Il pelo, e tre: epagneul breton

Essere un trend setter, ovvero passare le proprie ossessioni ad altri, è un’arte ma ci siamo riusciti. Ieri pomeriggio ho ricevuto una telefonata da parte di Miriam Lola, la groomer di fiducia che ho intervistato per un articolo apparso su Beccacce che Passione. In quel pezzo si parlava della toelettatura dei cani da caccia e un lettore è rimasto talmente affascinato da quanto aveva letto che si è dato da fare per rintracciare Miriam. Lo scopo della telefonata era il chiederle come si toletta un breton per le esposizioni. Pur lavorando molti breton, i clienti di Miriam sono cani da caccia che non partecipano ad esposizioni, pertanto lei si è trovata in difficoltà nel dare informazioni che avessero il valore di certezza assoluta. Lo scopo della sua successiva telefonata  a me era farmi qualche ricerca nella mia immensa biblioteca cinofila, per meglio soddisfare il lettore.IMG_4722-1

Tra i libri che possiedo c’è The New Complete Brittany Spaniel di Maxwell Riddel (lo potete acquistare su Amazon), che appartiene alla stessa serie dei libri Howell da cui avevamo preso la immagini del pelo toelettato del setter. L’ho prontamente sfogliato ma non ho trovato nulla che differisse dalla spiegazione data da Miriam al lettore. I suoi consigli? Sistemare le orecchie, il pelo dei piedi, sistemare i peli che “sparano” ed eventualmente allegerire il collo, ma senza esagerare perchè il breton è un cane “compatto” e se togliamo troppo si rischia di scompattarlo. Concordo, i breton che ho sempre visto in esposizione erano molto naturali, e questo è un bene per una razza in cui si mantiene ancora unità tra cani da bellezza e cani da lavoro.  Maxwell Riddel stesso raccomanda di non tosare, di non setterizzare e di non esagerare: il libro credo sia uscito per la prima volta negli anni’80 e da allora gli americani hanno ulteriormente stra-tolettato il loro Brittanies che, ci tengo a dirlo, hanno morfologia ormai drammaticamente diversa dall’Epagneul Breton, così come lo intendiamo noi.

Ho quindi, per dovere di informazione, googlato Brittany grooming e Brittany Trimming appropodando a diversi video americani che mi hanno fatto scuotere la testa.  Eccomi quindi a cercare “épagneul breton toilettage” ed eccomi arrivare dove volevo: il sito del club di razza francese! Esiste una pagina dedicata proprio a questo argomento. I suggerimenti, in breve, sono i seguenti: toelettate l’orecchio (sotto l’orecchio e attorno al bordo) in modo da mettere in evidenza il fatto che l’orecchio sia corto e piccolo. Tagliate i piedi dietro ai metacarpi e ai metatarsi per evidenziarne l’orientamento; togliere eventualmente frange dal posteriore (se troppo abbondanti) che potrebbero far sembrare il cane più lungo; sistemare il pelo tra le dita dei piedi e dare la forma rotonda al piede; togliere un po’ di pelo se è troppo abbondante e fa sembrare il cane più lungo. Questo è quanto, per approfondimenti potete fare riferimento al link soprastante, in francese.




L’intellettuale & la shampista

La shampista,  quella per umani, è una figura leggendaria, spesso riconoscibile  dall’aria svagata. In cinofilia sembra essere vero il contrario. Chi lava e pettina i cani, in gergo, si chiama toelettatore, ma visto che passa lo shampo sul pelo, prima di essere un toelettatore, è uno shampista! Ogni cane moderno ha un/una shampista di fiducia, tranne la mia che, invece, va dal toelettatore solo per tagliare i peli.  Del resto è “un rustico cane da caccia”, quindi è lavabilissima in casa, almeno così dice quel poco di  pragmatismo che mi ritrovo. Purtroppo, però, oltre averne poco di senso pratico, lo uso nei momenti sbagliati!

Non posso portarla da una shampista ogni volta che rientramo dalla caccia, ma forse… magari… prima dell’expo? Ma suvvia! Ho quasi due lauree (specialistiche di cui una in medicina veterinaria), vuoi che non sia capace di lavare un cane? Ohhh,  cosa ci vuole a lavare un cane? Ci vuole una brava shampista, ecco cosa ci vuole, ma io pensavo fosse superflua! Giovedì scorso dovevo lavare al cane le frange, prima dell’expo’ internazionale (!!!) a cui avrebbe partecipato il pomeriggio successivo ma… eravamo state in addestramento in zona C, era rilassata e non aveva voglia di farsi lavare. La cosa era era reciproca:  io non avevo voglia di lavare il cane.

Alle 6 del pomeriggio, l’ho finalmente acchiappata e sistemata in vasca, ignorando tutto quello che mi era stato insegnato da un’amica che per anni era stata assistente di un handler di grido: lo shampo va diluito molto bene! Ma su dai… cosa vuoi che cambi, è uno shampo volumizzante, lei ha tre peli, li volumizziamo… e via di impataccate di shampo sulle frange. In dieci minuti il cane era lavato, poi siccome non avevo proprio voglia, ho saltato la fase di messa in piega, limitandomi a farle indossare il suo accappatoio (parlerò di accappatoi per cani in futuro).

Dopo qualche ora, tolto l’accappatoio, orrore! I tre peli posseduti erano diventati due,  per giunta mosci ed appiattiti. Prima di andare a dormire, ho cercato di convincermi che la notte li avrebbe asciugati e volumizzati a dovere. Mi sono svegliata tre volte con l’incubo del pelo attaccato, vedevo immagini di peli attaccati al torace.  Al mio risveglio definitivo, il pelo era ancora attaccato, sia a livello di torace che altrove.  In panico, ho mandato un messaggio alla toelettatrice, pardon, alla shampista, la quale, alle 8.30 del mattino, aveva già toelettato tre schnauzer giganti, ridipinto la casa e, sicuramente, anche infornato il pane per la settimana (questo l’ha tenuto segreto per non umiliarmi troppo). Io avevo… fatto colazione, dato una sbirciatina alle notizie del giorno, aperto la pagina del meteo, ricontrollato l’uso del symphitum in omeopatia e, altre cose così…. Ah sì, avevo anche provato a passare la scopa elettrica: mi era rimasta in mano la spazzola e, avevo perso qualche altro attrezzo che si usa per pulire, ora non ricordo precisamente quale. Mi ero anche accorta (e poi dimenticata!) che l’uso profuso dello shampo mi aveva cotto la pelle delle mani.

La sentenza della shampista (Miriam Lola)  è stata impietosa: rilava il cane. Come rilava il cane? L’ho lavato 12 ore fa, mi odierà per il resto dei suoi giorni, e poi… se lavo il cane lo devo anche asciugare e devo partire, farò in tempo? Senza perdere altro tempo, ho rimesso la cagnolina in vasca – sì, mi ha odiato- e, questa volta, seguito alla lettera le istruzioni della shampista. Diluisci una quantità di shampo pari a circa una moneta da 1 euro in una quantità d’acqua pari a circa una ciotola d’acqua per cani. Tutto molto circa, tutte misure molto peculiari ma che, data la situazione di emergenza, sono diventate subito chiare.

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La shampista…

La shampista aveva anche precisato di sciacquare bene, ma non aveva spiegato come asciugare. Non ho un soffiatore e non ho nemmeno un phon normale: sono riccia e non so lisciarmi i capelli, ho solo un phon molto semplice con diffusore. Briony è liscia però e, anche se non sono una shampista, so che il diffusore non si usa sui capelli, pardon sui peli, lisci. La soluzione, via il diffusore e phoniamo, in direzione delle frange, così, ad istinto.

Risultato? Ottimo. Ieri ho lavato i capelli con la tecnica della shampista e sono venuti bene, proprio come le frange del cane, W le shampiste!