Un veloce aggiornamento sulla taurina

Qualche settimana fa, ho postato un pezzo sulla taurina. Nello specifico ho parlato del fatto che alcune razze sono meno efficienti nel metabolizzarla (potete leggere tutto qui).

Un deficit di taurina può causare cardiomiopatia dilatativa e quindi tutti coloro che possiedono esemplari di una razza a rischio dovrebbero testare il proprio cane. Ho testato Briony e i suoi valori sono risultati normali. Lei si alimenta con cibo casalingo cucinato.

Come appena detto, i sui valori sono nella norma ma ho chiesto a Lucia Casini, Professore di nutrizione veterinaria all’ Università di Pisa, se  fosse il caso di integrare durante i periodi di caccia e addestramento intenso. Lucia consiglia di integrare con 500 mg al giorno in quei periodi (cane atleta di circa 20 kg).

Tra i laboratori a cui potete rivolgervi ci sono: Idexx, Laboklin e San Marco.

Inoltre, siccome la maggior parte dei miei lettori si occupa di cani da lavoro (date un’occhiata al Gundog Research Project!), lasciate che aggiunga che gli atleti possono avere un fabbisogno di taurina più elevato. Se desiderate approfondire, il web è ricchissimo di articoli dedicati alla taurina e alla cardiomiopatia dilatativa nel cane, lo scopo del mio articolo è semplicemente quello di far conoscere questo problema.




La taurina, il setter inglese e le altre razze

La scorsa settimana il server si è crashato dopo la pubblicazione di un articolo sulla tirosina e per dieci giorni non ho osato pubblicare nulla, ma oggi è venuto il momento di considerare un altro amminoacido. Un’allevatrice di setter americana, infatti, ha di recente pubblicato su Facebook la storia del suo cane a cui è stata diagnosticata un’insufficienza cardiaca congestizia. A questa situazione si era arrivati a causa di una DCM (cardiomiopatia dilatativa) e il cardiologo ha consigliato di controllare i livelli ematici di taurina. Lei ha controllato il cane e tutti gli altri setter di sua proprietà e, sorpresona, i livelli di taurina erano bassi in tutti quelli che alimentava con un mangime grain free ritenuto ottimo, mentre erano normali in quelli che mangiavano crocchette che potremmo definire “normali”.

La taurina ha moltissime funzioni e le potete leggere qui ma, può davvero una carenza di taurina provocare una cardiomiopatia dilatativa? Sappiamo che questo succede nel gatto che non può sintetizzarla (amminoacido essenziale) e che quindi deve assumerla con la dieta. Per i cani, al contrario, la taurina non è considerata essenziale e si ritiene la producano da sé sintetizzandola dagli amminoacidi solforati metionina e cisteina.

Così, per fugare ogni dubbio, ho contattato di nuovo Lucia Casini, Professoressa di Nutrizione Veterinaria all’Università di Pisa, e mi ha confermato quanto appena scritto, sottolineando che, comunque, bassi livelli di cisteina e metionina nella dieta potrebbero causare una deficienza di taurina. Quindi, questo significa che i mangimi contengono livelli inadeguati di tali amminoacidi? Può darsi, ma va ricordato che alcune razze sono meno efficienti nel trasformarli in taurina. Quali sono le razze? Cocker (americano e inglese), setter inglese, retrievers (golden e labrador), terranova e San Bernardo ma, onestamente, non mi sento di escludere che il problema possa essere presente in altre razze ad esse affini , o in razze in cui sono presenti casi di DCM. Per questi animali, l’integrazione di taurina potrebbe avere un ruolo preventivo e non curativo.

Cosa fare quindi? Credo servano ulteriori ricerche per poterlo affermare con esattezza ma, in quanto proprietaria di un setter inglese, mi sto informando su quali laboratori effettuano questo esame e su quali siano i costi. In attesa di nuove scoperte, sento di consigliare la stessa cosa a chi possiede esemplari delle razze menzionate, di razze affini e di razze ritenute a rischio DCM.

Aggiornamento, ho trovato almeno tre laboratori che testano: Idexx, Laboklin e San Marco. I prezzi sono attorno ai 60-70 euro. (Aggiornamento qui)

Inoltre, siccome la maggior parte dei miei lettori si occupa di cani da lavoro (date un’occhiata al Gundog Research Project!), lasciate che aggiunga che gli atleti possono avere un fabbisogno di taurina più elevato. Se desiderate approfondire, il web è ricchissimo di articoli dedicati alla taurina e alla cardiomiopatia dilatativa nel cane, lo scopo del mio articolo è semplicemente quello di far conoscere questo problema.




Diamanti in palude: le prove a beccaccini

Ho una predilezione per il beccaccino, vai a capire il perché. Sì, certo preferisco le grouse ma il beccaccino non è male e mi aiuta a gestire l’assenza delle prime. Io e il beccaccino siamo vecchi amici, ci siamo incontrati nel 2004, l’hanno in cui ho preso la prima licenza di caccia. Per accorciare una lunga storia, ero venuta a sapere dei beccaccini attraverso i libri e i racconti dei cacciatori, ma non li avevo mai visti dal vivo fino a quando Spina, una setter inglese, ha fermato uno di loro. Il suo lavoro mi ha affascinato al punto da farmi amare i beccaccini. Non tutti i cani li fermano e non a tutti i cani piacciono: i beccaccini vivono in ambienti ostili, come risaie e paludi. Più specificamente, dalle mie parti, i beccaccini vivono in risaie allagate dall’acqua, più c’è fango e meglio è. Non è facile galoppare su questi terreni e le condizioni climatiche tendono ad essere ugualmente avverse. Autunno e inverno qui sono famosi per la nebbia, l’umidità e l’assenza di vento: un cane deve veramente amare i beccaccini per decidere di andarseli a cercare. Servono anche fondo e forte predatorietà: i beccaccini scarseggiano e non è improbabile che un cane finisca per correre per ore su terreni deserti e difficili. E, se poi il cane è fortunato abbastanza da trovarne uno, il selvatico potrebbe comunque essere più furbo e volare via prima che il povero quadrupede abbia modo di fermarlo.

Cuore

I beccaccini sono nervosi, veloci, leggeri e incredibilmente difficili ma, nonostante ciò, qualche conduttore coraggioso, iscrive i cani alle prove su beccaccini. Prove che, dato il selvatico, sono diverse da qualsiasi altra prova e ritenute adatte solo a “specialisti”. Le regole e i parametri di giudizio le rendono speciali, per esempio i cani da ferma inglesi corrono da soli e non in coppia, cosa normalmente impossibile. Perché corrono da soli? Perché, altrimenti, sarebbe improbabile che lavorino il selvatico correttamente. I giudici vogliono un cane veloce e dalla cerca ampia che, contemporaneamente, sappia dove sono i selvatici. Si parla di “senso del beccaccino”: il cane deve correre piacevolmente sfruttando il vento e trovare un beccaccino, senza apparente sforzo, nei 15 minuti del turno. Ciò non è affatto semplice, i cani lenti che trotterellano attorno incapaci di distinguere tra la preda e la sua emanazione (esibendo incertezze e ferme false) non sono apprezzati. Il cane deve mostrarsi deciso, correre, trovare e fermare. Alla ferma non segue generalmente la guidata perché il beccaccino si invola da solo con facilità, spesso anche troppa. Non è possibile far correre due cani a piena velocità nella stessa risaia, i beccaccini, se presenti, esploderebbero come mine! È anche meglio non usare troppo il fischietto, non parlare e fare attenzione a non sbattere le portiere della macchina, fate troppo rumore e si finirete col correre su beccaccini fantasmi. Ah, dimenticavo i frullini, creature fatte apposta per complicare e ancor di più le cose!

Quanto appena scritto è sicuramente sufficiente per indirizzare i conduttori da un’altra parte, a patto che costoro siano saggi. Ho sempre pensato alle prove su beccaccini come ad una specie di Olimpo e li ho immaginati, un po’ come le donne normali immaginano una vacanza ai tropici. Mi piacciono i beccaccini e anche a Briony piacciono, abitiamo nella terra dei beccaccini (fantasma), ma i miei piani per le prove d’autunno li avevano categoricamente esclusi, avremmo gareggiato su animali normali, come fagiani e starne. I miei piani perfetti, tuttavia, sono durati fino a quando non è stata cancellata la mia batteria ad una prova “normale”, due giorni prima che questa avesse luogo. Amareggiata, sono andata online a controllare che altre prove ci fossero in calendario dalle mie parti, e l’unica era una prova a beccaccini. Così ho preso il telefono e chiamato il presidente del Club del Beccaccino, che subito mi ha rimbalzato al segretario. Sorpresa, il segretario era una persona che conoscevo da anni, mi ha iscritto subito alla prova!

Blus
Blus

Il giorno della prova, raggiunto il punto del raduno, mi sono sentita un po’ a disagio. Tutti sembravano molto professionali e c’erano adesivi e toppe con i beccaccini ovunque. Anche sul terreno ho avvertito lo stesso senso di inadeguatezza: borotalco spruzzato in ogni direzione per trovare il vento (non c’era vento e io non avevo borotalco) e conduttori pignolissimi sulla scelta dei terreni. Il Club del Beccaccino mi ha chiesto di scattare fotografie e ho accettato con piacere, dal momento che questo mi avrebbe permesso di seguire la batteria da vicino. Quanto visto non mi ha impressionato: alcuni cani (incluso il mio) sono stati costretti a correre su terreni deserti e asciutti, mentre altri, pur avendo avuto abbondati occasioni, le hanno buttate via non riuscendo a lavorare correttamente il selvatico. Abbiamo avuto ferme false, sfrulli, rincorse, eccetera eccetera ma, sebbene il lavoro dei cani non fosse stato degno di nota, le persone mi avevano colpito in positivo: erano gentili, amichevoli ed incoraggianti. O meglio lo sono diventate dopo l’avermi studiato per alcune ore: all’inizio pensavano che fossi lì “solo” per le foto e non riuscivano a collegarmi al cane. Queste persone pensavano che il cane fosse lì “solo” a guardare e che fosse troppo carina e troppo bianca per gareggiare. Quando hanno finalmente accettato il fatto che avrebbe corso, si sono auto convinti che sarebbe venuto qualcun altro (uomo) a condurla. Non ho idea di dove avessero collocato l’uomo, dal momento che la mia auto non conteneva al cune essere umano (tranne me), forse pensavano che sarebbe arrivato all’ultimo minuto, giusto in tempo per il turno. Quando hanno visto incamminarmi verso il terreno con il cane al guinzaglio, il che dichiarava che sarei stata io il conduttore, è calato il silenzio e siamo finite, nostro malgrado, sotto le luci del palcoscenico. Ci era toccato un terreno orribile: ruscello a sinistra, ferrovia di fronte, trattore a destra e stoppie asciutte. Briony ha lavorato bene, stando sul vento e esplorando il terreno con metodo ma, sfortunatamente, non c’era alcun beccaccino ad aspettarla. La sua buona condotta, tuttavia, ha cancellato i sospetti e mi ha trasformato improvvisamente in un buon conduttore. Il silenzio è cessato e le persone mi sono venute incontro per congratularsi e fare domande. È stato divertente: mi hanno chiesto se l’avessi preparata io, quale fosse la linea di sangue e se avessi intenzione di continuare a presentarla, belle sensazioni.

Noi

Alla fine della giornata ero confusa e non sapevo se avrei partecipato , o meno, ad altre prove su beccaccini. Verso il finire della settimana, tuttavia, avevo preso la mia decisione e Mauro, come promesso, mi aveva tenuto un posto. Questa volta, al raduno, c’erano diversi nuovi “amici” che mi hanno fatto sentire parte del branco o, meglio, una specie di animale domestico adottato da una famiglia. Lo stesso Club del Beccaccino aveva auto-deciso che sarei diventata la sua fotografa e i conduttori hanno prontamente imparato a fare del loro meglio per riuscire bene in foto. Alla fine ho partecipato a 5 delle 10 (?) prove del circuito autunnale e questo è quello che è successo. Su cinque prove Briony si è trovata in condizioni di poter lavorare il beccaccino solo in due occasioni. Nel primo caso l’aveva avvertito ed aveva iniziato ad accostare ma, un istante prima che potesse fermarlo, lui si è involato per motivi suoi e questo ha portato all’eliminazione. La seconda volta, invece ha sbagliato in pieno, non abbiamo visto altri beccaccini fino alla quinta prova, corsa sotto un diluvio che ha spinto i beccaccini ad essere estremamente leggeri e a involarsi da soli molto, molto avanti rispetto ai cani. Stavo dimenticando la prova numero quattro quando ha fermato un fagiano: era l’unico selvatico nei paraggi ma non era valido per quella prova. Il cane che ha corso dopo di lei è stato ugualmente sfortunato incappando nell’unica lepre di tutto l’ATC. Io e Briony non ci siamo mai qualificate durante queste prove, ma i giudici ci hanno detto di continuare (o avrei risparmiato soldi!) ed è stata menzionata da uni giudice durante una relazione, un trattamento di solito riservato a quei cani che hanno fatto bene ma che, per un motivo o per l’altro, sono stati un po’ sfortunati.

Lui!!! (Oldrado)

Generalmente, nel corso di ogni prova solo il 20% dei cani incontrava è brutto che sia così, ma questi animali sono selvatici che non possono essere posati prima della gara e tutti hanno dovuto fare i conti con la loro scarsità. O forse, si poteva cercare di comprare una buona dose di fortuna in anticipo. Nel mio caso non sono mai riuscita a metterla nel carrello ma, devo ammettere che gli altri concorrenti sono stati discretamente gentiluomini cercando di farmi correre su terreni idonei e suggerendomi dove cercare. È un po’ più facile trovare un beccaccino se conosci i terreni anche se… questi selvatici sono sempre pronti a coglierti di sorpresa!

In definitiva, le prove a beccaccini sono difficili come si sente dire? Credo di sì, i beccaccini sono pochi, nervosi e tremendamente influenzati dalle condizioni meteo. I beccaccini sono come diamanti e, proprio come i diamanti sono minuscoli e difficili da trovare, però luccicano, se li si cerca con attenzione li si può trovare. Abbiamo corso la prima prova durante una mattinata tiepida, umidiccia e senza vento. Le successive prove si sono tenute in mattinate fredde, nebbiose e prive di vento, fatta eccezione per l’ultima prova quando il vento è arrivato insieme a una pioggia torrenziale! Fermare il beccaccino in assenza di vento è molto duro, e la scarsa visibilità ha reso il compito dei giudici anche più difficile. Che dire dei conduttori? Si è trovato un po’ di tutto, come alle altre prove: cani perfetti e cani più “creativi” che si sono mangiati le ciance di andare in classifica perché hanno inseguito o sono andati fuori mano, ma ho visto dei buoni cani? Sì, credo di sì, e devo ammettere che, sebbene la maggior parte dei concorrenti presentasse setter inglesi, ho visto anche ottimi rappresentanti di altre razze. Voglio menzionare un paio di irlandesi (non andati in classifica), un pointer altrettanto bello da vedere (e altrettanto sfortunato) e un super Gordon: difficilmente mi piacciono i gordon ma questo era davvero speciale! Mi rivedranno in primavera? Forse…




L’anello mancante: il moor

Attenzione, questo è un articolo criceto.

Che diavolo è un articolo criceto? È uno di quegli articoli che inizia a correre nella testa dell’autore come fanno i criceti sulle loro ruote. Gli articoli criceto vogliono essere raccontati e diventano impazienti quando gli tocca aspettare. Il mio criceto corre da un mese, è giunto il momento di accontentarlo. La creaturina vuole che scriva sull’anello mancante, e cioè sul moor. Quelli che mi conoscono personalmente, o che sono da tempo in contatto con me, sanno che sono un po’ strana e che convivo tranquillamente con le mie peculiarità. Però, a volte, mi sento fuori posto, come se mancasse qualcosa.

Parlando di setter inglesi, razza nei confronti della quale provo una grande devozione, mancava un pezzo del puzzle e ci sono voluti 16 anni dal mio primo setter per trovarlo. Gli adulti strani, in maggioranza, sono stati bambini strani, non faccio eccezione. Quando ancora gattonavo, non ne volevo sapere di bere latte, il mio biberon era pieno di té, per forza che poi non dormivo. A quattro anni, le maestre d’asilo hanno chiamato a colloquio i miei genitori. Erano preoccupate perché usavo troppo viola nei disegni. I miei genitori non seppero fornire una spiegazione e nemmeno io so darla, del resto sono nota al colorificio locale per essere quella che ordina un violetto erica/malva da mettere sulle pareti! A cinque anni, a colazione, mangiavo pancakes e tè, i bambini normali caffè latte con biscotti. Nello stesso periodo mi fu regalato un libro sui 25 anni di regno della Regina Elisabetta, ce l’ho ancora, gelosamente conservato nella mia biblioteca. L’anno successivo ho chiesto di essere iscritta a un corso extra di lingua inglese e, grazie al mio libro di testo, ho appreso chele case britanniche messe in vendita avevano ragni giganti nelle vasche da bagno. E, infine, a dieci anni, ero assolutamente convinta di aver “bisogno” di un setter inglese da lavoro. I miei genitori la pensavano diversamente.

Pareti... e altro!
Pareti… e altro!

Anni dopo ne ho finalmente avuto uno, ho iniziato a portarlo a caccia e a partecipare come spettatrice alle prove di lavoro. Qualcosa, tuttavia, mancava. Mi divertivo in campagna e continuavo a cercare di informarmi, leggevo, chiedevo, seguivo giudici e cacciatore più esperti ma qualcosa che non riuscivo a definire continuava a mancare. L’unica cosa che riuscivo a capire è che amavo alcuni terreni più di altri. Potrei menzionare Villa Alta a Ruino; Costa del Vento o Costa Pelata a Montalto – tutte in Appennino e tutte, ironicamente, – l’avrei scoperto dopo – abbastanza somiglianti ad un moor. Altri posti mi suonavano insignificanti. Gli italiani dicono che le razze inglesi hanno bisogno di spazio e giustificano gli estremi della Grande Cerca asserendo che queste razze sono nate per cacciare sui moors. I miei connazionali trovano perfettamente normale che un setter salti da una valle all’altra (e sia monitorato nell’impresa con un GPS) perché, dopotutto, è nato per il moor. I pointer possono spaziare anche di più, due o tre valli sono il numero ideale. Non h mai creduto del tutto a questa teoria, ma ho tenuto questa convinzione per me. Forse avevano ragione ma mi sembrava si cercasse di infilare un piede nella scarpa sbagliata.

Costa del Vento in febbraio
Costa del Vento in febbraio

Dopo tutto i setter lanciati in ampie distese pianeggianti, nei boschi o tra i roveti se la cavano piuttosto bene, la razza è sicuramente versatile e adattabile. Il mio istinto, tuttavia, continuava a dirmi che qualcosa era fuori posto. Nei miei libri e sulle mie pareti c’erano vecchie fotografie di cani sul moor ma erano in bianco e nero, non riuscivo a comprendere i colori. Nel 2008 ho acquistato alcune britanniche: il moor risplendeva in violetto! Non era solo l’erica, il cielo e la luce erano in differenti gradazioni del viola, tutta l’atmosfera era violetto! Era magico, incredibile, credevo avessero ritoccato i colori con Photoshop, a volte riesco ad essere abbastanza ingenua!

Nel 2015 sono andata su un moor per la prima volta, e tutto era incredibilmente famigliare e “normale”. I cani in corsa sul moor si inserivano perfettamente nel contesto: grouse, erica e cieli color lavanda sembravano fatti su misura per loro. Non appena ho lasciato il moor, ho iniziato a sentirne la mancanza. Sentivo di dover tornare, viverlo, capirlo. Un anno dopo, gli stessi cieli color lavanda mi guardavano dall’alto, io rispondevo con un sorriso. Ho passato un mese tra l’erica, tra le grouse, tra I cani da ferma e tutto è andato a posto: iI setter apparteneva al moor, o viceversa; le grouse gli si addicevano perfettamente e l’erica li aiutava nel lavoro, anche il tempo era splendido! Beh, il tempo sui moors è di rado splendido se lo si valuta con parametri da umani ma… se immaginate di essere un cane, il tempo è perfetto! È freddo abbastanza, ventoso abbastanza, umido abbastanza. Ero talmente abituata ad essere spazzata via dal vento da sentirne la mancanza. Ero (e resto) talmente innamorata del moor che ho condiviso subito con entusiasmo le fotografie con amici italiani. Alcune loro reazioni mi hanno sorpreso. Un amico, in particolare, si è accorto che mancavano gli alberi, li trovava luoghi molto spogli. In effetti non mi ero mai accorta che mancassero gli alberi e questo, probabilmente, è accaduto perché non li considero affatto spogli. Al contrario, sono pieni di doni, bisogna solo essere sensibili abbastanza per accorgersene. Non mi servono i boschi per dare la caccia alla beccaccia, non mi strega. So che è il selvatico preferito dai setteristi italiani e la trovo un animale affascinante ma non posso affermare di amarla. La grouse è diversa ed è una grande maestra, severa e paziente allo stesso tempo, probabilmente uno dei migliori selvatici su cui preparare i cani da ferma. Inoltre non considero i boschi un terreno ideale per il setter inglese: alberi e foglie nascondono il lavoro del cane, l’erica invece, nasconde le grouse ma lascia il cane sul palcoscenico.

Cani, erica viola e cieli lavanda
Cani, erica viola e cieli lavanda

Il moor è uno spazio sacro in in cui solo i cani ben educati sono ammessi: sul moor si addestra, si compete in prove di lavoro, si va a caccia. Per ora ho vissuto solo le prime due attività e continuerò a scriverci su, quello che posso dire, in breve è che i field trials sono differenti dalle nostre prove di lavoro. Non sono qui per affermare che siano migliori o peggiori, non riesco nemmeno a spiegare bene come le consideri, riesco solo a dire che, nella loro diversità, le trovo normalissime e… mi hanno persino dato ragione! Moor, grouse & trials insegnano ai cani di allargare, ma mi allargare “il giusto”, che è diverso dall’ “allargare follemente”. I terreni aperti sono tentatori, ma un cane intelligente e addestrato all’inglese aprirà quanto gli potrebbe essere consentito in una tradizionale – GPS free – giornata di caccia. Essendo stata la caccia la prima attività intrapresa con il cane da ferma, non posso che concordare. Forse un giorno parteciperò a una giornata di caccia alla grouse e così saranno messi i tocchi finali al quadro: setter inglesi, erica viola, profumo di polvere da sparo e cieli color lavanda.




Campionato Europeo Selvatico Abbattuto 2016 per Setter Inglesi

Nel 2016 il Pointer & Setter Club Schweiz  è stato l’ente incaricato di organizzare questo importante evento che, a causa della complessa legislazione elvetica in materia di caccia (e cani) ,è stato collocato in Italia settentrionale, a circa due ore dai confini svizzeri. Nello specifico, il Campionato Europeo è stato ospitato dalla riserva di caccia del Dr. Machiavelli a Cantalupo Ligure, Alessandria, un posto facile da raggiungere e perfetto per questo tipo di prova.  Simone Meili,  del Setter & Pointer Club Schweiz, si è rivelata la personificazione delle famose precisione e efficienza svizzere. La brochure informativa era molto dettagliata e Simone ha fissato un punto di  ritrovo perfetto: facilissimo da trovare, provvisto di un ampio parcheggio, di un bar, di una toilette e persino di prese della corrente e connessione wifi per mettere subito tutto a PC. Come potete immaginare anche tutto il resto è filato liscio!

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Ho raggiunto l’evento nella sua seconda giornata (10 ottobre), la giornata precedente era stata seguita dalla collega Erica Recchia.  L’atmosfera era molto internazionale con diversi team provenienti da varie parti d’Europa. Anche  i giudici provenivano da nazioni e da tradizioni cinofile differenti.  Io  ho seguito la Batteria 2,  giudicata da D.Sormaz (Serbia – Presidente), F. Gerzinic (Croazia – a destra)  D.Gouzounas (Greece- a sinistra), la batteria era composta da 12 coppie. La batteria si sarebbe corsa sul terreno di Chiminiera e il nostro accompagnatore (e sparatore!) sarebbe stato Roberto Locatelli, coadiuvato come sparatore da Dejan Gavrilovic. Ha smesso di piovere poco prima che fosse sganciata la coppia numero uno, faceva piuttosto freddo per essere ottobre e c’era una vento abbastanza teso che continuava a cambiare direzione, spingendo le starne ad involarsi alla svelta e, a volte, sorprendendo i cani. I terreni erano molto belli e eterogenei:  i cani avevano ampio spazio a disposizione, ma dovevano usare il terreno in maniera intelligente. La riserva di Cantalupo  si distende su terreni collinari e colture e vegetazione cambiano frequentemente. Nel corso di un turno il cane può correre sull’erba, tra i rovi, in boschetti, cespugli, arbusti, su rocce… il cane deve essere sveglio e adattarsi, proprio come accade in una vera giornata di caccia. La maggior parte dei soggetti ha avuto modo di incontrare o di percepire emanazioni: c’erano fagiani e voli di starne. abbiamo anche incontrato una lepre e un paio di caprioli (inseguiti dai rispettivi setter!).  Ho visto anche sei cinghiali in lontananza e il giudice Gerzinic ha affermato di aver visto dei lupi la sera prima, nessuna sorpresa, visto il nome del posto!

Slideshow sotto

La prima coppia era formata da Ciak del Zagnis, condotto da Nicolic (Serbia), e da  Pianigiani’s Ford, condotto da Stefano Pianigiani (Italia). Durante il suo turno, Ciak ha fermato, fatto involare e riportato un fagiano, la sua azione gli è fruttata un 1 Ecc CAC/CACIT  e gli ha permesso di diventare Vice Campione Europeo 2016. Nel secondo turno, con Ami Cicco du Turbillon Blanc ,condotto da Simone Meilli (Svizzera,) e Dac de Playabarry, condotto da J.L.Diaz, abbiamo visto Dac guadagnarsi un Eccellente.  Per vedere altri cani andare in classifica abbiamo dovuto attendere il quinto turno, con il buon lavoro di Bruss, condotto da Patrizzi (Italia), che gli ha fatto guadagnare un 2° Eccellente. Altri cani classificati sono stati Pirlo od Gastona, condotto da Zekanovic (Croazia), e Marzale’s Hogan, condotto da Elvis Trajkov (Macedonia). Questi due cani erano compagni di turno nell’ottava coppia e hanno preso un Molto Buono. Durante il dodicesimo ultimo turno, Rex del Faenor, condotto da Sanz (Spagna), ha fatto un buon lavoro con due belle azioni tra cui una lunghissima guidata per raggiungere il suo fagiano, ha ottenuto un 3° Eccellente.
Dopo la dodicesima coppia, siamo stati raggiunti dai concorrenti e dai giudici della Batteria 1: Sergio Bianconi (Italia – Presidente), W.Jost (Austria) e N.Kassianidis (Cipro) al fine di decidere, attraverso un “barrage”, quale cane, dopo due prove in due giorni, sarebbe stato nominato Campione Europeo 2016. I giudici prescelti erano D.Gouzounas (Grecia – Presidente), F. Gerzinic (Croatia) e N.Kassianidis (Cipro) che, dopo un breve turno, hanno scelto come vincitore Atos condotto da Mirko Caramanti (Italia).

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I risultati:
Campione Europeo 2016 Selvatico Abbattuto – Athos condotto da Mirko Caramanti (Italia)
Vice Campione Europeo 2016 Selvatico Abbattuto  – Ciak del Zagnis condotto e di proprietà di Nikolic (Serbia)
Campione Europeo 2016 Selvatico Abbattuto Femmine – Lavezzi del Zagnis di Scandella, condotto da Giuseppe Pezzotta (Svizzera)

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PRA & NCL-D nel setter inglese // PRA & NCL-D in the English Setter

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La sigla PRA (rcd 4) sta per Atrofia Progressiva della Retina mente la sigla NCL-D è acronimo di Lipofuscinosi Neuronale Ceroide. Cosa sono?

Si tratta di due malattie genetiche presenti in diverse razze canine, tra esse il setter inglese. Personalmente, sono a conoscenza della NCL-D da almeno 20 anni ma solo pochi anni fa avevo appreso che fosse stata individuata la mutazione. Mi risultava altresì che l’unico laboratorio che effettuava i test fosse in Repubblica Ceca.

Per quanto riguarda la PRA, invece, la disponibilità del test per il setter inglese e per il setter gordon è relativamente recente ma da diversi anni la malattia è conosciuta e testata nel setter irlandese, ne avevo parlato anche nel mio libro sui setter.

Cosa comportano queste malattie nello specifico? L’atrofia progressiva della retina causa cecità nei soggetti affetti. Il test a disposizione  indaga su una delle forme di PRA  presenti nel setter inglese. E’ possibile, purtroppo, che ce ne siano anche altre.  Non esistono terapie per la PRA. La patologia è  caratterizzata da insorgenza tardiva, si sviluppa cioè in soggetti adulti che potrebbero già essersi riprodotti.

Secondo il laboratorio Antagene, la mutazione responsabile della patologia è presente nel 7% della popolazione dei setter francesi (moltissimi dei quali, mi preme ricordarlo, hanno antenati italiani). Sono stati altresì riscontrati casi di PRA (rcd4) in setter inglesi norvegesi, di sangue italiano e non.

Sulla lipofuscinosi non ho dati numerici da trasmettere ma mi preme sottolineare che è una patologia neurodegenerativa GRAVE che porta a morte del soggetto. Un cane affetto da lipofuscinosi difficilmente raggiunge l’anno di età e trascorre i suoi pochi mesi di vita miseramente, causando sofferenza anche ai proprietari destinati a vederlo spegnere.  E’ pertanto dovere degli allevatori e degli appassionati impedire che questo accada. Non esistono terapie per la NCL-D.

Cosa hanno in comune queste due patologie? Si tratta di patologie autosomiche recessive, causate da un unico gene che è recessivo. Questo significa che noi possiamo testare il DNA  per individuare il gene con un semplice prelievo di saliva o di sangue. Ogni soggetto possiede due copie dello stesso gene. Attraverso l’esame del DNA possiamo scoprire se entrambe le copie sono “sane”, in quel caso si parla di cane “esente” e omozigote; se è “portatore” (una copia è mutata), quindi il soggetto è “portatore” e eterozigote oppure “affetto” (due copie mutate).  Trattandosi di geni che si comportano in maniera recessiva solo i soggetti “affetti” (due copie mutate), manifesteranno la malattia. I soggetti portatori NON manifesteranno la malattia ma, se si intende usarli in allevamento, vanno accoppiati SOLO con soggetti esenti e i cuccioli vanno poi ricontrollati in quanto il 25% di loro (un cucciolo su quattro) sarà composto da portatori. Un soggetto portatore può trasmettere il gene mutato alla prole. Un soggetto affetto trasmette sicuramente il gene mutato alla prole pertanto NON va messo in riproduzione.

Il costo dei test sul DNA dipende dal laboratorio a cui vi rivolgete ma, ultimamente, ci sono buone offerte. Da Antagene ho pagato 98 euro per entrambi i test.  Si tratta di una cifra da leggersi all’interno di un programma di selezione, ogni allevatore e ogni appassionato, prima di pensare a fare cucciolate, dovrebbe fare tutto il possibile per mettere a mondo soggetti prima ancora di essere “bravi” e “tipici” siano “sani.

Immagine Antagene
Immagine Antagene

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PRA (rcd 4) means Progressive Retinal Atrophy while NCL-D stands for Neuronal Ceroid Lipofuscinosis, two genetic diseases  that can be found in some canine breeds, including the English Setter. NCL-D had been known for at least 20 years but, as far as I know, the gene responsible for it had been found only a couple of years ago. I also remember that, at the time, there was only a lab testing for it in Czech Rep.

As for the PRA, the availability of a test for the ES and GS is quite recent as well,  while the disesase is well know among IS breeders. I wrote about it in my Setter book which came out in 2004.

Which are the symptoms caused by these disesaes? PRA  causes  progressive loss of vision (at night and then in daylight) culminating in blindness. The  DNA test identifies only one of the mutations causing PRA (there are more “types” of PRA which seems to affect the ES) and Antagene Lab estimates the mutation to be present in the 7% of the French ES population (most of which has Italian ancestry).  There are also cases of PRA (rcd 4) in Norway and carrier dogs who are both of Norwegian ancestry and of Italian ancestry.  There are no therapies for PRA and this is a late onset disease which means the dog might start showing symptoms of the disease after having already been used as a stud/bitch.

I have no numerica data on lipofuscinosis which is a neurodegenerative diseases leading to loss of motor function and vision and to behavioural disorders. The age of onset can vary between 12 and 18 months and the animal will eventually died, It is a serious and painfull disesaes that would devastate owners too, it is therefore very important that breed lovers and breeders work to eradicate it.

Both these diseases are autosomal recessive, hence an animal might have three possible status:

Clear (normal homozygous) – Both the copies of the genes are correct, he or she  will not develop the disease  nor pass the mutation to the prole.

Carrier (heterozygous) –  One of the gene copy is mutated, he or she will not develop the diseases but will pass the mutation tp 50% of the prole.  If you intend to breed a carrier, his or her partner must be a Clear.  In this case, about 25% of the puppies could be carriers as well.

Affected (mutated homozygous)– Both the copies of the genes are mutated. He or she will develop the disease and pass it to all the prole. These dogs must not be used for breeding.

DNA test costs vary according to the laboratory you choose but you can find good deals online. I paid 98 euros (two tests) choosing Antagene, not a huge amount of money if you are a reputable breeder caring about the breed.  A reputable breeder must consider health prioritary, conformation and working ability are very important traits to select for but health should always come first.