E siamo arrivati a Natale!

Dogs & Country augura a tutti i suoi lettori Buon Natale e uno splendido 2017. 

Prima di scrivere questo paragrafo, io (Rossella) ho fatto una breve ricerca su perché Natale è Natale, e su perché viene celebrato proprio il 25 dicembre. Una festività simile al Natale esisteva molto prima che i cristiani trasformassero quella data nella loro giornata più importante. Quindi, nel pieno rispetto di ogni fede religiosa, sono arrivata a trarre alcune mie conclusioni. Penso che questa giornata speciale, fissata alla fine di dicembre, abbia molteplici significati e scopi. Credo, per esempio, che serva a rallegrare le persone durante i bui mesi dell’inverno; a celebrare l’imminente risveglio della natura, e a dare un senso di chiusura prima dell’inizio del nuovo anno. A Natale si dimenticano le cose più concrete e ci si guarda dentro, a volte ci si intristisce, ci si domanda quali siano le speranze, le necessità, i desideri eccetera. Pensate alla storia delle lettere a Babbo Natale: si insegna ai bambini a scrivere lettere in cui elencare i giocattoli tanto desiderati. Quando arriva il Natale, gli adulti sono spinti sullo stesso sentiero che li induce a pensare ai propri sogni. Sto dicendo che anche gli adulti scrivono a Babbo Natale? Esatto, lo fanno in segreto, nella loro mente, non lo ammetteranno mai!

Grazie ancora, lettore, perché ci leggi e apprezzi i nostri scritti. Mantieni la calma se le giornate si dovessero fare un po’ tese e abbraccia il tuo cane, perché lui ti vuole felice.

Con la speranza che le tue festività siano piene di gioia e risate.




Buon Natale

Dallo Staff di Dogs & Country. Così come mi ero permessa una riflessione ampia all’inizio della stagione venatoria, me ne permetto un’altra prima del Natale. Solitamente sfrutto il tempo libero (e le giornate vicine alle festività) per attività cinofile e cinovenatorie. In parole povere cerco di passarle all’aria aperta o, se al chiuso,  di sfruttarle per qualcosa di legato alle mie passioni. Per questo motivo fatico a capire l’italiano medio che sfrutta ogni secondo di tempo libero per migrare (spesso con tutta la famiglia a seguito!) verso i centri commerciali.  Questo dicembre è stato un vero incubo sul fronte “migrazioni”, parola di una povera tapina il cui paese di residenza è stato man mano accerchiato da centri commerciali. No, non ho scelto io di abitarci in mezzo, sono cresciuti dopo, diffondendosi a macchia d’olio e intaccando in maniera profonda la viabilità (nonché la qualità della vita dei residenti). Da venti giorni a questa parte, uscire di casa per una commissione innocente (o per recarsi in mezzo alla natura) consiste nel rimanere imbottigliati nel traffico a pochissimi chilometri da casa. Traffico causato, appunto dal popolo migratore che, per ragioni a me assolutamente incomprensibili, sembra migrare solo verso sud. Nessuno frequenta più i centri storici, pochi si avventurano a nord della città, il richiamo del consumismo, misteriosamente, spinge tutti a sud.

Ora, potremmo stare a discutere per giorni sulle scelte illogiche della politica, sul consumo insensato del territorio, sui massimi sistemi… ma il buonsenso dove lo mettiamo? Cosa motiva questa forsennata corsa al centro commerciale? Il bisogno impellente di acquistare cosa? Cibo? (a partire da 20 giorni prima di Natale?) Regali? (per una quantità di persone pari alla popolazione dell’intera Cina?) Vorrei lanciare un mezzo invito a trascorrere in maniera alternativa il proprio tempo libero: si possono fare attività all’aria aperta, attività culturali,  addestrate il cane… un sacco di cose maledettamente migliori dello stiparsi come sardine in un centro commerciale invaso da virus e batteri.1910251_10156437973510360_7780739062121850299_n

Non fa bene alla salute, né fisica. né mentale. Non credo di aver mai visto tanta gente così affannata, isterica ed ostile come nell’ultima settimana: ma il Natale non rende tutti più buoni? Sembra che si sia perso di vista il significato della festività e vi assicuro sull’intera specie canina che non mi sto riferendo al significato religioso del Natale.  Non è questione di essere credenti o meno, è questione di sfruttare questa festività per migliorarsi, per dare il peso alle cose che contano. Per trovaretempo per se stessi per lo meno, per rilassarsi, per migliorarsi, per fare qualcosa di intelligente insomma!

Guardandomi intorno, invece, gli stati d’animo e le azioni, le atmosfere, mi rendono perplessa. Il Natale per molti è un momento difficile, può essere emotivamente “pesante”, quindi perché dobbiamo “appesantirlo” ulteriormente? Probabilmente rimarrò in eterno senza risposte ai miei quesiti, convinta però che crescendo si dovrebbe imparare che i migliori”regali” da chiedere a Babbo Natale, sono cose che non si possono comprare!

Nonostante ciò, buon Natale e…  Buon tutto!