Prova UNCAA – Accademia S. Uberto

In giugno ero stata invitata alla prova estiva organizzata dall’UNCAA  (Unione Nazionale Cacciatori Appennini e Alpi)- Accademia S. Uberto, ma la prova è poi stata annullata e rimandata a settembre. Sono cambiati anche i terreni e i selvatici: la località questa volta era l’Azienda Agrituristica Venatoria Ruino, in Alto Oltrepo’ Pavese e i selvatici previsti non più quaglie bensì starne.  Conosco molto bene la riserva di Ruino, ci ho cacciato regolarmente per anni e so che offre terreni adatti alla cinofilia, anche alle razze inglesi.  Nella e-mail di invito venivano specificati pochi dettagli sulla prova che, sebbene pensata per i soci dell’UNCAA e dell’Accademia, era aperta a tutti. Non sapendo come si sarebbero svolte le cose  ho diffuso l’invito in maniera “sobria”, l’anno prossimo lo diffonderò meglio!

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Dopo aver partecipato sono in grado di fornirvi maggiori dettagli. La prova era aperta a tutte le razze da ferma ma la maggior parte degli iscritti erano cani da ferma continentali, capirete presto il motivo. Nella prova era richiesto ai cani di fare quello che normalmente si fa in una prova ENCI/FCI  ma, a differenza delle normali prove ENCI, non era “prevista” una formale eliminazione. Se il cane commetteva un errore da eliminazione questo veniva “annotato” ma in molti casi, specie con cani giovani, a discrezione del giudice, al cane veniva concessa la possibilità di continuare il lavoro per poterne visionare le qualità naturali. L’obiettivo non era infatti “eliminare” o “premiare”, bensì valutare le qualità naturali del cani e redigere un giudizio. Sono stati usati dei punteggi, su modello delle prove tedesche – da qui l’abbondante presenza di continentali tedeschi (alcuni di loro con alle spalle risultati in VJP, HZP. VGP,  Derby tedesco e Solms). Come potete notare dalla scheda, ampio spazio è stato riservato alla valutazione delle qualità naturali.

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Erano previsti circa 10-15 cani ma, inaspettatamente, si sono raggiunti 25 soggetti, di tutte le età (molti i cani giovani di circa un anno) e livelli di preparazione.  Stando al giudice Ivan Torchio (allievo diretto di Giacomo Griziotti), anche i migliori soggetti – continentali e inglesi- devono migliorare il percorso: sebbene si trattasse di una “selvaggina naturale” e non di una prova “a quaglie”, avrebbe voluto lacets più regolari per una più attenta e raffinata esplorazione del terreno. Ci sono stati soggetti molto ben preparati (attesa del conduttore in ferma, guidata a comando, fermo al frullo, obbedienza…) e altri più anarchici, vuoi per età o vuoi per inesperienza dei conduttori, che erano semplici cacciatori e non cinofili garisti.  Diversi “umani” hanno commesso errori come voler guidare e alzare  il selvatico al posto del cane, qualcuno ha  chiesto di lasciare corde e collari “per sicurezza”: il permesso è stato accordato – pur tenendone conto nel giudizio finale. Si è tenuto conto anche della conduzione, più o meno “rumorosa”e più o meno professionale.

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Chi voleva poteva legare il cane per fermarlo al frullo e un paio di cuccioli hanno chiesto di “partecipare”, ovvero di incontrare una quaglia trattenuti da una corda.  La drahthaarina si è talmente stupita all’involo da rimanere ferma al frullo, senza che nessuno glielo avesse mai insegnato.  I terreni erano i tipici terreni dell’Alto Appennino: medica, arato, qualche arbusto e molto caldo! Le condizioni climatiche erano ben lontane dall’ideale: vento debole che continuava a cambiare direzione e caldo, molto caldo hanno messo in difficoltà anche soggetti esperti. Si è cercato di mettere ogni cane in condizione di incontrare ma qualcuno non è riuscito a trovare il selvatico o è stato tratto in inganno e ha sfrullato. La prova verrà riorganizzata la prossima estate: è un modo efficace e semplice per tenere d’occhio i soggetti migliori e per avvicinare cacciatori e proprietari di “pet” alla cinofilia venatoria.

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Briony ha fatto bene, due ferme, due guidate corrette e due fermi al frullo perfetti. Il percorso è da raffinare, così come l’ubbidienza: ha sempre ubbidito prontamente ai comandi ma per un “terra” sono stati necessari due fischi e non solo uno!

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***Opinioni dei partecipanti:

  • Sara Orlandi (Kurzhaar): Questa per me è stata la seconda prova con il gruppo cinofilo S.Uberto, la prima su traccia artificiale nella meravigliosa località di Cecima ed appunto questa estiva per cani da piuma nel favolosa riserva di Ruino. È stata una grande emozione vedere il mio cane lavorare con determinazione e ricevere un positivissimo giudizio dal grande maestro Ivan Torchio. Per concludere la piacevolissima giornata ci siamo riuniti tutti in un ottimo pranzo a base di selvaggina da tutti molto gradito parlando dei nostri amati cani, di caccia e cinofilia a 360º Non mancherò al prossimo evento!
  • Daniele Malacalza (Spinone Italiano):  Bellissimo ambiente amichevole e goliardico, Ivan competente al livello della sua fama. Forse di più. Criteri di valutazione molto diversi dalle solite prove.



Variabilità genetica nel kurzhaar

Segnaliamo ai lettori di Dogs & Country un’importante iniziativa patrocinata dall’ENCI, dal Kurzhaar Club Italiano e dall’Istituto di Ricerca Spallanzani.

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Forum del Bracco Italiano: Raduno Decennale

In data 12 e 13 dicembre 2015 si è svolto il Raduno Annuale del Forum del Bracco Italiano (www.ilbraccoitaliano.net) con una particolarità questa volta: il raduno compiva 10 anni, tanto era passato dal primo incontro tra amici avvenuto nel 2005. Ad accogliermi facce nuove e facce vecchie, tutte accomunate dalla stessa passione per la caccia, per la cinofilia e per lo stare in compagnia.  Le targhe nel parcheggio testimoniavano arrivi da molto lontano, c’era chi veniva dal centro-sud e chi arrivava persino dall’estero. Anche alla casa di caccia le diversità si mantenevano: tanti accenti e tante razze canine accompagnavano i partecipanti.  Nonostante il forum sia nato per promuovere il bracco italiano, infatti, ha subito accolto appassionati di ogni razza diventando uno dei più affollati (se non il più affollato!) punto d’incontro per i cinofili della rete.  Io mi sono presentata con una setter inglese ma c’erano anche pointer, setter gordon, kurzhaar, drahthaar, spinoni, springer spaniel e weimaraner, il premio rarità credo sia andato a Kobe di Angelo Pirali esponente di una razza assai poco diffusa, il weimaraner a pelo lungo.

Foto di Gruppo
Foto di Gruppo

 

Il raduno si è aperto il sabato pomeriggio con una cacciata interamente sponsorizzata dalla ditta Franchi svoltasi presso l’AATV  Bruera  di Vaprio d’Agogna (NO), cacciata che ha visto impegnati 20 cacciatori divisi in quattro batterie.  La manifestazione è proseguita nella giornata di domenica (sempre grazie allo sponsor Franchi) con due turni di caccia che hanno così permesso ad altre 60 persone di cacciare, suddivise in otto batterie. Ho scelto di seguire la batteria nella quale i bracchi italiani erano più rappresentati e mi sono trovata al cospetto di un bracco molto famoso, il Ch.It. L. Caravaggio.  Ad assisterlo nel lavoro altri validi bracchi italiani, Arno un bretoncino tanto piccolo quanto determinato e Muttley un incrocio drahthaar- spinone che, nonostante le umili origini, ha messo in chiaro di essere un signor cacciatore.  Belli i terreni a disposizione: aperti a sufficienza per poter apprezzare il lavoro dei cani, ma provvisti di boschetti e sporchi nei quali la selvaggina (fagiani e starne) può trovare riparo.  I cacciatori? Buona l’intesa e la coordinazione tra loro anche se non sono mancate padelle clamorose, due delle quali hanno insignito Amedeo Spadacci della Super Padella D’Oro, Edizione Speciale per il Decennale.

Ch.it. B Briony del Cavaldrossa & Multi Ch. Caravaggio
Ch.it. B Briony del Cavaldrossa & Multi Ch. Caravaggio

A metà pranzo foto di rito, consegna dei doni offerti da sponsor minori e dei premi speciali. Il beeper offerto dalla ditta Trophy Hunt (Enrico Resta) è andato a sorteggio a ReJoy (Pietro Maioli); mentre gli occhiali  da sole Harry & Sons sono stati vinti da Maura Martegani. I quattro pelouche Trudi, offerti dall’Allevamento di Weimaraner Semper Adamas, sono andati a: Ettore e Giacomo – giovanissimi partecipanti al raduno – un bracco italiano e un weimaraner;  Andrea Silvagni (Er Monnezza)- weimaraner  e alla sottoscritta – bracco italiani. Gli abbonamenti offerti dalla CAFF sono stati assegnati a Romualdo Cipriano (Beccacce che Passione) e al gordonista storico Sergio Gnemmi (Sentieri di Caccia).  E la padella d’oro? Il trofeo annuale è stato vinto da Giulio Rigamonti mentre la super padella per il decennale (offerta dall’artista Gianni Marcucci – Ceramiche Marcucci Deruta) è andata ad Amedeo Spadacci, realizzatore di una coppiola di formidabili padelle su fagiani.  Una targa speciale per il lavoro svolto in questi anni è stata infine assegnata a Massimiliano Di Lorenzo, creatore del forum che, insieme alla compagna Flavia, è stato essenziale per la buona riuscita della manifestazione.

Le Padelle d'Oro
Le Padelle d’Oro

 




Ritorno alle origini (Sentieri di Caccia Novembre 2015)

Interrompo la serie su Hutchinson (momentaneamente) per promuovere un mio articolo attualmente in edicola.  So che può suonare poco modesto auto-promuoversi in maniera sfacciata ma è un pezzo molto sentito e, pertanto, un buon pezzo. Se siete curiosi di saperne di più sui cani da ferma britannici (setter inglese, irlandese, gordon e pointer) nel Regno Unito e sulle prove di lavoro (sul Champion Stake in particolare) laggiù investite… 5 euro per acquistare Sentieri di Caccia di Novembre 2015 e…. buona lettura!

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Dalla VJP alla VGP

Testo di Sandro Zambotti, foto di Roberto Alberio

Dalla VJP  alla VGP (passando per la HZP: n.d.a.), è questo il titolo del seminario di addestramento cinofilo  svoltosi a Vedriano (RE) il 25 e 26 Aprile 2015. Destinatari del corso, patrocinato dal Club Italiano Drahthaar, i  possessori e utilizzatori di cani polivalenti interessati ad approfondire metodologie di addestramento, conduzione ed utilizzo dei loro ausiliari secondo la scuola germanica, finalizzando il tutto al superamento degli esami cinofili che tanta importanza hanno in Germania ed Austria e, soprattutto, al corretto e proficuo utilizzo a caccia. Gli acronimi VJP (Verband-Jugend-Prufung), HZP (Herbst-Zucht-Prufung) e VGP (Verband-Gebrauchs-Prufung) contraddistinguono, infatti, i tre esami che, in ordine cronologico debbono essere superate da un cane da caccia “tedesco” nel corso della sua carriera, il superamento dei primi due è, tra l’altro, necessario affinché il soggetto venga messo in riproduzione. Relatore del corso Giuseppe Marinelli, esperto conduttore di Deutsch Drahthaar e allievo di Zeffiro Gallo, uno dei più famosi allevatori e conoscitori della razza, a livello mondiale. Ad ascoltare Giuseppe un bel gruppo di conduttori, 35, con diverse  razze, a farla da padroni ovviamente i D. Drahthaar, ma erano presenti anche un  D. Kurzhaar, alcuni Weimaraner ed un  cucciolo di Kleiner Musterlander. Tra tutti era presente anche una piccola “rappresentativa” della nostra provincia con D. Drahthaar al seguito.

Durante la prima mattinata del corso è stata illustrata la “filosofia” del cane polivaDSC_0021lente da caccia, lo Jagdgebrauchshund, sottolineando le differenze fondamentali tra questo e i Field Trialer inglesi, in particolare l’assoluta necessità, per la scuola tedesca, di un perfetto lavoro anche, se non soprattutto, dopo lo sparo. Per la Waidmanngerechtigkeit, parola che contraddistingue ed intreccia sia l’etica che il diritto venatorio mitteleuropeo, niente è più riprovevole che abbandonare, non ritrovandolo, un capo di selvaggina nel bosco, ecco quindi che l’utilizzatore dello Jagdgebrauchshund dovrà esigere dal proprio cane un riporto/recupero della selvaggina minore abbattuta o ferita, dal bosco come dall’acqua in ogni condizione, ivi compreso il riporto di selvatici particolarmente pesanti, e poco appetibili, come la volpe; in un secondo momento si esige dallo stesso cane di saper tracciare e bloccare un ungulato ferito. Dopo questa breve introduzione, Marinelli è entrato nel vivo del corso, esponendo il metodo di addestramento utilizzato. L’ addestramento é suddiviso in due parti principali, la prima, dai due mesi fino alla formazione della dentatura permanente, serve alla creazione del legame allievo-conduttore ed al condizionamento minimo necessario per la prosecuzione durante la seconda fase, la più intensiva, e mirata alla creazione di quelli che sono chiamati Zwang, vale a dire i “comportamenti nel cane anche contrari al suo naturale volere, a vantaggio dell’uomo”. [Questa definizione di “forzato” è estratta dal libro di Hegendorf\Uhde “der Jagdgebrauchshund” e delinea in maniera oggettiva il concetto di forzato, concetto che in Italia è stato distorto e abusato dal 99% degli appassionati. È in sintesi una evoluzione del condizionamento classico. Non è sofferenza o maltrattamento – Nota di G. Marinelli]DSC_0026

Una delle fondamenta su cui poggia l’addestramento dello Jagdgebrauchshund è il riporto forzato, il cane addestrato ad esso riporta a comando qualsiasi oggetto, in qualsiasi condizione, trattenendolo in bocca fino all’ordine del conduttore. L’addestramento al riporto forzato è stato estesamente spiegato e mostrato, partendo dall’approccio iniziale con un allievo privo di condizionamento e progredendo nella scomposizione e ricomposizione dell’esercizio, da fermo, da terra e poi, all’esterno, in movimento; si è passati quindi al riporto “direzionale” con più riportelli recuperati in sequenza. In questa fase è stata più volte rimarcata dal relatore la necessità di proseguire per gradi, esigendo l’assoluta perfezione nell’esecuzione delle varie fasi, scomposte, degli esercizi, per poi proseguire alla composizione dell’azione, lavorando inizialmente in ambiente controllato (Stuebendressur =addestramento nella Stube) per poi passare all’esterno, utilizzando prima una lunghina, quindi ripetendo gli esercizi con l’allievo libero. Sempre graduale deve essere la successione delle “prede” riportate, all’inizio riportelli artificiali di diverse forme, consistenze e pesi, poi, una volta correttamente eseguiti i riporti con questi,  si utilizza della selvaggina abbattuta, congelata, evitando sempre specie “delicate ed appetibili” come i fasianidi, particolarmente la quaglia, per prediligere specie più resistenti come il piccione o i corvidi. In questa fase il relatore non ha mancato di sottolineare più volte come, nell’addestramento, sia estremamente deleterio l’uso come riportelli di pezzi di legno. Si è passato quindi all’esecuzione delle Schleppe, i riporti di un selvatico di penna o pelo trascinato che simulano il riporto di un capo di selvaggina ferito che si sia allontanato dall’Anschuss. Le Schleppe, oltre ad avere una vera e propria applicazione nella pratica venatoria servono inoltre come esercizio propedeutico al lavoro sulla traccia. Il primo pomeriggio del sabato è proseguito dapprima con una dimostrazione sull’utilizzo della “farfalla”, Reizangel in tedesco, utile come mezzo per rafforzare la ferma, piuttosto che la correttezza al frullo; per poi proseguire col riporto dapprima attraverso un ostacolo e, quindi,  col riporto della volpe, quest’ultimo è servito come dimostrazione dell’assoluta necessità di preparare il cane al riporto forzato, risultando inefficace, con prede pesanti e/o “sgradevoli”, il ricorso al riporto spontaneo: nessuno degli allievi presenti, infatti, ha abboccato la volpe limitandosi ad una, circospetta, annusata della spoglia. In chiusura del primo pomeriggio, il laghetto ha ospitato la parte del Wasserarbeit (lavoro in acqua), dove la materia del riporto/recupero dall’acqua è stata ampiamente esposta, utilizzando i vari allievi presenti per simulare riporti e recuperi della selvaggina d’acqua, affascinante è stata la dimostrazione della capacità del D. Drahthaar di seguire una scia odorosa a pelo d’acqua, risalendo la traccia lasciata in superficie dal trascinamento di un’anatra.DSC_0093

La prima giornata è terminata con una deliziosa cena di gala, a base di selvaggina, che è stata servita nella chiesa (sconsacrata) del castello di Sarzano (RE). Durante la seconda parte del corso, Marinelli ha utilizzato uno degli allievi, un maschio di D. Drahthaar di circa un anno, per una dimostrazione sull’addestramento al “corretto al frullo”, utilizzando per l’occasione uno di quei lancia volatili che si vedono ormai spesso su internet. Nella seconda parte della mattinata è stato affrontato l’addestramento del cane alla traccia artificiale di ungulato, sono stati evidenziati i vari sistemi di tracciatura, con le scarpe da traccia, con la spugna, con lo spruzzo, la fase di partenza dall’Anschuss, la conduzione in traccia ed il lavoro a fine traccia. Marinelli ha sottolineato ancora una volta l’opportunità, a suo avviso, di procedere propedeuticamente con un addestramento intensivo delle varie fasi scomposte. Si effettuano quindi una serie di ripetizioni, anche più volte nel corso della stessa sessione di addestramento, di “ispezioni e partenze” dall’ Anschuss, poi una serie di tracce più o meno lunghe, poi si sviluppa a parte il lavoro a fine traccia per poi ricomporre le tre fasi nella preparazione finale dell’esercizio. Particolarmente interessante è stata la parte relativa al lavoro del cane a fine traccia, è stata spiegata, sempre con dimostrazioni pratiche utilizzando uno dei cani presenti,  la tecnica di addestramento del Bringselverweiser, il ritorno del cane al conduttore col testimone in bocca per evidenziare il rinvenimento del capo. Indispensabile per la riuscita del Bringselverweiser  risulta, manco a dirlo, l’addestramento completo al riporto forzato; sempre utilizzando uno degli allievi presenti si è poi provato l’addestramento al Totverbeller, l’abbaio a morto.DSC_00311

Uno degli aspetti più interessanti del seminario, a giudizio di chi scrive, è stata la più volte sottolineata necessità di testare e rafforzare l’addestramento dell’allievo mediante la creazione di situazioni di “conflitto”, si ripropone quindi qualsiasi esercizio, già affinato e perfezionato precedentemente in condizioni controllate, in presenza di alcune forme di disturbo, ad esempio la presenza di altri cani contemporaneamente, oppure mentre a poca distanza verranno effettuati alcuni spari, oppure ancora, una volta sistemata una traccia di ungulato, si complicheranno ulteriormente le cose incrociandola in più punti mediante il trascinamento di una pelle fresca di lepre per addestrare il cane ad ignorare il “cambio”; questi accorgimenti, oltre a rafforzare la precisione e la correttezza dell’addestramento, permetteranno al conduttore di capire, in condizioni controllate, gli atteggiamenti del cane e gli eventuali segnali che preludono, ad esempio nell’ultimo caso, all’uscita dello stesso dalla traccia per seguire un “vivo”.DSC_0113




I° Trofeo Memorial Danilo Liboi

IMG_9399ll poligono di tiro Le Chamois “Coazze” e la C.a.f.f. Editrice organizzano il 1° trofeo “Memorial Danilo Liboi“; una gara per amici, cacciatori e tiratori in ricordo di un grande amico. L’evento si svolgerà presso il poligono Le Chamois “Coazze” (località Pian Neiretto a Forno di Coazze, provincia di Torino) in due incontri (25 – 26 luglio e 5 – 6 settembre), con una gara a 200 metri, “tiro cacciatori”, e 50 metri, “tiro al cinghiale corrente”, in entrambi gli appuntamenti.

L’iscrizione avverrà in loco; armi, ottiche e munizioni saranno fornite ai partecipanti dall’organizzazione tramite sponsor. Il termine delle iscrizioni verrà comunicato sul campo di gara. In palio ricchi premi, offerti da prestigiosi sponsor, sia per i migliori classificati sia a estrazione.

Per ulteriori informazioni: Marco Cenni, cell. 347 9161112, e-mail cennihunters@tiscali.it

REGOLAMENTO

Date

Primo incontro: 25 e 26 luglio 2015

Secondo incontro: 5 e 6 settembre 2015

Orari di gara sabato 25 luglio: dalle 9,00 alle 24,00 (possibilità di tiro in notturna)

domenica 26 luglio: dalle 8,00 alle 18,00

sabato 5 settembre: dalle 9,00 alle 24,00 (possibilità di tiro in notturna)

domenica 6 settembre: dalle 8,00 alle 17,00

Il termine delle iscrizioni verrà comunicato sul campo di gara

Modalità di gara

200 m tiro cacciatori e 50 m cinghiale corrente in entrambi gli incontri

Regolamento 200 m

Partecipanti: tutti coloro che sono muniti di porto d’armi e assicurazione Rc maneggio armi da fuoco in corso di validità Modalità di iscrizione: in loco

Armi, ottiche e munizioni: fornite dall’organizzazione tramite sponsor

Numero dei colpi di gara: sei colpi su sei barilotti separati, si considerano i cinque colpi migliori

I tiratori devono essere autosufficienti nell’osservazione dei bersagli (si consiglia di munirsi di spektive)

Rientri: una gara e massimo due rientri, compatibilmente col numero dei partecipanti e con le scorte di munizioni. Avrà priorità la prima iscrizione per dare la possibilità di partecipare al maggior numero di iscritti. Verrà comunque premiato solo il cartello migliore

Di ogni singola manche, si calcola la somma dei cinque colpi migliori; in caso di parità, il maggior numero di manche e ancora la minor distanza dal centro del colpo peggiore. In caso di colpo tangente, vale il punteggio superiore; i bersagli verranno consegnati ai tiratori a fine manifestazione

Tempo di gara: 10 minuti

Costo iscrizione: 30 € per gara e primo rientro; l’ulteriore e ultimo rientro (facoltativo) verrà offerto a 10 € (compatibilmente con disponibilità di linee e cartucce)

Regolamento 50 m

Partecipanti: tutti coloro che sono muniti di porto d’armi e assicurazione Rc maneggio armi da fuoco in corso di validità Modalità di iscrizione: in loco

Armi, ottiche e munizioni: fornite dall’organizzazione tramite sponsor

Numero dei colpi di gara: quattro da sparare due all’andata e due al ritorno, uno per ogni finestra

Rientri: una gara e massimo tre rientri, compatibilmente col numero dei partecipanti e con le scorte di munizioni. Avrà priorità la prima iscrizione per dare la possibilità di partecipare al maggior numero di iscritti. Verrà comunque premiato solo il cartello migliore

Di ogni singola manche, si calcola la somma dei quattro colpi e, in caso di parità, il maggior numero di manche. Nel caso di ulteriore parità, si effettuerà spareggio sul campo a fine gara di domenica. In caso di colpo tangente, vale il punteggio superiore. I bersagli verranno consegnati ai tiratori a fine manifestazione

Costo iscrizione: 30 € per gara e i primi due rientri; l’ulteriore ed ultimo rientro (facoltativo) verrà offerto a 10 € (compatibilmente con disponibilità di linee e cartucce)

Premiazione:

Per le singole gare:

A- cinghiale corrente 25/26 luglio: si premieranno 1°-2°-3° classificato

B- tiro cacciatori 25/26 luglio: si premieranno 1°-2°-3° classificato

C- cinghiale corrente 5/6 settembre si premieranno 1°-2°-3° classificato

D- tiro cacciatori 5/6 settembre si premieranno 1°-2°-3° classificato

L’organizzazione distribuirà tra i primi tre classificati di ogni categoria il 35% dell’incasso delle iscrizioni in misura proporzionale al loro piazzamento (15% al primo, 12% al secondo 8% al terzo)

Super premi:

Somma dei migliori risultati della categoria cinghiale corrente (gara A più gara C) 1°-2°-3°-4°-5° classificato

somma dei migliori risultati della categoria tiro cacciatori (gara B + gara D) 1°-2°-3°-4°-5° classificato

A estrazione:

una carabina e altri premi su tutti i partecipanti, che avranno un tagliando d’estrazione ogni prima iscrizione di ogni categoria in entrambe le gare (quindi ogni partecipante avrà la possibilità di avere al massimo quattro tagliandi); i premi a estrazione non sono cumulabili; i premi di maggior valore verranno assegnati anche ai non presenti. Seguiranno aggiornamenti.

Eventi collaterali

Gara di tiro per bambini con carabina ad aria compressa depotenziata di libera vendita, sotto la supervisione di adulti; premio finale una carabina ad aria compressa di libera vendita, iscrizione gratuita sponsorizzata dall’armeria Tower.

Gara “Fun Shooting” con carabina a leva Uberti (arma e munizioni messe a disposizione dall’organizzazione): 5 colpi su bersaglio da definire, costo iscrizione 5€; rientri liberi, ma avranno precedenza le prime iscrizioni.

L’organizzazione distribuirà tra i primi tre classificati di questa categoria, per ognuno dei due eventi, il 35% dell’incasso delle iscrizioni in misura proporzionale al loro piazzamento (15% al primo, 12% al secondo 8% al terzo).

Infine tra i partecipanti a entrambi gli eventi verrà sorteggiata una pistola Uberti.




Tutti a Prato, nel prato!

La mattina del 26 aprile, ad un orario indecente, sfrecciavo lungo la A21 diretta verso la Toscana. Si trattava di un viaggio semi-programmato: non so perché ma, a naso, avevo deciso mesi prima di andare all’Esposizione Canina Internazionale di Prato. Non Empoli, non Poggibonsi, non Firenze… Prato. Non chiedetemi perché, certe decisioni sono vengono così, da sole.  Una parte di me però non era proprio convinta di andare a Prato, perché Prato era “lontano” così ho cercato di evitare il viaggio iscrivendomi anche all’Esposizione Internazionale di Ferrara ritenendola più vicina (opinioni). Però, a Ferrara le cose non sono andate come si sperava: nessuno sputa su un 1°Ecc ma non è un CAC, e l’inseguimento doveva ricominciare, andando un po’ più a sud.

La Toscana è anche la terra in cui vivono amici che non mi sarebbe dispiaciuto rivedere ma, tra me e l’esposizione di Prato, rimanevano tante incognite. Innanzi tutto era all’aperto e io, da anima rurale, amo le esposizioni all’aperto ma le previsioni meteo non erano per nulla rassicuranti. A caccia o alle prove di lavoro si va senza problemi anche sotto la pioggia ma, in esposizione? Dopo aver lavato e stirato un cane bianco a pelo lungo?  Ero sopravvissuta a due raduni drahthaar innaffiati dalla pioggia ma, vorrete mica paragonare quelle bestiacce irsute alla mia nuvoletta bianca? L’unica mossa intelligente è procurarsi una tenda da campeggio in grado di montarsi e smontarsi da sola.  Faccio così una prima visita alla Decathlon: avverto il commesso che ero solo in avanscoperta e che non avrei nulla fino al giorno antecedente l’expo. Mi mostra una tenda Quechua 2 Seconds apparentemente facile da gestire e mi assicura che è comodissima anche per dormirci dentro.  Segue la mia risposta, categorica”Guardi, l’ultima cosa che voglio fare è dormire in una tenda!” Pochi giorni dopo sono tornata ad acquistarla, sempre convinta a non dormirci dentro però!tenda

All’arrivo trovo il sole e  trovo un parcheggio ragionevolmente comodo, scarico e mi incammino verso il ring. Una volta lì, evito di montare la tenda: non sono interessata a scoprire le mie abilità nello smontarla! Spazi, alberi ed erba rendono subito Prato inconfrontabile con Ferrara. Al di là dei risultati sul libretto, Ferrara è rimasta indigesta sia a me che al cane: troppi cani in poco spazio, ring adatti (forse) a un bassotto, rumore,  confusione: qui è tutto più aperto e più rilassato. Mentre attendo l’inizio dei giudizi, l’altoparlante presenta la giuria e i componenti del gruppo cinofilo.  Ad un certo punto annuncia “Francesco Bini”, presidente, ma come Francesco Bini presidente, io lo conosco! Dovete sapere che a Prato ero convinta di non conoscere nessuno, ricordavo solo Giuseppe Mattei, proprietario del mitico Atz del Viottolo, uno dei drahthaar che ha vinto di più in esposizione. E, invece, ecco materializzarsi un sacco di gente, più o meno nota, a partire dall’inconfondibile Federico Vannucci  con il quale decolla subito una conversazione sullo springer “completo”, altrimenti detto Bello & Bravo. Il povero Vannucci, proprio come la sottoscritta, ammattisce per salvaguardare il pelo di cani da lavoro che lavorano!

Pochi minuti dopo, arriva anche Monica con le kopove (Ape & Vespa) che ho visto nascere e crescere e che ero ansiosa di ritrovare. Sono sempre le stesse: Ape con l’aria dimessa e Vespa, grintosa nella difesa dello zaino (cioè della borsa della spesa!). Le kopo  Infine arriva anche Happy, la kleiner munsterlander di Francesca, mai raduno di razze rare fu così riuscito! L’attesa si conclude con una presentazione dignitosa del cane e, ancora più importante, con un buon risultato conquistato in un ambiente sereno in compagnia di amici.  I cani iscritti in totale erano 783, non tantissimi per un’internazionale, ma adeguatamente gestiti a livello organizzativo (con un gruppo cinofilo solerte nel rimediare errori riscontrati dopo la conclusione dell’ expo). Gradevole anche la scelta degli stand: spiccava su tutti BAU BARU’ una bancarella in cui si trovavano in vendita letti, cuscini e oggetti vari per cani realizzati artigianalmente e con tessuti di pregio. Erano talmente belli che non ho osato chiedere i prezzi, limitandomi a controllare su internet la storia di questa attività. Il titolare è un tappezziere che ha abbandonato poltrone & sofà per dedicarsi agli articoli per cani, articoli che oggi realizza con grande gusto.IMG_7989low

La gestione di cibi e bevande era affidata alla pro-loco di Migliana che aveva sistemato due ampi tendoni con annessa cucina non lontano dal mio ring. Diverse le fiammate in stile “soffio del drago” ma sempre controllate dai grigliatori. Ampio il menù che comprendeva anche piatti caldi appartenenti alla cucina tradizionale toscana. Sottolineo, infine, prezzi equi e massima cortesia da parte del personale. Unica nota logistica che ha suonato stonata… i gabinetti, grande anzi enorme, limite di tutte le expo’ all’aperto. Erano stati posizionati dall’organizzazione dei wc chimici che però, al pomeriggio… beh vi lascio immaginare.

Per il resto tutto perfetto, avrei solo voluto avere più tempo a disposizione per dare un’occhiata anche alla zona “cinese” di Prato che, se non ho compreso male, era limitrofa all’expo’. La prossima volta, magari!

 




Expo Riva & Esposizione Canina 2015

Parliamone: lo scorso giugno (2014) sono stata contattata da un gruppo di appassionati di cani da traccia che mi voleva come loro relatore ad un convegno sugli Schweisshunde! Tale convegno si sarebbe tenuto a Riva del Garda, in occasione dell’annuale fiera dedicata a caccia, pesca e ambiente.  Occupandomi principalmente di cani da ferma, ho cercato in tutte le maniera di rifiutare ma… non c’è stato verso: volevano a tutti i costi un mio intervento sull’olfatto canino. Non sono uno scienziato che si occupa di questo tema, ma a loro era piaciuto un mio articolo apparso su Sentieri di Caccia, in cui rielaboravo un capitolo del testo di Bradshaw (La naturale superiorità del cane sull’uomo) in chiave venatoria. Dopo diversi tentativi di fuga, essendo stato ciascuno di essi infruttuoso, ho accettato di fare da relatore.John_Bradshaw_In_defence_of_dogs

La data fissata per il mio intervento era il 29 marzo 2015, nella stessa giornata si teneva anche la Mostra Canina Nazionale di Riva del Garda così, dovendo in ogni caso portare il cane con me, ho iscritto Briony all’esposizione e ho suggerito di fare altrettanto ad un paio di amici che avevano intenzione di visitare la fiera.  Il 29 mattina siamo partiti tutti, assonnatissimi, complice il cambio dell’ora ma desiderosi di scoprire la fiera di Riva del Garda. La prima cosa che mi ha stupito è stata la grande cortesia, unita ad efficienza, mostrata da tutti gli addetti ai lavori: dal parcheggiatore al bigliettaio, dalla cassiera del bar al veterinario dell’expo, fino ai commissari di ring. Disponibilità ed educazione dovrebbero essere la norma ma, essendo sempre più rare, vengono subito notate.  All’atteggiamento positivo da parte delle persone, si univa anche l’efficienza: parcheggio comodo, ring grandi, centro fieristico pulitissimo (inclusi i bagni) e all’avanguardia, ampia offerta di cibo,  cosa volere di più?

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Alle 9.00  ero a bordo ring e c’erano già altri concorrenti, ma in un’atmosfera molto rilassata: non c’erano tantissimi cani da ferma iscritti ma, quelli che ho visto, erano complessivamente bei cani e non facevano pensare di trovarsi alla fiera dell’ipertipo, sensazione che provo di frequente alle esposizioni canine.  Altra nota positiva quindi, insieme all’atteggiamento del nostro giudice Giuseppe Colombo Manfroni che era (almeno a me così è sembrato) sereno e che, stando dalla parte del cane, ha “perdonato” presentazioni non sempre impeccabili, inclusa la mia.  Il gruppo di amici ha portato a casa tanti bei risultati: Aron (Deutsch Drahthaar) ha ottenuto CAC/BOB in Classe Libera (Aron ha superato VJP e HZP ma queste prove di lavoro tedesche non consentono l’iscrizione in Classe Lavoro in Italia), Corinne dei  Tre Laghi (Deutsch Kurzhaar) 1° Ecc Miglior Giovane/BOB, Jean Claude (épagneul breton) 1° Ecc Miglior Giovane/BOB e Briony del Cavaldrossa (setter inglese)1°ECC CAC/BOS… in mostra speciale setter, Classe Lavoro! Contemporaneamente, in un altro ring, il piccolo  Senza Parole del Bosco Magico -Bosco (jagd terrier,) che aveva viaggiato in macchina con me, faceva 1° ECC Miglior Giovane. AI CAC è stata data una coccarda, molte organizzazioni la offrono solo al Migliore di Razza, un plauso al Gruppo Cinofilo Trentino. Mi stavo dimenticando di dirvi che quando hanno chiamato il delegato ENCI con l’altoparlante,  ero talmente assonnata che ci stavo andando io, nonostante non fossi delegato in questa occasione!

Chiusa la parentesi espositiva, e con i proprietari di Aron che decidevano di non portarlo in ring d’onore, ho cercato di visitare la fiera e pranzare, il tutto in poco  meno di un’ora. Il risultato? Un panino dal gusto incerto, un cellulare caduto in acqua- per fortuna che era pulita- e zero shopping! Sono riuscita a vedere a malapena un paio di stand e a innamorarmi di un mammut imbalsamato. Il mammut (non provate a convincermi che era un elefante) fortunatamente non era in vendita,e il resto delle merci non sono riuscita a visionarlo. Il mio conto in banca sorride ma la mia curiosità è insaziata: come sarà stata la mostra degli Scheiben? I quadri? Le sculture? L’abbigliamento? Mi pare ci siano un sacco di buoni motivi per tornare a Riva alla prossima edizione della fiera!mammuth

Non sono nemmeno riuscita a vedere la Mostra Speciale dedicata agli annoveriani, né quella dedicata ai bovari del bernese, uno dei quali ha fatto il best in show, evento molto raro per la razza, e non sono riuscita a incontrare amici che cercavano di rintracciarmi ad un numero di cellulare che non funzionava.  Gli amici con più fiuto, però, sapevano dove trovarmi: dallo 14.30 in poi ero seduta insieme agli altri relatori alla tavola rotonda sui cani da traccia.  Bella esperienza anche quella e belli i contenuti presentati anche dai relatori: nulla di eccessivamente tecnico ma aspetti importanti del rapporto tra uomo e cane, presentati in maniera chiara affinché fossero alla portata di tutti.  La chicca del convegno è stata la storia di un’annoveriatavolana in forze alla polizia tedesca che aveva tracciato una persona (mantrailing) dopo ben 14 giorni.

 




Dalla VJP alla VGP

Ieri sera ho ricevuto l’invito dell’amico Roberto Alberio ad assistere a questo seminario. Non so ancora se mi sarà possibile ma nel frattempo l’ho ringraziato e gli ho promesso che ne avrei parlato su Dogs & Country. Il deutsch drahthaar è una razza che mi sta molto a cuore ma tengo a sottolineare che l’evento è aperto a tutti i cani da ferma polivalenti (e non…) che desiderano partecipare a prove di lavoro tedesche.

Questi i contenuti

“DALLA VJP ALLA VGP preparazione ed utilizzo del cane da utilità venatoria”

Docente: Beppe Marinelli

Vedriano (RE) 25-26 Aprile 2015

TEMI TRATTATI:

  • Fedeltà al riporto con particolare riferimento a riporti pesanti e direzionali
  • Traccia su sangue
  • Spiegazione delle tecniche d’insegnamento per tutti gli esercizi previsti nella VGP

Nella serata del sabato sarà organizzata una cena a base di selvaggina cucinata da uno chef nello splendido contesto del Castello Matilde di Canossa.
Per quanto riguarda il costo, l’organizzazione vorrebbe che fosse il più possibile contenuto e pertanto si potrà stabilirlo solo a situazione iscrizioni aggiornata.
Il modulo d’iscrizione può essere richiesto a alberio.roberto75@gmail.com

L’iniziativa è patrocinata dal Club Italiano Drahthaar




10^ edizione di EXPORIVA CACCIA PESCA AMBIENTE

Ci sarò in qualità di relatore: tavola rotonda “Schweisshunde abilitati. Addestramento e allenamento dei cani da traccia”, che si terrà domenica 29 marzo alle ore 14.30 nella sala convegni del quartiere fieristico (hall ingresso pad. B2).

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