Dall’obbedienza al fermo al frullo

Non appena Briony si è esibita nei primi fermi al frullo, gonfia di orgoglio, ho postato alcuni video su Facebook. La strada che ci aveva condotto a un solido fermo al frullo era stata lunga ed ero assolutamente felice di aver ottenuto un risultato che, mesi prima, mi era sembrato irraggiungibile. Briony era stata acquistata per diventare il mio cane da caccia personale e, in effetti, era un buon cane da caccia. Ottimo senso del selvatico, ferma solida, discreto riporto ma, come tutti i cacciatori italiani, non avevo mai pensato che mi potesse servire un cane fermo al frullo. Ignoravo il problema e, così, per anni la cagnina ha potuto rincorrere ogni selvatico fermato fino a che, un giorno, ho realizzato che avrei potuto presentarla in prova.

I video si sono caricati lentamente ma, pochi minuti dopo essere diventati visibili al pubblico, ho iniziato a ricevere messaggi privati. Questi messaggi, nelle settimane e nei mesi successivi, sono diventate domande poste faccia a faccia. La gente voleva sapere se avevo usato il collare elettrico, o se le avevo sparato nel fondoschiena (un antico medico ancora molto in voga!).  Quando spiegavo che avevo ottenuto il fermo al frullo attraverso l’obbedienza i più mi guardavano con occhi sbarrati. Non riuscivano a credere che avevo costruito tutto con un guinzaglio, un fischietto e una corda di ritenuta. I pochi esseri umani che mi credevano, in compenso, mi chiedevano di fare miracoli: una donna mi ha chiesto di fermare al frullo il suo cane in poche ore e via internet!IMG_7102-1

Io non super poteri ma forse il mio insegnante li ha, in effetti è soprannominato “lo Sciamano” o “Penna bianca”. Penna Bianca mi conosceva da tempo: era stato uno dei miei insegnanti al corso per selecontrollori e a quello per biometristi. Ci eravamo incontrati a conferenze, seminari e prove di lavoro ma, ciò nonostante, prima di accettarmi come allieva ha voluto incontrarmi di nuovo, probabilmente per guardarmi sotto un’altra luce. Il primo incontro formale si è svolto davanti ad una tazza di caffè. Eravamo seduti ad un tavolino sulla strada con Briony accanto: è passato un gatto e sono riuscita a prevenire ogni reazione, credo gli sia piaciuto dal momento che ha fissato una lezione per il giorno seguente.

In verità ero abbastanza preoccupata, si trattava del “maestro” di Elena Villa e chi conosce Elena sa che lei ha praticamente vinto tutto quello che un kurzhaar poteva vincere, in Italia e all’estero. Inoltre, penan Bianca è un guardiacaccia in pensione che ha preparato, condotto e cacciato con un’infinità di cani, non dimentichiamo poi le varie esperienze venatorie… Come se non bastasse, ha avuto il miglior maestro cinofilo che sia mai circolato in Italia, Giacomo Griziotti. L’avvocato Griziotti,  nato alla fine dell’800 è tuttora considerato uno dei migliori giudici, conduttori, addestratori e autori coinvolto con le razze da ferma. A Pavia esistono una via e un collegio che portano il suo nome e  il suo libro, nonostante sia difficile da trovare e costosissimo, è ancora considerato una sorta di Bibbia. E’ ovvio che fossi preoccupata! Penna Bianca voleva testare me e Briony: se avessimo passato il test ci avrebbe addestrato gratuitamente ma doveva ritenerci una buona causa.IMG_7082-1-2

Dopo un altro caffè (per fortuna il caffé piace ad entrambi), siamo andati sul terreno e lì ho avuto la mia prima scioccante lezione sul significato di “ubbidienza”.  Ho aperto la macchina e la gabbia per fare uscire Briony ma… Penna Bianca ci ha subito reso chiaro e cristallino che lei non avrebbe potuto lasciare la gabbia senza il suo permesso.  Nei mesi successivi il “suo”permesso è diventato il “mio”permesso e lei ha dovuto imparare a sedersi e aspettare immobile se dovevo attraversare un fosso, l’avrei chiamata dopo e sarebbe dovuta venire. Mentre i miei amici si divertivano a caccia io e Briony lavoravamo con il fischietto al Seduto/Resta/Vieni/Giù, in qualsiasi condizione climatica e in qualsiasi luogo. Abbiamo lavorato in campagna, in città, nei negozi, con stimoli, senza stimoli. E’ stata durissima e deprimente: mesi interi passati a studiare ispezione dei pesci (per la mia laurea in medicina veterinaria) e a  praticare seduto/resta/giù!

IMG_6394-4

Ma poi è arrivato il giorno:  non solo Briony andava giù al trillo ma era anche  ferma al frullo, nonché obbediente, nel frattempo avevo passato anche il mio esame sui pesci! Dopo sono venuti i Field Trials in Inghilterra e Scozia e tutto il nostro durissimo e  noioso lavoro ha dato i suoi frutti, ma questa è un’altra storia. Al momento sono ancora incredula, nonché orgogliosa di far parte di una lunga e prestigiosa tradizione di addestramento dei cani da ferma.




Il silenzio è d’oro

Anche il pezzo di oggi è propedeutico e “poco commentabile” ma con il vantaggio di interessare tutti i cacciatori, non solo quelli che cacciano con il cane da ferma.hutchinson 6

Hutchinson parla, anzi scrive, della reazione dei selvatici al suono della voce umana: “[…] la tua personale esperienza ti dirà che niente fa muovere i selvatici più in fretta e li rende pronti a spiccare il volo di quanto non faccia la voce umana […]  . Questo lo sanno benissimo i cacciatori di selezione, specie se cacciano con il metodo della “cerca”. Gli altri… dipende.  Ogni tanto seguo una squadra che caccia il cinghiale in girata e, ogni volta,  c’è qualcuno con le radio a volumi altissimi o con i viva voce non settati correttamente. Premesso che un cinghiale intanato in un cespuglio non è uno dei selvatici più leggeri e tende a starsene dove si trova, se il postaiolo chiacchierone è lì di fronte, lui non abbandonerà mai il cespuglio. Se invece è in transito dalle sue parti, sentendo le voci cambierà strada. Qualche settimana fa è successo qualcosa di molto simile. Mentre la squadra cacciava regolarmente, si è presentata un’animalista urlate che ha iniziato a insultare tutti. Nel mentre, un branchetto di cinghiali stava andando proprio nella sua direzione, ovvero uscendo dai confini del territorio di caccia. Le urla della donna li hanno rimandati indietro in battuta e uno di loro è finito in padella. La donna ha così confermato di non sapere nulla sull’etologia dei selvatici che avrebbe voluto proteggere!

“[…] nemmeno il rumore del fucile li allarma quanto i comandi stop o fermo spesso, a peggiorare ulteriormente le cose, urlate a pieni polmoni. Ci sono pescatori che raccomandano il silenzio come chiave per il successo e nessun cacciatore esperto manca di ritenerlo di grande valore anche nella caccia.  […] Forse dovrei dire qualcosa su beeper e campano ma ho appena scritto che il silenzio è d’oro, pertanto mi limito ad aderire a questo precetto…

“[…]Penn, nelle sue interessanti Massime sulla Pesca & sugli Scacchi osserva questo fatto “se vuoi vedere il pesce non farti vedere da lui. Sulla caccia possiamo ugualmente dire “se vuoi che gli uccelli sentano il tuo fucile, non far udire loro la tua voce.” Anche un fischietto rumoroso li disturba”.  Hutchinson Dog Breaking  -1865