato sparare alla selvaggina. Coll’agricoltura moderna ciò è impossibile, infatti: le stoppie del 1928 potevano appena dirsi coperte, causa le moderne mietitrici che rasano quasi completamente gli steli e l’intero sistema di coltura dei campi e dei pascoli è cambiato. Una delle nostre Società d Field Trials , la “Devon and Cornwall Society” trova modo di far correre le sue prove al principio della stagione di caccia, e l’anno scorso queste field trials furono certamente molto più interessanti di quelle corse al principio di primavera su pernici accoppiate e sul punto di nidificare. Senza dubbio ai nostri tempi è molto importante abbattere la selvaggina sotto ferma. Un Pointer od un Setter potrà sovente restare correttamente immobile sul selvatico bloccato, e sul selvatico alzatogli sotto ferma, ma gli stessi soggetti potrebbero essere tentati a rompere su un selvatico abbattuto. È vero che una fucilata vien sparata a salve per provare l’immobilità e l’eventuale paura della detonazione, ma troppo di sovente questo colpo di fucile parte da una certa distanza, ciò che è ben differente di due fucili che, può darsi, impieghino le quattro canne contro un branco levantesi abbattendo tre o quattro individui.

Ciò nonostante, i field trials, quale che sia il posto e l’epoca in cui vengono tenuti, ci mettono in grado, entro certi limiti, di scegliere i migliori cani pel primo, secondo e terzo posto in classifica, e frequentemente la prova esibita viene reclamizzata. Così nelle prove della primavera del 1928 il cucciolone di setter inglese “Stylish Switcher”, del signor Sharpe, guadagno il 12 aprile e otto giorni dopo conquistò la vittoria alle prove del Kennel Club; fu secondo nella seconda giornata nella gara per cani di ogni età, nel quale il primo posto toccò alla Setter irlandese femmina campione in prove “Sulahmstead Sheilin d’Or”.

Fu questo un ottimo successo per un cucciolone, che attualmente si trova in Italia, dovrà portare vantaggio alla razza dei Setters inglesi.

Il modo accurato con il quale furono tenuti i pedigree e col quale venne selezionato l’allevamento nel passato, ha molto contribuito a metterci in grado di sostenere la nostra posizione, ma i grandi canili di “Pitchford” (colonnello Cotes) che aveva origine dall’antica linea di Pointers di “Woodcote” e i canili di W. Arkwright lasciarono un grande vuoto nel nostro allevamento.

Il Setter irlandese, quale cane da lavoro, è molto popolare in Irlanda, per la caccia al beccaccino. Più di 1400 sono stati registrati nei libri del Kennel Club durante l’anno scorso (1927 n.d.r.) contro meno di 600 fra Pointers e Setters inglesi.

Io spero, in un mio prossimo articolo, dire qualcosa sui Retrievers e sugli Spaniels in Inghilterra nel 1929

G. HOROWITZ




Happy Holidays – Buone feste

Italiano in basso

Merry Christmas and Happy New Year!

2017 has been an interesting but very busy here: there were (are) many articles for you in my mind  but almost no time to write them down. but I promise I’ll keep trying to publish interesting contents on the blog. The Gundog Research Project (click to check) is still in progress, waiting for me to pass my last (yahoo) veterinary medicine exam.  I also set up an Instagram account to keep in touch with readers more easily… but I will keep writing and we also have a Facebook page.

I also want to thank two unexpected contributors who gave a lot to Dogs and Country last year. One is Tok Mostert, from South Africa, who wrote training related articles in English and Flavia Bullo who keeps sharing her wonderful dessert recipes in Italian.

So… well thank you for following us in 2017 and hope you will be still browsing these pages in 2018. Have a Merry Christmas (I ordered myself a tweed fox that is still traveling on Santa sled) and Happy New Year!

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Buon Natale e felice anno nuovo. Il 2017 è stato un anno interessante ma anche piuttosto intenso. C’erano (ci sono) molti articoli in testa ma non abbastanza tempo per metterli per iscritto ma prometto che continuerò a fare del mio meglio per condividere dei contenuti interessanti. Il Gundog Research Project (cliccate qui per saperne di più) continua, in attesa che io passi l’ultimo esame che mi separa dalla laurea in medicina veterinaria.  Ho collegato al blog un account Instagram per rimanere in contatto con i lettori con più facilità,  e abbiamo anche una pagina Facebook.

Vorrei inoltre ringraziare due collaboratori apparsi all’improvviso: Tok Mostert, sudafricano, che ha scritto articoli di addestramento in inglese e Flavia Bullo con le sue ricette dei dolci.

Per cui… grazie per averci seguito nel 2017 e speriamo che restiate con noi nel 2017. Buon Natale… mi sono comprata un volpacchiotto in tweed che è ancora in viaggio… e  felice anno nuovo!




HEGEWALD-ZUCHTPRÜFUNG 2017 di Fabrizio Crabbio

Dopo 12 anni dall’edizione svoltasi a Freising, il VDD ha affidato di nuovo al Gruppo Sud Baviera l’organizzazione dell’Hegewald Zuchtprüfung, la prova più attesa per i D.D. scelti, con età inferiore a 24 mesi.

La città di Straubing, la quale aveva già ospitato l’Hegewald nel 1968, 1985 e nel 1997, è stata nuovamente designata dall’organizzazione per ospitare anche l’84esima edizione.

Il ruolo di Prüfungsleiter è stato ovviamente ricoperto dal Presidente del Gruppo Sud Baviera, Sig. Frieder Meidert, coadiuvato da due vice, Sigg. Fritz Blüml e Josef Moll.

Molti allevatori sperano di vedere i loro prodotti, nati nell’anno precedente, calcare questo prestigioso palcoscenico e molti conduttori lavorano intensamente un anno con il loro allievo per ben figurare.

Sono sempre stato affascinato dall’Hegewald per la sua caratteristica di internazionalità, oltre che per il fatto che sia una prova molto impegnativa, selettiva e probatoria, per un cane da caccia ad uso polivalente e questa sensazione positiva mi è rimasta per parecchi anni.

Purtroppo negli ultimi tempi, molte delle convinzioni che mi davano la forza di sostenere a spada tratta la filosofia di questa meravigliosa invenzione dei cinofili tedeschi con i miei interlocutori, è venuta meno. Sia ben chiaro, lo spirito e lo scopo sono inattaccabili, ma la realtà con cui ci si deve confrontare a partire dai terreni scelti, dalla densità di selvaggina da piuma presente e da alcune terne giudicanti per lo meno discutibili, hanno attenuato parzialmente le mie convinzioni.

Si sta verificando ormai da qualche anno, che le varie batterie non sono messe nelle stesse condizioni, ossia non tutte sono assegnate a riserve idonee sia come presenza di selvaggina da piuma, che come qualità dei terreni. Partendo dal presupposto che è praticamente impossibile garantire a tutti i partecipanti le stesse identiche possibilità, visto il numero di variabili in gioco, si spererebbe però di non scontrarsi con disparità grossolane.

I conduttori più fortunati, ai quali sarà assegnata una riserva idonea, avranno la possibilità di ben figurare, mentre quelli che vengono sorteggiati in riserve quasi o del tutto prive di fagiani, saranno costretti a vagare per ore alla loro ricerca, sfinendo il cane in ripetuti sganci infruttuosi.

Risulterà difficile quindi giudicare compiutamente l’utilizzo del naso, la ferma e se le cose girano male, ne potrebbero risentire anche il giudizio sulla cerca ed il piacere al lavoro.

Non mi sembra corretto che circa 200 conduttori lavorino un anno il proprio allievo, per poi non avere la possibilità di mettere in mostra il risultato dello sforzo prodotto.

E’ veramente mortificante, oltre che profondamente ingiusto, tanto che non considero più equo il rapporto soddisfazione/sforzo economico-temporale da sostenere per partecipare ad un’edizione dell’Hegewald, in particolar modo quando la sede scelta dista oltre 1.000 km da casa.

Se la situazione non migliorerà presenterò i miei cani ad una normale HZP, la quale richiede un impegno molto inferiore in termini di tempo e di denaro e che servirà comunque, insieme a tutti gli altri requisiti richiesti, ad iscrivere i cani nello Z.R.

Se non è più possibile garantire condizioni idonee, per motivi che non è il caso di approfondire in questa sede, il VDD potrebbe prendere in considerazione la possibilità di liberare selvaggina da piuma a tempo debito. Insomma qualcosa deve cambiare, così a mio parere la situazione non è più particolarmente attraente.

Quest’anno avevo iscritto 2 femmine, ma dall’inizio di settembre non mi hanno più fornito prestazioni in acqua soddisfacenti. Una per un verso, l’altra per un altro e di conseguenza ho deciso di non rischiare di perdere una settimana di lavoro, con il rischio di non ottenere un risultato degno di nota, decidendo così di partecipare all’HZP.

Ne segue che in questa occasione, non posso dare testimonianza diretta di quanto accaduto a Straubing, ma ho avuto modo di ascoltare la testimonianza di alcuni connazionali che si sono recati in loco, i quali oltre che descrivere l’organizzazione di questa edizione dell’Hegewald molto “sotto tono” per usare un’espressione morbida, riguardo l’organizzazione, mi hanno raccontato di riserve non idonee per i motivi sopra descritti.

Altre lamentele mi sono state riportate riguardo il trattamento di alcuni concorrenti nel lavoro in acqua, che nonostante abbiano utilizzato parecchi “aiutini” (lancio di sassi e comandi urlati a squarciagola), abbiano ottenuto punteggi eclatanti.

Tutto questo non fa bene al sistema D.D., che ha sempre funzionato per la serietà teutonica con cui si è sempre praticata la selezione.

Dopo queste riflessioni di carattere negativo, passiamo alla cronaca che quest’anno ha regalato all’allevamento italiano, rappresentato in particolare dall’affisso “del Zeffiro”, il più grande successo mai registrato.

Ai primi due posti della classifica si sono piazzati:

la femmina R/N di nome QUENTHAR IV del ZEFFIRO, con P. 232 in lavoro e giudizio in forme e pelo di g (8)/sg (10), per cui un punteggio finale di 241,0.

Nata il 23 Gennaio 2016 da madre BRUNHILD IV del ZEFFIRO (ELISA III del ZEFFIRO x OMAR III del ZEFFIRO), VJP P. 73, Hgw P. 226, VGP I./320 ÜF sg(11)/sg(10), linea materna Zeffiro-Saarforst-DK., padre XILLO III del ZEFFIRO (KAROLINA III del ZEFFIRO x BASKO vom BODESTEIN), VJP P. 77, Hgw P. 206, VGP I./346 ÜF sg(11)/sg(11), VBR, SJDD, linea materna Zeffiro-Saarforst D.K.

QUENTHAR IV ha ottenuto il 12 sull’utilizzo del naso e nel lavoro con l’anitra viva ed è stata condotta dal Sig. Fritz Birkeneder del Gruppo Sudbayern, vecchia conoscenza per tanti Drahthaaristi italiani.

Al secondo posto il maschio R/M di nome SAIGO IV del ZEFFIRO, con P. 228 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (9)/sg (9), per cui un punteggio finale di 237,0.

Nato il 16 Maggio 2016 da madre ZILLY III del ZEFFIRO (ELLEN III del ZEFFIRO x TANGO II del ZEFFIRO), VJP P. 77, Hgw P. 211, VGP sg(10)/sg(10), linea materna Zeffiro-Saarforst-DK., padre HASSO vom FORSTBERG (EICKA vom KLOSTERGARTEN x ELAN vom FLAßDIEK), VJP P. 63 +73, HZP m.s. P. 223, VGP II./317 TF SG(11)/SG(11), linea materna Saarforst D.K.

SAIGO IV ha ottenuto il 12 sulla traccia della lepre ed è stato condotto dal Sig. Josef Petz anch’esso del Gruppo Sudbayern, già vincitore dell’Hegewald nel 2003 con il maschio EIKO vom KLOSTERNGARTEN.

Gli onori sono tutti per il Sig. Gallo, che con perseveranza ed intuizioni allevatoriali, ha saputo selezionare soggetti capaci di primeggiare in una realtà da sempre ad appannaggio esclusivo dei suoi colleghi tedeschi.

Una lode particolare va riservata anche ai conduttori italiani che quest’anno sono stati numerosi e che a parte qualche piccolo incidente di percorso, hanno dimostrato tutto il loro valore.

Avevo già visto i candidati italiani all’Hegewald in occasione del Wasser Test che ho giudicato alla fine di Luglio e la buona impressione che mi ero fatto sul materiale prodotto nel 2016 è stata confermata dai fatti.

Al quarantanovesimo posto la femmina R/M di nome SENTHA IV del ZEFFIRO, con P. 220 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (9)/sg (10), per cui un punteggio finale di 229,5.

Nato il 16 Maggio 2016 da madre ZILLY III del ZEFFIRO (ELLEN III del ZEFFIRO x TANGO II del ZEFFIRO), VJP P. 77, Hgw P. 211, VGP sg(10)/sg(10), linea materna Zeffiro-Saarforst-DK., padre HASSO vom FORSTBERG (EICKA vom KLOSTERGARTEN x ELAN vom FLAßDIEK), VJP P. 63 +73, HZP m.s. P. 223, VGP II./317 TF SG(11)/SG(11), linea materna Saarforst D.K.

SENTHA IV è stata condotta dal vicepresidente del C.I.D., Sig. Giuseppe Marinelli

Al cinquantasettesimo posto la femmina R/M di nome STARHA IV del ZEFFIRO, con P. 218 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (9)/sg (11), per cui un punteggio finale di 228,0.

Nato il 16 Maggio 2016 da madre ZILLY III del ZEFFIRO (ELLEN III del ZEFFIRO x TANGO II del ZEFFIRO), VJP P. 77, Hgw P. 211, VGP sg(10)/sg(10), linea materna Zeffiro-Saarforst-DK., padre HASSO vom FORSTBERG (EICKA vom KLOSTERGARTEN x ELAN vom FLAßDIEK), VJP P. 63 +73, HZP m.s. P. 223, VGP II./317 TF SG(11)/SG(11), linea materna Saarforst D.K.

STARHA IV è stata condotta dal Sig. Aide Ravasio alla sua prima esperienza

Al centesimo posto il maschio R/M di nome NONATULA DON III, con P. 209 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (10)/sg (9), per cui un punteggio finale di 218,5.

Nato il 15 Aprile 2016 da madre NONATULA GINA (NONATULA ALLE x EX vom DONAUWALD), VJP P. 77, Hgw P. 219, VGP I./348 ÜF, AH, Btr, Vbr, sil, sg(11)/sg(10), linea materna, / padre QUINTUS II vom SCHLOβTURM (QUARTA II vom WILDBARREN x KARLO vom SCHLOβTURM), VJP P. 74, Hgw P. 220, VGP /, g(8)/sg(10), linea materna königsheide-Saarforst D.K.

DON III è stato condotto dall’allevatore e vice presidente del C.I.D. Sig. Gino Fortini

Al centotredicesimo posto la femmina R/M di nome CHRISTABEL della CA’ RIGADA, con P. 205 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (9)/sg (10), per cui un punteggio finale di 214,5.

Nato il 10 Ottobre 2015 da madre NONATULA FEE II (GLADDIS x EX vom DONAUWALD), VJP P. 68, Hgw P. 219, sg(10)/sg(11), linea materna /, padre NONATULA PAN II (NONATULA ASSIA x FLIC vom WOLLSBERG), VJP P. 73, Hgw P. 202, g(7)/sg(10), linea materna /.

CHRISTABEL è stata condotta dal Sig. Francesco D’Ammaro, anch’egli alla sua prima esperienza.

Al centosessantottesimo posto la femmina R/M di nome CORA della CA’ RIGADA, con P. 0 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (10)/sg (11), per cui un punteggio finale di 0.

Nato il 10 Ottobre 2015 da madre NONATULA FEE II (GLADDIS x EX vom DONAUWALD), VJP P. 68, Hgw P. 219, sg(10)/sg(11), linea materna /, padre NONATULA PAN II (NONATULA ASSIA x FLIC vom WOLLSBERG), VJP P. 73, Hgw P. 202, g(7)/sg(10), linea materna /.

CORA è stata condotta dall’allevatore Sig. Simone Favalli, che è stato sfortunato nell’esecuzione della schleppe con il coniglio, in quanto la cagna è stata disturbata da un capriolo, la cui presenza ha interessato particolarmente Cora, fino a non farle terminare correttamente l’esercizio.

Gli altri cani allevati in Italia che hanno partecipato sono:

Al cinquantatreesimo posto la femmina R/N di nome RESY IV del ZEFFIRO, con P. 219 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (10)/sg (10), per cui un punteggio finale di 229,0.

Nata il 16 Maggio 2016 da madre ALESSIA vom MARGARETENHOF (NIXE v.d. HOFMARK x PALFFY III vom ZEFFIRO), VJP P. 66+75, HZP o.s. P. 190, VGP, linea materna Zeffiro-Saarforst-DK., padre QUAX vom BURGWALD (ORLA vom BURGWALD x OTTELO vom DACHSWIESE), VJP P. 73, HZP o.s. P. 185, Hgw P. 224, VGP I./326 sg(10)/sg(10), Vbr, spl, linea materna Zeffiro-Saarforst D.K.

STARHA IV è stata condotta dal Sig. Martin Deml del Gruppo Nord Bayern

Al sessantaseiesimo posto la femmina R/N di nome QUISSY IV del ZEFFIRO, con P. 209 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (10)/sg (9), per cui un punteggio finale di 238,5.

Nata il 23 Gennaio 2016 da madre BRUNHILD IV del ZEFFIRO (ELISA III del ZEFFIRO x OMAR III del ZEFFIRO, VJP P. 73, Hgw P. 226, VGP I./320 ÜF sg(11)/sg(10), linea materna Zeffiro-Saarforst-DK., padre XILLO III del ZEFFIRO (KAROLINA III del ZEFFIRO x BASKO vom BODESTEIN), VJP P. 77, Hgw P. 206, VGP I./346 ÜF, sg(11)/sg(11), VBR, SJDD, linea materna Zeffiro-Saarforst D.K.

QUISSY è stata condotta dal Sig. Walter Engleder del Gruppo Sud Bayern.

la femmina R/M di nome INDRA di COSTA RUBEA, con P. 0

Nata il 10 Maggio 2016 da madre RENA di COSTA RUBEA (ALMA x FLIC von WOLLSBERG), VJP P. 74, HZP o.s. P. 183, HN, spl , linea materna Auenheim-PP., padre JACK III vom GEHRENBERG (ERLE III vom GEHRENBERG x SASCHA vom WENDELSBERG), VJP P. 74, Hgw P. 224, VGP I./336 ÜF, BTR sg(10)/sg(11), linea materna Gehremberg-Kreutzecke-Auenheim PP.

INDRA è stata condotta dal Sig. Hans Schmid del Gruppo Sud Bayern, che proprio all’ultima prova sull’anatra viva, dopo aver eseguito un lavoro eccellente, ha inspiegabilmente rifiutato di inseguire l’anatra che cercava di sottrarsi.

I dati numerici che hanno caratterizzato l’84° Hegewald:

  • i cani iscritti in catalogo erano 199, n° 12 dei quali non si sono presentati, n° 12 non hanno raggiunto il giudizio di buono “gut” o nella pista di lepre o nel lavoro in acqua con anatra viva o nel giudizio delle forme o del pelo, per cui sono stati giudicati “HW Kriterien n. erfüllt”, n° 3 hanno ottenuto solo la qualifica di HZP per gravi imperfezioni nelle forme o nel pelo, n° 31 non sono entrati nella classifica finale per vari motivi, dovuti a imperfezioni morfologiche e/o a prove non portate a termine. La percentuale dei cani che hanno portato a termine con successo la prova è del 71%;
  • dei 199 cani in catalogo i mantelli erano così divisi: n° 123 R/M, n° 49 R/N, n° 27 Unicolore marrone con macchia grigia sul petto, a loro volta distinti in n° 114 femmine e n° 85 maschi;

le nazioni straniere partecipanti sono state:

Italia               con n°    7 Soggetti;

Serbia              con n°    6 Soggetti

Danimarca      con n°    5 Soggetti;

U.S.A.            con n°    4 Soggetti;

Bulgaria          con n°    3 Soggetti;

Russia             con n°    3 Soggetti;

Ungheria         con n°    3 Soggetti;

Kazachistan    con n°     2 Soggetti;

Ucraina           con n°     2 Soggetti;

Finlandia         con n°     2 Soggetti;

Olanda            con n°    2 Soggetti;

Grecia            con n°    1 Soggetto;

Austria           con n°     1 Soggetto;

Gli stalloni più rappresentati come numero di figli iscritti, sono stati:

ALVIN II vom BANDORFER FORST      9 figli

OLAF III vom BÖCKENHAGEN              8 figli;

HAVAS vom HECHTSGRABEN               7 figli

LOTHAR IV del ZEFFIRO                         6 figli

VOTAN vom OECHTRINGER FORST     5 figli

QUIRL vom LIETHER MOOR                   5 figli

ALTMǞRKERS FRANKO II                     5 figli

ED vom HOCHWALD                                5 figli

ROCKO II vom SPANGER FORST                       5 figli

I gruppi di allevamento più numerosi sono stati:

affisso                                     nome cane                padre                             madre

vom Spanger-Forst             

1) Wacker II   Lennox vom Schaar   Senta II vom Spanger-Forst

2) Walli II       Lennox vom Schaar   Senta II vom Spanger-Forst

3) Wega II      Lennox vom Schaar   Senta II vom Spanger-Forst

4) Wito II       Lennox vom Schaar   Senta II vom Spanger-Forst

5) Xaver II     Lennox vom Schaar   Lilie II vom Spanger-Forst

6) Yessy         Olaf III vom BöckenhagenLava II vom Spanger-Forst

7) Yoka          Olaf III vom BöckenhagenLava II vom Spanger-Forst

8) Ziva II        Hero vom Bründfeld  Grandel II vom Spanger-Forst

9) Zorro II      Hero vom Bründfeld  Grandel II vom Spanger-Forst

vom Bründfeld

1) Titan           Lennox vom Schaar               Gipsy vom Bründfeld

2) Ulan           Pedro II vom Isendorf           Lara vom Bründfeld

3) Uri              Pedro II vom Isendorf           Lara vom Bründfeld

4) Uta             Pedro II vom Isendorf           Lara vom Bründfeld

5) Vella           Lux vom Fuchsberg               Queen vom Bründfeld

6) Venia          Lux vom Fuchsberg               Queen vom Bründfeld

7) Vitus          Ingo vom Fuchsberg              Queen vom Bründfeld

8) Vox            Ingo vom Fuchsberg              Queen vom Bründfeld

vom Jura Grund     

1) Panja           Gero v.d. Fuchswiese             Fenja vom Jura Grund

2) Paula          Gero v.d. Fuchswiese             Fenja vom Jura Grund

3) Quando      Altmärkers Franko II             Gebby vom Jura Grund

4) Quenda      Altmärkers Franko II             Gebby vom Jura Grund

5) Quirl           Altmärkers Franko II             Gebby vom Jura Grund

6) Quitte         Altmärkers Franko II             Gebby vom Jura Grund

7) Quno          Altmärkers Franko II             Gebby vom Jura Grund

Del Zeffiro

1) Quentar IV Xillo III del Zeffiro               Brunhild IV del Zeffiro

2) Quissi IV    Xillo III del Zeffiro               Brunhild IV del Zeffiro

3) Resi IV       Quax vom Burgwald  Alessia vom Margaretenhof

4) Saigo IV     Hasso vom Forstberg             Zilli III del Zeffiro

5) Sentha IV   Hasso vom Forstberg             Zilli III del Zeffiro

6) Starha IV   Hasso vom Forstberg             Zilli III del Zeffiro

  • Sono stati assegnati n° 5 (v) sulla pista della lepre, 3 (v) nell’utilizzo del naso, n° 17 (v) nel lavoro in acqua con anatra viva, , nessun (v) in forme e n° 6 (v) in pelo.
  • Il punteggio di 201 in lavoro è stato raggiunto dalla femmina XINA vom OSTETAL piazzata al 118 posto, per cui su un totale di 141 entrati in classifica, il 83 % hanno superato la soglia dei 200 punti.
  • La 50° posizione in classifica con Punti 220 è stata raggiunta dalla femmina YANA vom OECHTRINGER-FORST e la 100° posizione con Punti 209 è stata raggiunta dal maschio NONATULA DON III.

Passiamo ora alla doverosa e meritata menzione ai binomi che hanno ottenuto i punteggi più alti:

Al terzo posto la femmina R/M di nome AMBRA v.d. WINTERLEITER con P. 227 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (10)/sg (10), per cui un punteggio finale di 237,0.

Nata il 07 Aprile 2016 da madre WICKIE vom AHORNWALD (VITA vom AHORNWALD x GARRET III v.d. WISSOVER KLINKEN), VJP P. 67 + 69, HZP o.s. P. 186, HN, spl/sil , linea materna Löwemberg-Auenheim-PP., padre HAVAS vom HECHTSGRABEN (ONDRA vom BAYERNWALD x GRISHKA vom HECHTSGRABEN), VJP P. 76 + 67, HZP o.s. P. 0 + 193, HZP m.s. P. 0, VGP I./336 ÜF, BTR sg(10)/sg(11), linea materna Königsheide-Saarforst-DK.

AMBRA ha ottenuto il 12 nel lavoro con l’anitra viva ed è stata condotta dalla Sig.ra Silke Walter del Gruppo Baden,

Al quarto posto la femmina Unicolore marrone di nome GRÄFIN v.d. KALBERWEIDE con P. 226 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (11)/sg (11), per cui un punteggio finale di 237,0, spl.

Nata il 27 Aprile 2016 da madre GINA II vom SPANGER FORST (BASKA II vom SPANGER FORST x BASKO vom BODENSTEIN), VJP P. 76, HZP o.s. P. 0 + 183, sil, linea materna Spanger-Forst-Auenheim-PP., padre GERO v.d. FUCHSWIESE (ADDA v.d. FUCHSWIESE x JORKNvom FUCHSBERG), VJP P. 74, HZP m.s. P. 193, VGP I./336 ÜF, Sw I/, Sj-DD, sg(11)/sg(11), linea materna Oeynhausen-vom Walde-St.

GRÄFIN è stata condotta dal Sig. Justus Knaup del Gruppo Westfalen.

Al quinto posto la femmina R/N di nome QUENDA vom JURA GRUND con P. 226 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (11)/sg (11), per cui un punteggio finale di 237,0, AH.

Nata il 27 Aprile 2016 da madre GEBBY vom JURA GRUND (AIKA vom JURA GRUND x ERO III del ZEFFIRO), VJP P. 77, Hgw. P. 235, VGP I./348,AH, spl, linea materna Königsheide-Saarforst-DK padre ALTMÄRKERS FRANKO II (ALTMÄRKERS DOHLE II x OTTELO v.d. DACHSWIESE), VJP P. 63 + 77, Hgw. P 210, VGP 0/II./328 TF, Btr, sg(10)/sg(11), linea materna Bachwiese-Radchen-P.P.

QUENDA è stata condotta dall’allevatore Sig. Jurgen Böttcher del Gruppo Nord Bayern.

Particolarità da registrare è la sempre crescente partecipazione di conduttori provenienti dall’Est Europa, con risultati molto soddisfacenti.

Dopo otto anni l’Hegewald tornerà a Billerbeck, a Nord di Dortmund e vicino al confine Olandese.

Partecipai all’edizione del 2010 e non superai la prova per il riporto dell’anatra occultata che la femmina Jette v. Erthal non eseguì a dovere.

Ho ancora presente la prova in campo, che fu un incubo per cercare una situazione adatta a generare una ferma. Alle 15.30 di pomeriggio si decise di abbandonare la lotta perché la cagna dopo aver fatto 7 o 8 Hasenspur nella vana ricerca di un fagiano, non ebbe più fiato per continuare.

Il disagio per certe situazioni non è recente, ma si trascina da parecchi anni, speriamo che il VDD riesca a coglierlo e a porvi rimedio.

Waidmannsheil!

Fabrizio Crabbio




Miracles happen at Sandrigham: Norfolk Trials

Almost three months later, I am finally here to write down what happened. On Sept 7th 2017, in fact, Briony won Novice Stake on Partridge at Sandrigham, organized by the Pointer Club of UK. Some might argue that, well, it’s “just” a Novice Stake, but for me it is a great achievement. Briony is not my first English Setter, I got the first one, “Socks” (Slai di Riccagioia),  in 1999, but he was a rescue and he came to me after having be discarded by a “pro” trainer and with a bag full of behavioural problems. In his own way, he was a smart dog, we managed to go hunting alone together (he did not want men with shotguns around him), but there was no way I could rehab completely and train him for trials. I had not enough  skills, nor  experience,  and he would not have dealt well with formal training sessions.  He,  however, opened me new doors as we started training for rough shooting and I got a firearms and hunting license. I met people, got new friends and spent many years rough shooting over English Setters and other pointing breeds up and down the hills of the Northern Apennines. I, somehow, had the chance to watch- and shoot over- hundreds of dogs  during those years, and it was  an incredible experience. I also began attending trials and to work for canine and shooting magazines which lead me to meet breeders, judges and handlers…

Socks (Slai di Riccagioia) my first ES

After his death, when I started looking for another setter,  I had very clear ideas about what I wanted in my next dog, but not so clear ideas about where to find her! It took months, but I finally located my litter and my puppy, on a farm on the Swiss Alps, not too far from Sankt Moritz (posh dog!). I knew what I needed to know about Briony’s dad, but mum was quite a surprise: she was beautiful, gentle and smart. She came with us heeling off lead to the small village’s café and then sat quietly under the table. I loved that, as well the whole bloodline registered in the pedigree and the parents’ health clearances. When I brought Briony home, people thought she was cute, but too expensive, and that I was going to “ruin” her, training her in my own way and socializing her too much. I just thought she was a terrible pup who did not like me at all. It took quite a while to become friends, probably she was just testing me to be sure she was in good hands!

Ansa del Simano, Briony’s mum

First day of 2017 hunting season

She was naughty, but smart, and she quickly developed in a good hunting companion. Sometimes she had a mind of her own and sometimes  she was not the easiest dog to handle, but she surely did not lack of determination and bird sense. She was, and she still is,  strong willed and sensitive at the same time. Thanks to friends, we had access to some private estates where she could meet much more birds that she could have met on more affordable – by me –  public grounds. Other people introduced her to woodcock and, I still remember the day, with my surprise, she pointed her first snipe. During these hunting seasons, she learnt to work with other dogs and we worked a lot on backing and on remaining steady on point. I must admit I had good teachers, and that skilled hunters helped us to locate birds, but steadiness to wing was not required. Hunters here want the dogs to be steady on point, but after the bird flies,  all they wish is to hit it, none cares anymore about the dog.

In the meantime, as she also grew prettier, I entered her at a dog show that took place nearby and, to my surprise, she was awarded a RCAC (RCC), so I decided to continue on this road. Briony, however, had other plans and after a stressful indoor show, she decided she wanted  to end her career  as a show dog. She had already a CAC in her pockets and I did not want her journey to end. I am not a show person, and I consider dog shows boring, but I wanted to prove that a good looking working dog, from working (mountain hunting and mountain trials) bloodlines, could make it. So, we went together to take handling lessons with Richard Hellman, a great handler and a great person. Briony seemed to enjoy the lessons and, in August 2015, she became a Show (full) Champion.  I also think that having learnt to face the ring she somehow increased her self esteem.

Briony first dog show… RCAC

Field trials were next on my list, but there was a HUGE problem: I did not want to send her away for training, nor to hire a professional trainer as people normally do here. I wanted to train and handle Briony by myself, easier said than done in Italy where field trials are dominated by male professional handlers. But, thanks to an unexpected series of coincidences, in the summer of 2015 I ended up watching the Champion Stake for Pointers and Setters in Northern England and… I had an awakening! I saw some “ordinary people” handling their dogs to a very high standard and I saw very obedient setters! I was used to see very obedient Drahthaars (GWPs), but the average Italian Setter is usually quite a wild critter! I could not believe setters could be that obedient and, as naïve as it might sound, I was impressed.

Dorback Estate, Scotland, training with gamekeeper Brian

Briony herself was pretty wild at the time and her nickname was “Tigress” but, again, unexpectedly, a good mentor came to us. You can read more about Briony’s taming for field trials and about “White Feather” clicking here but, in a few words,  I would describe her  training a demanding task,  it was equally rewarding though! It took a while to tame “Tigress”, but as soon as she decided to cooperate, she became impressively reliable and well behaved. This is how we ended up on the moor in the summer of 2016, and this is how my passion for British trials developed even further (you can read more here).  Our first experience with grouse was not that bad: she always behaved and she kept improving but paid her inexperience with grouse during the English Trials and she paid my inexperience with trials in during the Scottish – and the English- trials. She still needed some fine tunings but, overall, I could not complain. At the end of the circuit, I went home with no awards but determined to save money and to go back in 2017.

Haughton Hall, roading a hare :-)

But, when the time to go again on the moors was close to come, I had to withdraw all my entries as Briony anticipated her season. I wasn’t happy, I was quite disappointed, no… honestly… I was quite upset, but there was not much else I could do. Some friends, however, tried to cheer me up advertising September trials on partridge. It is easier to get a run, they said, the atmosphere is very relaxed, they added and… we are going to run  at Sandrigham Estate, on Queen Elizabeth II’s  grounds, they  concluded. I must admit the last thing they mentioned was very tempting: it was thanks to such a good advertisement that  I decided to bet on partridge trials in Norfolk. That was a brave bet, I shall admit, as I was perfectly aware they were going to be more difficult than grouse trials. While gathering information, I learn that: 1) during the first round, usually on stubble, dogs were going to be evaluated mainly for pace, style and ground treatment and that 2) “a few” hares were going to be present. Uh, I was forgetting the sugar beet! So well, while I was going to do my best to show up with a well behaved dog,  going there to win was not surely  written down in my agenda. I just wanted to be there, see people, get to know things better, learn more and feel part of a world I like.

Briony started the circuit well (we went to the 2nd round in 4 trials out of 9) and, even if, we could not find any birds on our paths, she was behaving well and respecting hare nicely (I do not have hare here, just rabbits and cats to train on). I was happy, we were learning more and enjoying the social side of September trials : I do not drink, but I was always at the pub! It was nice to see friends doing well and, especially after IGL Snettisham trials , when no awards were given, I was super happy to see Rhia (Tapper) and Sara (Chichester) receiving the Gun’s Choice rosette. Trials proved to be as difficult as I expected: while there were plenty of hare, feathered wildlife was scarce or, should I say, very  smart and very professional at hiding. On Thursday, 7th of September, (Pointer Club trial  at Sandrigham) I was number 13 AND the bye dog (quite a scary combination), but she did well in the first round, and well again in the second,  so I knew I was going to get “something”, but I did not know what.

When the secretary announced that I had won First Prize, I could not believe it and indeed, the Vaux Silver Tankard, fell from my hands a couple of times! It was like living in a Disney movie and this article should have explained you why. She is the first dog I have ever trained for trials, and I trained her all by myself. Yes, many wonderful people helped me through the journey (in Italy and in the UK, and I am grateful to them all),  but I have always been the one in charge. I am just a normal person with limited training opportunities coupled with a high degree of stubbornness and self discipline which surely helped. This is why everything that could sound normal to someone else, is so special to me,  and yes, winning an award at Sandrigham confirms that Briony is a posh dog!

Me, Alan Goodship (Queen Elizabeth’s dog trainer) and the fallen trophy

Ps. I promise I will also write on other dogs  – and not just on mine – as there will be more articles on September trials,  (all partridge trials  rusults can be downloaded here) in the meantime, if you have a chance, take a look at the research project I am working on for my Veterinary Medicine dissertation.

Still curious about British trials? Check the section A Month on the Moor or click here.




I meccanismi della venaticità di Angelo Cammi

Allevatore di setter inglesi e giudice ENCI/FCI

I macroelementi sono facilmente identificabili anche da chi ha poco esperienza o competenza, si manifestano nelle situazioni contingenti, risultano ben evidenti e per questo “misurabili”. La ferma è in effetti l’espressione di una caratteristica di base che rimarca ed evidenzia la fase conclusiva del lavoro; sono rilevanti la tensione e l’espressione, diverse a seconda della razza. Ciò che  conta però ai fini della valutazione complessiva, è la parte a monte che contiene evidenze concrete e/o di natura potenziale, di solito appena percettibili, alla portata di persone che hanno la passione di approfondire.

Comunque, se nello sviluppo della caccia e delle note regolamentari, non sono presenti e operativi  i “meccanismi” significa che le stesse (note), sono disattese nella parte concettuale e centrale e si è dato spazio invece a manifestazioni estetiche che nel tempo annulleranno ciò che non si è sviluppato continuamente con la funzione. Perché ai tempi venivano considerati eccezionali i soggetti grandi cacciatori che nelle prove riuscivano a collocarsi sempre ai posti alti delle classifiche per rendimento e tipicità ? Perché rappresentavano veramente la razza sotto tutti gli aspetti, anche quelli morfologici pur se non prevalenti. Ricordo setter magnifici con affisso del Tidone e del Volo. Le stesse note, di cui sopra, prevedono peraltro che le tipicità di razza siano interagenti con la concretezza della fase realizzativa. Ogni particolarità deve essere strettamente collegata alle altre di simile fondamento determinando un unicum che rappresenterà, nel contesto, un blocco di energia psico-fisica, fasciato dalla tipicità della razza.

Pointer inglese riporta

ISTINTO: facoltà di conoscere un oggetto o una situazione senza la mediazione del ragionamento; perspicacia, acume, assoggettato alle identità di razza.
INTUITO: tendenza innata che spinge gli esseri viventi ad adottare comportamenti fondamentali.
POTENZIALITA’: carattere e contenuto di ciò che è ancora in potenza e non in atto; visibile da un occhio esperto che sa leggerne i sintomi.
PREDISPOSIZIONE: disposizioni innate, inclinazioni, tendenze, vocazioni.

L ‘intuito è equiparabile al “senso del selvatico”? Se si manifesta in un certo ceppo e con frequenza, è certamente un’abitudine assecondata da elevati elementi funzionali; utile coltivarlo quindi per la probabile fissazione.
I geni sempre e sicuramente trasmessi a tutti gli individui sono i vitali, i funzionali – che mantengono efficienti i comportamenti preposti alla vita -, i riproduttivi per la conservazione della specie.
Esistono alcuni caratteri aggiuntivi che si formano in condizioni particolari, definiti di origine ambientale. Collaborano alla loro fissazione situazioni simili per contenuto, ripetitività ed intensità: le abitudini.

Un cane da ferma assume in linea di massima come apparato genetico standard, la passione per il lavoro, la conformazione,l’equilibrio,l’intelligenza e un marcato grado di affettuosità (i cuccioli appena nati, cercano la mamma,cercano le sue attenzioni, in sostanza quel grado di affettuosità che genererà un rapporto vitale madre-figlio); tutto ciò contiene un potenziale affidamento per la costituzione di un vero rapporto di fiducia uomo-cane e viceversa. Il cucciolone ancor prima di dimostrarsi cacciatore, cerca fortemente “l’amicizia” dell’uomo, concretizzata dall’espressione mimico-gestuale di un potenziale istinto che è alla base della sua formazione come cane da caccia gestito dall’uomo. L’autonomia (altro micro-meccanismo), associata alla cerca, al collegamento, ecc., va gestita, fatta comprendere ma non soffocata da interventi drastici, inidonei ad insegnare; l’insegnamento aiuta il cane a capire ed eseguire secondo indicazioni serene e razionali. Durante l’insegnamento tenere nella massima considerazione,l’espressione dell’occhio. L’espressione dell’occhio (sguardo) quindi,coadiuvata dal colore dell’iride, è un ulteriore indicatore delle sensazioni, esprime gioia, timore, addirittura forti stati emotivi supportati dalla paura, e se si può dire di un cane,dagli stati d’animo. Il colore è rappresentato da geni specifici, come quello del mantello e/o delle mucose e delle unghie. L’intelligenza può essere considerata come coadiuvante delle sensazioni; un surplus, che genera una miscela che potrebbe essere la stessa predisposizione. La riproposizione di queste analisi serve a mantenere viva la base della struttura psichica presente nel cane ed espressa con il temperamento, autentico operatore di scelte ed iniziative nell’attività venatoria. Ha valore concreto quel cane che corre spinto dall’avidità, non ha valore alcuno il cane appartenente alle razze da caccia che corre per il gusto di farlo. Se quest’ultimo genera qualche figlio con il suo “difetto grave”, potrebbe significare che i geni anomali  della corsa si è fissato. E’ meglio allora che i suoi cromosomi rimangano in lui.

Come già ribadito, si manifestano cromosomi portatori di geni “costruiti dalle abitudini” (positive) (A), ed altri formati da altrettante abitudini decisamente negative consistenti, ad esempio, in “sistemi di addestramento” duri e coercitivi (B)  agli antipodi della corretta preparazione. Nel momento dell’accoppiamento i cromosomi trasportano i propri geni sia maschili che femminili ed ognuno vuol piazzare la propria dotazione, in questo contesto, vince il più forte, o il più veloce. Sarebbe interessante capire se si abbinano prima i geni “classici”, o quelli “aggiuntivi”. Per correre meno rischi, gli esperti suggeriscono di stare alla larga dagli iper che primeggiano, ma dei quali non si conosce la storia, quella vera che può darci indicazioni, non i certificati che sino a prova contraria, ci fanno leggere solo nomi. E’ saggio invece concentrarsi sui soggetti che da generazioni, mantengono tipicità e positività. Anche alcune caratteristiche desiderate, difficilmente si riproducono perché hanno una fisionomia di duplice formazione (es. la meccanica del movimento dipende dall’apparato scheletrico e muscolare, ma il comando arriva dal temperamento e questo (altra dote morale ) può intervenire iniettando tipicità oppure mediocrità. Un gene è portatore di un solo carattere.

Confrontando per esempio, una potenzialità positiva (A), con un gene “imposto” (B), prevarrà la prima, dato che rimane nel solco della “regolarità” rappresentata da procedure che assecondano il carattere e l’indole. Il tipo (B) è frutto di una anomalia non prevedibile nel percorso educativo. Una sorta di gesto contro natura.  I “macro” come la ferma, il riporto ed il consenso, si manifestano almeno nel 95% dei casi. Il cinque per cento restante, fa parte dei risultati “selettivi” di chi considera per esempio la ferma un opzional, il consenso qualcosa che è meglio non sia naturale, il riporto un passaggio totalmente inutile, la filata una perdita di tempo ed il collegamento addirittura un’assurdità! Eppure l’identità è rappresentata dai “macro”, ai quali si possono abbinare i meccanismi potenziali e/o occulti, che rimangono tali nel periodo iniziale dello sviluppo. Un mondo inesplorato. La preoccupazione consiste nell’ipotizzare una diminuzione del 95%.

Le potenzialità abbinate a predisposizioni, possono concorrere alla specializzazione. Ho avuto modo di verificare che nascono cani che ancora cuccioloni passano sempre o quasi, in tutte le uscite, dal prato al cespuglio, al boschetto. L’ipotesi è di portatori di un gene di natura ambientale fissato da avi che hanno sempre cacciato prevalentemente e/o esclusivamente nel bosco, ma se anche altri loro fratelli di cucciolata, tutti o anche solo una parte, hanno la medesima predisposizione, l’ipotesi è molto vicino alla realtà di un consolidamento di quei geni. L’istinto e l’intuito credo che non siano adeguatamente considerati e sono convinto che entrambi si esprimano differentemente a seconda della razza. Non è detto che siano sempre entrambi presenti e non è detto nemmeno che abbiano affinità. E’ certo comunque il loro apporto positivo.

Se siete appassionati di cani da caccia non dimenticatevi di dare un’occhiata al Gundog Research Project!




My Fritlex is two months old!

In the month of August, browsing Facebook, I saw a very peculiar bag posted by a friend of mine and decided I wanted more information. I asked her, and she told me only good things about the bag and about the brand. This is how I discovered Fritlex, a small Italian company producing artisan made (handmade) bags created with recycled materials. Used inner inner tubes are the soul of these bags but also the bags’s lining is recycled. Fritlex bags come in different shapes and colours, well… wait a minute, I should not call the beautiful graphics on them “colours”! The man who invented this brand, Alex Gavazza, in fact, besides cleaning, cutting and sewing inner tubes, uses his artistic skills to create beautiful images destined to be featured on his bags. So… when you choose a Fritlex, you can choose a model and, within the model, a specific image. The choice is incredibly wide and you can pick one according to your favourite colours and style, or you can even ask Alex to let you create your own one. All you need to do to to get your unique bag is to visit Fritlex website, choose a model that allows personalization and upload the image you would like to carry around. If you intend to do so, however, I suggest contacting Alex first to ask some advice on the quality of the imagine you are going to submit, he will surely know better than you if it will look nice on the finished product.

Look at the gallery here, my bag and the one a friend made for herself:

This is exactly what I did, I worked on some images with Photoshop and we later decided together which ones were going to look better A order was then placed and, about one week later, I had my Fritlex delivered at home. Was it expensive? I do not think so, my model , the Shopper was priced 59 euros (including shipment) but in August there was a 20% discount coupon on all the items so…. I paid a very honest price for something handmade and personalized. It is very well made and sturdy: I have been using it daily for about two months, in all weathers (it went to the UK with me!) and situations and it still look perfect. This sturdy and waterproof bag is also elegant and practical, it can be closed with a zipper and it has 4 inner pockets and a special clasp to which you can connect your key chain. Its measures are 35 x 33 x 10 centimeters and has two handles long enough to allow you to use it as a shoulder bag or, if you prefer, a strap to transform it in a cross body bag.

Quality/price ratio is exceptional but, most of all, I am super happy to have my dog Briony featured nicely on a bag. This does not look like the standard printed bag you can get from any photo printing service. This is a beautiful, handmade in Italy, bag with your own personalized design, I couldn’t ask for more!

This is the sort of bag (or laptop bag or wallet!) people would like to get as a gift, or a good gift for yourself!

Fritlex Facebook Page

Fritlex Website




La mia Fritlex compie due mesi!

Nello scorso mese di agosto, navigando su Facebook, ho visto la fotografia di una borsa molto particolare e sono subito corsa ad informarmi, scoprendo soltanto buone cose. E’ così che ho scoperto il marchio Fritlex, una piccola ditta italiana (la sede è in provincia di Vercelli) che produce borse artigianali, fatte a mano, con materiali riciclati. Il cuore delle borse, infatti, è costituito da camere d’aria riciclate, ma anche le fodere interne sono fatte con stoffe di seconda mano. Le borse Fritlex esistono in vari modelli e colori, è un po’ inappropriato parlare di colori dal momento che si tratta di splendidi disegni. Alex Gavazza, l’uomo che ha inventato le Fritlex, non è certo cresciuto lavando, tagliando e cucendo camere d’aria: è un grafico e usa le sue capacità artistiche per creare immagini cui abbellire le borse Fritlex. Scegliere una di queste borse non è quindi affatto facile: oltre ai tanti modelli ci sono i tanti disegni e un ventaglio di scelta così ampio ti permette di decidere in base al colore preferito, in base allo stile e persino di andare oltre richiedendo una borsa con un disegno su misura. Alex può crearla per te! Avere una Fritlex personalizzata è molto semplice, tutto quello che devi fare è andare sul sito della ditta, scegliere uno dei modelli personalizzabili e caricare l’immagine che vorresti sempre portare con te. Per accertarti che la tua immagine sia adatta allo scopo, puoi anche contattare direttamente Alex e chiedergli un parere: io ho agito così ritenendo che lui potesse immaginare molto meglio di me il prodotto finito.

Guarda la gallery con la mia borsa e la borsa fatta personalizzare da un’amica qui sotto.


Così, ho elaborato alcune immagini che mi piacevano con Photoshop e poi abbiamo scelto insieme quelle più adatte. Circa una settimana dopo la mia Fritlex è arrivata a casa con il corriere. È stato costoso? Direi di no: il mio modello è la Shopper che, nella versione personalizzata, di listino costa 59 euro, spedizione inclusa, in agosto c’era uno sconto del 20% su tutti gli articoli quindi… direi che ho pagato un prezzo estremamente ragionevole per un prodotto fatto a mano e personalizzato. La borsa ha buone rifiniture ed è molto robusta: la sto usando ininterrottamente da due mesi, in tutte le situazioni e in tutti i climi (è anche andata in Inghilterra con me!) ed è sempre come nuova. Oltre ad essere robusta e impermeabile, la borsa è anche elegante, si chiude con una cerniera a prova di ladro, ha 4 tasche interne e un gancio a cui attaccare il mazzo di chiavi. Le misure sono 35 x 33 x 10 centimetri e ci sono due manici che permettono di indossarla come borsa a spalla o, se preferite, una lunga striscia in tessuto per trasformarla in una tracolla.

Il rapporto qualità prezzo, in definitiva, è eccellente ma, soprattutto, io sono contenta di averla potuta personalizzare con Briony. Quella che ho ottenuto non è la solita borsa fatta stampare online, è un prodotto di qualità, fatto a mano, in Italia e su misura, non potrei chiedere di più! Queste borse, così come i portafogli e le valigette porta laptop possono essere un regalo gradito da fare agli amici, o anche a voi stessi!

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Lady Jean Fforde of Isle of Arran Kennels – An Appreciation by Jon Kean

Herewith a tribute to Lady Jean Fforde who has passed away on 13th October 2017,  3 weeks before her 97th birthday by Jon Kean

I first met Lady Jean in the 1970s – appropriately enough it was on the grouse moors in Perthshire. Janette and I were there just to spectate at the field trial and find out more about working Pointers and Setters. Lady Jean immediately put us at ease and explained what was happening at the trial. My one abiding memory from that day was the unusual footwear Lady Jean sported. It was a pair of sandshoes (baseball type) with the words “Skateboard City” emblazoned on the side. Her great friend Mrs Patience Badenoch Nicolson was there too. Their guidance inspired me to find out more about working Pointers.

From that day, friendship developed and I learned so much from Lady Jean and Patience about working Pointers. After a while, I asked Lady Jean if it would be possible to purchase an Isle of Arran Pointer. My wish was granted! In historical terms, the Pointer kennels were among the first, if not the first, to be registered by her grandfather at the Kennel Club when it was formed. In 1983, I brought back from Arran two male puppies from Lady Jean’s litter, sired by Moanruad Aron (the late John Nash’s Pointer) and Isle of Arran Neillia (litter sister of the 1981 Champion Stake winner FT CH Isle of Arran Larch, handled by Mrs Marcia Clark). I reared Isle of Arran Micha and the brother Isle of Arran Gideon was bought by Duncan Davis from the North of England. The rest, as they say, is history. Gideon duly became a field trial Champion and Micha (pet name Duke) won the Champion Stake at Bollihope Moor in County Durham in 1989. Duke was a fantastic Pointer for our shooting trips to Garrogie Estate, owned by Charles Connell in Invernesshire. Apart from his game finding ability, Duke’s great attribute was his stamina and endurance. He had the strength of 3 dogs.

Lady Jean Fforde and Jon Kean – Champion Stake 1989

Lady Jean and Patience were hugely influential people in the Pointer world. They were always willing to help and offer advice to anyone interested in working gundogs. One day, I was called aside for an informal chat. Lady Jean told me: “Patience and I both agree that you need to put something back into the sport. We think you should take on the role of Honorary Secretary of the Scottish Field Trials Association.” I was duly appointed in 1986 and have done the job of Secretary for the Pointers and Setters ever since.

Looking back, there were many famous Pointers with the Isle of Arran prefix. The list is endless – Isle of Arran African Queen, Scotney Isle of Arran Regent, Isle of Arran Juno, FT CH Scotney Isle of Arran Jack, Isle of Arran Minoru, FT CH Isle of Arran Dice, Isle of Arran Lilly. Lady Jean’s favourite was FT CH Isle of Arran June, a beautiful orange and white bitch. In Lady Jean’s memoir, she wrote: “ June became the dog of my life – I adored her! Considering she was the first dog of any kind I had trained myself, she was a miracle. I trained her by phoning Patience Nicolson week by week, and asking for instructions.”

Lady Jean was President of the Pointer Club of Scotland since it was founded many years ago. She had many, many interests outwith the world of field trials. She was a keen gardener, for example. Her parents brought back many rare plants from their trips throughout the world. On our visits to Strabane, her home at Brodick, Lady Jean gave us a guided tour of the gardens. On one visit, Lady Jean told us she would be sending her friend to collect us from the ferry at Brodick. The friend just happened to be Richard Todd, the Oscar-nominated actor best known for war dramas like The Hasty Heart, The Dam Busters and The Longest Day.

She was also involved with the RNLI and the Red Cross. She was an artist. Lady Jean wrote fascinating memoirs – Castles in the Air and Feet On the Ground – From Castles to Catastrophe. In those books, we discover she spent part of her life in India, Palestine, Sierra Leone, Northern Rhodesia and of course her beloved Isle of Arran. It was at the Government Code and Cypher School at Bletchley Park that Lady Jean joined the army of women who cracked the German code to save countless lives and shorten the war by at least two years.

Lady Jean’s mother was very keen on taking cine films of life on Arran, which included stalking and shooting over Pointers on the island from the 1930s onwards. A couple of years ago we spent a lovely afternoon in Strabane viewing some of the reels of film, and they are fascinating to watch.

Lady Jean sent me a gift of the book called Training Setters and Pointers for Field Trials, by Professor John Beazley, Alf Manners and Arnold White-Robinson. It is signed : “To Jon. Wishing You every luck in field trials with your puppy. Jean Fforde 1981.” I have used this book as a guide for seminars ever since.

In 1982, Lady Jean asked me to show her Champion Stake winner, Larch, at Crufts in London. This I duly did and was thrilled when the Judge Mrs Kitty Edmondson awarded a prize to Larch. Unbeknown to me,Lady Jean’s best friend , Princess Antoinette of Monaco, was a surprise visitor at the ringside at Crufts.

I will always have great memories of Lady Jean. Our last visit to Lady Jean was in July this year. She was in good spirits and very keen to hear news from the world of Pointers. RIP Lady Jean.

Still curious about British trials? Check the section A Month on the Moor or click here.




The English Springer by Arthur Croxton-Smith

From the book The Power of the Dog (1910)

THE ENGLISH SPRINGER

O, how full of briers is this working-day world!
Shakespeare—As You Like It.

The chief requisite in all kinds of spaniels is,
that they be good finders, and have noses so true
that they will never overrun a scent. . . . .
They should be high-mettled, as regardless of
the severest weather as of the most punishing
cover, and ever ready to spring into the closest
thicket the moment a pointed finger gives the
command.

General Hutchinson

The transition from the toy varieties to a spaniel is somewhat violent. The one is intended to please the eye, to gratify the æsthetic sense, and charm by his manners in the house; the other is designed primarily, by serving the sportsman in the held, to accomplish useful duties, but at the same time his docility of disposition, sagacity of expression and beauty of coat make him also a welcome companion when the day’s labours are ended. In estimating the worth of a gundog I should lay much stress upon his fitness for associating with mankind, for there is no doubt that if we win the confidence and friendship of our four-footed servitors the pleasure in their possession is much increased, and we have them under far better command when at work. Of all the foolish things written the hackneyed couplet so much quoted has precedence:

“A woman, a spaniel, and a walnut tree,
The more you beat them, the better they be.”

The ladies are quite capable of looking after themselves, and need no champion. I daresay a walnut tree may be all the better for a good “splashing,” as we used to say in the Midlands, but I am certain the less a whip is used on a dog of any sort the more likely are we to be successful in our efforts to exact prompt and ready obedience to our commands. The man who uses physical correction too freely is in want of a practical application of the monition contained in the Book of Proverbs: “A rod for the back of fools.”

Of the many handsome sub-varieties of spaniels with which we are familiar to-day the English Springer, perhaps, enjoys the least popularity, although his merits as a worker entitle him to a high place in our regard. As a show dog he has never assumed much prominence, but at held trials and on private shootings he is constantly demonstrating his utility. No other spaniel has been bred less for “points” or more consistently for work. Less excitable than the volatile Cocker, his longer legs and sturdier frame adapt him to purposes which the smaller is unable to perform. On the other hand, unless well broken, he, by ranging too far afield, may put up the game out of gunshot. It therefore follows that in his early days he must be made absolutely steady.  Whether he becomes so or not is not so much attributable to the inherent wickedness of the dog as to the lack of patience in his breaker. One is almost inclined to say that the good breaker is born not made. At any rate, supposing you have the leisure, this is a task better undertaken by yourself than entrusted to a gamekeeper, who may have neither the time nor disposition to act as a wise schoolmaster.

A Springer is large enough to retrieve both far and feather, but whether or no he should be encouraged to do this depends upon circumstances. General Hutchinson says: “When a regular retriever can be constantly employed with spaniels, of course it will be unnecessary to make any of them fetch game (certainly never to lift anything which falls out of bounds), though all the team should be taught to ‘seek dead.’ This is the plan pursued by the Duke of Newcastle’s keepers, and obviously it is the soundest and easiest practice, for it must be always more or less difficult to make a spaniel keep within his usual hunting limits, who is occasionally encouraged to pursue wounded game, at his best pace, to a considerable distance.”

“Tissington Flush” Owned by Sir Hugo Fitzherbert, Bart and Painted by Maud Earl

The word Springer is applied to all medium-legged spaniels, as apart from the short-legged ones, that are neither Clumbers nor Sussex. It is of good old English derivation, denoting the object for which the dog was employed—-to spring birds to the net or gun. The form of the dog has not undergone any marked change since a Dictionary of Sport, published shortly before Queen Victoria came to the throne, spoke of him as differing but little from the Setter, except in size, being nearly two-fifths less in height and strength. He is of symmetrical formation, varying a good deal in size from thirty pounds to sixty pounds, with unbounded energy. He may be a self-coloured liver, black, or yellow, or pied or mottled with white, tan, or both. Miss Earl’s picture brings out beautifully the correct shape of his body, and the handsome intelligent-looking head. Older pictures suggest that a hundred years ago or less the skull was broader between the ears, and the head shorter, but the refining process has not been carried far enough to jeopardise the brain power. In many breeds I have noticed that a broad skull indicates self-will and stubbornness, and therefore it seems to me that the slight change is all for the better.

The other variety of Springer indigenous to Wales is quite distinct from our own. He is smaller in size, and in colour he is red or orange and white, preference being given to the former.

From the same book: click here to read about the English Pointer.

 PS. Don’t forget to take a look at the Gundog Research Project!