La taurina, il setter inglese e le altre razze

La scorsa settimana il server si è crashato dopo la pubblicazione di un articolo sulla tirosina e per dieci giorni non ho osato pubblicare nulla, ma oggi è venuto il momento di considerare un altro amminoacido. Un’allevatrice di setter americana, infatti, ha di recente pubblicato su Facebook la storia del suo cane a cui è stata diagnosticata un’insufficienza cardiaca congestizia. A questa situazione si era arrivati a causa di una DCM (cardiomiopatia dilatativa) e il cardiologo ha consigliato di controllare i livelli ematici di taurina. Lei ha controllato il cane e tutti gli altri setter di sua proprietà e, sorpresona, i livelli di taurina erano bassi in tutti quelli che alimentava con un mangime grain free ritenuto ottimo, mentre erano normali in quelli che mangiavano crocchette che potremmo definire “normali”.

La taurina ha moltissime funzioni e le potete leggere qui ma, può davvero una carenza di taurina provocare una cardiomiopatia dilatativa? Sappiamo che questo succede nel gatto che non può sintetizzarla (amminoacido essenziale) e che quindi deve assumerla con la dieta. Per i cani, al contrario, la taurina non è considerata essenziale e si ritiene la producano da sé sintetizzandola dagli amminoacidi solforati metionina e cisteina.

Così, per fugare ogni dubbio, ho contattato di nuovo Lucia Casini, Professoressa di Nutrizione Veterinaria all’Università di Pisa, e mi ha confermato quanto appena scritto, sottolineando che, comunque, bassi livelli di cisteina e metionina nella dieta potrebbero causare una deficienza di taurina. Quindi, questo significa che i mangimi contengono livelli inadeguati di tali amminoacidi? Può darsi, ma va ricordato che alcune razze sono meno efficienti nel trasformarli in taurina. Quali sono le razze? Cocker (americano e inglese), setter inglese, retrievers (golden e labrador), terranova e San Bernardo ma, onestamente, non mi sento di escludere che il problema possa essere presente in altre razze ad esse affini , o in razze in cui sono presenti casi di DCM. Per questi animali, l’integrazione di taurina potrebbe avere un ruolo preventivo e non curativo.

Cosa fare quindi? Credo servano ulteriori ricerche per poterlo affermare con esattezza ma, in quanto proprietaria di un setter inglese, mi sto informando su quali laboratori effettuano questo esame e su quali siano i costi. In attesa di nuove scoperte, sento di consigliare la stessa cosa a chi possiede esemplari delle razze menzionate, di razze affini e di razze ritenute a rischio DCM.

Aggiornamento, ho trovato almeno tre laboratori che testano: Idexx, Laboklin e San Marco. I prezzi sono attorno ai 60-70 euro. (Aggiornamento qui)

Inoltre, siccome la maggior parte dei miei lettori si occupa di cani da lavoro (date un’occhiata al Gundog Research Project!), lasciate che aggiunga che gli atleti possono avere un fabbisogno di taurina più elevato. Se desiderate approfondire, il web è ricchissimo di articoli dedicati alla taurina e alla cardiomiopatia dilatativa nel cane, lo scopo del mio articolo è semplicemente quello di far conoscere questo problema.




Hai un cane dal mantello scuro? Leggi qui!

A volte i cani neri diventano rossicci. Di solito si pensa che lo schiarimento sia causato dal sole ma… ci sono cani neri che non diventano mai marroni e cani neri che sono  marroni tutto l’anno, anche in inverno. Ho posseduto solo un cane nero e solo per qualche mese, era un greyhound recuperato dai cinodromi e era marrone anziché nero ma questo era causato da una grave anemia e dalla leishmaniosi. Sappiamo tutti che le malattie possono alterare il colore dei mantelli, ma anche l’alimentazione!

Ieri, la mia amica Lucia Casini, che è professore di Nutrizione Veterinaria pressol’Università di Pisa, a condiviso questo studio con me “Tyrosine supplementation and hair coat pigmentation in puppies with black coats – A pilot study.” Lo studio, come potete leggere nell’astratto (in inglese), suggerisce che i cani dai mantelli scuri abbiano un fabbisogno di tirosina doppio rispetto agli altri cani e rispetto a quanto indicato nelle linee guida del NRC.  Lucia ha anche spiegato che il ruolo della tirosina è stato studiato in maniera più approfondita nei gatti ma che molti cibi industriali, specialmente quelli poveri di proteine di origine animale, non contengono abbastanza tirosina per i cani neri. La fenilalanina sembra anch’essa avere un ruolo ed entrambi sono amminoacidi essenziali, ovvero vanno introdotti attraverso la dieta.

Some biochemistry…

La carne, specialmente il maiale e gli avicoli sono una buona fonte di tirosina. Il National Research Council (USA) raccomanda: 2g  di tirosina ogni 1000 kcal per i cani adulti e  3,5 g per i cuccioli ma i cani dal mantello scuro parrebbero necessitare di dosi doppie.




Mario Canton, il levriero afgano e altro

Qualche giorno fa, mi sono accorta di non essere riuscita ad incontrare il Prof. Raymond Coppinger, per un pelo. Quando ho frequentato alcune classi ad Hampshire College (Massachusetts) lui era in un anno sabbatico e io non sono potuta tornare il semestre successivo. Però, ritornando in Italia, ho avuto modo di incontrare e diventare amica di un altro studioso dello stesso calibro. Si chiama  Mario Canton e non ricerca sul comportamento canino, si occupa di morfologia, che analizza secondo un approccio scientifico. Mario è una persona molto umile e, quando gli si fanno i complimenti, si limita a dire che lui non ha “scoperto nulla”, si è limitato a mettere insieme le cose. Può darsi che sia così ma, mettendo insieme alle cose, ha reso disponibile ai cinofili un’incredibile quantità di conoscienze che ha altresì rispiegato nella maniera più semplice possibile. Se vi pare poco!

Mario ha pubblicato il suo primo libro nel 2004(Cani e razze canine 1a Edizione) dopo 35 anni di ricerche. Ricordo me stessa che su portava il  libro in bagno per controllare i refusi mentre insistevo sul punto 1) inserire fotografie e disegni e 2) farlo tradurre in inglese. Oggi questo libro è arrivato alla sua terza edizione ed è disponibile in 3 volumi in cofanetto o in tre ebook che  vi linko qui sotto:

Cani & Razze Canine – Vol. I

Cani & Razze Canine – Vol. II

Cani & Razze Canine – Vol. III

purtroppo il libro è ancora senza disegni e senza traduzione in inglese. Mario si giustifica affermando che 1) inserirei disegni farebbe lievitare i costi e che 2) esiste una letteratura vastissima su questo argomento scritta in inglese. Le sue affermazioni sono veritiere ma lui stesso dimentica il suo merito più grande: l’aver condensato tantissima letteratura in un unico libro, ok è un librone ma i contenuti sono esposti in maniera comprensibile.

Continuo a pensare che Mario debba trovare un traduttore e un editore all’estero. Il mondo intero potrebbe trarre beneficio dai suoi scritti. L’unico testo disponibile in inglese, per questo ve ne parlo, al momento riguarda il levriero afgano. E’ un libricino che raccoglie le slides del congresso mondiale sulla razza tenutosi nel 2014. Trovo i levrieri afghani molto belli ma non sono “la mia razza”, ne credo interessino molto ai lettori del mio blog, quindi perché parlo del libro

Levriero Afgano – Afghan Hound (Edizione Kindle)?

(E’ disponibile anche l’edizione cartacea a cura di Crepaldi Editore).

Semplice, essendo l’unico testo in inglese è il libro che può fare da apripista a tutti gli altri. Ho scritto la stessa recensione che leggete voi in inglese, potete trovarla qui e linkarla ad amici che non conoscono la lingua italiana. In secondo luogo, mi piace molto come analizza la razza dal punto di vista della morfologia funzionale: ne risultano spiegazioni chiare e stimolanti. Credo che libretti simili andrebbero fatti per ogni razza, cominciando ovviamente dal setter inglese! Questo libro è sull’afghano ma qualsiasi appassionato di razze da lavoro può trarne alcuni spunti. Inserisco sotto una piccola galleria del libro da Google Books, se non riuscite a vederla cliccate  cliccate qui.

Se vi piace quello che state leggendo, acquistate il libro o incoraggiate Mario a scriverne altri!




Displasia dell’anca (biomeccanica)

Sulla displasia dell’anca è stato scritto di tutto ma, studiando patologia chirurgica veterinaria, ogni tanto mi imbatto in cose che, probabilmente, non sono ancora note ad appassionati ed allevatori. Qualche giorno fa ho pubblicato un post su Facebook che riguardava la biomeccanica di questa articolazione e il post ha suscitato parecchio interesse, pertanto, ne parlerò anche qui in maniera più approfondita.

Un’articolazione, qualsiasi articolazione, per lavorare bene deve essere correttamente costruita: le superfici articolari devono essere congruenti, in caso di incongruenza, infatti, alcune parti dell’articolazione, dovranno sopportare più peso di altre.

Ci sono studi scientifici che hanno dimostrato che il massimo peso sopportabile dalla cartilagine è di 1kg/mm2. Prieur, un veterinario, nel 1980 ha pubblicato una ricerca  molto interessante e tutt’ora valida: Coxarthrosis in the Dog Part I: Normal and Abnormal Biomechanics of the Hip Joint W. D. PRIEUR, D.V.M. 1980).

Se prendiamo come esempio un cane di 30kg, la superficie articolare dell’anca sarà di 220  millimetri quadrati. In  tabella vedete cosa succede se la superficie articolare viene ridotta: abbiamo maggior peso per mm quadrato.

Nella prima colonna, vedete il peso che l’articolazione deve sopportare in stazione; su un solo arto, al passo e durante il salto. Qualsiasi peso che superi 1 kg per millimetro quadrato è da considerarsi patologico e provoca un danno alla cartilagine. La cartilagine viene schiacciata, si “stressa” e su modifica: perde elasticità, si ammorbidisce, si rompe e muore. L’articolazione si infiamma. si gonfia e inizia a degenerare (artrosi). Il processo non può essere fermato e termina con l’erburneazione: una reazione che indurisce l’osso rendendolo simile al marmo, questo accade nei punti in cui la cartilagine è stata erosa. Possono formarsi anche osteofiti.

L’incongruenza articolare può anche generare attrito e far innalzare la temperatura all’interno di un’articolazione. E’ stato stimato che la temperatura può raggiungere anche i 70 gradi Celsius mentre il cane (artrosico) corre.

Ps. La salute è fondamentale per il benessere del cane, se possiedi un cane da caccia con cui partecipi a prove di lavoro (o con cui vai semplicemente a caccia), dai un’occhiata al Gundog Project (Progetto di ricerca sul cane da caccia e da prove) e compila il questionario!




Premi

Ci stiamo adoperando per raccogliere alcuni premi da sorteggiare tra chi ha partecipato al sondaggio.

Per ora Craig Koshyk,  dal Canada, della Dog Willing Publications ci ha donato uno dei suoi libri books  (Pointing Dogs, Volume 1, The Continentals). Valore di mercato 99 dollari.

Josh Wiggins, dal Texas ci ha donato un guinzaglio con collare incorporato Texas Leash and Collar

Luca Zaninoni, di Sanguemiele Design, offre un buono per una maglietta a scelta tra quelle presenti sul suo sito.

Io offro un portafischietto intrecciato a mano, colori a vostra scelta (massimo due), del valore di circa 15 euro e un servizio fotografico gratuito.

Vogliamo aggiungere altri regali per ringraziare quelli che hanno contribuito alla“scienza”, quindi se volete offrirci qualcosa (beni o servizi) non esitate a contattarci!




The Gundog Project – Gli Sponsor

Ringraziamo:

Luca Zaninoni di Sanguemiele Design che ha creato il nostro logo  e offre un coupon per una maglietta omaggio (date un’occhiata al suo sito e alla sua pagina FB Page, ha cose molto belle).

Craig Koshyk della Dog Willing Publications che ci ha donato  uno dei suoi libri  (Pointing Dogs, Volume 1, The Continentals) affinché venga sorteggiato tra chi partecipa al sondaggio.

Josh Wiggins, dal Texas che ci ha donato un guinzaglio con collare incorporato Texas Leash and Collar

 

 

 

 

Perché e come puoi trarre beneficio dal Gundog Research Project (clicca per leggere)

Chi c’è dietro al progetto (clicca per leggere)

Come compilare il questionario (clicca per leggere)

Link al questionario

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Dalle pulci francesi ai cavalli inglesi

Una volta uscita dall’Eurotunnel sono rimasta un po’ male: non c’era nulla di speciale. Sì, finalmente ero in in Inghilterra, a Folkestone per l’esattezza, ma non c’era nulla di particolare a darci il benvenuto, ci avevano mandato via dal treno ed era finita lì, nessun edificio peculiare solo una strada anonima che confluiva in un’altra altrettanto anonima, ma più trafficata. Ho già raccontato del viaggio verso il “Nord” e potete leggerne qui, tra parentesi adoro quella scritta! Oggi vi racconterò cosa è successo nei pressi dell’aeroporto di Stanstead, mi pare fosse proprio lì miglio più o meglio meno, ricordo gli aerei volare bassi sulla mia testa.

Mentre mi preparavo per prendere l’Eurotunnel, mi sono accorta di alcuni puntini marroni tra il pelo di Briony. Sfortunatamente, ho trascorso il mio semestre “specialistico” (modulo professionalizzante) a Malattie Parassitarie il che significa che so più di quanto vorrei su insetti e altre creature che infestano gli animali domestici. La combinazione puntini neri +  cane  +  pelo era pertanto piuttosto allarmante,tuttavia ho cercato di fare del mio meglio per restare positiva. Del resto, prima di partire, avevo fatto il bagno a Briony, l’avevo pulita e toelettata perché volevo proprio evitare questo tipo di problemi. Durante tutta la sua vita, ha avuto raramente parassiti, sono pignola per queste cose, non avevo motive per temere il peggio. Ciononostante, volevo certezze! Era già pomeriggio quando ho iniziato a cercare una stazione di servizio. Il mio navigatore, e anche i cartelli stradali, ne indicavano una, ho seguito i loro consigli e mi sono persa. Può suonare stupido, ma abituata alle autostrade italiane, da cui non si esce per nessun motivo, salvo l’essere arrivati a destinazione, mi è sembrato molto strano dover uscire per poter fare il pieno. Da noi l’autostrada si paga, in Gran Bretagna no, ma è strutturata per dare al suo interno tutto quello che può servire a un automobilsta, per me era tutto strano. Seguendo le indicazioni, sono finita in un paesino, per l’esattezza nel Country Club di quel paesino: molto gradevole , ma non quello che serviva a me. Così, mi sono fermata in un angolo, ho respirato, mi sono ricomposta e non mi sono data per vinta, ho riprovato e raggiunto per tentativi il gigantesco parcheggio di un centro commerciale. Mi serviva il bagno, in estate bevo moltissima acqua, mi serviva qualcosa di fresco da bere e del cibo per cena, ma faceva troppo caldo per lasciare a lungo il cane in auto. Ho risolto lasciando la macchina mezza aperta e facendo tanti micro viaggi avanti e indietro.

Dopo il primo viaggio – verso il bagno – sono tornata all’auto, ho fatto uscire Briony e ho iniziato a scavare tra borse e valige. Obiettivo “la borsa delle spazzole” e il sacchetto delle medicine. Il primo ad entrare in azione è stato il pettinino antipulci, che ha confermato i miei timori: il cane aveva addosso decine, forse centinaia, di pulci. Eravamo partiti da casa senza pulci ed ora ne eravamo invasi, bella sorpresa! Non amo ricorrere a farmaci e sostanze tossiche e so benissimo che gli insetticidi meno potenti hanno efficacia relativa, ma qualcosa andava fatto. Ho così deciso di adottare una strategia strutturata su più fasi: il primo passo consisteva nel cercare le pulci, una per una, e spiaccicarle per essere sicura del loro decesso. Questo passaggio ha richiesto più di un’ora, dopodiché ho sprayato tutto il cane con Frontline, Rp03 (neem) e le ho messo un collare Scalibor (sono tutte molecole compatibili tra loro), capite ora perché quando viaggio mi porto di tutto? Tocco finale sprayata alla gabbia e alla macchina. Non mi piacciono gli insetticidi, sono un veterinario olistico in divenore, ma mi trovavo di fronte ad un disastro e andava fatto ricorso al’artiglieria pesante.

Sistemato il tutto, siamo ripartire con la speranza di raggiungere Woodland, nella contea di Durham e mia destinazione finale, ad un orario decente. Credo di aver raggiunto il mio B&B attorno alle nove di sera. Sotto la luce dorata del sole tutto sembrava accogliente e pacifico, i proprietari mi hanno dato la stessa impressione. Una piccola fattoria con muri di pietra, circondata da pascoli e da cavalli, un bellissimo posto da chiamare “casa”, anche se solo per un po’. (Slideshow sotto).

Ps. Se siete curiosi di conoscere la provenienza delle pulci, credo fossero francesi, omaggio dei gatti che gironzolavano attorno all’hotel




Metti giù quel cane!

I cani non smettono mai di stupirmi e gli umani… di deludermi!

Questa settimana, ho viaggiato in treno fin troppe volte. Dopo settimane passate in eremitaggio sui libri, sono stata rispedita nel mondo reale, una realtà molto affollata. Quando penso ai cani, che vivono in un mondo di umani  – fatto PER umani – mi vengono in mente i viaggi di Gulliver. A Lilliput si sente fuori posto, e altrettanto accade a Brobdingnag (la terra dei giganti): questi mondi non sono adatti a persone della sua taglia. La situazione non cambia nella terra degli Houyhnhnms, un posto dominato dai cavalli che regnano sugli umani. Qui Gulliver prova ad adattarsi e a vivere secondo le regole degli Houyhnhnms. Non finisce bene ma queste avventure mi anno pensare a come i cani percepiscano il mondo umano in cui sono costretti a vivere. Non per essere di parte, ma queste creature sono straordinarie: sono generalmente più piccoli di noi (quindi per loro tutto è più grande!); non possono parlare; non sanno leggere; riescono a comprendere il nostro linguaggio solo in parte; sono spesso SOLI tra gli umani e… nonostante tutto questo se la cavano egregiamente!

Ieri stavo chiudendo un pezzo sulla cognizione canina, è emerso che i cani sono formidabili nel comprendere i segnali sociali umani. Nessun’altra specie, esclusi gli umani che leggono altri umani, è cosi brava, nemmeno le scimmie, nostre parenti prossime. Non sto farneticando, se siete scettici vi posso assicurare che tutto è stato confermato dalla scienza, se siete interessati potete leggere di più in  Gli manca solo la parola.

Noi umani ce la caveremo altrettanto bene in un mondo di cani, fatto a misura di cane? Non penso,  e non perché ci toccherebbe mangiare i loro avanzi, o dormire per terra. Non ce la caveremmo bene per il semplice motivo che non sappiamo leggere i cani! Forse questo non è vero per chi mi sta leggendo ma la maggior parte degli esseri umani non ha la minima idea di come interpretare correttamente un cane. Non è necessario essere comportamentisti o addestratori professionisti, tutti i proprietari dovrebbero saper leggere ALMENO i loro cani, almeno gli atteggiamento di base. Giorno dopo giorno, mi accorgo che questo non accade e, sì, considerando il fatto che la gente fraintende (e conseguentemente maltratta), persino i propri bambini, che appartengono alla loro stessa specie, è possibile che le mie aspettative siano eccessivamente elevate.

Alcuni umani, ultimo caso una bionda, esagerano e dicono cose del tipo:

“Vedi? E’ molto sensibile, Ha appena mosso il quarto baffo della seconda fila in senso antiorario, significa che è stressato! Diamogli più spazio!”

Esagerazioni a parte, la maggior parte degli umani ha bisogno di occhiali molto spessi che li aiutino a leggere i cani. Come detto all’inizio, questa settimana ho preso un po’ di treni. Prendere il treno implicare l’andare in stazione ad aspettarli e interfacciarsi con altra gente. In queste circostanze, la mia socievolezza è pari a quella di Mercoledì Addams la mattina di Natale: vado in un punto deserto del binario e mi nascondo dietro ad un libro.  Il tutto funziona fino a che non vedo un cane, in quel caso il cane batte il libro. Così ora vi racconto cosa è successo e cosa mi ha spinto a scrivere questo articolo. Una donna con un meticcio tipo pastore al guinzaglio si è posizionata accanto a me sulla banchina. Il cane sembrava uno di quei semi randagi biondicci e pastorosi che vengono “salvati” dal sud Italia e dalla Spagna. Forse non era un rescue ma ne aveva tutta l’aria, era piuttosto giovane. Sembrava un po’ timoroso, ma non troppo: i treni fanno molto rumore e le stazioni ferroviarie possono spaventare un cane. Mentre si districava tra le sue perplessità, è arrivato un treno rumoroso, lui si è irrigidito e a messo la coda tra le gambe quando all’improvviso, la proprietaria travestitasi da supereroe ha pensato di  salvarlo sollevandolo (sarà stato circa 20 kg) da terra. Come reagito? Si è fatto ancora più rigido, la coda ha raggiunto l’ombelico e gli occhi hanno lanciato al mondo uno sguardo di terrore. Il tutto è durato fino a che non l’ha posato a terra. I cani non hanno le ali, non sono stati creati per essere sollevati a mezz’aria: sono mammiferi terrestri che vogliono stare sulla terra e sentirsi radicati, specialmente in situazioni di pericolo! Non ci voleva un genio per capire che stava solo peggiorando le cose, eppure non si è accorta di nulla.

Una volta atterrato, il cane si è avvicinato a me e, sì sebbene sia la norma che io attiri psycho-cani, in questo caso non potevo proprio biasimarlo. Mi sono inginocchiata e l’ho grattato sotto il meno. Era felice e non si è accorto di un paio di treni che sono passati sui binari vicini. Era piuttosto rilassato e la proprietaria si è dimenticata di lui fino a quando… non è arrivato il nostro treno. A quel punto, senza tante cerimonie l’ha agguantato e l’ha sollevato come se fosse un borsone: il povero cane ha espresso gli stessi segnali corporei di prima e l’attacco di panico era anche più grave. Non se ne è proprio accorta. Una parte di me, quella selvatica, voleva urlarle “Rimetti a terra quel caspita di cane!”, ma la parte domestica ha prevalso e mi sono limitata a dirigermi verso un’altra carrozza, per non vedere altro. Tanto di sicuro non mi ha letto nel pensiero, se ne fosse stata capace avrebbe capito il suo cane!




Chi è sbagliato?

Oggi parliamo di cani unicorni. Ho scelto gli unicorni perché posso dire le stesse cose che direi sui cani senza che la gente si metta sulla difensiva. Perché… Quando tiri in ballo argomenti caldi, ci sono un sacco di persone diventano agressive assertive. È cominciato tutto qualche giorno fa, in un segretissimo gruppo Facebook, fatto da persone che si conoscono da più di vent’anni. Ci sono allevatori, giudici, addestratori, ciascuno portabandiera della sua razza. Ci sono anche un sacco di veterinari, e chiunque si renda conto di cosa sia la facoltà di medicina veterinaria sa quanto queste persone debbano essere determinate per laurearsi. Quindi, mettine un po’ insieme e avrai i fuochi d’artificio.

La miccia l’ha accesa un appassionato di genetica canina (che nella vita vera lavora nel marketing). Ha iniziato a pubblicare una serie di fotografie volte a dimostrare come le razze siano cambiate nel tempo. Prende una razza, quasi ogni giorno, e poi ne pubblica i cambiamenti affinché li si possano discutere. È filato tutto liscio fino alla pubblicazione dell’Unicorn Spaniel, quando io me ne sono uscita a chiedere come mai gli esemplari da lavoro di una razza assomiglino di più ai loro antenati di quanto non accada ai soggetti da show. Ho detto questo per l’Unicorn Spaniel, ma le mie perplessità riguardavano tutte le razze da lavoro che erano andate dividendosi in due ceppi. Avrei potuto dirlo per l’Unicorn Setter, per l’Unicorn Collie, per il Siberian Unicorn, per il Pastore di Urnicornlandia… Prendete una razza a scelta, tra quelle da lavoro, meglio se una di quelle che lavorano ancora, controllate vecchie stampe e vecchie fotografie e traete le vostre conclusioni.

Unicorn Setter durante una prova di lavoro

Tornando al singolo episodio, è successo che uno dei vet (amico e gran prava persona!), appassionato di Unicorn Spaniel da bellezza, si è messo sulla difensiva accusandomi di essermi impuntata e voler avere ragione a tutti  i costi. Ok, ogni tanto mi capita, ma non in questo caso. Gli ho mostrato alcune fotografie di Unicorn Spaniel da lavoro ne è rimasto sconvolto: erano tutti sbagliati, le orecchie non andavano inserite, lì le teste non parliamone, le zampe erano sbagliate eccetera. Nel frattempo, un’altra vet ed amica, allevatrice di Unicorn Retriever è passata di lì e ha commentato: “Oh, ma è la stessa diatriba che c’è per gli Unicorn Retriever”.  Io capisco entrambi, davvero, e a modo mio simpatizzo con il loro punto di vista, ammetto persino che gli Unicorn Spaniel da show siano animali esteticamente molto gradevoli ma… allo stesso tempo, ritengo che si siano allontanati dal modello originale, altrimenti detto “giurassico”. Non sto dicendo che siano peggiori, solo che siano diversi!

Unicorn Retriever da expo’, notare la struttura massiccia e i crini profusi

Ammetto candidamente di essere appassionata  unicorni da lavoro, ma non intendevo affatto dare torto a nessuno, né riattivare la solita, per quanto sempre saggia,  discussione su linee da lavoro e linee da expo’. Intendevo, e intendo, capire PERCHE’ gli unicorni da lavoro sono ritenuti “sbagliati” dalla maggior parte delle persone, in special modo da chi frequenta le expo’. Sono la prima ad affermare che ci siano soggetti da lavoro ORRENDI, che non sembrano nemmeno più unicorni, ma sono anche pronta a ribadire che ce ne sono alcuni molto bellini. Il mio unicorno ideale è un bell’unicorno da lavoro. Non sarei felice con un unicorno brutto, ma allo stesso tempo, il mio unicorno, deve essere bravo in campo. Siffatti animali, sono la più pura espressione della bellezza: armonici e sobri, sono un piacere a vedersi, sia al guinzaglio che mentre lavorano. E, guarda caso, assomigliano anche ai loro antenati, soggetti creati per funzionare.

Durante la mia prima lezione di istologia (lo studio dei tessuti del corpo) all’università, il professore, introducendo la cellula, ha messo in chiaro che la forma è conseguenza della funzione e che questo era vero per una cellula, per un tessuto e per un organismo. Credo debba essere vero anche per gli unicorni, allora. Quindi, perché gli animali funzionali sembrano sbagliati? E perché lo sembrano anche se riflettono quanto scritto nello standard? Se leggete gli standard di razza con cura, noterete che molti di loro non promuovono, né tutelano, la maggior parte delle esagerazioni morfologiche che oggi fanno vincere un cane in ring.

Quindi, perché oggi vengono ricercate esagerazioni come mantelli super lunghi, orecchie esagerate, pelo da pecora, gambe extra corte e adipe in abbondante eccesso? Perché queste caratteristiche sono ritenute piacevoli? Dove è andato il buongusto? Il nostro senso estetico è stato contaminato dalla modernità (TV spazzatura, fast food, cineserie…)? Se è così, forse dovrei tornare nel passato mentre la questione, piuttosto filosofica, resta senza risposta

Forse ne scriverò ancora.




Dall’obbedienza al fermo al frullo

Non appena Briony si è esibita nei primi fermi al frullo, gonfia di orgoglio, ho postato alcuni video su Facebook. La strada che ci aveva condotto a un solido fermo al frullo era stata lunga ed ero assolutamente felice di aver ottenuto un risultato che, mesi prima, mi era sembrato irraggiungibile. Briony era stata acquistata per diventare il mio cane da caccia personale e, in effetti, era un buon cane da caccia. Ottimo senso del selvatico, ferma solida, discreto riporto ma, come tutti i cacciatori italiani, non avevo mai pensato che mi potesse servire un cane fermo al frullo. Ignoravo il problema e, così, per anni la cagnina ha potuto rincorrere ogni selvatico fermato fino a che, un giorno, ho realizzato che avrei potuto presentarla in prova.

I video si sono caricati lentamente ma, pochi minuti dopo essere diventati visibili al pubblico, ho iniziato a ricevere messaggi privati. Questi messaggi, nelle settimane e nei mesi successivi, sono diventate domande poste faccia a faccia. La gente voleva sapere se avevo usato il collare elettrico, o se le avevo sparato nel fondoschiena (un antico medico ancora molto in voga!).  Quando spiegavo che avevo ottenuto il fermo al frullo attraverso l’obbedienza i più mi guardavano con occhi sbarrati. Non riuscivano a credere che avevo costruito tutto con un guinzaglio, un fischietto e una corda di ritenuta. I pochi esseri umani che mi credevano, in compenso, mi chiedevano di fare miracoli: una donna mi ha chiesto di fermare al frullo il suo cane in poche ore e via internet!IMG_7102-1

Io non super poteri ma forse il mio insegnante li ha, in effetti è soprannominato “lo Sciamano” o “Penna bianca”. Penna Bianca mi conosceva da tempo: era stato uno dei miei insegnanti al corso per selecontrollori e a quello per biometristi. Ci eravamo incontrati a conferenze, seminari e prove di lavoro ma, ciò nonostante, prima di accettarmi come allieva ha voluto incontrarmi di nuovo, probabilmente per guardarmi sotto un’altra luce. Il primo incontro formale si è svolto davanti ad una tazza di caffè. Eravamo seduti ad un tavolino sulla strada con Briony accanto: è passato un gatto e sono riuscita a prevenire ogni reazione, credo gli sia piaciuto dal momento che ha fissato una lezione per il giorno seguente.

In verità ero abbastanza preoccupata, si trattava del “maestro” di Elena Villa e chi conosce Elena sa che lei ha praticamente vinto tutto quello che un kurzhaar poteva vincere, in Italia e all’estero. Inoltre, penan Bianca è un guardiacaccia in pensione che ha preparato, condotto e cacciato con un’infinità di cani, non dimentichiamo poi le varie esperienze venatorie… Come se non bastasse, ha avuto il miglior maestro cinofilo che sia mai circolato in Italia, Giacomo Griziotti. L’avvocato Griziotti,  nato alla fine dell’800 è tuttora considerato uno dei migliori giudici, conduttori, addestratori e autori coinvolto con le razze da ferma. A Pavia esistono una via e un collegio che portano il suo nome e  il suo libro, nonostante sia difficile da trovare e costosissimo, è ancora considerato una sorta di Bibbia. E’ ovvio che fossi preoccupata! Penna Bianca voleva testare me e Briony: se avessimo passato il test ci avrebbe addestrato gratuitamente ma doveva ritenerci una buona causa.IMG_7082-1-2

Dopo un altro caffè (per fortuna il caffé piace ad entrambi), siamo andati sul terreno e lì ho avuto la mia prima scioccante lezione sul significato di “ubbidienza”.  Ho aperto la macchina e la gabbia per fare uscire Briony ma… Penna Bianca ci ha subito reso chiaro e cristallino che lei non avrebbe potuto lasciare la gabbia senza il suo permesso.  Nei mesi successivi il “suo”permesso è diventato il “mio”permesso e lei ha dovuto imparare a sedersi e aspettare immobile se dovevo attraversare un fosso, l’avrei chiamata dopo e sarebbe dovuta venire. Mentre i miei amici si divertivano a caccia io e Briony lavoravamo con il fischietto al Seduto/Resta/Vieni/Giù, in qualsiasi condizione climatica e in qualsiasi luogo. Abbiamo lavorato in campagna, in città, nei negozi, con stimoli, senza stimoli. E’ stata durissima e deprimente: mesi interi passati a studiare ispezione dei pesci (per la mia laurea in medicina veterinaria) e a  praticare seduto/resta/giù!

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Ma poi è arrivato il giorno:  non solo Briony andava giù al trillo ma era anche  ferma al frullo, nonché obbediente, nel frattempo avevo passato anche il mio esame sui pesci! Dopo sono venuti i Field Trials in Inghilterra e Scozia e tutto il nostro durissimo e  noioso lavoro ha dato i suoi frutti, ma questa è un’altra storia. Al momento sono ancora incredula, nonché orgogliosa di far parte di una lunga e prestigiosa tradizione di addestramento dei cani da ferma.