Taglia: temperatura e movimento

Oggi ho ripreso in mano uno dei libri di Mario Canton Compendio di Terminologia per la Descrizione della Variabilità Esteriore nei Cani e nelle Razze Canine: Volume 1  e ho trovato un paio di informazioni che credo possano interessare anche i lettori di Dogs & Country.

Il rapporto tra la superficie e la temperatura

La prima riguarda il “rapporto massa/superficie”: la dispersione del calore in un cane è proporzionale alla sua superficie che, tuttavia, non è correlata direttamente con il peso corporeo MA aumenta in rapporto di circa 2/3 rispetto al peso. In parole povere, in proporzione, i cani piccoli disperdono più facilmente rispetto al peso e quindi tenderanno a soffrire il freddo mentre, con i cani grandi, abbiamo il problema opposto. Venendo ai cani da caccia questo potrebbe spiegare perché alcune razze, come ad esempio lo spinone italiano o certi grandi esemplari di drahthaar e setter gordon abbiano maggiori difficoltà quando le temperature si alzano… e l’acqua scarseggia. Parallelamente, mi vengono in mente alcune variazioni di taglia all’interno della stessa razza a seconda della nazione in cui i cani sono allevati. [esiste anche una regola ecogeografica che conferma ciò e che riguarda la fauna selvatica, si chiama Regola di Bergmann]. Parlando di dispersione del calore, inoltre, dobbiamo ricordare che alcune caratteristiche anatomiche la incentivano: muso lungo, orecchie grandi, torace appiattito, profondo o disceso, arti sottili ma con piedi grandi (i cani “sudano” dai piedi), pelo raso e taglia tendente a piccolo.  In pratica… vi ho appena descritto un cirneco! Le strutture utili a mantenere calore sono opposte, pensate alla morfologia di un Alaskan malamute o di un samoiedo.

Il rapporto tra la taglia e il movimento

Semplificando di molto le cose (gli interessati possono approfondire consultando i testi di Mario Canton sul movimento), una diminuzione di peso (anche nello stesso soggetto se lo facciamo dimagrire!) regala:

una maggior agilità nella deviazione delle traiettorie poiché ci sono 1) meno peso relativo da spostare e maggior chiusura delle angolazioni angolare (c’è meno peso su di loro);

e un’accelerata esecuzione dei singoli movimenti legata a 1) una diminuzione della massa degli arti e a 2) una loro ridotta estensione lineare.

Il che spiega come mai quando si ricerca la velocità in certi tipi di selezione la taglia dei cani selezionati per quello scopo tenda a ridursi, aggiungo io…

Per chi fosse interessato il libro è disponibile come ebook a prezzo ridotto o nella versione in
cofanetto.

Ps. Visto che la relazione tra superficie e temperatura può influenzare i livelli di benessere del cane, non dimenticatevi di dare un’occhiata al Gundog Research Project!




Il mio saluto al Maestro Mario Quadri

Ed eccoci arrivati. Eccomi qui a scrivere dunque quelle poche righe con cui ci si trova costretti a combattere per salutare un amico, un maestro, anzi il Maestro. Non ti nascondo che il pensiero della tua scomparsa mi aveva colto già in passato, del resto Tu eri il decano di tutti noi. Ma nonostante ciò Ti debbo confessare, caro Maestro, che sono in seria difficoltà ora che queste famose righe le devo scrivere per davvero. Non è facile scrivere con la tristezza che mi pervade l’animo, anche se sono certo che Tu non avresti condiviso questo mio sentimento. Del resto la serenità che derivava dalla tua grande fede Ti ha sempre sorretto nei momenti tristi che anche Tu hai incontrato lungo il cammino della tua lunga e avvincente vita. E allora bando alla tristezza e diamo spazio alla serenità che può solo derivare dalla preziosa opportunità di averTi conosciuto.

Dopo alcuni incontri pubblici, senza mai aver avuto l’onore di un confronto diretto, ricordo che per me arrivò l’occasione di collaborare con la rivista Sentieri di Caccia, accadde così che diventammo colleghi di rivista. I tuoi preziosi articoli si affiancavano allora alle mie umili considerazioni sul tema segugistico. La collaborazione procedeva ormai da qualche mese, finché un mattino di una Domenica di primavera ricevetti una telefonata proveniente da un numero a me sconosciuto. Il mio interlocutore aveva una voce gentile e garbata, che dopo pochi istanti collegai alla tua persona. “Sono Mario, Mario Quadri, sarei curioso di sapere cosa proporrai ai lettori per il prossimo numero di Sentieri”. Questo gesto, non Ti nascondo, che mi provocò una grande emozione, oltre a segnare l’inizio di un rapporto speciale, non solo di lavoro ma anche di amicizia.

Le telefonate diventavano via via più frequenti, e la Tua massima intenzione era sempre quella di spronarmi a continuare nel mio operato. Tutti gli anni eri il primo a chiamarmi in occasione delle festività natalizie. Solo in un’occasione non avevi risposto con tempismo al mio classico bigliettino di auguri, ed io avevo immaginato che si fosse trattata di una semplice dimenticanza. Alle sei di mattino di uno dei primi giorni del Gennaio successivo, mentre io ancora dormivo beatamente, mi lasciasti un messaggio in segreteria. Avevi accidentalmente smarrito il mio numero di telefono e non eri riuscito a recuperarlo in tempo per gli auguri. Tu eri sinceramente mortificato per l’accaduto a me invece quel gesto aveva aiutato a comprendere la tua persona, umile, sincera e buona, profondamente buona.

Nel  dicembre dell’anno 2011 la triste notizia della scomparsa di Piero Rigoni, tuo fraterno amico, Ti colpì profondamente. Ad ogni costo avevi voluto prendere parte alla funzioni religiosa per porgergli il tuo ultimo saluto. Nonostante l’età avevi organizzato un viaggio fatto a staffette, perché Tu volevi esserci, ma non volevi essere troppo di peso agli amici. Quel giorno per la prima volta ci ritrovammo di persona. Al mio arrivo mi annunciasti al comune amico Mario Villa: “Ecco il pizzetto, quello è il mio amico Emanuele”. “Ricordati ragazzo che ogni scrittore ha il suo tratto distintivo, tu hai il pizzetto, promettimi di non tagliartelo”. E quella fu la prima promessa che Ti feci e a cui, come vedi, tengo fede ancora oggi.

Ebbi poi modo di frequentare qualche volta nei mesi a seguire casa tua, una sorta di piccolo museo del segugismo. Ricordo che tra gli altri conservavi ancora i ricordi dei primi incontri internazionali che avevano fatto nascere la Coppa Europa, che nei tuoi intenti, prima ancora che una competizione, avrebbe voluto essere un confronto costruttivo per una crescita colletiva del movimento segugistico europeo. Per la crescita del movimento segugistico italiano Tu hai fatto molto e molto di più avresti voluto ancora fare. Mi ripetevi spesso che con l’apporto di tutti si era arrivati ad avere segugi di buon livello, ora bisognava lavorare per formare un segugista, responsabile, consapevole e dotato della giusta etica.

Dai tuoi scritti emergeva una passione viscerale per il segugio, e con un linguaggio alla portata di tutti sapevi coinvolgere con maestria il lettore. Le tematiche trattate svariavano così dall’estetica applicata alla caccia col segugio alle più piccole regole di comportamento e di addestramento del giovane allievo. Ricordo il tuo consiglio di lasciare sull’auto un cartello “Segugi” alla sciolta, per avvisare della presenza di segugisti in zona, ed evitare che due battute si danneggiassero a vicenda. Oppure la descrizione della “corata”, termine che avevi mutuato dalla cultura segugistica francese, e pratica che consigliavi per rendere i segugi più interessati all’unico animale su cui si intende specializzarli.

Per te la lepre era del segugio, e doveva essere tratta con massimo del rispetto. Il segugio era uno dei tuoi più grandi motivi di gioia, lo si intuiva dalla delicatezza con cui sfioravi il suo mantello. La tua competenza in ambito morfologico avrebbe fatto comprendere ad un cieco la costruzione del segugio e la tua dialettica, la gestualità e la verve con cui illustravi la caccia con il segugio avrebbero invogliato chiunque ad assistere alla sciolta di un segugio.

La tua grande umiltà ti imponeva di dedicare due minuti ad ogni appassionato, anzi il tuo pensiero era sempre maggiormente rivolto ai meno coinvolti dal settore. La tua insomma era una scelta inclusiva e non esclusiva. Non mentivi mai, ad esempio quando fuori dai contesti del ring, Ti veniva chiesto un giudizio su un soggetto. Ma trovavi sempre l’espressione felice per fare in modo che il tuo interlocutore tornasse a casa consapevole delle aree di miglioramento su cui orientare la sua selezione e oltremodo deciso ad intraprendere il cammino da te indicato. Questo perché Tu sapevi dare entusiasmo e mettevi entusiasmo in ogni tua attività.

Un giorno mi raccontasti di quando in un tempo molto lontano anche tu eri stato ragazzo e fatta la scoperta dei segugi Ti eri subito attivato con i migliori segugisti dell’epoca, perché Tu del segugio volevi sapere tutto. In un’epoca buia per la caccia con il segugio, la tua determinazione ha concesso a questo ausiliare di trovare piena legittimazione. La società specializzata è nata così grazie al tuo apporto fondamentale e a quello di alcuni pionieri che hanno creduto nelle tue capacità, adoperandosi per lo scopo, in una realtà storica in cui le comunicazioni di ogni genere viaggiavano lentissime e lo scambio di informazioni era assai più complicato di oggi.

Io credo che tu abbia saputo lasciare almeno una parte del Tuo immenso sapere a tutti gli appassionati del popolo segugistico che hanno avuto la pazienza di ascoltarTi, questa è la più preziosa delle Tue eredità. Per quanto mi riguarda, oggi che ci hai lasciati, caro Maestro, non posso far altro che prometterti di portare avanti umilmente tutte le tue proposte e i tuoi valori, cinofili e morali che hai saputo donarmi. In quanto all’ultima promessa che mi strappasti nel nostro ultimo incontro, e di cui come sai ho sempre voluto tacere, ti giuro solennemente di lavorare allo scopo, con la determinazione e l’entusiasmo proprio dei migliori segugisti, proprio come lo eri e lo sarai sempre Tu.

Ciao Mario!




Mario Canton, il levriero afgano e altro

Qualche giorno fa, mi sono accorta di non essere riuscita ad incontrare il Prof. Raymond Coppinger, per un pelo. Quando ho frequentato alcune classi ad Hampshire College (Massachusetts) lui era in un anno sabbatico e io non sono potuta tornare il semestre successivo. Però, ritornando in Italia, ho avuto modo di incontrare e diventare amica di un altro studioso dello stesso calibro. Si chiama  Mario Canton e non ricerca sul comportamento canino, si occupa di morfologia, che analizza secondo un approccio scientifico. Mario è una persona molto umile e, quando gli si fanno i complimenti, si limita a dire che lui non ha “scoperto nulla”, si è limitato a mettere insieme le cose. Può darsi che sia così ma, mettendo insieme alle cose, ha reso disponibile ai cinofili un’incredibile quantità di conoscienze che ha altresì rispiegato nella maniera più semplice possibile. Se vi pare poco!

Mario ha pubblicato il suo primo libro nel 2004(Cani e razze canine 1a Edizione) dopo 35 anni di ricerche. Ricordo me stessa che su portava il  libro in bagno per controllare i refusi mentre insistevo sul punto 1) inserire fotografie e disegni e 2) farlo tradurre in inglese. Oggi questo libro è arrivato alla sua terza edizione ed è disponibile in 3 volumi in cofanetto o in tre ebook che  vi linko qui sotto:

Cani & Razze Canine – Vol. I

Cani & Razze Canine – Vol. II

Cani & Razze Canine – Vol. III

purtroppo il libro è ancora senza disegni e senza traduzione in inglese. Mario si giustifica affermando che 1) inserirei disegni farebbe lievitare i costi e che 2) esiste una letteratura vastissima su questo argomento scritta in inglese. Le sue affermazioni sono veritiere ma lui stesso dimentica il suo merito più grande: l’aver condensato tantissima letteratura in un unico libro, ok è un librone ma i contenuti sono esposti in maniera comprensibile.

Continuo a pensare che Mario debba trovare un traduttore e un editore all’estero. Il mondo intero potrebbe trarre beneficio dai suoi scritti. L’unico testo disponibile in inglese, per questo ve ne parlo, al momento riguarda il levriero afgano. E’ un libricino che raccoglie le slides del congresso mondiale sulla razza tenutosi nel 2014. Trovo i levrieri afghani molto belli ma non sono “la mia razza”, ne credo interessino molto ai lettori del mio blog, quindi perché parlo del libro

Levriero Afgano – Afghan Hound (Edizione Kindle)?

(E’ disponibile anche l’edizione cartacea a cura di Crepaldi Editore).

Semplice, essendo l’unico testo in inglese è il libro che può fare da apripista a tutti gli altri. Ho scritto la stessa recensione che leggete voi in inglese, potete trovarla qui e linkarla ad amici che non conoscono la lingua italiana. In secondo luogo, mi piace molto come analizza la razza dal punto di vista della morfologia funzionale: ne risultano spiegazioni chiare e stimolanti. Credo che libretti simili andrebbero fatti per ogni razza, cominciando ovviamente dal setter inglese! Questo libro è sull’afghano ma qualsiasi appassionato di razze da lavoro può trarne alcuni spunti. Inserisco sotto una piccola galleria del libro da Google Books, se non riuscite a vederla cliccate  cliccate qui.

Se vi piace quello che state leggendo, acquistate il libro o incoraggiate Mario a scriverne altri!




Mario Canton, the Afghan Hound and more…

This morning I realized I missed meeting Professor Raymond Coppinger by an inch. When I was attending some classes at Hampshire College (Massachusetts), he was on sabbatical. Unfortunately, I was not able to go back there on the following semester but, by coming back to Italy, I had the opportunity to meet and become friends with an equally gifted scholar. His name is Mario Canton and no, he does not research on dog behaviour, his favourite topic is dog conformation, analyzed under a scientific perspective. Mario is indeed a very humble person and he often claims “he has not discovered anything”, he has only put things together. It might be, but he made a huge amount of technical knowledge available to the average dog lover, quite an achievement!

Mario published his first book in 2004, after more than 35 years of research. I remember being the one proofreading it in the bathroom, checking for any possible typos and bugging him about 1) adding images and 2) having the book translated into English. The book “Cani e Razze Canine” (Dogs and Dog Breeds) has already had three improved editions since 2004, but it is still without images and without an English translation. Mario justifies himself stating that 1)images will make the book too expensive and 2) English speakers already have plenty of scientific literature about dogs in their own language. Both his statements are true, but Mario forgets his greatest merit: having condensed an incredible amount of literature in one book (a huge book indeed! ) and having re-written it in a way it is now easier to understand.

I am firmly convinced he should get a good translator and a good publisher abroad, the whole world could benefit from his writings. As for now, only one of his books is available in English and, today, I am telling you more about it. It is a small book about the Afghan Hound and it is based on the slides he showed during the Afghan Hound World Congress held in 2014. Whereas I think Afghan Hounds to be incredibly beautiful, I am not into the breed and I think most of my readers are not as well. So why am I reviewing the book

Levriero Afgano – Afghan Hound (Kindle Edition)?

(Paper edition available as well (it is published by Crepaldi Editore)

First of all, it is Mario’s only book available in English and, most important, he analyzes the breed according to the most modern knowledge about dog conformation and movement. I think he could and should do the same with other breeds – beginning from the English Setter of course! And I also think any dog lovers interested in a working breed can learn much from this tiny book. I am embedding a small gallery featuring some of the contents.  (In case you can’t see the Google Books gallery below, click here)

If you like what you see, consider purchasing the book or encourage him to publish more books in English!




Cinognostica Classica

Finalmente trovo due minuti per recensire l’ultima fatica dell’amico Mario Canton del sito www.dogjudging.com. Il libro si intitola Cinognostica classica. Tradizione cinologica in Italia del XX secolo. Sunto delle opere di Solaro, Barbieri, Misuraca, Rampoldi, Bonetti, Gorrieri, Morsiani e Renai
Noi lo abbiamo ricevuto il giorno stesso della presentazione, il 26 marzo 2017. Il volumetto è edito da Antonio Crepaldi e costa 25 euro.

L’abbiamo anche letto subito ricavandone la seguente impressione: è un rapido riassunto degli studi cinognostici intrapresi nel ventesimo secolo da diversi studiosi italiani. Come ci si può aspettare, si parte da Solaro, da cui parte tutto e si arriva a Renai della Rena, con il quale si se ne va, almeno a mio avviso, una certa maniera di intendere le esposizioni canine. Oggi sono sempre più show e sempre meno cinotecnica. Il libro presenta ogni autore brevemente e la sua opera. Molto interessante la figura di Lucrezio Misuraca, studioso valido ma sconosciuto ai più.

 

Vi omaggio di alcune frasi contenute nel libro:

Mi corre l’obbligo di segnalare che i concetti qui riportati e schematizzati sono frutto delle conoscenze che erano disponibili circa un secolo fa e come tali vanno considerati. (Prefazione)

Il giudice di esposizioni canine deve possedere la scienza del teorico, l’abitudine del pratico e il tatto dell’osservatore.

L’acume del giudizio sta nel vedere le differenze che sono tra le cose più somiglianti.

Chi vuol fare il muratore deve saper usare la cazzuola. (Citazioni attribuite a Giuseppe Solaro)

E qui viene il bello, uno dei pensieri salienti di Canton, viene riportato dal suo altro volume “Inchiesta sulla Cinotecnia” pubblicato sempre da Crepaldi Editore nel 2010.  Il libro raccoglie una serie di domande poste a Canton, vediamo proprio quella riportata anche qui.

“Domanda – Ritiene che qualcuno abbia stravolto il pensiero dei pochi cinotecnici italiani come Solaro, Barbieri, Gorrieri etc?

Risposta – Il pericolo, semmai, è stato il totale allineamento acritico su posizioni a volte chiaramente errate. Ho visto riportare in tutti i testi di cinognostica pubblicati dopo le “lezioni” di Solaro lo stesso identico errore per più di cinquant’anni: era evidentissimo, ma tutti hanno copiato senza comprendere quello che copiavano.”

Quindi? Dove voglio andare a parare? A rischio che Canton mi tolga il saluto (ma il mio punto di vista gli è stato già comunicato), ritengo che i due libri qui citati, ovvero il nuovo e quello del 2010, si integrino e che il nuovo, nonché meglio pubblicizzato saggio, possa essere meglio compreso se affrontato dopo la lettura di “Inchiesta sulla Cinotecnia”. Quel libro, in verità, non mi ha impressionato per la grafica e per l’impaginazione, sono un recensore molto onesto, ma ne ho divorato con curiosità i contenuti. Quindi… se volete leggere dell’evoluzione della cinognostica italiana, affrontate i due testi seguendo l’ordine di pubblicazione.