Dolcetti al Cocco – I dolci di Flavia

Ricettina veloce ideale per accompagnare il tè nelle uggiose giornate invernali. Sono dolcetti morbidi e con un cuore un po’ umido che li rende molto golosi per fare la merenda pomeridiana.

Ingredienti:

2 uova

180g zucchero

175g farina di cocco

35g farina 00

Un bicchierino di marsala

Lavorazione:

Montate le uova con lo zucchero. Quindi incorporate la farina di cocco e la farina 00. Se vedete che l’impasto diventa troppo compatto, unite un bicchierino di marsala.

Create sulla leccarda del forno rivestita di carta forno delle cupolette. Con queste dosi a me vengono 12 dolcetti abbastanza grandini.

Cottura: 150 gradi per 15min

⚠attenzione però che se riducete le dimensioni potrebbero volerci meno minuti! Inoltre se troppo cotti non risulteranno più belli morbidi e umidi dentro, ma al contrario saranno troppo asciutti!!!

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Pan d’Arancio – I dolci di Flavia

Questo dolce è ideale per la colazione o con un bel tè caldo. Inoltre da preparare è molto veloce e raccoglie il meglio degli agrumi. La peculiarità è l’arancia frullata intera.

Ingredienti:

  • 3 uova
  • 150g zucchero
  • 2 arance bio tarocco (o comunque una varietà con scorza poco spessa, pena il pan d’arancio sarà troppo amaro per prevalenza della parte bianca)
  • 2 yogurt agli agrumi
  • 200g farina
  • 50g fecola
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • Olio evo q.b.

Per la glassa:

2 cucchiai di zucchero a velo

Succo spremuto di un’arancia

Lavorazione:

Iniziate lavando, togliendo il picciuolo e frullando le arance intere. Montate le uova con lo zucchero e aggiungete farina e fecola alternando con la purea di arance. Unite lo yogurt e l’olio  per ammorbidire l’impasto (se preferite, potete sostituire olio e yogurt con 100g burro fuso). Come ultimo ingrediente unite il lievito vanigliato.

Cottura: 180 gradi per 30 minuti.

Ps. Io ho usato uno stampo da plumcake ma se preferite potete usare una tortiera tonda da 22/24cm.

Una volta freddo, ho lucidato la superficie con una glassa fatta semplicemente mescolando insieme zucchero a velo e spremuta d’arancia.

Buon dessert!

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Altre brevi note sul setter nero focato – di Rino Radice

Altre brevi note sul setter nero focato – di Rino Radice Rassegna Cinofila Novembre-Dicembre 1936 XV

Trascrizione a cura di Maurizio Peri

I Brevi appunti sul setter nero focato da noi pubblicati nell’ultimo numero di questa Rassegna, non hanno incontrato il favore di un anonimo scrittore di “La Caccia e la Pesca” (v. La Caccia e la Pesca, n.3: A proposito del Setter scozzese – sinonimi: Setter Gordon, Setter nero fuocato – smentite ufficiali che non smentiscono ma confermano) e del Prof. Gino Pollacci (v. Diana 1936, n. 24: Ancora sul Setter Scozzese).

Il dissenso non ci stupisce affatto perché è da tempo che La Caccia e la Pesca va ospitando articoli nei quali si sostiene sia la denominazione di scozzese sia il mantello tricolore per la razza di cui è questione, ed il Prof. Gino Pollacci nel n. 19 (15 Ottobre) di Diana 1936 spezzava ancora, posteriormente dunque al riconoscimento E.N.C.I. alla Società del Setter nero fuocato, una lancia a favore del mantello tricolore e della denominazione… scozzese.

E’ appunto a causa di tali pubblicazioni che abbiamo ritenuto opportuno e doveroso pubblicare i nostri brevi appunti. Il dissenso dunque non ci stupisce perché già conosciuto, ma quello che ci stupisce è il modo col quale specialmente l’anonimo scrittore de La Caccia e la Pesca, ed, in tono minore, il Prof. Pollacci, hanno creduto di potere demolire le conclusioni cui eravamo arrivati nei nostri brevi appunti.

Avevamo onestamente pubblicato integralmente cinque documenti (le lettere dei Sigg. Eadington, Jack e Wright, la memoria del Sig. Bolam e lo standard ufficiale inglese), ne avevamo tratte le nostre conclusioni, sulle quali il lettore poteva pur dissentire, ma avevamo dato mezzo al lettore di formare il suo giudizio alle medesime fonti dove avevamo attinto il nostro; non ci aspettavamo però che per giungere a diverse conclusioni si potesse osare di citare incompletamente e di stroncare i pensieri degli autori dei documenti pubblicati.

Questo stroncamento è la causa principale del nostro stupore.

L’anonimo scrittore di La Caccia e la Pesca scrive:

“E’ bene ricordare come sia venuto alla luce il nome di Setter Scozzese, recentemente bocciato. Non è stato un capriccio nostro. No. Esso è stato preso da una pubblicazione ufficiale dell’E.N.C.I. sul Setter Gordon (nero focato), apparsa nei numeri 3, 4, 5, 6, 7, e 8 di Rassegna Cinofila del 1931, appunto con il nome di Setter Scozzese, Questa pubblicazione dovuta al Prof. Gino Pollacci era avallata, senza alcuna riserva, dalla firma del Dr. Rino Radice, Segretaraio Generale dell’E.N.C.I., quale Direttore della Rivista. La pubblicazione portava bene in vista questo titolo Setter Scozzese (sinonimi: Setter Gordon, Setter nero fuocato) e di essa furono editati anche e distribuiti degli estratti, ad evidente scopo di indirizzo cinofilo. L’A. Prof. Gino Pollacci, dimostrava in essa che l’origine del Gordon era la Scozia e l’E.N.C.I. teneva a battesimo nel 1931 questa asserzione, e, come già abbiamo detto, le dava il crisma ufficiale.

Nessuno allora protestava, nemmeno i lettori de Il Cacciatore Italiano.

Quest’anno in un primo tempo all’epoca del riconoscimento della Società Italiana, non teneva più conto del nome stabilito sotto i suoi auspici, metteva da una parte la pubblicazione ufficiale, e non voleva più saperne del nome Scozzese ed indirettamente della riconosciuta provenienza”

E’ vero che il Prof. Pollacci nel 1931 faceva pubblicare, nei N. 3, 4, 5, 6, 7, e 8 di Rassegna Cinofila, uno studio sul setter nero fuocato, studio che conteneva anche una traduzione dello standard stabilito dalle società scandinave ed una traduzione dello standard stabilito dalle società britanniche ed infine chiudeva, dopo avere affermato essere preferibile quest’ultimo in confronto del primo, con una proposta di standard che senza avere la pretesa di volerne stabilire uno diverso da quello scozzese, può completarlo e renderlo meno improprio nella dicitura se non modificarlo (v. Rassegna Cinofila, 1931, N.8, pag. 319).

E’ vero che il Prof. Gino Pollacci, secondo la consuetudine, faceva riunire in un opuscolo le sei puntate del suo studio apportandovi anche qualche variante e l’opuscolo diffondeva fra gli amici. Ma le proposte del Prof. Pollacci non avevano più seguito; l’E.N.C.I. non ha mai fatto sue né la proposta di mutamento del nome né la proposta di standard. Non sappiamo a quale canone, a quale consuetudine giornalistica l’anonimo possa appellarsi per giustificare la pretesa peregrina che la pubblicazione di un articolo firmato nella parte redazionale di una rivista, sia pure ufficiale di un Ente, porti con sé automaticamente che le conclusioni cui l’articolista è giunto diventino per sé stesse ufficiali e che la firma del Direttore, concessa come affermazione di responsabilità verso lo Stato, avalli le conclusioni, magari anche le sublimità o le castronerie, cui l’articolista può avere dato corpo.

La pubblicazione dello studio sul setter n.f. compiuto dal Prof Pollacci non aveva allora carattere ufficiale, come non lo hanno i nostri brevi appunti e queste nostre note aggiunte. Si tranquillizzi adunque l’anonimo scrittore de La Caccia e la Pesca; l’E.N.C.I. non ha mangiato –novello Saturno – i suoi figli sia perché il gesto non è mai stato né morale né estetico, sia perché, in questo caso, figli non aveva avuto né ha.

All’anonimo scrittore ed, in tono minore, al Prof. Pollacci invece domandiamo quale giudizio essi farebbero di un contradditore che, per coglierli in fallo, si permettesse di citare incompletamente i loro scritti. Domandiamo perciò a loro ed al lettore imparziale se sia giornalisticamente corretto e polemisticamente efficace affermare:

che il Signor Bolam -la cui memoria tradotta non è che il cenno illustrativo premesso alla nuova edizione dello standard (il quale ora non porta più la scala dei punti) (1) quindi qualcosa di ben più importante di quello che non possa esserlo l’espressione del pensiero personale di un noto od ignoto cinofilo, e con ciò intendiamo rispondere al Prof. Pollacci che taccia d’incompetente il Bolam stesso – scrive che l’origine del Gordon è praticamente sconosciuta, ed ammette che nel 1830 il Duca di Gordon aveva un gran numero di setters di colori vari ma sottacere la conclusione cui il Bolam giunge, dopo avere dissertato alquanto sui cani appartenenti al Duca di Gordon sugli incroci a questo o ad altri attribuiti e sulla mancanza di ogni prova in merito e, cioè che : ANZI NON POSSIAMO NEANCHE AFFERMARE CON SICUREZZA CHE IL SETTER GORDON PROVENGA DAL CASTELLO DI GORDON.

che il Sig. Jack scrive che la razza si chiama Gordon dal nome del Duca di Gordon che risiedeva nel castello scozzese ecc ed omettere il seguito: LA VERA ORIGINE DELLA RAZZA E’ SCONOSCIUTA ma comunque essa non esisteva nel 1803. Il Colonnello Thornton, noto sportivo di quel periodo ebbe occasione di visitare il Castello di Gordon e nel suo libro: “Northern Tour” scrive di un incrocio che il Duca aveva fatto fra un lupo ed un volpino di Pomerania (2);

che il Sig. Whright afferma che in origine il Setter Gordon fu allevato dal Duca di Gordon ecc. e tralasciare che vi sono molte teorie sull’origine della razza e che il vero, è probabilmente che questi cani, che erano neri, bianchi e focati, erano della STESSA RAZZA DEI SETTERS INGLESI, che in altre parole c’erano tre tipi di setters inglesi cioè “Laverack”,”Belton” e “Gordon” e che più tardi questi Gordon furono conosciuti sotto il nome di setters “nero fuocati”.

L’anonimo autore de La Caccia e la Pesca ci fa poi rimprovero di non aver fatto nulla di nuovo col riportare lo Standard britannico del setter nero fuocato salvo la pessima traduzione, mentre esso standard si trova assai ben tradotto “ letteralmente” nella pubblicazione così detta ufficiale del Prof. Pollacci (v. Rassegna 1931). Saremmo pronti a batterci il petto se ci sentissimo traditori dello standard britannico; ma noi non abbiamo fatto quella traduzione perché ignari della lingua inglese; fidenti però nella piena esperimentata conoscenza delle lingue italiana ed inglese sia da parte della Signora Americana cui era stata affidata la traduzione, sia da parte dell’allevatrice cinofila italiana che parlando perfettamente la lingua inglese apportò la propria competenza tecnica nella revisione dell’opera della prima, siamo in dovere di difendere il lavoro delle nostre benemerite collaboratrici. Potremmo citare una rispettabile serie di imprecisioni della traduzione del 1931; ci limitiamo a scegliere nel mazzo alcuni punti riportando per il raffronto il testo inglese e le due traduzioni 1931 e 1936:

Testo inglese Trad. 1931 Trad. 1936
 

A stylish dog, not so racy as the Irish, but more dignified in appearance,

 

Clear colours

 

The head should have a clearly indicated stop

 

On the inside of the hind legs and inside of thighs showing down the front of the stifle and broadening out to the outside of the hind legs from the hock to the toes. It must, however, not completely eliminate the black on the back of hind legs.

 

The bloodhound type with heavy and big head and ears and clumsy body, as well as the collie type with its pointed muzzle and curved tail.

APPARENZA GENERALE

Cane che ha uno stile proprio non tanto bello quanto l’irlandese ma più massiccio per l’aspetto….

 

Colore spiccato

TESTA

La testa deve avere un portamento nettamente definito

MACCHIE

Sul lato interno delle zampe posteriori, in basso anteriormente sui ginocchi fino al lato esterno delle zampe posteriori, dall’anca fino alle dita. Non è detto che debba mancare  completamente il nero sui lati delle zampe posteriori.

DIFETTI- IMPRESSIONE GENERALE

Il tipo del cane consanguineo con testa ed orecchi pesanti e larghi, corpo tozzo come il tipo collie con il suo muso appuntito, la coda curva

 

Un cane di stile, di aspetto meno snello del setter irlandese ma di apparenza più dignitosa

 

Colori ben definiti

 

Lo stop della testa è ben marcato

 

 

Sulle parti interne degli arti posteriori e delle coscie, le macchie possono allargarsi fino alla parte esterna degli arti fra il garretto ed il piede, ma non devono però eliminare completamente il nero sul retro degli arti posteriori.

 

Tipo Bloodhound con testa grossa e pesante, orecchie troppo grandi e corpo senza garbo; anche il tipo Pastore scozzese, con il muso a punta e la corda arcata

 

Tanto l’anonimo scrittore de La Caccia e la Pesca come il Prof. Pollacci fanno dell’ironia per avere noi concluso che il Setter nero fuocato ha avuto le sue origini nelle isole britanniche. La conclusione è esatta e doverosa: forse che al pointer non è stata attribuita erroneamente la derivazione dal bracco italiano, e con qualche maggiore probabilità, dal bracco spagnolo?

E con ciò non ci occuperemo più dell’anonimo di La Caccia e la Pesca, ma passeremo a dare alcuni schiarimenti al Prof. Pollacci incominciando dal rimprovero rivoltoci in tema di standard (3) di avere tradotto con testa con molto spazio per il cervello  (!) la frase: with plenty of brain room  che egli ora dice volere significare cassa cranica grossa. Prescindendo che la traduzione letterale della frase inglese è: con abbondanza di cervello spazio, non ci pare inutile rimandare il Prof. Pollacci alla sua stessa traduzione del 1931 ed alla sua stessa proposta di standard ch’egli allora aveva fatta; si legge testualmente nell’una e nell’altra: con abbondante scatola cerebrale! Il che può essere zuppa e pan molle con la nostra testa con molto spazio per il cervello (che si riferisce alla capienza della scatola) e non già con cassa cranica grossa (che si riferisce alla grossezza delle pareti).

Il Prof. Pollacci poi ci rimprovera di avere accennato alla possibile immissione di sangue Bloodhound negli ascendenti del setter nero fuocato nonostante che il Bolam lo escluda o meglio ne infirmi la prova data da taluni col richiamo al rosso nell’occhio. E’ vero che il Bolam non fa caso di tale prova. Ma il Prof. Pollacci non cita, neppure per demolirlo, il periodo della lettera del Sig. Jack in cui è detto: “ Si trovano pure delle referenze a tipi più pesanti, con la testa grossa e pesante, con le labbra grosse e pendenti, MOSTRANDO UN RECENTE INCROCIO CON IL BLOODHOUND ed il setter inglese o l’irlandese”.

A tale proposito ricordo che lo standard proscrive tanto il tipo Bloodhound, come il tipo collie, segno evidente che immissioni di tali sangui sono avvenute ed ora se ne vorrebbero eliminare le conseguenze. E il Prof. Pollacci ben sa che sono stati importati in Italia soggetti dove la impronta del Bloodhound è indiscutibile! Così per l’intervento del collie, non abbiamo da osservare che il Prof. Pollacci insiste ancora sulla leggenda del cane da pastore scozzese usato dal Duca di Gordon per la formazione della razza, mentre il Bolam non vi crede e tutti gli altri informatori non ne parlano.

Ancora: il Prof. Pollacci vuol persuadere che altri, oltre lui, ha usato per il setter n.f. il nome di scozzese e che altri, oltre lui, ha combattuto per il mantello tricolore nel setter nero fuocato. Gliene diamo atto ma osserviamo:

per il nome: che il tentativo non ha trovato successo né nelle isole Britanniche né in Scandinavia né nell’Europa continentale;

per il mantello: che nessuno ha mai negato che in origine esso fosse tricolore, ma è indiscutibilmente esatto che ora il bianco non è desiderato (“la macchia sul petto più piccola è, meglio è”); la lettera di Paul Caillard riportata integralmente dal Prof. Pollacci non fa che documentare la sconfitta subita nel tempo dalla tesi sostenutavi cinquantacinque anni fa dal competentissimo e valentissimo giudice francese. A confutare poi l’ultima affermazione del Caillard e del Signor Trewithick che una gran parte dei cani iscritti allo Stud Book del Setter, cani nero e fuoco non hanno alcun rapporto con la primitiva razza dei Duchi di Gordon, dovrebbe pur servire il seguente brano della lettera inviataci dal Sig. Wright, Segretario del British Gordon Setter Club:

Una signora entusiasta, la Signora R.M. Gray, ha dedicato molto tempo di quest’anno allo studio di antichi libri di origine e giornali cinofili ed asserisce, escludendo ogni dubbio, che tutti i Gordon moderni discendono da “Jobling’s Dandye”

Quel Jobling’s Dandye, discendente dalla razza di Gordon che vinse il primo premio per tutti i Setters alla esposizione di Newcastle nel 1859!

Ed a proposito di gordons tricolori il Prof. Pollacci non è a cognizione che ad una femmina importata in Italia sia stata fatta scomparire la macchietta bianca che aveva sul petto? Perché? Il bianco non è forse desiderato?

Il Prof. Pollacci infine ci accusa di avere riprodotto, quale prototipo del Setter nero fuocato, l’effige di un Setter tolto dalla sua monografia; quella monografia che, secondo lui, noi non avremmo mai letto! Tale disegno, egli dice, non riprodurrebbe un setter n.f. puro ma bensì il lontano discendente di un incrocio fra un puro ed un irlandese. Questo sa il Prof. Pollacci perché ne fu informato dal norvegese Prof. Helgeby di Oslo su testimonianza del norvegese Schilbred.

L’informazione può essere esatta, ma l’accusa fattaci non ci tocca; non abbiamo usato per la illustrazione la figura data dal Prof. Pollacci or sono cinque anni; ma abbiamo direttamente riprodotto la figura come intestazione della carta da lettera del British Gordon Setter Club, di cui, vedi combinazione, è proprio presidente onorario il Duca di Richmond e Gordon! La cantonata dunque, se vera, non è nostra!

A chiusura non ci resta dunque che concludere, con sopportazione dei contradditori, che manteniamo perfettamente integre, con più vigorosa persuasione se fosse possibile, le quattro conclusioni cui eravamo arrivati nei precedenti nostri brevi appunti.

RINO RADICE

(1) se la scala dei punti avesse fatto parte, anche in una sola edizione delle due che abbiamo ricevute, dello standard britannico, non l’avremmo certo omessa, anche se la scala in genere non gode delle nostre simpatie, e non siamo soli in tale apprezzamento negativo (N.d.A.).

(2) la citazione di questo incrocio non è fatta per attribuire all’ascendenza del Setter Gordon il lupo ed il volpino, ma unicamente per dimostrare che il noto sportivo Thornton recatosi a Gordon nel 1803 non vi trovò ancora i Setter Gordon ma, sola cosa rimarchevole, l’incrocio citato.

(3) cogliamo l’occasione per correggere due errori in cui il proto è caduto nel riportare la nostra traduzione dello standard: parlando della testa egli ha fatto diventare asciugato ciò che era asciutto nell’originale ed ha ridotto un naso grande in un non grande. Anche il Prof. Pollacci sa che tali infortuni sono tipograficamente sempre possibili, cosicché nel suo attuale articolo di Diana il nome del Signor Bolam e ripetutamente e costantemente divenuto Bloam.




Bon Bon di Pandoro – I dolci di Flavia

E’ arrivato il tempo di finire i pandori e i panettoni avanzati dalle feste. A me era rimasto un pandoro e, non avendo più voglia di mangiarlo così, l’ho trasformato in questi bon bon ideali per accompagnare un tè o un caffè.

Ingredienti:

280g  di pandoro

120g di ricotta vaccina

cacao e Nutella q.b oppure 100g cioccolato fondente fatto sciogliere a bagnomaria

Lavorazione:

Sbriciolate il pandoro con le mani o per i più tecnologici con il mixer. Bagnate il pandoro con un bicchierino di liquore all’amaretto (succo d’arancia per i bambini). Incorporate bene la ricotta al composto di pandoro e create delle palline grandi poco più di una noce

Ora avete due possibilità:

a) ponete un cucchiaino di Nutella nel centro delle vostre palline e cospargete la superficie col cacao

b) fondete il cioccolato fondente e passateci le palline (ponetele a raffreddare su carta forno in questo caso)

In entrambi i casi conservate i bon bon in frigo e tirateli fuori 30 minuti prima di mangiarli.

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Brevi appunti sul setter nero focato – di Rino Radice

Brevi appunti sul setter nero focato  di Rino Radice – Rassegna Cinofila ottobre 1936, XIV

Trascrizione a cura di Michele Ivaldi

(clicca qui per leggere il seguito dell’articolo)

***

La nuova costituzione in Italia di una Società specializzata per il Setter nero fuocato ha dato inizio ad una discussione sulle origini e sulle caratteristiche, specie sul mantello e sul nome di questa razza.

Per tale fatto abbiamo ritenuto opportuno attingere direttamente nel paese che ha dato i natali alla razza alcune informazioni che potessero considerarsi un poco come punti fermi.

Abbiamo perciò interpellato i Signori W. R. Eadington, Segretario dell’English and Gordon Setter Association (Associazione del Setter inglese e del Setter gordon), il Sig. George Jack, Segretario della Scottish Gundog Association (Associazione Scozzese del cane da caccia), ed il Sig. Albert E. Wright, Segretario onorario del British Gordon Setter Club (Club Britannico del Setter gordon).

Sono dunque tre competenze, non solo per le cariche ricoperte ma anche per il posto da essi occupato nell’allevamento britannico del nero fuocato.

Il Signor W. R. Eadington del Cheshire ci scrive:

Warverley, 15 agosto 1936.

Gentile Signore,

Le mando qui accluso lo standard del Gordon Setter, come è attualmente in vigore in Inghilterra. Le mando inoltre alcune altre informazioni che forse Le possono servire. Ultimamente ho avuto la grande fortuna di potermi procurare un ottimo cucciolo Gordon e spero per la prossima primavera di avere dei begli esemplari da questo stallone e da una nipote della mia femmina Camp. Painter’s Nancy. Per qualunque altra informazione che Le possa occorrere, sarò sempre a Sua disposizione.

Cordiali saluti,

R. Eadington

Accompagnando la seguente breve memoria a stampa, dovuta alla penna del Sig. G. F. Bolam, e lo standard della razza, qual è fissato dalle Società britanniche la cui traduzione pubblichiamo a seguito di queste brevi note:

IL GORDON SETTER

Rintracciare l’origine di una qualsiasi razza di cane è, senza dubbio, interessante; ma è un lavoro senza fine, ed i risultati raggiunti sono quasi sempre inconclusivi. Informazioni autentiche ed accurate scarseggiano; e poi, un secolo fa si scriveva poco o niente su quest’argomento. Dunque, l’origine del Setter Gordon, come quella di tante altre razze canine, è praticamente sconosciuta. Un vecchio cinofilo sostiene l’idea che il Setter è probabilmente un grosso spaniel, al quale un secolo di allevamento curato ha dato la grandezza e l’apparenza caratteristica, e che ha imparato un modo speciale di segnalare la preda durante la caccia. Un altro dice, però che solo il Setter Irlandese era originariamente spaniel; le altre varietà dei setter sono prodotti di incroci di un spaniel con bracco spagnolo. Ci sono pure numerose altre teorie circa l’origine del setter, ma, in fin dei conti, non ce n’è una più attendibile delle altre. E’ un fatto però ben conosciuto che nell’anno 1830 il Duca di Gordon possedeva un gran numero di setters, di colori vari, per esempio, bianco, nero, e rosso; ogni tanto uno di questi cani veniva ceduto a qualche allevatore; e c’è poco dubbio che un gran numero di Setter Gordon di oggi sono discendenti di cani che provenivano dal canile del Duca di Gordon. E’ opinione generale che da quell’epoca si siano verificati vari incroci nell’allevamento dei Gordon. Uno scrittore dice che il Bloodhound è stato adottato per un incrocio, citando, come prova di questa teoria, il fatto che in molti Gordon si vede il rosso dell’occhio. Secondo me, però, questo fatto non prova nulla; ad esempio, il rosso dell’occhio è un difetto comunissimo anche nel Cocker nero; e non credo che ci sia il più piccolo grado di parentela fra il cocker e il bloodhound. Ammetto che il Gordon ha una maniera di muoversi alquanto simile a quella del bloodhound, ma anche questo fatto non si può prendere come prova assoluta. Si dice che al Castello del Duca di Gordon c’era un cane da pastore e che il Duca abbia adottato questo stallone molto spesso nell’allevamento di cani da caccia, ma anche qui, non esiste la minima prova: anzi, non possiamo neanche affermare con sicurezza che il Setter Gordon provenga dal Castello di Gordon. È  un fatto indiscutibile però che il Setter Gordon ha fatto molti progressi ultimamente. Il numero di registrazioni di Gordons è sempre in aumento e probabilmente il Gordon diverrà popolare come gli altri due tipi di setters. In azione, i Gordons sono ottimi; hanno un naso straordinario, e nonostante tutto quello che si dice, al contrario, sono instancabili, facilmente ammaestrabili, e trovano sempre la preda. Il Gordon è un cane di indiscutibile bellezza; la cagna è un’ottima madre. Oggi hanno un gran difetto, particolarmente evidente nelle cagne; sono molto timidi nelle mostre; però quando lavorano, questo difetto non si manifesta che raramente. Al presente, gli allevatori di Gordon si stanno sforzando di correggere questo difetto, e i risultati finora ottenuti sono soddisfacenti. Il lavoro di Mr. W. Murray Stewart, Segretario generale del British Gordon Setter Club, in questo campo, è stato di grande valore, ed è suo vanto che neanche uno dei suoi cani soffre di nervosismo. Nelle mostre ed esposizioni c’è sempre grande concorrenza nelle classi dei Gordons, lo standard è altissimo, viva la competizione, e solo un soggetto extra potrà arrivare a un C.A.C. Purtroppo, però, è difficile trovare una cagna di primo ordine. Ne conosco pochissime, e fra queste, nessuna da paragonare a Camp. Painter’s Nancy od a Camp. Bydand Miss Sport, che si sono coperte di allori nelle esposizioni di pochi anni fa. Ma con tutti i buoni stalloni che ci sono disponibili, dovrebbe essere facile rimediare a questa situazione, ed eliminare i difetti (quale la timidezza) delle cagne: timidezza, taglia piccola e posteriore vaccino. Nell’apparenza, il Gordon dovrebbe essere più grande e più pesante dell’Inglese e dell’Irlandese; la sua testa pure dovrebbe essere più pesante. Però, come complesso generale deve essere snello e agile, per il suo lavoro; gli allevatori devono cercare sempre di eliminare spalle pesanti, occhi troppo chiari, colore cattivo, coda lunga e mal portata. Lo standard, che ormai è internazionale, dev’essere ben studiato, e giudici ed allevatori dovrebbero cercare sempre di attenersi a questo standard. Troppi giudici, purtroppo, hanno le loro idee personali circa il Gordon; bisogna cercare sempre di eliminare le opinioni personali. Se tutti concorrono lealmente nell’aderire allo standard i risultati saranno certamente benefici per la razza del Gordon.

F. Bolam.

Il Signor George Jack del Dundartonshire (Scozia) ci manda, oltre lo standard, le seguenti note:

9 Settembre 1936.

In risposta alla Sua lettera, ho il piacere di scriverLe qualche informazione che spero Le possa servire.

La razza si chiama Gordon dal momento in cui fu presentata al pubblico dal Castello di Gordon (Fochabers, Banffshire, Scotland), sede Scozzese del Duca di Richmond e Gordon. La vera origine della razza è sconosciuta, ma comunque, essa non esisteva nel 1803. Il colonnello Thornton, noto sportivo di quel periodo, ebbe occasione di visitare il Castello di Gordon e nel suo libro “Northern Tour” scrive di un incrocio che il Duca aveva fatto fra un lupo e un Volpino di Pomerania. Verso il 1820 la razza fu conosciuta in diverse località. Nel 1897, il vecchio tipo del Setter di Gordon fu accoppiato con un Setter Inglese di sangue prevalentemente Laverack. Il risultato di questo incrocio fu la perdita del vero tipo Gordon, cioè il cane nero, rosso mogano (fuoco) e bianco. Esistono negli annali Inglesi tante referenze a setter nero e fuoco; però questo non vuol dire che fossero tutti Gordon. Ma purtroppo anche l’origine di questi è incerta. Verso il 1860 il Jubb, capo guardiacaccia del Castello di Gordon ebbe occasione di dire che “tutti i Setters Gordon erano originariamente nero e fuoco, ma adesso (cioè 1860) sono nero, bianco e fuoco”. Il fu Duca di Gordon preferiva quella combinazione di colori, sostenendo che era più bella e che era più facilmente seguibile sul terreno durante la caccia. Sono cani sveltissimi e allegri, e non fanno mai una falsa punta. Si trovano pure delle referenze a tipi più pesanti, con la testa grossa e pesante, con le labbra grosse e pendenti, mostrando un recente incrocio fra il Bloodhound e il Setter inglese o l’Irlandese. Faccio seguire la descrizione ed le caratteristiche principali del Gordon:  Nello standard del Gordon Club, non è permesso il nero, fuoco e bianco. La testa è più pesante di quella del Setter Inglese, molto larga fra gli orecchi, cranio leggermente arrotondato, l’occipite ben sviluppato, con molto spazio tra l’occipite e la mascella inferiore che non nel Setter Inglese. Non troppo spazio fra gli occhi; naso di media lunghezza e largo in alto, con le narici ben aperte, in modo che il naso sia più largo in questo punto. La forma della mascella inferiore varia alquanto, ma di solito la mascella inferiore è pesante. Gli orecchi pure variano; troviamo alcuni cani con gli orecchi lunghi e setosi, pendenti vicino alla faccia; in altri esempi gli orecchi sono più corti. Il corpo è più pesante di quello del Setter Inglese ma segue la stessa linea, pressappoco, cioè con le spalle profonde e ben inclinate, petto profondo piuttosto che largo, costole ben aperte dietro le spalle, specialmente nella parte posteriore; gomiti e dita dritti; gambe muscolose con ginocchia forti e larghe, ossa grandi in tutte e quattro le gambe, piedi pelosi.
Colore del Mantello. – Occhi, guancia, labbra, collo, e gola, e piedi fuoco. Fuoco sulle gambe anteriori fino al ginocchio, sulle gambe posteriori fino ai fianchi, sulla pancia, sulla parte interna delle cosce e dentro le orecchie.
Altezza. – Circa 25 pollici (= 63/64 centimetri).

Spero che quest’informazione possa interessarLa. Sarò lieto di aiutarLa se ha bisogno di altra informazione.
Con distinti saluti,

George Jack.

Ed infine il Signor Albert E. Wright, di Luton, segretario di quel British Gordon Setter Club di cui è Presidente onorario Sua Grazia l’attuale Duca di Richmond e Gordon, scrive:

Luton, 20 Agosto 1936.

Gentile Signore,
Le rispondo con un po’ di ritardo perché la Sua lettera è arrivata durante la mia vacanza. In origine il Setter Gordon fu allevato dal quarto duca di Gordon al Castello di Boyne, Scozia. Vi sono molte teorie sulla origine della razza. Il vero è, probabilmente, che questi cani, che erano nero, bianchi e focati, erano della stessa razza dei Setters Inglesi. In altre parole, c’erano tre tipi di Setters inglesi cioè “Laverack”, “Belton” e “Gordon”. Più tardi, questi Gordons furono conosciuti sotto il nome di “Setters nero-focati”. E un cane di questa razza, conosciuto quale “Gobling’s Dandye” ha vinto il primo premio nella prima mostra tenuta in questo paese; il che avvenne a Newcastle nel 1859. Una signora entusiasta, la Signora K. M. Gray, ha dedicato molto tempo di quest’anno allo studio di antichi libri d’origine (stud books) e giornali cinofili, ed asserisce escludendo ogni dubbio, che tutti i Gordons moderni discendono da “Gobling’s Dandye”. Si crede generalmente che siano stati fatti degli incroci con Setters Irlandese per eliminare le macchie bianche, e da questo è risultato il Gordon moderno. Il bianco riappare regolarmente, però, in piccole quantità, generalmente sul petto e qualche volta sulle dita. Spero di averLe dato delle notizie interessanti, e di averLe risposto alle informazioni che mi ha domandato. Mi dispiace di non essere in grado di contraccambiare i suoi complimenti scrivendo nella Sua magnifica lingua.

Sinceramente,

Albert E. Wright

Non crediamo di errare se, a conclusione delle informazioni avute, possiamo concludere:
che pur non potendo stabilire precisamente quale regione diede origine alla razza in esame, si può con sicurezza asserire che essa ebbe i natali nelle Isole Britanniche, avendo concorso alla sua formazione e fissazione, oltre ad altre razze canine (quali il cane da pastore scozzese, il bloodhound ecc.) il setter inglese principalmente ed il setter irlandese;
che il nome comunemente usato nelle Isole Britanniche è quello di gordon e secondariamente di nero fuocato, mentre nessun richiamo viene fatto alla regione scozzese;
che il mantello ora fissato è il nero fuocato, escludendo il bianco, solamente tollerato;
che il setter nero fuocato deve essere nel suo complesso un poco più pesante del setter inglese senza però eccedere.

Rino Radice

***

CARATTERISTICHE DEL SETTER NERO FUOCATO STABILITE DALLE SOCIETA’ BRITANNICHE SPECIALIZZATE.

(Società del Setter Inglese e del Setter Gordon e dalla Società Britannica del Setter Gordon).

Disegno apparso nell’articolo originale

Apparenza generale. – Un cane di stile, di aspetto meno snello del Setter Irlandese ma di apparenza più dignitosa; muscoloso, e di tipo prettamente Setter, di conformazione simmetrica. Dorso forte e relativamente corto e livellato, coda corta. Testa ben delineata, con espressione intelligente, colori ben definiti, con pelo liscio o leggermente ondulato.

Grandezza.  – In media, altezza alle spalle, per il maschio 66 centimetri; per la femmina 62 centimetri.

Testa. – Profonda piuttosto che larga, con molto spazio per il cervello, ben arrotondata, cranio ben formato, e più largo fra le orecchie. Lo stop della testa è ben marcato. Sopra e sotto gli occhi dovrebbe essere (asciugata) asciutta e le guance le più strette possibile. Il muso è abbastanza lungo con linee quasi parallele, e non a punta sia guardandolo dal di sopra che guardandolo di profilo. Le guance non pendenti, ma con una indicazione chiara delle labbra. (Non) Naso grande, largo, con narici aperte, di color nero.

Occhi. – Abbastanza grandi, non troppo profondi né troppo sporgenti; bruno scuri, brillanti e intelligenti.

Orecchie. – Attaccate basse sulla testa, abbastanza larghe e sottili.

Collo. – Lungo, magro, arcato verso la testa, e senza giogaia.

Spalle. – Lunghe, oblique, che indicano libertà di movimento; gomiti abbastanza bassi.

Petto. – Profondo, e non molto largo davanti. Le costole ben allargate, lasciando molto spazio per i polmoni.

Arti anteriori. – Ossa grosse, diritte, ben coperte di pelo, con gomiti liberi.

Arti posteriori. – Lunghi dall’anca al garretto piatti e muscolosi; dal garretto al tallone corti e forti. Le articolazioni ben piegate e non inclinate né in dentro né in fuori.

Piedi. – Ovali, con le dita unite e ben arcate.

Coda. – Corta e non dovrebbe arrivare sotto il garretto. Portata orizzontale o quasi. Grossa alla radice, terminante in una punta sottile. Il pelo vicino alla radice della coda dovrebbe essere dritto, diminuendo di lunghezza verso la punta.

Pelo.– Dovrebbe essere soffice e lucente, somigliante a seta. Liscio o leggermente ondulato ma non riccio, con peli lunghi sulle orecchie, sotto lo stomaco, sul petto, dietro agli arti posteriori ed anteriori e vicino ai piedi.

Colore e macchie. – Nero cupo lucente, con macchie di un colore caldo rosso-mogano. Le macchie debbono essere lucenti e non opache. Possono avere delle strisce nere sui piedi.

POSIZIONE DELLE MACCHIE FOCATE

  1. Due macchie distinte sopra agli occhi, di non più di due centimetri di diametro.
  2. Ai lati del muso, la fuocatura non deve oltrepassare la base del naso, sì da sembrare una striscia intorno alla punta del muso da una parte all’altra.
  3. Sulla gola.
  4. Due larghe e distinte macchie sul petto.
  5. Sulla parte interna degli arti posteriori e delle cosce, le macchie possono allargarsi fino alla parte esterna degli arti fra il garretto e il piede, ma non devono però eliminare completamente il nero sul retro degli arti posteriori.
  6. Sugli arti anteriori, dietro fino al gomito, davanti un po’ più in alto.
  7. Intorno all’ano.

E’ tollerata una macchia (bianca) sul petto ma più piccola è meglio è.

DIFETTI

Impressione generale. – Apparenza poco intelligente. Tipo Bloodhound con testa grossa e pesante, orecchie troppo grandi e corpo senza garbo. Anche il tipo Pastore Scozzese, con muso a punta e la coda arcata.

La testa. – A punta, piccola, muso che va in giù o che va in su, bocca troppo piccola o troppo larga.

Gli occhi. – Di colore troppo chiaro, troppo infossati o troppo sporgenti.

Orecchie. – Attaccate troppo in alto, troppo larghe o pesanti.

Il collo. – Grosso e corto.

Spalle e schiena. – Di forma irregolare.

Il petto. – Troppo largo.

Arti e piedi. – Storti, gomiti sporgenti in fuori; dita allargate, piedi piatti.

La coda. – Troppo lunga, portata male, ricurva all’estremità.

Il pelo. – Riccio come la lana, non lucente.

Il colore. – Fuocature troppo chiare, senza linee ben marcate fra i diversi colori. Piedi bianchi. Troppo bianco sul petto. Fra il nero non ci dovrebbero essere peli focati. Questo si verifica intorno agli occhi.

Clicca qui per leggere il seguito dell’articolo.




I Tre Stili di Giacomo Griziotti

I Tre Stili di Giacomo Griziotti– Rassegna Cinofila n. 11- Novembre 1932

(Trascrizione a cura di Maurizio Peri)

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Ricordo di avere, altrove, in altri tempi e seguendo, indegnamente, le orme di illustri maestri quali il Caillard ed il Matteucci, parlato della differenza essenziale tra lo stile di lavoro del setter e quello del pointer. Se, in genere, ed almeno in Italia, questa differenza è ammessa, riconosciuta ed apprezzata, ho notato invece, per quanto riguarda le caratteristiche di lavoro delle tre varietà di setters inglese, scozzese ed irlandese, una tendenza unificatrice, assimilatrice, quasi le tre razze avessero lo stesso modo di camminare, fermare, etc..

Ebbene no, signori miei, tra lo stile di lavoro delle tre varietà di setters vi è forse ancora tanta diversità quanta ne intercorre tra quello del setter e quello del pointer. Ho visto magnificare setters scozzesi ed irlandesi che fermavano a terra strisciando sul ventre come serpi. Bellecroix stesso descrive un setter irlandese “couchant”.

Comunemente si dice di un cane “è molto setter”. Sta bene. Ma se questa espressione può rendere l’idea di quella particolare molle elasticità di movimento che caratterizza tutte le varietà di setters, è però troppo generica e non fa rilevare le speciali caratteristiche di andatura e di ferma che sono proprie di ciascuna varietà, caratteristiche che sono il portato della diversa costruzione e del diverso temperamento di esse.

Nel 1931 correvano nelle nostre prove italiane due setters scozzesi uno dei quali fermava completamente a terra, King of Pavia, l’altro ben eretto in una posa statuaria ed imponente, Mogol dell’Apulia. Ebbene. Alcuni giudici magnificarono l’uno e buttarono giù l’altro e viceversa. E’ ammissibile questo? Io direi di no!

Ma l’esempio tipico di grande attualità è dato dal ben noto setter scozzese Prenz di S. Anna. So di toccare un tasto delicato ma vi sono costretto dall’evidenza e dalla popolarità dell’esempio e non da spirito polemico. Ora, Prenz di S. Anna è, indubbiamente, un cane eccellente, non comune, per andatura, olfatto, ferma, consenso e, soprattutto, equilibrio ma, per quanto riguarda lo stile, specialmente di ferma, è un perfetto setter sì ma inglese. A sostegno della mia asserzione invito i miei pazienti lettori che non avessero visto il cane al lavoro a confrontare le sue numerose fotografie apparse sui giornali e riviste cinegetiche con quello dei trialers setter inglesi di maggiore stile. Ci ha fatto, pertanto, meraviglia che il giudice belga Huge abbia potuto dichiarare che Prenz di S. Anna ha il miglior stile gordon che egli abbia mai visto.

Mi si potrà dire che vado troppo sottilizzando. Io ripeto che Prenz di S. Anna è un cane eccellente e che ha pienamente meritato gli allori che gli sono stati tributati, ma se mi si dice che Prenz di S. Anna ha un grande stile gordon, io dissento. Se si può, talvolta, transigere in omaggio al complesso dei meriti di un cane, su certe sfumature, quantunque, in gara classica, esse siano fondamentali, non bisogna però perdere di vista quelle che sono le principali caratteristiche di lavoro di una razza e giacchè ci siamo, diamo una rapida corsa a queste caratteristiche.

Il lavoro del setter inglese è ormai indiscusso, canonizzato ed è caratterizzato da grande contrazione, da pose a terra o pres de terre con tronco incassato tra le scapole, angoli chiusi, arti raccolti sotto di sé pronti a scattare, coda bassa. Una sola linea dal tartufo alla punta della coda. Richiamiamo i numerosi quadri e fotografie di Banchory Jim e la nostra figura n.1 che è ispirata appunto ad una di quelle fotografie.

Banchory Jim

Lo stile di ferma del setter scozzese o gordon non ha nulla a che vedere con quello del setter inglese. Quindi niente pose schiacciate, feline, ma ben erette, dominanti, muso al vento, coda diritta oppure leggermente rialzata, poca contrazione. La contrazione è sostituita nel gordon, come nel bracco, dall’imponenza statuaria, dalla maestosità. Vedi figura n.2.

 

Figura 2

Le ragioni di questa differenza, oltre che nel diverso temperamento, risiedono anche nella diversa velocità. Il setter inglese, più veloce, avverte più all’improvviso e si schiaccia oppure si precipita a terra con una breve strisciata. Il setter scozzese, più lento, avverte più incerto e più da lontano e arriva alla ferma dopo più lunga filata e dopo aver meglio riflettuto ed essersi maggiormente assicurato. E’ naturale quindi che abbia poca contrazione.

Il setter irlandese poi ha una posa di ferma affatto propria, caratteristica, inconfondibile. Posteriore basso schiacciato, quasi trascinato, coda bassissima, quasi cadente fra le gambe, anteriore invece ben eretto. Anche qui poca contrazione, almeno nel corpo. Ne vediamo invece nel collo e nella testa quest’ultima leggermente inclinata verso terra con una espressione graziosamente curiosa. Vedi figura n. 3.

Figura 3

Mi si dirà che non è possibile standardizzare in modo così assoluto. Lo ammetto, ma io ho voluto soltanto tracciare dei modelli e non è da pretendere che le copie riproducano pedissequamente gli originali. Certo è che, di regola, i setters scozzesi ed irlandesi non devono fermare a terra, mentre i setter inglesi non devono fermare eretti o almeno completamente eretti.

Perché?

Confesso che mia convinzione, quantunque concordi con quella di eminenti cinofili, è però basata piuttosto sulla pratica, su impressioni, su ragioni d’intuito e che potrebbero essere tacciate di soggettività e di empirismo, ma la ragione vera, concreta, ebbe ad indicarmela un giorno il collega Cav. Pastrone, vero studioso in materia e che ha approfondito la questione . Ed è questa.

Il setter inglese discende dall’epagneul, dal “chien couchant” originario della Navarra dove, diversamente di quanto accadeva in altri paesi si usava la rete a strascico (tirasse) che veniva tirata dall’indietro in avanti e passava necessariamente sopra il cane, coprendolo anche talvolta. Il cane doveva, quindi, ed era anche, appositamente, abituato a fermare a terra per non ostacolare il movimento della rete.

Questo fatto, unito anche ad una naturale tendenza, ha abituato, a poco a poco, l’epagneul a fermare a terra e questa qualità, tramandata di generazione in generazione, è passata poi nel setter inglese. Ora, per quanto quest’ultimo, come tutte le altre razze, abbia subito incroci (sia pure a scopo di miglioramento) deve, tuttavia, conservare tracce evidenti di quella tendenza atavica. Il cane non fermerà più a terra, posa non sempre elegante, ma fermerà almeno schiacciato, diversamente si dovrà concludere che nella razza non vi è stato soltanto razionale incrocio, bensì totale assorbimento.

Scrivo questo solo per illustrare le vignette dell’amico Coppaloni, giovane ma valente cinofilo, quantunque esse siano già di per se stesso eloquenti più delle parole. In esse si sono forse, ma ad arte, esagerate le caratteristiche per rendere più evidenti le differenze.

Non ho la pretese di dire cose nuove, solo non credo inutile ricordare questi essenziali canoni differenziatori delle varie razze di setters, canoni che, purtroppo, sembrano, molte volte, totalmente sepolti nell’oblio.

Pavia, 18 novembre 1932 XI                                                                      Giacomo Griziotti

Altri materiali storici sul setter gordon sono disponibili a questi links:

Gino Pollacci, Duca di Gordon

Brevi appunti sul setter nero fuocato di Rino Radice




I Pointers e i Setters in Inghilterra nell’anno 1928 – di G.Horowitz

I Pointers e i Setters in Inghilterra nell’anno 1928 di G.Horowitz

Tratto dal Bollettino del Kennel Club Italiano – Marzo 1929

Il fatto che i nostri Pointers e Setters continuino a conservare anche pel 1928 popolarità considerevole nel nostro paese è specialmente dovuto a qualche entusiasta del nostro mondo cinegetico e al numero maggiore dei nostri espositori. È sorprendente che la popolarità del Pointer e del Setter sia più grande all’estero che in Inghilterra, e all’estero il loro numero è più grande che da noi; ciò nondimeno questi medesimi paesi amano ricorrere a noi per comperare i nostri migliori rappresentanti delle due razze per “rinfrescare” gli esemplari che essi possiedono. Questo è dovuto, in parte, al fatto che il nostro clima è talmente variato che i nostri Pointers e Setters possiedono maggior vigoria di quelli nati ed allevati nei paesi caldi, in parte, per merito delle nostre grandi esposizioni, quali quelle del Kennel Club e di Cruft, nelle quali si possono ammirare i tipi più perfetti, e inoltre, per merito delle nostre società di « field-trials » che sono sostenute da entusiasti e che fanno in modo che Pointers e Setters siano provati su selvaggina libera.

Tutto questo sommato permette, agli stranieri disposti a pagare buoni prezzi, di conoscere e scegliere il cane che loro meglio si adatta per mantenere la razza nel loro paese.

É noto che gli Stati Uniti dell’America del Nord possiedono molto sangue eccellente Pointers e Setters, avendo assorbito molti dei migliori cani del fu signor A. T. Williams (canile celebre di “Gerwn”) e del fu colonnello Cotes (canile celebre dei “Pitchford”) oltre a filoni di sangue d’ altri canili inglesi.

In America l’energia fisica nei Pointers e Setters è fortemente considerata, e questo fattore è difficile mettere a prova nel breve tempo accordato nei “Field Trials” nel nostro paese. Pertanto è un requisito della massima importanza in queste razze — il 50 per cento del valore di un Pointer e Setter considerato come field — ed è talmente considerato importante oltremare che, alle prove americane, l’energia fisica costituisce una delle prove principali.

Il fatto che gli americani diano un valore così alto all’energia fisica è senza dubbio dovuto alla natura estesa e aperta del paese nel quale i loro cani sono al lavoro su selvaggina e su quaglie.

Un Pointer od un Setter troppo piccolo non può mantenere l’andatura e lo stile come un soggetto di più grande taglia, possedendo quest’ultimo un passo lungo, facile, elastico che gli permette battere della rude brughiera e del terreno che presto faticherebbero e fiaccherebbero un Pointer o un Setter di piccola taglia.

Se noi diamo un colpo d’occhio alle opere scritte verso l’anno 1760, noi rileviamo con facilità che i cani dell’epoca erano dei Pointers e dei Setters e piuttosto i primi dei secondi, poiché il loro pelo corto permetteva di meglio sopportare il lavoro evitando il fastidioso arruffarsi del pelo con lappole e semenze.

Curioso il fatto che in America, pur dando valore al pelo del Setter, lo si rasi ben corto nelle epoche di lavoro

Circa cento anni fa, quando le biade venivano mietute a mano e le stoppie lasciate assai lunghe , era necessario avere un cane che rispondesse ai requisiti descritti oltre ad una ferma solida, i primi per trovare le pernici, la seconda perché rimanesse fermo durante il tempo necessario a ricaricare il fucile a pietra ad un sol colpo. Era questo un processo piuttosto lungo se si pensa che la polvere doveva essere misurata e versata nella canna, la borra giustamente adattata, seguita dalla misura dei pallini, un’altra borra leggermente pressata, la bacchetta rimessa a posto, il foro al bacino della ricarica ripulito e riempito di polvere d’accensione là dove la pietra focaia batte.

In quei tempi solo una perfetta combinazione di buoni cani e di accurata preparazione poteva portare al successo. Fra parentesi, verso l’anno 1750, si usavano cani di una razza speciale per la caccia al fagiano nel bosco molto folto.

Attualmente i Pointers sono i più popolari sul Continente, nell’Africa del Sud e in America, dove le condizioni del terreno permettono il completo impiego buon cane e, soprattutto, dove si trovano quaglie.

In Africa del Sud si incontrano molti cani da caccia eccellenti e buon numero di “Pointers Espagnols” neri; che erano molto popolari circa trenta anni fa; di costruzione piuttosto ordinaria ma con andatura meravigliosa.

Il “Veldt” è essenzialmente il luogo dove il Pointer è necessario se si vogliono ottenere risultati dello sport con le differenti specie di «Francolini», “Khoorhan” e di “Galline faraone” che tutte offrono dell’ottimo sport se si cacciano montando buoni ponies da caccia e coll’ausilio di buoni Pointers.

In Inghilterra l’allevamento di Pointers e Setters sarebbe estinto se la loro esistenza dipendesse solamente dalla caccia; ma fortunatamente vengono impiegati ancora molto in parecchie parti della Scozia per la caccia alla “grouse”, benché, anche là. la stagione nella quale la “grouse” si presta alla caccia col cane è cosa così breve che diviene ben caro il tenere un canile a quel solo scopo.

Sulhamstead Sheilin d’Or

Coloro che sostengono le prove sul terreno sono gli amatori del Pointer e del Setteer ed è grave danno che le prove non possano essere tenute tutte durante la stagione di caccia, quando cioè è possibile come nel passato sparare alla selvaggina. Coll’agricoltura moderna ciò è impossibile, infatti: le stoppie del 1928 potevano appena dirsi coperte, causa le moderne mietitrici che rasano quasi completamente gli steli e l’intero sistema di coltura dei campi e dei pascoli è cambiato. Una delle nostre Società d Field Trials , la “Devon and Cornwall Society” trova modo di far correre le sue prove al principio della stagione di caccia, e l’anno scorso queste field trials furono certamente molto più interessanti di quelle corse al principio di primavera su pernici accoppiate e sul punto di nidificare. Senza dubbio ai nostri tempi è molto importante abbattere la selvaggina sotto ferma. Un Pointer od un Setter potrà sovente restare correttamente immobile sul selvatico bloccato, e sul selvatico alzatogli sotto ferma, ma gli stessi soggetti potrebbero essere tentati a rompere su un selvatico abbattuto. È vero che una fucilata vien sparata a salve per provare l’immobilità e l’eventuale paura della detonazione, ma troppo di sovente questo colpo di fucile parte da una certa distanza, ciò che è ben differente di due fucili che, può darsi, impieghino le quattro canne contro un branco levantesi abbattendo tre o quattro individui.

Ciò nonostante, i field trials, quale che sia il posto e l’epoca in cui vengono tenuti, ci mettono in grado, entro certi limiti, di scegliere i migliori cani pel primo, secondo e terzo posto in classifica, e frequentemente la prova esibita viene reclamizzata. Così nelle prove della primavera del 1928 il cucciolone di setter inglese “Stylish Switcher”, del signor Sharpe, guadagno il 12 aprile e otto giorni dopo conquistò la vittoria alle prove del Kennel Club; fu secondo nella seconda giornata nella gara per cani di ogni età, nel quale il primo posto toccò alla Setter irlandese femmina campione in prove “Sulahmstead Sheilin d’Or”.

Fu questo un ottimo successo per un cucciolone, che attualmente si trova in Italia, dovrà portare vantaggio alla razza dei Setters inglesi.

Il modo accurato con il quale furono tenuti i pedigree e col quale venne selezionato l’allevamento nel passato, ha molto contribuito a metterci in grado di sostenere la nostra posizione, ma i grandi canili di “Pitchford” (colonnello Cotes) che aveva origine dall’antica linea di Pointers di “Woodcote” e i canili di W. Arkwright lasciarono un grande vuoto nel nostro allevamento.

Il Setter irlandese, quale cane da lavoro, è molto popolare in Irlanda, per la caccia al beccaccino. Più di 1400 sono stati registrati nei libri del Kennel Club durante l’anno scorso (1927 n.d.r.) contro meno di 600 fra Pointers e Setters inglesi.

Io spero, in un mio prossimo articolo, dire qualcosa sui Retrievers e sugli Spaniels in Inghilterra nel 1929

G. HOROWITZ




Happy Holidays – Buone feste

Italiano in basso

Merry Christmas and Happy New Year!

2017 has been an interesting but very busy here: there were (are) many articles for you in my mind  but almost no time to write them down. but I promise I’ll keep trying to publish interesting contents on the blog. The Gundog Research Project (click to check) is still in progress, waiting for me to pass my last (yahoo) veterinary medicine exam.  I also set up an Instagram account to keep in touch with readers more easily… but I will keep writing and we also have a Facebook page.

I also want to thank two unexpected contributors who gave a lot to Dogs and Country last year. One is Tok Mostert, from South Africa, who wrote training related articles in English and Flavia Bullo who keeps sharing her wonderful dessert recipes in Italian.

So… well thank you for following us in 2017 and hope you will be still browsing these pages in 2018. Have a Merry Christmas (I ordered myself a tweed fox that is still traveling on Santa sled) and Happy New Year!

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Buon Natale e felice anno nuovo. Il 2017 è stato un anno interessante ma anche piuttosto intenso. C’erano (ci sono) molti articoli in testa ma non abbastanza tempo per metterli per iscritto ma prometto che continuerò a fare del mio meglio per condividere dei contenuti interessanti. Il Gundog Research Project (cliccate qui per saperne di più) continua, in attesa che io passi l’ultimo esame che mi separa dalla laurea in medicina veterinaria.  Ho collegato al blog un account Instagram per rimanere in contatto con i lettori con più facilità,  e abbiamo anche una pagina Facebook.

Vorrei inoltre ringraziare due collaboratori apparsi all’improvviso: Tok Mostert, sudafricano, che ha scritto articoli di addestramento in inglese e Flavia Bullo con le sue ricette dei dolci.

Per cui… grazie per averci seguito nel 2017 e speriamo che restiate con noi nel 2017. Buon Natale… mi sono comprata un volpacchiotto in tweed che è ancora in viaggio… e  felice anno nuovo!




HEGEWALD-ZUCHTPRÜFUNG 2017 di Fabrizio Crabbio

Dopo 12 anni dall’edizione svoltasi a Freising, il VDD ha affidato di nuovo al Gruppo Sud Baviera l’organizzazione dell’Hegewald Zuchtprüfung, la prova più attesa per i D.D. scelti, con età inferiore a 24 mesi.

La città di Straubing, la quale aveva già ospitato l’Hegewald nel 1968, 1985 e nel 1997, è stata nuovamente designata dall’organizzazione per ospitare anche l’84esima edizione.

Il ruolo di Prüfungsleiter è stato ovviamente ricoperto dal Presidente del Gruppo Sud Baviera, Sig. Frieder Meidert, coadiuvato da due vice, Sigg. Fritz Blüml e Josef Moll.

Molti allevatori sperano di vedere i loro prodotti, nati nell’anno precedente, calcare questo prestigioso palcoscenico e molti conduttori lavorano intensamente un anno con il loro allievo per ben figurare.

Sono sempre stato affascinato dall’Hegewald per la sua caratteristica di internazionalità, oltre che per il fatto che sia una prova molto impegnativa, selettiva e probatoria, per un cane da caccia ad uso polivalente e questa sensazione positiva mi è rimasta per parecchi anni.

Purtroppo negli ultimi tempi, molte delle convinzioni che mi davano la forza di sostenere a spada tratta la filosofia di questa meravigliosa invenzione dei cinofili tedeschi con i miei interlocutori, è venuta meno. Sia ben chiaro, lo spirito e lo scopo sono inattaccabili, ma la realtà con cui ci si deve confrontare a partire dai terreni scelti, dalla densità di selvaggina da piuma presente e da alcune terne giudicanti per lo meno discutibili, hanno attenuato parzialmente le mie convinzioni.

Si sta verificando ormai da qualche anno, che le varie batterie non sono messe nelle stesse condizioni, ossia non tutte sono assegnate a riserve idonee sia come presenza di selvaggina da piuma, che come qualità dei terreni. Partendo dal presupposto che è praticamente impossibile garantire a tutti i partecipanti le stesse identiche possibilità, visto il numero di variabili in gioco, si spererebbe però di non scontrarsi con disparità grossolane.

I conduttori più fortunati, ai quali sarà assegnata una riserva idonea, avranno la possibilità di ben figurare, mentre quelli che vengono sorteggiati in riserve quasi o del tutto prive di fagiani, saranno costretti a vagare per ore alla loro ricerca, sfinendo il cane in ripetuti sganci infruttuosi.

Risulterà difficile quindi giudicare compiutamente l’utilizzo del naso, la ferma e se le cose girano male, ne potrebbero risentire anche il giudizio sulla cerca ed il piacere al lavoro.

Non mi sembra corretto che circa 200 conduttori lavorino un anno il proprio allievo, per poi non avere la possibilità di mettere in mostra il risultato dello sforzo prodotto.

E’ veramente mortificante, oltre che profondamente ingiusto, tanto che non considero più equo il rapporto soddisfazione/sforzo economico-temporale da sostenere per partecipare ad un’edizione dell’Hegewald, in particolar modo quando la sede scelta dista oltre 1.000 km da casa.

Se la situazione non migliorerà presenterò i miei cani ad una normale HZP, la quale richiede un impegno molto inferiore in termini di tempo e di denaro e che servirà comunque, insieme a tutti gli altri requisiti richiesti, ad iscrivere i cani nello Z.R.

Se non è più possibile garantire condizioni idonee, per motivi che non è il caso di approfondire in questa sede, il VDD potrebbe prendere in considerazione la possibilità di liberare selvaggina da piuma a tempo debito. Insomma qualcosa deve cambiare, così a mio parere la situazione non è più particolarmente attraente.

Quest’anno avevo iscritto 2 femmine, ma dall’inizio di settembre non mi hanno più fornito prestazioni in acqua soddisfacenti. Una per un verso, l’altra per un altro e di conseguenza ho deciso di non rischiare di perdere una settimana di lavoro, con il rischio di non ottenere un risultato degno di nota, decidendo così di partecipare all’HZP.

Ne segue che in questa occasione, non posso dare testimonianza diretta di quanto accaduto a Straubing, ma ho avuto modo di ascoltare la testimonianza di alcuni connazionali che si sono recati in loco, i quali oltre che descrivere l’organizzazione di questa edizione dell’Hegewald molto “sotto tono” per usare un’espressione morbida, riguardo l’organizzazione, mi hanno raccontato di riserve non idonee per i motivi sopra descritti.

Altre lamentele mi sono state riportate riguardo il trattamento di alcuni concorrenti nel lavoro in acqua, che nonostante abbiano utilizzato parecchi “aiutini” (lancio di sassi e comandi urlati a squarciagola), abbiano ottenuto punteggi eclatanti.

Tutto questo non fa bene al sistema D.D., che ha sempre funzionato per la serietà teutonica con cui si è sempre praticata la selezione.

Dopo queste riflessioni di carattere negativo, passiamo alla cronaca che quest’anno ha regalato all’allevamento italiano, rappresentato in particolare dall’affisso “del Zeffiro”, il più grande successo mai registrato.

Ai primi due posti della classifica si sono piazzati:

la femmina R/N di nome QUENTHAR IV del ZEFFIRO, con P. 232 in lavoro e giudizio in forme e pelo di g (8)/sg (10), per cui un punteggio finale di 241,0.

Nata il 23 Gennaio 2016 da madre BRUNHILD IV del ZEFFIRO (ELISA III del ZEFFIRO x OMAR III del ZEFFIRO), VJP P. 73, Hgw P. 226, VGP I./320 ÜF sg(11)/sg(10), linea materna Zeffiro-Saarforst-DK., padre XILLO III del ZEFFIRO (KAROLINA III del ZEFFIRO x BASKO vom BODESTEIN), VJP P. 77, Hgw P. 206, VGP I./346 ÜF sg(11)/sg(11), VBR, SJDD, linea materna Zeffiro-Saarforst D.K.

QUENTHAR IV ha ottenuto il 12 sull’utilizzo del naso e nel lavoro con l’anitra viva ed è stata condotta dal Sig. Fritz Birkeneder del Gruppo Sudbayern, vecchia conoscenza per tanti Drahthaaristi italiani.

Al secondo posto il maschio R/M di nome SAIGO IV del ZEFFIRO, con P. 228 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (9)/sg (9), per cui un punteggio finale di 237,0.

Nato il 16 Maggio 2016 da madre ZILLY III del ZEFFIRO (ELLEN III del ZEFFIRO x TANGO II del ZEFFIRO), VJP P. 77, Hgw P. 211, VGP sg(10)/sg(10), linea materna Zeffiro-Saarforst-DK., padre HASSO vom FORSTBERG (EICKA vom KLOSTERGARTEN x ELAN vom FLAßDIEK), VJP P. 63 +73, HZP m.s. P. 223, VGP II./317 TF SG(11)/SG(11), linea materna Saarforst D.K.

SAIGO IV ha ottenuto il 12 sulla traccia della lepre ed è stato condotto dal Sig. Josef Petz anch’esso del Gruppo Sudbayern, già vincitore dell’Hegewald nel 2003 con il maschio EIKO vom KLOSTERNGARTEN.

Gli onori sono tutti per il Sig. Gallo, che con perseveranza ed intuizioni allevatoriali, ha saputo selezionare soggetti capaci di primeggiare in una realtà da sempre ad appannaggio esclusivo dei suoi colleghi tedeschi.

Una lode particolare va riservata anche ai conduttori italiani che quest’anno sono stati numerosi e che a parte qualche piccolo incidente di percorso, hanno dimostrato tutto il loro valore.

Avevo già visto i candidati italiani all’Hegewald in occasione del Wasser Test che ho giudicato alla fine di Luglio e la buona impressione che mi ero fatto sul materiale prodotto nel 2016 è stata confermata dai fatti.

Al quarantanovesimo posto la femmina R/M di nome SENTHA IV del ZEFFIRO, con P. 220 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (9)/sg (10), per cui un punteggio finale di 229,5.

Nato il 16 Maggio 2016 da madre ZILLY III del ZEFFIRO (ELLEN III del ZEFFIRO x TANGO II del ZEFFIRO), VJP P. 77, Hgw P. 211, VGP sg(10)/sg(10), linea materna Zeffiro-Saarforst-DK., padre HASSO vom FORSTBERG (EICKA vom KLOSTERGARTEN x ELAN vom FLAßDIEK), VJP P. 63 +73, HZP m.s. P. 223, VGP II./317 TF SG(11)/SG(11), linea materna Saarforst D.K.

SENTHA IV è stata condotta dal vicepresidente del C.I.D., Sig. Giuseppe Marinelli

Al cinquantasettesimo posto la femmina R/M di nome STARHA IV del ZEFFIRO, con P. 218 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (9)/sg (11), per cui un punteggio finale di 228,0.

Nato il 16 Maggio 2016 da madre ZILLY III del ZEFFIRO (ELLEN III del ZEFFIRO x TANGO II del ZEFFIRO), VJP P. 77, Hgw P. 211, VGP sg(10)/sg(10), linea materna Zeffiro-Saarforst-DK., padre HASSO vom FORSTBERG (EICKA vom KLOSTERGARTEN x ELAN vom FLAßDIEK), VJP P. 63 +73, HZP m.s. P. 223, VGP II./317 TF SG(11)/SG(11), linea materna Saarforst D.K.

STARHA IV è stata condotta dal Sig. Aide Ravasio alla sua prima esperienza

Al centesimo posto il maschio R/M di nome NONATULA DON III, con P. 209 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (10)/sg (9), per cui un punteggio finale di 218,5.

Nato il 15 Aprile 2016 da madre NONATULA GINA (NONATULA ALLE x EX vom DONAUWALD), VJP P. 77, Hgw P. 219, VGP I./348 ÜF, AH, Btr, Vbr, sil, sg(11)/sg(10), linea materna, / padre QUINTUS II vom SCHLOβTURM (QUARTA II vom WILDBARREN x KARLO vom SCHLOβTURM), VJP P. 74, Hgw P. 220, VGP /, g(8)/sg(10), linea materna königsheide-Saarforst D.K.

DON III è stato condotto dall’allevatore e vice presidente del C.I.D. Sig. Gino Fortini

Al centotredicesimo posto la femmina R/M di nome CHRISTABEL della CA’ RIGADA, con P. 205 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (9)/sg (10), per cui un punteggio finale di 214,5.

Nato il 10 Ottobre 2015 da madre NONATULA FEE II (GLADDIS x EX vom DONAUWALD), VJP P. 68, Hgw P. 219, sg(10)/sg(11), linea materna /, padre NONATULA PAN II (NONATULA ASSIA x FLIC vom WOLLSBERG), VJP P. 73, Hgw P. 202, g(7)/sg(10), linea materna /.

CHRISTABEL è stata condotta dal Sig. Francesco D’Ammaro, anch’egli alla sua prima esperienza.

Al centosessantottesimo posto la femmina R/M di nome CORA della CA’ RIGADA, con P. 0 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (10)/sg (11), per cui un punteggio finale di 0.

Nato il 10 Ottobre 2015 da madre NONATULA FEE II (GLADDIS x EX vom DONAUWALD), VJP P. 68, Hgw P. 219, sg(10)/sg(11), linea materna /, padre NONATULA PAN II (NONATULA ASSIA x FLIC vom WOLLSBERG), VJP P. 73, Hgw P. 202, g(7)/sg(10), linea materna /.

CORA è stata condotta dall’allevatore Sig. Simone Favalli, che è stato sfortunato nell’esecuzione della schleppe con il coniglio, in quanto la cagna è stata disturbata da un capriolo, la cui presenza ha interessato particolarmente Cora, fino a non farle terminare correttamente l’esercizio.

Gli altri cani allevati in Italia che hanno partecipato sono:

Al cinquantatreesimo posto la femmina R/N di nome RESY IV del ZEFFIRO, con P. 219 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (10)/sg (10), per cui un punteggio finale di 229,0.

Nata il 16 Maggio 2016 da madre ALESSIA vom MARGARETENHOF (NIXE v.d. HOFMARK x PALFFY III vom ZEFFIRO), VJP P. 66+75, HZP o.s. P. 190, VGP, linea materna Zeffiro-Saarforst-DK., padre QUAX vom BURGWALD (ORLA vom BURGWALD x OTTELO vom DACHSWIESE), VJP P. 73, HZP o.s. P. 185, Hgw P. 224, VGP I./326 sg(10)/sg(10), Vbr, spl, linea materna Zeffiro-Saarforst D.K.

STARHA IV è stata condotta dal Sig. Martin Deml del Gruppo Nord Bayern

Al sessantaseiesimo posto la femmina R/N di nome QUISSY IV del ZEFFIRO, con P. 209 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (10)/sg (9), per cui un punteggio finale di 238,5.

Nata il 23 Gennaio 2016 da madre BRUNHILD IV del ZEFFIRO (ELISA III del ZEFFIRO x OMAR III del ZEFFIRO, VJP P. 73, Hgw P. 226, VGP I./320 ÜF sg(11)/sg(10), linea materna Zeffiro-Saarforst-DK., padre XILLO III del ZEFFIRO (KAROLINA III del ZEFFIRO x BASKO vom BODESTEIN), VJP P. 77, Hgw P. 206, VGP I./346 ÜF, sg(11)/sg(11), VBR, SJDD, linea materna Zeffiro-Saarforst D.K.

QUISSY è stata condotta dal Sig. Walter Engleder del Gruppo Sud Bayern.

la femmina R/M di nome INDRA di COSTA RUBEA, con P. 0

Nata il 10 Maggio 2016 da madre RENA di COSTA RUBEA (ALMA x FLIC von WOLLSBERG), VJP P. 74, HZP o.s. P. 183, HN, spl , linea materna Auenheim-PP., padre JACK III vom GEHRENBERG (ERLE III vom GEHRENBERG x SASCHA vom WENDELSBERG), VJP P. 74, Hgw P. 224, VGP I./336 ÜF, BTR sg(10)/sg(11), linea materna Gehremberg-Kreutzecke-Auenheim PP.

INDRA è stata condotta dal Sig. Hans Schmid del Gruppo Sud Bayern, che proprio all’ultima prova sull’anatra viva, dopo aver eseguito un lavoro eccellente, ha inspiegabilmente rifiutato di inseguire l’anatra che cercava di sottrarsi.

I dati numerici che hanno caratterizzato l’84° Hegewald:

  • i cani iscritti in catalogo erano 199, n° 12 dei quali non si sono presentati, n° 12 non hanno raggiunto il giudizio di buono “gut” o nella pista di lepre o nel lavoro in acqua con anatra viva o nel giudizio delle forme o del pelo, per cui sono stati giudicati “HW Kriterien n. erfüllt”, n° 3 hanno ottenuto solo la qualifica di HZP per gravi imperfezioni nelle forme o nel pelo, n° 31 non sono entrati nella classifica finale per vari motivi, dovuti a imperfezioni morfologiche e/o a prove non portate a termine. La percentuale dei cani che hanno portato a termine con successo la prova è del 71%;
  • dei 199 cani in catalogo i mantelli erano così divisi: n° 123 R/M, n° 49 R/N, n° 27 Unicolore marrone con macchia grigia sul petto, a loro volta distinti in n° 114 femmine e n° 85 maschi;

le nazioni straniere partecipanti sono state:

Italia               con n°    7 Soggetti;

Serbia              con n°    6 Soggetti

Danimarca      con n°    5 Soggetti;

U.S.A.            con n°    4 Soggetti;

Bulgaria          con n°    3 Soggetti;

Russia             con n°    3 Soggetti;

Ungheria         con n°    3 Soggetti;

Kazachistan    con n°     2 Soggetti;

Ucraina           con n°     2 Soggetti;

Finlandia         con n°     2 Soggetti;

Olanda            con n°    2 Soggetti;

Grecia            con n°    1 Soggetto;

Austria           con n°     1 Soggetto;

Gli stalloni più rappresentati come numero di figli iscritti, sono stati:

ALVIN II vom BANDORFER FORST      9 figli

OLAF III vom BÖCKENHAGEN              8 figli;

HAVAS vom HECHTSGRABEN               7 figli

LOTHAR IV del ZEFFIRO                         6 figli

VOTAN vom OECHTRINGER FORST     5 figli

QUIRL vom LIETHER MOOR                   5 figli

ALTMǞRKERS FRANKO II                     5 figli

ED vom HOCHWALD                                5 figli

ROCKO II vom SPANGER FORST                       5 figli

I gruppi di allevamento più numerosi sono stati:

affisso                                     nome cane                padre                             madre

vom Spanger-Forst             

1) Wacker II   Lennox vom Schaar   Senta II vom Spanger-Forst

2) Walli II       Lennox vom Schaar   Senta II vom Spanger-Forst

3) Wega II      Lennox vom Schaar   Senta II vom Spanger-Forst

4) Wito II       Lennox vom Schaar   Senta II vom Spanger-Forst

5) Xaver II     Lennox vom Schaar   Lilie II vom Spanger-Forst

6) Yessy         Olaf III vom BöckenhagenLava II vom Spanger-Forst

7) Yoka          Olaf III vom BöckenhagenLava II vom Spanger-Forst

8) Ziva II        Hero vom Bründfeld  Grandel II vom Spanger-Forst

9) Zorro II      Hero vom Bründfeld  Grandel II vom Spanger-Forst

vom Bründfeld

1) Titan           Lennox vom Schaar               Gipsy vom Bründfeld

2) Ulan           Pedro II vom Isendorf           Lara vom Bründfeld

3) Uri              Pedro II vom Isendorf           Lara vom Bründfeld

4) Uta             Pedro II vom Isendorf           Lara vom Bründfeld

5) Vella           Lux vom Fuchsberg               Queen vom Bründfeld

6) Venia          Lux vom Fuchsberg               Queen vom Bründfeld

7) Vitus          Ingo vom Fuchsberg              Queen vom Bründfeld

8) Vox            Ingo vom Fuchsberg              Queen vom Bründfeld

vom Jura Grund     

1) Panja           Gero v.d. Fuchswiese             Fenja vom Jura Grund

2) Paula          Gero v.d. Fuchswiese             Fenja vom Jura Grund

3) Quando      Altmärkers Franko II             Gebby vom Jura Grund

4) Quenda      Altmärkers Franko II             Gebby vom Jura Grund

5) Quirl           Altmärkers Franko II             Gebby vom Jura Grund

6) Quitte         Altmärkers Franko II             Gebby vom Jura Grund

7) Quno          Altmärkers Franko II             Gebby vom Jura Grund

Del Zeffiro

1) Quentar IV Xillo III del Zeffiro               Brunhild IV del Zeffiro

2) Quissi IV    Xillo III del Zeffiro               Brunhild IV del Zeffiro

3) Resi IV       Quax vom Burgwald  Alessia vom Margaretenhof

4) Saigo IV     Hasso vom Forstberg             Zilli III del Zeffiro

5) Sentha IV   Hasso vom Forstberg             Zilli III del Zeffiro

6) Starha IV   Hasso vom Forstberg             Zilli III del Zeffiro

  • Sono stati assegnati n° 5 (v) sulla pista della lepre, 3 (v) nell’utilizzo del naso, n° 17 (v) nel lavoro in acqua con anatra viva, , nessun (v) in forme e n° 6 (v) in pelo.
  • Il punteggio di 201 in lavoro è stato raggiunto dalla femmina XINA vom OSTETAL piazzata al 118 posto, per cui su un totale di 141 entrati in classifica, il 83 % hanno superato la soglia dei 200 punti.
  • La 50° posizione in classifica con Punti 220 è stata raggiunta dalla femmina YANA vom OECHTRINGER-FORST e la 100° posizione con Punti 209 è stata raggiunta dal maschio NONATULA DON III.

Passiamo ora alla doverosa e meritata menzione ai binomi che hanno ottenuto i punteggi più alti:

Al terzo posto la femmina R/M di nome AMBRA v.d. WINTERLEITER con P. 227 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (10)/sg (10), per cui un punteggio finale di 237,0.

Nata il 07 Aprile 2016 da madre WICKIE vom AHORNWALD (VITA vom AHORNWALD x GARRET III v.d. WISSOVER KLINKEN), VJP P. 67 + 69, HZP o.s. P. 186, HN, spl/sil , linea materna Löwemberg-Auenheim-PP., padre HAVAS vom HECHTSGRABEN (ONDRA vom BAYERNWALD x GRISHKA vom HECHTSGRABEN), VJP P. 76 + 67, HZP o.s. P. 0 + 193, HZP m.s. P. 0, VGP I./336 ÜF, BTR sg(10)/sg(11), linea materna Königsheide-Saarforst-DK.

AMBRA ha ottenuto il 12 nel lavoro con l’anitra viva ed è stata condotta dalla Sig.ra Silke Walter del Gruppo Baden,

Al quarto posto la femmina Unicolore marrone di nome GRÄFIN v.d. KALBERWEIDE con P. 226 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (11)/sg (11), per cui un punteggio finale di 237,0, spl.

Nata il 27 Aprile 2016 da madre GINA II vom SPANGER FORST (BASKA II vom SPANGER FORST x BASKO vom BODENSTEIN), VJP P. 76, HZP o.s. P. 0 + 183, sil, linea materna Spanger-Forst-Auenheim-PP., padre GERO v.d. FUCHSWIESE (ADDA v.d. FUCHSWIESE x JORKNvom FUCHSBERG), VJP P. 74, HZP m.s. P. 193, VGP I./336 ÜF, Sw I/, Sj-DD, sg(11)/sg(11), linea materna Oeynhausen-vom Walde-St.

GRÄFIN è stata condotta dal Sig. Justus Knaup del Gruppo Westfalen.

Al quinto posto la femmina R/N di nome QUENDA vom JURA GRUND con P. 226 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (11)/sg (11), per cui un punteggio finale di 237,0, AH.

Nata il 27 Aprile 2016 da madre GEBBY vom JURA GRUND (AIKA vom JURA GRUND x ERO III del ZEFFIRO), VJP P. 77, Hgw. P. 235, VGP I./348,AH, spl, linea materna Königsheide-Saarforst-DK padre ALTMÄRKERS FRANKO II (ALTMÄRKERS DOHLE II x OTTELO v.d. DACHSWIESE), VJP P. 63 + 77, Hgw. P 210, VGP 0/II./328 TF, Btr, sg(10)/sg(11), linea materna Bachwiese-Radchen-P.P.

QUENDA è stata condotta dall’allevatore Sig. Jurgen Böttcher del Gruppo Nord Bayern.

Particolarità da registrare è la sempre crescente partecipazione di conduttori provenienti dall’Est Europa, con risultati molto soddisfacenti.

Dopo otto anni l’Hegewald tornerà a Billerbeck, a Nord di Dortmund e vicino al confine Olandese.

Partecipai all’edizione del 2010 e non superai la prova per il riporto dell’anatra occultata che la femmina Jette v. Erthal non eseguì a dovere.

Ho ancora presente la prova in campo, che fu un incubo per cercare una situazione adatta a generare una ferma. Alle 15.30 di pomeriggio si decise di abbandonare la lotta perché la cagna dopo aver fatto 7 o 8 Hasenspur nella vana ricerca di un fagiano, non ebbe più fiato per continuare.

Il disagio per certe situazioni non è recente, ma si trascina da parecchi anni, speriamo che il VDD riesca a coglierlo e a porvi rimedio.

Waidmannsheil!

Fabrizio Crabbio




Torta pan di stelle – I dolci di Flavia

La torta più semplice e scenografica che piace sempre a tutti, un po’ come il tiramisù. E in fondo il principio è lo stesso.

Ingredienti

700g Pan di Stelle

750g panna fresca da montare

350/400g nutella

Latte q.b.

Lavorazione:

Montate la panna. In una tortiera a cerniera create una base inzuppando i Pan di Stelle nel latte (oppure se preferite latte e caffè) cercando di chiudere tutti gli spazi, ricoprire con uno strato di Nutella (leggermente fatta ammorbidire al microonde o a bagnomaria d’inverno – d’estate non è necessario)e infine con uno strato di panna montata. Stratificate così gli ingredienti per altre due volte. Riponete in freezer per un paio d’ore e decorate con cacao amaro, ciuffi di panna montata e intorno potete decorarla con biscotti Pan di Stelle che potete far aderire con un pochino di Nutella sulla superficie da attaccare.

 Puoi iniziare a leggere le ricette di Flavia da qui o trovarle raccolte qui.

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