Esperimenti campagnoli

Da qualche tempo mi dedico ad un esperimento nuovo. Li chiamo esperimenti perché il risultato di questi tentativi lo inizieremo solo nel prossimo autunno (2016), per ora incrociamo le dita e aspettiamo.2016-01-05 20.44.16

Da settembre ho iniziato a mettere sotto alcol, nello specifico gin e whisky, della frutta. come ho visto fare in Inghilterra.  Mi sono fatta dare la ricetta, che è all’incirca questa: riempire per 3/4 la bottiglia di frutta (a pezzettini e in certi casi bucherellata), aggiungere circa 40g di zucchero e poi aggiungere di nuovo liquore fino a che la bottiglia è colma.  Lasciare poi macerare almeno un anno agitando le bottiglie ogni 10 giorni.2016-01-05 20.47.38

Come primi frutti ho scelto i mirtilli perché probabilmente sono il frutto che preferisco.  Poi ho seguito l’autunno sfruttando i doni della campagna, ecco quindi entrare in gioco la rosa canina, i kaki, il prugnolo e l’uva San Martina, quella che ricresce sui tralci a partire da ottobre inoltrato.

In attesa di inserire nuovi frutti ho realizzato le etichette per i liquori in maturazione. Ogni etichetta (tranne l’ultima con il setter bianco e nero) parte da una fotografia che ho personalmente scattato e ogni etichetta è legata in maniera forte ai cani e alla vita di campagna. 2016-01-05 20.43.13 20160105_180009




Tutti a Prato, nel prato!

La mattina del 26 aprile, ad un orario indecente, sfrecciavo lungo la A21 diretta verso la Toscana. Si trattava di un viaggio semi-programmato: non so perché ma, a naso, avevo deciso mesi prima di andare all’Esposizione Canina Internazionale di Prato. Non Empoli, non Poggibonsi, non Firenze… Prato. Non chiedetemi perché, certe decisioni sono vengono così, da sole.  Una parte di me però non era proprio convinta di andare a Prato, perché Prato era “lontano” così ho cercato di evitare il viaggio iscrivendomi anche all’Esposizione Internazionale di Ferrara ritenendola più vicina (opinioni). Però, a Ferrara le cose non sono andate come si sperava: nessuno sputa su un 1°Ecc ma non è un CAC, e l’inseguimento doveva ricominciare, andando un po’ più a sud.

La Toscana è anche la terra in cui vivono amici che non mi sarebbe dispiaciuto rivedere ma, tra me e l’esposizione di Prato, rimanevano tante incognite. Innanzi tutto era all’aperto e io, da anima rurale, amo le esposizioni all’aperto ma le previsioni meteo non erano per nulla rassicuranti. A caccia o alle prove di lavoro si va senza problemi anche sotto la pioggia ma, in esposizione? Dopo aver lavato e stirato un cane bianco a pelo lungo?  Ero sopravvissuta a due raduni drahthaar innaffiati dalla pioggia ma, vorrete mica paragonare quelle bestiacce irsute alla mia nuvoletta bianca? L’unica mossa intelligente è procurarsi una tenda da campeggio in grado di montarsi e smontarsi da sola.  Faccio così una prima visita alla Decathlon: avverto il commesso che ero solo in avanscoperta e che non avrei nulla fino al giorno antecedente l’expo. Mi mostra una tenda Quechua 2 Seconds apparentemente facile da gestire e mi assicura che è comodissima anche per dormirci dentro.  Segue la mia risposta, categorica”Guardi, l’ultima cosa che voglio fare è dormire in una tenda!” Pochi giorni dopo sono tornata ad acquistarla, sempre convinta a non dormirci dentro però!tenda

All’arrivo trovo il sole e  trovo un parcheggio ragionevolmente comodo, scarico e mi incammino verso il ring. Una volta lì, evito di montare la tenda: non sono interessata a scoprire le mie abilità nello smontarla! Spazi, alberi ed erba rendono subito Prato inconfrontabile con Ferrara. Al di là dei risultati sul libretto, Ferrara è rimasta indigesta sia a me che al cane: troppi cani in poco spazio, ring adatti (forse) a un bassotto, rumore,  confusione: qui è tutto più aperto e più rilassato. Mentre attendo l’inizio dei giudizi, l’altoparlante presenta la giuria e i componenti del gruppo cinofilo.  Ad un certo punto annuncia “Francesco Bini”, presidente, ma come Francesco Bini presidente, io lo conosco! Dovete sapere che a Prato ero convinta di non conoscere nessuno, ricordavo solo Giuseppe Mattei, proprietario del mitico Atz del Viottolo, uno dei drahthaar che ha vinto di più in esposizione. E, invece, ecco materializzarsi un sacco di gente, più o meno nota, a partire dall’inconfondibile Federico Vannucci  con il quale decolla subito una conversazione sullo springer “completo”, altrimenti detto Bello & Bravo. Il povero Vannucci, proprio come la sottoscritta, ammattisce per salvaguardare il pelo di cani da lavoro che lavorano!

Pochi minuti dopo, arriva anche Monica con le kopove (Ape & Vespa) che ho visto nascere e crescere e che ero ansiosa di ritrovare. Sono sempre le stesse: Ape con l’aria dimessa e Vespa, grintosa nella difesa dello zaino (cioè della borsa della spesa!). Le kopo  Infine arriva anche Happy, la kleiner munsterlander di Francesca, mai raduno di razze rare fu così riuscito! L’attesa si conclude con una presentazione dignitosa del cane e, ancora più importante, con un buon risultato conquistato in un ambiente sereno in compagnia di amici.  I cani iscritti in totale erano 783, non tantissimi per un’internazionale, ma adeguatamente gestiti a livello organizzativo (con un gruppo cinofilo solerte nel rimediare errori riscontrati dopo la conclusione dell’ expo). Gradevole anche la scelta degli stand: spiccava su tutti BAU BARU’ una bancarella in cui si trovavano in vendita letti, cuscini e oggetti vari per cani realizzati artigianalmente e con tessuti di pregio. Erano talmente belli che non ho osato chiedere i prezzi, limitandomi a controllare su internet la storia di questa attività. Il titolare è un tappezziere che ha abbandonato poltrone & sofà per dedicarsi agli articoli per cani, articoli che oggi realizza con grande gusto.IMG_7989low

La gestione di cibi e bevande era affidata alla pro-loco di Migliana che aveva sistemato due ampi tendoni con annessa cucina non lontano dal mio ring. Diverse le fiammate in stile “soffio del drago” ma sempre controllate dai grigliatori. Ampio il menù che comprendeva anche piatti caldi appartenenti alla cucina tradizionale toscana. Sottolineo, infine, prezzi equi e massima cortesia da parte del personale. Unica nota logistica che ha suonato stonata… i gabinetti, grande anzi enorme, limite di tutte le expo’ all’aperto. Erano stati posizionati dall’organizzazione dei wc chimici che però, al pomeriggio… beh vi lascio immaginare.

Per il resto tutto perfetto, avrei solo voluto avere più tempo a disposizione per dare un’occhiata anche alla zona “cinese” di Prato che, se non ho compreso male, era limitrofa all’expo’. La prossima volta, magari!

 




Expo Riva & Esposizione Canina 2015

Parliamone: lo scorso giugno (2014) sono stata contattata da un gruppo di appassionati di cani da traccia che mi voleva come loro relatore ad un convegno sugli Schweisshunde! Tale convegno si sarebbe tenuto a Riva del Garda, in occasione dell’annuale fiera dedicata a caccia, pesca e ambiente.  Occupandomi principalmente di cani da ferma, ho cercato in tutte le maniera di rifiutare ma… non c’è stato verso: volevano a tutti i costi un mio intervento sull’olfatto canino. Non sono uno scienziato che si occupa di questo tema, ma a loro era piaciuto un mio articolo apparso su Sentieri di Caccia, in cui rielaboravo un capitolo del testo di Bradshaw (La naturale superiorità del cane sull’uomo) in chiave venatoria. Dopo diversi tentativi di fuga, essendo stato ciascuno di essi infruttuoso, ho accettato di fare da relatore.John_Bradshaw_In_defence_of_dogs

La data fissata per il mio intervento era il 29 marzo 2015, nella stessa giornata si teneva anche la Mostra Canina Nazionale di Riva del Garda così, dovendo in ogni caso portare il cane con me, ho iscritto Briony all’esposizione e ho suggerito di fare altrettanto ad un paio di amici che avevano intenzione di visitare la fiera.  Il 29 mattina siamo partiti tutti, assonnatissimi, complice il cambio dell’ora ma desiderosi di scoprire la fiera di Riva del Garda. La prima cosa che mi ha stupito è stata la grande cortesia, unita ad efficienza, mostrata da tutti gli addetti ai lavori: dal parcheggiatore al bigliettaio, dalla cassiera del bar al veterinario dell’expo, fino ai commissari di ring. Disponibilità ed educazione dovrebbero essere la norma ma, essendo sempre più rare, vengono subito notate.  All’atteggiamento positivo da parte delle persone, si univa anche l’efficienza: parcheggio comodo, ring grandi, centro fieristico pulitissimo (inclusi i bagni) e all’avanguardia, ampia offerta di cibo,  cosa volere di più?

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Alle 9.00  ero a bordo ring e c’erano già altri concorrenti, ma in un’atmosfera molto rilassata: non c’erano tantissimi cani da ferma iscritti ma, quelli che ho visto, erano complessivamente bei cani e non facevano pensare di trovarsi alla fiera dell’ipertipo, sensazione che provo di frequente alle esposizioni canine.  Altra nota positiva quindi, insieme all’atteggiamento del nostro giudice Giuseppe Colombo Manfroni che era (almeno a me così è sembrato) sereno e che, stando dalla parte del cane, ha “perdonato” presentazioni non sempre impeccabili, inclusa la mia.  Il gruppo di amici ha portato a casa tanti bei risultati: Aron (Deutsch Drahthaar) ha ottenuto CAC/BOB in Classe Libera (Aron ha superato VJP e HZP ma queste prove di lavoro tedesche non consentono l’iscrizione in Classe Lavoro in Italia), Corinne dei  Tre Laghi (Deutsch Kurzhaar) 1° Ecc Miglior Giovane/BOB, Jean Claude (épagneul breton) 1° Ecc Miglior Giovane/BOB e Briony del Cavaldrossa (setter inglese)1°ECC CAC/BOS… in mostra speciale setter, Classe Lavoro! Contemporaneamente, in un altro ring, il piccolo  Senza Parole del Bosco Magico -Bosco (jagd terrier,) che aveva viaggiato in macchina con me, faceva 1° ECC Miglior Giovane. AI CAC è stata data una coccarda, molte organizzazioni la offrono solo al Migliore di Razza, un plauso al Gruppo Cinofilo Trentino. Mi stavo dimenticando di dirvi che quando hanno chiamato il delegato ENCI con l’altoparlante,  ero talmente assonnata che ci stavo andando io, nonostante non fossi delegato in questa occasione!

Chiusa la parentesi espositiva, e con i proprietari di Aron che decidevano di non portarlo in ring d’onore, ho cercato di visitare la fiera e pranzare, il tutto in poco  meno di un’ora. Il risultato? Un panino dal gusto incerto, un cellulare caduto in acqua- per fortuna che era pulita- e zero shopping! Sono riuscita a vedere a malapena un paio di stand e a innamorarmi di un mammut imbalsamato. Il mammut (non provate a convincermi che era un elefante) fortunatamente non era in vendita,e il resto delle merci non sono riuscita a visionarlo. Il mio conto in banca sorride ma la mia curiosità è insaziata: come sarà stata la mostra degli Scheiben? I quadri? Le sculture? L’abbigliamento? Mi pare ci siano un sacco di buoni motivi per tornare a Riva alla prossima edizione della fiera!mammuth

Non sono nemmeno riuscita a vedere la Mostra Speciale dedicata agli annoveriani, né quella dedicata ai bovari del bernese, uno dei quali ha fatto il best in show, evento molto raro per la razza, e non sono riuscita a incontrare amici che cercavano di rintracciarmi ad un numero di cellulare che non funzionava.  Gli amici con più fiuto, però, sapevano dove trovarmi: dallo 14.30 in poi ero seduta insieme agli altri relatori alla tavola rotonda sui cani da traccia.  Bella esperienza anche quella e belli i contenuti presentati anche dai relatori: nulla di eccessivamente tecnico ma aspetti importanti del rapporto tra uomo e cane, presentati in maniera chiara affinché fossero alla portata di tutti.  La chicca del convegno è stata la storia di un’annoveriatavolana in forze alla polizia tedesca che aveva tracciato una persona (mantrailing) dopo ben 14 giorni.