Quattro Passi Dentro Casa: l’Enciclopedia del Cane

L’Enciclopedia del Cane sta sulla libreria a nord-ovest, quella anni ’80, ma di design. È stata collezionata con lentezza, fascicolo per fascicolo Frequentavo ancora le scuole elementari, ma già leggevo cose di una pesantezza indescrivibile. Ogni settimana arrivava un fascicolo nuovo che io andavo a ritirare dal giornalaio. I due giornalai che si sono succeduti durante la raccolta dei fascicoli avevano un entrambi un cognome che finiva in -oni e mi conoscevano benissimo: l’editoria necessita di clienti come me. Le enciclopedie, a quei tempi, funzionavano in maniera un po’ macchinosa: ogni settimana arrivava un fascicolo nuovo da ritirare dal giornalaio, poi, ogni tot fascicoli si ordinava al giornalaio la copertina.  Quando la copertina arrivava, si riportavano i fascicoli dal giornalaio che li mandava, insieme alla copertina, dal rilegatore. Dopo un tempo variabile, i fascicoli tornavano rilegati in un volume, ben avvolti nella carta da pacco. Per andarli a riprendere serviva tornare nuovamente in edicola, anzi spesso ci si andava più volte per sapere se fossero arrivati. L’edicola, insieme al supermercato, era l’anima del quartiere: dell’edicola resta solo il casottino, del supermercato l’edificio, ora occupato dalla farmacia e da un poliambulatorio.

Quando l’enciclopedia è iniziata, non avevo ancora un cane mio, sebbene lo desiderassi più di ogni altra cosa, la fissa per i cavalli è venuta dopo. Mentre imparavo a conoscere le razze attraverso l’enciclopedia, cercavo di capirle anche dal vivo, ma c’era un problema: a me piacevano i cani da caccia, l’enciclopedia partiva dai cani da pastore (Gruppo I), e procedeva lentissima verso il Gruppo VII (Cani da Ferma). Nel frattempo, cercavo di conoscere i cani del quartiere: quasi tutti appartenevano al Gruppo II ed erano stati comprati per fare la guardia. Ricordo schnauzer, rottweiler, dobermann, maremmani e qualcosa del Gruppo I, pastori tedeschi per lo più, e in pastore belga Tervuren, poi morto di piroplasmosi, che oggi chiamiamo babesiosi.

Arrivata al quarto volume dell’enciclopedia, ho scoperto i cani nordici, che in quegli anni iniziavano a andare molto di moda. Mi piaceva il samoiedo: tutto bianco e orsettoso al punto giusto. Lo chiamano il cane che sorride, peccato che abbai altrettanto. In strada, tuttavia, si vedevano solo husky, rigorosamente neri e bianchi, e con gli occhi azzurri, e alcuni chow. Mi piaceva anche il groenlandese che, tuttavia, l’enciclopedia sconsigliava di prendere come animale domestico. Invece, chissà perché, taceva di dire la verità sugli husky, che nel frattempo invadevano le case degli italiani, con esiti non sempre fausti. Qui gli husky non hanno mai rischiato di entrare: nessuno aveva intenzione di comprarmi un cane, tantomeno un cane da slitta.

Mentre l’enciclopedia mi propinava bassotti, terrier e segugi, e io volevo sapere tutto dei cani del Gruppo VII, i cani da ferma hanno trovato me. Il giovane esploratore, ovvero fuggiasco, era una un Deutsch Drahthaar, che aveva imparato a scappare dalla sua cuccia a igloo, dal suo serraglio, e dal suo giardino, per venirmi a trovare. Il problema era che puzzava quanto le fognature di una metropoli del sud-est asiatico e trasferiva tutti i suoi aromi su di me. Però, a patto che non mi ci strusciassi troppo addosso, avevo ottenuto il permesso di portarlo in giro per il quartiere. Io frequentavo ancora le scuole elementari e lui era più grosso e saggio di me, andavamo insieme in edicola, e poi lo riportavo, a malincuore, nel suo serraglio. Almar, così si chiamava, dopo qualche mese di amicizia è sparito, prima sostituito da un setter blue belton, e poi da una pointerina bianca e arancio. Temo sia stato l’odore a fregarlo: non sarei mai riuscita a convincere mia madre che lavandolo sarebbe diventato inodore, così niente drahthaar, anche se la razza avrà sempre un posticino nel mio cuore.

In quegli anni, mio zio, storico e fedelissimo kurzhaarista (allora li chiamavano bracchi tedeschi, o brac tudesch), si era portato a casa un setter irlandese incontrato in campagna: l’aveva seguito fino all’auto, era molto bello e aveva deciso di dargli una possibilità. Ricordo che era bellissimo, che si chiamava Rosso, e che è vissuto, se non sbaglio, fino ad almeno 17 anni. Però, ricordo di aver pensato qualcosa del tipo: “umm sì, bello, molto bello, ma qualcosa non mi torna, troppo appariscente”. Il bracco tedesco, al contrario, mi sembrava troppo essenziale; il pointer aveva qualche carattere distintivo in più, ma restava pur sempre un cane a forma di cane, con quattro peli addosso. Il gordon? No! Troppo scuro e massiccio! Il bracco italiano? Ma, sembra un segugio! Insomma, già allora non sapevo farmi andare bene niente!

Invece, il setter inglese… intrigante e setoso, ma non troppo, era la giusta via di mezzo.  La maggior parte degli inglesi presenti nel settimo volume, di otto, era bianca e nera (blue belton): io ero rimasta colpita dal bianco arancio “Lindo della Bassana”.  I miei, che già avevano dribblato il drahthaar, avrebbero fatto a meno anche del setter, eppure ero quasi riuscita a convincerli: c’era una setterina blue belton al canile municipale e sono andata a vederla con mio padre, che ha cercato di prendere tempo.

Pochi giorni dopo, non fidandomi delle promesse di nessuno, ho raccattato il primo randagio (che probabilmente non era tale) avvistato transitare per il quartiere. Era blue belton, aveva una bellissima coda frangiata da setter e fermava e guidava proprio come un’inglese. Il pelo arruffato e la “durezza” ne tradivano le origini, almeno in parte, teutoniche. Tommaso, così si chiamava, era molto probabilmente mezzo setter e mezzo schnauzer: all’eleganza del primo, univa la serietà e la predatorietà del secondo. Sul suo diario di caccia sono segnati topi, talpe, galline, bisce, gatti… mai altro mio cane fu così spazzino.

Se ti è piaciuto puoi leggere il precedente qui.




76esimo Derby DKV Mainfranken di Mattia Felicetta

76esimo Derby DKV (Deutsch Kurzhaar Verein) Mainfranken 22-04-2017

di Mattia Felicetta

Di articoli di prove ne esistono migliaia, alcuni ci lasciano un’impronta, una lezione, un’idea di cos’è stato vissuto in quell’occasione, ma l’atmosfera può essere solo vissuta. L’ultima frase è un palese invito di vivere almeno una giornata come spettatore di queste prove (Derby, Solms, IKP o Kleemann per i DK), ed è indirizzato ad ogni persona interessata alla cinofilia delle razze tedesche. Se siete giunti su questo articolo è perché abbiamo un interesse comune, la passione che ogni giorno coltiviamo, con tanti sacrifici di tempo, migliorare non tanto per noi stessi, quanto per i nostri ausiliari e compagni di tutti i giorni. Mi sono presentato a delle prove di lavoro in Italia, da totale inesperto e con il massimo rispetto di quelli che sono stati i giudizi, ammetto di non avere una base di preparazione/esperienza per questi test. Un tasto toccato in più occasioni da altri concorrenti è un loro parere sulle prove tedesche, espresso a volte senza conoscere le specialità affrontate da un cane polivalente. Tra questi esistono due linee di pensiero diametralmente opposte: chi non le accetta minimamente e chi ne è incuriosito.Ora starete pensando “ma non dovevamo parlare del Derby?” Giustamente, siete qui per questo. Seguendo l’ordine cronologico si parte da giovedì mattina, partenza fissata alle 9:30 con mio padre Massimo ed il protagonista, Kurt (DK) fino ad ora completamente in secondo piano. Alle 18 circa siamo giunti a Gollhofen, più precisamente al Gasthaus Stern, tra Norimberga e Würzburg. Circa in contemporanea arriva Ingeborg Voelker-engler, cara amica e costante riferimento per gli italiani che si avvicinano al mondo delle prove tedesche. E’ lei il mio referente, ed è lei che spenderà il giorno seguente a farmi un corso intensivo sulla preparazione del cane.

Due giorni dopo, sabato 22 aprile 2017, inizia la prova: consegna del pedigree, controllo dei vaccini, rilascio del numero ad ogni concorrente, spiegazione delle varie fasi.
All’ingresso dell’albergo un veterinario incaricato aspetta ogni concorrente per la lettura del microchip ed un controllo sanitario, dovuto soprattutto per il monitoraggio di difetti quali displasie o assenza di denti. Tutto scritto sull’apposito modulo della prova. In totale 18 cani, divisi in quattro batterie, due da quattro cani e due da cinque cani, con tre giudici per ciascuna batteria di concorrenti. Il tutto organizzato in modo che Ingeborg, l’unica che conosceva l’italiano, potesse essere a giudizio della batteria, per aiutare con le traduzioni e le indicazioni sia a me sia a Marco. Ci dava anche tranquillità.

Cercherò di essere il più neutro possibile, limitandomi solo alla spiegazione delle varie fasi della prova, specificando il comportamento di Kurt nella giornata. In fondo era su di lui che era focalizzata la maggior parte della mia attenzione, se non tutta. Premetto che non sono un giudice di prove tedesche, non mi dichiaro addestratore di alcun tipo. Tutto ciò che leggerete da questo punto in poi sarà semplicemente l’interpretazione e la prima esperienza in queste prove di un ventenne che si affaccia a questo mondo. Alcune cose vi strapperanno una risata magari, ma in tutta la mia umiltà vi riporto quello che, forse in modo sbagliato, penso di aver capito.

Il primo passaggio consisteva nel piacere al lavoro, l’indifferenza al colpo e la cerca. Lo stile di razza di ogni ausiliare (DD, DK, Weimaraner eccetera) è recepito in modo completamente differente dalla mentalità italiana. Il portamento di  testa alto accomuna le due filosofie, ma  il metodo di lavoro lo reputo completamente opposto. Un cane deve segnalare i vari odori interessati all’attività venatoria, non pistando in modo continuo come un segugio, ma nemmeno cercare freneticamente ed in modo nervoso a distanze troppo ampie. La lepre, non a caso, non viene ignorata in Germani: se un cane, durante il suo turno, fa un incontro su questo selvatico viene valutato con un giudizio in più, se non incontra, nessun problema, non è richiesto. La  prima valutazione consiste quindi nel vedere come si comporta il cane nei confronti delle varie emanazioni recepite, controllando il cambio della battuta della coda, le pause per segnalare l’odore, il cambio di movimento. Ovviamente deve sempre rispettare le condizioni di cerca e, se capita l’opportunità anche di ferma.
L’indifferenza al colpo non è tanto banale come sembra, ad una distanza di 30 metri, con cane in fase di apertura (non rientro) viene sparato un colpo, in modo da valutare la reazione a questa fase, poi uno successivo. Non sono molto a conoscenza sul giudizio dato, non vorrei quindi andare in errore, sicuramente ad ogni reazione del cane viene riportato un giudizio sull’opportuna tabella.

Io sono il secondo della batteria, il campo di fronte a me era già stato battuto sul lato destro, quindi io ho lo sgancio dalla parte sinistra, distante circa 50 metri da me un boschetto sulla sinistra, largo forse una decina di metri e 200 in lunghezza. Il vento da sinistra.  Mi indicano di mettere il cane a terra. Comando il “Platz” a Kurt. Mi allontano quei pochi passi verso destra in modo che l’apertura sia verso destra, con gli occhi rivolti verso il cane perché non si muova. Arriva il cenno di far partire il cane. “Via”. Tutta l’agitazione passa in quel comando, ormai vada come vada, mi devo solo divertire. Fatti due lacets, mentre io continuo a muovermi e fischiare per farlo girare, parte il primo colpo, ancora un lacet ed ormai a sinistra verso il bosco, si butta dentro. “Ecco, chissà cos’ha sentito” le prime parole che ho pensato. Poco prima di parcheggiare erano partiti dei caprioli. Avrei dovuto aspettare di tornare alla macchina perché mio padre mi avvisasse che era partita  anche una lepre. Dopo essere andato avanti un centinaio di metri dentro al bosco richiamo il cane, lo sgancio di nuovo. Stesso inizio, tre lacets, ma stavolta epilogo diverso: gli parte una lepre a circa dieci metri. La vede,  parte senza dare voce, e inizia ad andare in seguita per diverse centinaia di metri, arrivando a cima del colle, sulla strada sterrata va a sinistra, esattamente dove era passata la lepre. Con l’anima in pace aspetto che il cane rientri. Mi volto verso i giudici cercando lo sguardo di Ingeborg per chiederle cosa fare e come fosse andato il cane, ottenendo come risposta che è solo una cosa in più, che avremmo discusso dopo, di richiamare il cane e continuare. Tempo un minuto ed il cane rientra, gli metto il guinzaglio, torno indietro qualche passo e stesso rito precedente per lo sgancio. Ripassa ancora sulla spur (traccia) della lepre che ha appena fatto, alla stessa folle velocità di prima ed ancora sulla stessa strada, pensavo ci fosse un viottolo ormai. A questo punto lo sgancio a destra, cercando di evitare che ripassi ancora su quella pista. Si muove abbastanza bene, anche se dopo quelle corse un po’ di fatica la sente. Parte quindi il secondo colpo per il giudizio di reazione. Ancora qualche lacets, adesso non troppo ordinati, e mi viene detto di fermare il cane.
Tirando le somme ha fatto secondo me un’ottima spur, ero davvero felice di come si era comportato.Senza entrare nello specifico, ho visto dei cani veramente ordinati in questa fase, con aperture ampie, messi molto bene sul percorso ed a una velocità moderata, ma soprattutto in mano ai conduttori.

Il secondo passaggio consiste nella valutazione della ferma. Ad ogni cane iscritto alla prova viene data la possibilità di dimostrare le proprie capacità su quello che è lo stile di ferma e l’utilizzo dell’olfatto. La risalita verso un’emanazione è la cosa più importante, qualsiasi sia il terreno sul quale si svolge questa fase. La ferma deve essere accertata dal cane, non deve fermare in bianco, per questo, da quel che ho inteso, un cane che stringe la cerca prima della ferma, anziché fermare di colpo, viene valutato con un buon punteggio. Bisogna quindi aspettare che arrivi il conduttore per servire il cane, in questo caso era consigliato di portare via il cane legato in modo che i concorrenti dopo potessero fermare. Nel nostro caso di trattava di un boschetto di tre filari con alcuni punti di erba alta.  Al mio turno, solito rito per l’inizio della prova, parte il cane tra le piante, a volte andando fuori, in fondo, saranno stati 30 metri in larghezza, avevo già immaginato una situazione simile, per cui, con tutta la calma chiamo il cane a rientrare. Ad un certo punto smette di cercare in modo ordinato, dopo la seconda volta che è uscito a sinistra del bosco. Parte in diagonale, da sinistra a qualche decina di metri in avanti a me, rallenta. Mi fermo per vedere cosa sta facendo. E’in ferma, una statua, davanti ad un mucchio di erba alta, dove sicuramente dentro ha  sentito la starna. Il giudice più in avanti alza la mano, per dare conferma che il cane è nel punto esatto. Mi avvicino e lego.

Dopo circa un’ora mi avvisano di prendere il cane, andiamo al campo a sinistra del boschetto, lievemente in salita verso sinistra. Mi indicano di salire circa 40 metri dalla strada  e sganciare il cane verso sinistra. Parte subito, forse un po’ troppo in avanti. Non passano neanche un paio di minuti che parte una lepre in mezzo al campo. Il cane non l’ha vista, trillo ed il cane si siede. Mi giro verso i giudici per chiedere come devo comportarmi, per tutta risposta mi hanno detto di lasciare il cane e vedere come di sarebbe comportato. Fatto ripartire fa un paio di lacets e finisce qualche decina di metri dall’inizio della spur, comunque sulla traccia. Inizia a pistare, facendo un centinaio di metri veramente bene, perdendo poi l’odore al passaggio sull’arato. Scendo verso la strada, mi indicano che adesso torniamo a filo bosco. Chiamo quindi il cane che scende dopo qualche attimo, ancora non è convinto  di rientrare.Arrivato quindi sulla stradina lascio andare il cane avanti a me, inizia a cercare facendo il suo lavoro. Ad un certo punto si lancia nel fossetto di scolo dell’acqua, io, sapendo di questo suo vizio di rinfrescarsi, lo richiamo di uscire. Ingeborg mi dice di lasciare fare il cane che non sta sbagliando, metto quindi via il fischietto. Continua per qualche minuto a cercare lì dentro, fino a quando parte una starna, utilizzata il turno prima. Il turno è finito ormai, lego quindi il cane.

Subito dopo il richiamo, mi danno indicazione che sarebbe iniziata l’ultima fase della prova:  l’attesa del conduttore. Questa parte consiste nel mettere i cani a terra, ad una distanza di qualche metro l’uno dall’altro, e fare allontanare i conduttori. I giudici in questo caso valutano l’equilibrio del cane ad aspettare dopo aver ricevuto un comando, per un tempo a discrezione dei giudici. L’erba è  abbastanza umida, l’unica accortezza che ho avuto è stata quella di mettere un telo di loden in modo che Kurt non si bagnasse per sedersi. Dato il “platz e fermo” al cane e mi sposto.  La mia prova è finita.

Mentre aspettiamo il rientro delle altre persone, pranziamo leggendo i risultati che uno alla volta vengono trascritti sul computer, collegate ad un proiettore.  Sui risultati va fatta una precisazione: le prove tedesche non sono agonistiche, pertanto tutti i cani possono ricevere un 1° Premio, dettato dai punteggi ottenuti nella prova. I cani della VJP ricevono invece un punteggio effettivo. Durante la trascrizione ero il 2° della lista su cui si compilava, “Kurt : I Preis 4h Vorstehen mit Andreasstern” ossia 1° premio, eccellente in ferma ed eccellente per la traccia su lepre. Finita la compilazione Ingeborg mi dice che con quel punteggio potrei anche aver vinto la prova, sempre che qualche concorrente delle batterie rimanenti non avesse fatto due 4h. Fritzi, una volta ottenuti tutti i risultati della prova, fa  un discorso, dicendo che di 18 cani era un ottimo risultato avere tredici primi premi, un secondo ed un terzo premio, oltre che in VJP tre punteggi con 72, 68 e 64. Chiama poi uno per uno e ormai aveva chiamato la penultima ho capito che mancavo solo io, avevo appena vinto il Derby. O meglio, Kurt aveva appena vinto il Derby! Emozionato e con gli occhi lucidi sono andato a ritirare il premio!

Non resta quindi che concludere, ringraziare gli organizzatori impeccabili, Ingeborg che ogni volta ci accoglie con infinita pazienza e gioia di vederci, Marco e Michela che ci hanno tenuto compagnia e fornito le fotografie che vedete nell’articolo, io sono quello qui al centro!.Un grandissimo ringraziamento va nei confronti di Ivan e Rebo, in fondo mi hanno aiutato loro in tutta la preparazione, e molte, se non tutte, le cose che ho imparato in questi ultimi 4 anni le devo a loro. Ovviamente non posso non ringraziare mia madre e mio padre, che mi aiutano sempre.




3° Seminario “Dalla VJP alla VGP” con Uwe Heiss

3° Seminario “Dalla VJP alla VGP” con Uwe Heiss
Sabato 13 e Domenica 14 Maggio 2017 a Reggio Emilia
Quota d’Iscrizione : 123 € ( la quota non include pasti e pernottamento)
Iscrizioni: fino al 2 marzo 2017
Per info e iscrizioni:
Roberto Alberio tel. 3405929584 alberio.roberto75@gmail.com
Beppe Marinelli tel. 3346920498 marinbeppe@yahoo.it




HEGEWALD-ZUCHTPRÜFUNG 2016 (di Fabrizio Crabbio)

di Fabrizio Crabbio

Non ci sono sconti per chi dall’Italia vuole partecipare o assistere ad un‘edizione dell’Hegewald. La strada è sempre lunga e noiosa, ma qualcosa di speciale spinge gli appassionati ad affrontare simili trasferte; la razza D.D., che ci affascina, ci attrae, ci emoziona a tal punto da farci pesare poco o niente i molti sacrifici fatti per seguirla.
L’edizione di quest’anno è l’83esima e si è svolta dal 28 Settembre al 1 Ottobre, nei terreni attorno la cittadina di Verden/Aller, capoluogo della Bassa Sassonia, posta tra Brema ed Hannover, non molto distante dal Mare del Nord.
Il gruppo organizzatore è stato il Lünemburger Heide, il Prüfungsleiter il Sig. Hermann Hellwinkel, che fino a poco tempo fa ne era il Presidente, ora sostituito dal Sig .Carsten Kuhnt e suo vice il Dr. Eckhard Brunken.
La centrale è stata allestita presso l’albergo-ristorante Haag’s Hotel Niedersachsenhof, capace di accogliere molte centinaia di persone.
Se dovessi dare una definizione sintetica di questa edizione, la chiamerei “perfetta”.
Organizzazione impeccabile, area adibita alla Hegewaldschau e della sfilata che chiude la manifestazione a circa un chilometro dalla centrale, presso i prati di un grandissimo maneggio, riserve e laghi presso i quali si sono svolte le prove in campo ed in acqua a circa 30 km da Verden.
Accoglienza e smistamento dei concorrenti nella giornata del campo ordinata e premurosa attenzione da parte degli addetti.
Dopo molte edizioni in cui i fagiani sono stati merce rara, se non addirittura introvabile, quest’anno finalmente c’erano in misura sufficiente per poter valutare correttamente la ferma e l’utilizzo del naso sulla selvaggina da piuma. Questa è stata la sorpresa più piacevole per me, che mi ero decisamente stufato di condurre cani con grandi potenzialità, che venivano mortificati dall’assenza di selvaggina. Lepri presenti con una densità naturale e non come in certi casi sovrabbondant o addirittura scarse.
Il lago del Blocco VII, come ho potuto vedere, era degno di ospitare una prova di questo livello, avendo tutte le caratteristiche che permettono ad un cane di dimostrare il proprio piacere e coraggio di lavorare in acqua.
Una menzione particolare la merita il Revierführer della Riserva n. 53 Ahnebergen, Sig. Heinz Meyer, persona incaricata di guidare la batteria composta da tre cani e tre giudici, più qualche persona al seguito nella prova in campo.
Ha organizzato tutto in modo di poter eseguire una cerca in zona ampia che ha permesso ai cani di spaziare al galoppo e dimostrare la loro passione, il collegamento al conduttore e il grado di addestramento raggiunto per compiere un percorso ordinato e sistematico sul terreno.
Ha riservato una zona con incolti misti a terreni con prati stabili e rive adatte alla presenza di fagiani, i quali non si sono fatti desiderare e hanno dato a tutti e tre i concorrenti la possibilità di mettersi in mostra.
Come anticipato le lepri erano presenti a sufficienza per dare due possibilità a concorrente e le campagne adibite a prati e pascoli, hanno permesso di vedere la fuga delle “orecchione” fino a lunghe distanze dando ai giudici la possibilità di valutare con precisione la qualità della pista eseguita dai cani sguinzagliati al loro seguito.
Verso l’ora di pranzo eravamo a parecchi km da dove erano parcheggiate le automobili, percorso che avremmo dovuto rifare a piedi con i cani al guinzaglio, se non che il nostro Revierführer ci ha raggiunto con un trailer per il trasporto dei cavalli, trainato dalla sua BMW X5 sul quale ha caricato conduttori, giudici e cani, abbreviando al massimo i tempi morti.
Non pago della sua gentilezza, ci ha ospitato presso una baita in legno, dove ci ha raggiunto la moglie con zuppa calda di verdure, legumi e carne di manzo, che ha rinvigorito tutti i presenti. Cosa pretendere di più? Mi preme sottolineare i modi signorili con i quali questo non più giovane signore, si è posto nei confronti di tutti, coinvolgendo anche il figlio nel portarci caffè caldo alla fine della prova.
Complimenti quindi ad Hermann Hellwinkel, che si è distinto, oltre che come allevatore e conduttore ai massimi livelli mondiali, anche come un ottimo organizzatore e pianificatore, aiutato dal suo gruppo di collaboratori.
Quest’anno ho vissuto l’Hegewald in veste di “maggiordomo” dell’amico Bruno Ciprian, che per la prima volta affrontava questa prova con il secondo D.D. che ha preparato nella sua vita.
Avrei dato comunque il mio appoggio, anche se sfortunatamente il sabato mattina prima della partenza, Bruno non fosse incappato in una brutta caduta durante una battuta di caccia e si fosse rotto il polso destro in due punti! Sembrava finita ancora prima di partire, ma con coraggio e determinazione, Bruno mi ha espresso la sua volontà di tentare lo stesso, se gli avessi garantito un minimo di aiuto materiale.
Questa è l’ennesima dimostrazione che la volontà ed il coraggio di osare, tante volte premiano e se anche non si dovesse ottenere il risultato voluto, si avrebbe comunque l’ammirazione altrui per l’impresa tentata.
Bruno ha ottenuto il suo risultato ed ha confermato la regola conducendo una femmina R/M di nome ZARA II di COSTA RUBEA, classificata al 104° posto con punti 208, giudizio in forme e pelo di sg(9)/g(8), per cui un punteggio finale di 216,5, nata il 7 Marzo 2015 da madre QUIRA II di COSTA RUBEA (YOLA vom LIETHER-MOOR x GIOVE di COSTA RUBEA) VJP P. 67, HgwN.B., HZPo.s. P. 193, sg(11)/g(6), linea materna Liether-Moor-Oeynhausen-von Walde St, padre INUK v. ERTHAL (CARLA v. ERTHAL x ENCAS vom SPRAKELER HOLZ) VJP P. 75, HZP o.s. P. 188, HGW P. 226, Armbruster P. 218, VGP I./324, sg(11)/sg(11), linea materna Auenheim PP.
Congratulazioni a Bruno: al di là del risultato numerico, ha dato una dimostrazione di come si dovrebbe comportare un uomo di fronte alle difficoltà.

Fabrizio Crabbio e Bruno Ciprian con Zara II
Fabrizio Crabbio e Bruno Ciprian con Zara II

Il secondo binomio italiano presente quest’anno era composto dal giovanissimo conduttore Lorenzo Corsi, anch’egli alla sua prima esperienza all’Hegewald e per giunta con il primo cane addestrato nel metodo mitteleuropeo, femmina R/M di nome HEIDI vom SCHWARZENQUELLE, classificata al 121° posto con punti 193, giudizio in forme e pelo di g(7)/g(8), sil, per cui un punteggio finale di 200,5, nata il 3 Aprile 2015 da madre EDDA vom SCHWARZENQUELLE(BIANCA x VITUS vom SÖNNERBACH)VJP P. 75, HZP o.s. P 192, Hgw P. 215, sg(11)/sg(10), linea materna Zeffiro-Saarforst-DK, padre JUKON vom LIETHER MOOR (ESTA II vom LIETHER MOOR x YAGO vom BIRKEGRUND)VJP P. 74, HZP o.s. P. 185 e 188, VGP I./348 ÜF, sg(10)/sg(11), SJ-DD, SW II, HN, BTR, AH, JEP Niederwild, sil, linea materna Liether-Moor-Oeynhausen-von Walde St.
Lorenzo era accompagnato dai suoi genitori, persone simpaticissime, con le quali abbiamo condiviso alcuni momenti piacevoli e sereni dei quattro giorni tedeschi.

Bruno ed io siamo stati accompagnati dal vice presidente del C.I.D. Sig. Gino Fortini, il quale ha sostenuto con successo sia l’esame teorico che pratico per conseguire la nomina a giudice in Forme/Pelo del VDD. Primo ed unico italiano che può fregiarsi di questo importante titolo, costato a Gino tanto impegno, investimento di risorse e tempo, difficile da comprendere per un semplice appassionato, ma che ha prodotto questo importantissimo risultato.

A completare la presenza italiana è stata la femmina R/M di nome ORIANA IV del ZEFFIRO, non classificata per un mancato riporto dell’anatra nella schleppe, giudizio in forme e pelo di sg(10)/sg(10), sil,, nata il 16 Giugno 2015 da madre OTTI vom BURGWALD (MADDALENA III del ZEFFIRO x DUX v. VENNORT) VJP P. 61 + 72, HZP m.s. P. 0 + 224, VGP.I/330 ÜF, Sw III/, spl, sg(9)/sg(9), linea materna Zeffiro-Saarforst DK padre NERO v.d. HOFMARK (GEISHA III del ZEFFIRO x LEO VI vom DONAUECK) VJP P. 72, HZP o.s. P. 191, VGP I./323 ÜF, sg(10)/sg(11), linea materna Zeffiro-Saarforst DK .
ORIANA IV è stata condotta dal Sig. Gert Lahr del Gruppo Mittelrhein

I dati statistici che hanno caratterizzato questa 82 esima edizione sono:
• Cani iscritti in catalogo 180, n° 18 dei quali non si sono presentati, n° 10 non hanno raggiunto il giudizio di buono “gut” o nella pista di lepre o nel lavoro in acqua con anatra viva o nel giudizio delle forme o del pelo, per cui sono stati giudicati “nichtbestätigt” per i criteri legati all’Hegewald, n° 2 hanno ottenuto solo la qualifica di HZP, n° 22 non sono entrati nella classifica finale per prove non portate a termine. La percentuale dei cani presenti che hanno portato a termine con successo la prova è del 71%;
• dei 180 cani in catalogo i mantelli erano così divisi: n° 105 R/M, n° 43 R/N, n° 32 unicolore marrone con macchia grigia sul petto, a loro volta distinti in n° 99 femmine e n° 81 maschi;
• le nazioni straniere partecipanti sono state:

Austria con n° 1 Soggetto;
Bulgaria con n° 3 Soggetti;
Grecia con n° 2 Soggetti;
Italia con n° 2 Soggetti + 1 Soggetto condotto da conduttore tedesco
Kazakistan con n° 3 Soggetti;
Nord America con n° 4 soggetti;
Olanda con n° 1 Soggetto;
Russia con n° 3 Soggetti;
Serbia con n° 2 Soggetti;
Spagna con n° 3 Soggetti;
Ucraina con n° 1 Soggetto;
Ungheria con n° 3 Soggetti;

Gli stalloni più rappresentati come numero di figli iscritti sono stati:

ED vom HOCHWALD 10 figli;
IRKO II v.d. DACHSWIESE 10 figli;
DARKO vom TAUBMOOS 7 figli;
TROLL v. ERTHAL 7 figli;
OTTO vom FALKEMBERG 7 figli;
HERO vom BRÜNDFELD 6 figli;
GALLO vom JURA GRUND 5 figli
POLDI vom BENNINGSHOF 5 figli

I gruppi di allevamento più numerosi sono stati:

nome cane (padre x madre)

vom Jura Grund

1) Maja (Irko II v.d. Dachswiese x Britta vom Oberpfälzer)
2) Matze  (Irko II v.d. Dachswiese x Britta vom Oberpfälzer)
3) Micka  (Irko II v.d. Dachswiese x Britta vom Oberpfälzer)
4) Mira (Irko II v.d. Dachswiese x Britta vom Oberpfälzer)
5) Nick (Otto vom Falkemberg x Inka vom Jura Grund)
6) Odin (Otto vom Falkemberg  x Gebby vom Jura Grund)
7) Orla (Otto vom Falkemberg  x Gebby vom Jura Grund)
8) Oskar (Otto vom Falkemberg  x Gebby vom Jura Grund)
9) Otto (Otto vom Falkemberg  x Gebby vom Jura Grund)
10) Otty (Otto vom Falkemberg  x Gebby vom Jura Grund)

v. d. Dachswiese

1) Urs II (Iras II vomLiether-Moor x  Benja IIv.d. Dachswiese)
2) Watz II (Gallo vom Jura Grund x  Ondrav.d. Dachswiese)
3) Wenke II (Gallo vom Jura Grund x  Ondrav.d. Dachswiese)
4) Wico II (Gallo vom Jura Grund x  Ondrav.d. Dachswiese)
5 )Wiete II (Gallo vom Jura Grund x  Ondrav.d. Dachswiese)
6) Wilja II (Gallo vom Jura Grund x  Ondrav.d. Dachswiese)
7) Yanko II (Ferro vom Bründfeld  x Umbra v.d. Dachswiese)
8) Yaro II (Ferro vom Bründfeld  x Umbra v.d. Dachswiese)

v. Böckenhagen

1) Addi IV  (Troll v. Erthal  x Laika III v.Böckenhagen)
2) Aika IV (Troll v. Erthal  x Laika III v.Böckenhagen)
3) Anton IV (Troll v. Erthal  x Laika III v.Böckenhagen)
4) Barney IV (Vieth IIIv.Böckenhagen x  Ushi III del Zeffiro)
5 ) Boss IV (Vieth IIIv.Böckenhagen x  Ushi III del Zeffiro)
6) Zamara III (Ottelo v. d. Dachswiese x Katja III v.Böckenhagen)
7) Zora III (Ottelo v. d. Dachswiese x Katja III v.Böckenhagen)
8) Zorro III(Ottelo v. d. Dachswiese x Katja III v.Böckenhagen)

Vom Spanger Forst

1) Utah II  (Grischka vom Hechtsgraben  x  Grandel II vom Spanger Forst)
2) Vanja II (Hero vom Bründfeld x Lava II vom Spanger Forst)
3) Venus II (Hero vom Bründfeld x Lava II vom Spanger Forst)
4) Vicky II (Hero vom Bründfeld x Lava II vom Spanger Forst)
5 )Vino II (Hero vom Bründfeld x Lava II vom Spanger Forst)
6) Viva II (Hero vom Bründfeld x Lava II vom Spanger Forst)
7) Vlaska II (Hero vom Bründfeld x Lava II vom Spanger Forst)

• Sono stati assegnati n° 15 (v) sulla pista della lepre , n° 26 (v) nel lavoro in acqua con anatra viva, n° 13 (v) nella valutazione olfattiva, nessun (v) in forme e n° 4 (v) in pelo.
• Il punteggio di 201 in lavoro è stato raggiunto dalla femmina EIKA vom ULMENBACH, piazzata al 111° posto, per cui su un totale di 128 cani entrati in classifica, l’86 % hanno superato la soglia dei 200 punti.
• La 50° posizione in classifica con punti 2 è stata raggiunta dal maschio BIRKO vom SCHNEPFENHAIN e la 100° posizione con Punti 210 è stata raggiunta dal maschio HARRY vom LINDEKRUG.

Al primo posto troviamo una femmina R/N di nome WENKE II vom DACHSWIESE, con P. 235 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (11)/sg (11), per cui un punteggio finale di 246,0.
Nata il 22 aprile 2015 da madre ONDRA vom DACHSWIESE, vincitrice dell’Hegewald 2007, (DELE v.d. DACHSWIESE x LUCHS III v.d. WUPPERAUE) VJP P. 73, HZP P. 235, VGP I./336 ÜF, sg(11)/sg(11), linea materna Oeynhausen-vomwalde-St., padre GALLOvom JURA GRUND (AIKA vom JURA GRUND x ERO III del ZEFFIRO), VJP P. 72, HZP o.s.P. 184, VGP ?, sg (10)/sg (11), linea materna Königsheide-Saarforst-DK.
WENKE II ha ottenuto il 12 nell’utilizzo del naso, nella pista sulla lepre e nella cerca dell’anatra viva ed è stata condotta dall’allevatore e proprietario Sig. Wilfried Steffens del Gruppo Lüneburger Heide.
Steffen è alla sua seconda affermazione all’Hegewald, la prima la ottenne proprio con la madre di WENKE II nel 2007 con lo stesso punteggio.
Pensate quale soddisfazione può generare un fatto simile per un allevatore/conduttore tra i più attivi, bravi, competenti degli ultimi dieci anni.
Steffen è sicuramente destinato a diventare uno dei personaggi simbolo della nostra razza, insieme a Sven Biefeld e Jurgen Böttcher, per citare altri due allevatori/conduttori della stessa generazione che stanno facendo un lavoro straordinario.
Seguendo Bruno nella prova in campo, Gino Fortini ed io, abbiamo avuto la fortuna di vedere questo binomio all’opera, essendo inserito nella stessa batteria.
Gli aspetti che mi hanno più colpito, sono stati l’impostazione della cerca, da far invidia ai dresseur professionisti nostrani e quindi del collegamento con il conduttore, le due prepotenti HasenSpur, in particolare la prima e l’assoluta tranquillità della cagna. Ovviamente schleppe e riporti perfetti, ma non ho avuto l’impressione di essere al cospetto di un cane che usa il naso in modo straordinario, cioè non oltre il più che giustificabile 11. In ogni caso la valutazione dell’utilizzo del naso viene data dopo la consultazione con i giudici della prova in acqua e sicuramente questi ultimi avranno dato un giudizio tale da giustificare questo punteggio. Anche nelle forme mi è sembrato che Wenke sia stata valutata con troppa generosità, altezza al garrese al minimo dello standard, linea dorsale non perfetta, proporzione tra altezza al garrese e lunghezza dalla punta dello sterno all’attaccatura della coda a chiaro vantaggio di quest’ultima, ma questa è solo una mia impressione che non fa testo.

Al secondo posto si piazza un maschio R/M di nome ASTOR II vom EICHENLOH, con P. 235 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (10)/sg (10), per cui un punteggio finale di 245,0.
Nato il 20 Marzo 2015 da madre SISSI vom EICHENLOH (KATJA vom EICHENLOH x DON v.d. SONNENBURG) VJP P. 67, HZP. P. 179, VGP?, sg(11)/v(12), linea materna Bachwiese-Radchen-PP., padre TROLL v. ERTHAL (KAJA v. ERTHAL x INUK v. ERTHAL) VJP P. 70 + 69, HZP o..s. P. 187, Hgw P. 223, VGP P. I./321 ÜF, sg (11)/v(12), linea materna Auenheim PP.
ASTOR II ha ottenuto il 12 nell’utilizzo del naso, nella pista sulla lepre e nella cerca dell’anatra viva, ed è stato condotto dalla Sig.ra. Sabine Reck del Gruppo Lüneburger Heide, solo il giudizio in forme/pelo ha differenziato questo maschio dalla vincitrice.

Al terzo posto si piazza una femmina R/M di nome BONNY II vom BANDORFER FORST, con P. 235 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (9)/sg (10), AH per cui un punteggio finale di 244,5.
Nata il 12 Ottobre 2014 da madre SUNNY vom BANDORFER-FORST (CAYA vom BANDORFER-FORST x CAMILLO II v.d. DACHSWIESE) VJP P. 76, HZP. P. 178, VGP I./339, sg(9)/sg(11), spl, AH linea materna Löwemberg-Auenheim.PP., padre DARKO vom TAUBMOOS (CORA vom TAUBMOSS x FLIK vom WOLLSBERG) VJP P. 72, Hgw. P. 220, VGP P. I./334 ÜF, Btr, Vbr, sg (10)/v(12), linea materna Königsheide-Saarforst-DK.
BONNY II ha ottenuto il 12 nell’utilizzo del naso, nella pista sulla lepre e nella cerca dell’anatra viva, ed è stata condotta dal noto allevatore Sig. Sven Biefeld del Gruppo Schleswig-Holstein, anch’egli vincitore dell’Hegewald nel 2004 e protagonista di numerosi piazzamenti d’onore. Anche per Biefeld la differenza l’ha fatta il giudizio in forme/pelo.
Ma il “vichingo” ha portato anche una seconda femmina R/M, di nome CHILLY vom BANDORFER-FORST piazzata al 17esimo posto, con P. 229 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (9)/sg (10), per cui un punteggio finale di 238,5.
Nata il 23 Aprile 2015 da madre KOBRA vom BANDORFER-FORST (FEDER vom BANDORFER-FORST x GINO vom SCHAAR) VJP P. 74, HZP. m.s. P. 224 VGP I./333, sg(10)/x(12), spl/sil, AH linea materna Löwemberg-Auenheim.PP., padre POLDI vom BENNINGSHOF (KATJA vom BENNINGSHOF x GRAPPA II vom SCHLOSSTURM) VJP P. 79, HZP m.s. P. 195 + o.s. P. 190, VGP P. 0 + I./349 ÜF, VSwP, Sw II/, AH, Btr, Vbr,sg (11)/sg(11), linea materna Rosenhof- Feldhof-DK.

Al quarto posto si piazza una femmina R/N di nome ANJA vom SCHLOSS BEUGGEN, con P. 232 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (11)/sg (11), per cui un punteggio finale di 243,0.
Nata il 24 Marzo 2015 da madre CITA vom NONNENBACH (ADDA vom CHRISTINENTHAL x RASSO vom OECHTRINGR-FORST) VJP P. 67, HZP o.s. P. 179, VGP ? sg(9)/sg(10), linea materna Lawalls-Häuserhof-DK., padre HAVAS vom HECHTSGRABEN (ONDRA vom BAYERWALD x GRISCHKA vom HECHTSGRABEN) VJP P. 76, 67, HZP o..s. P. 0 + 193, m.s. P. 0, VGP P. I./336 ÜF, sg (11)/sg(11), linea materna Königsheide-Saarforst-DK
ANJA ha ottenuto il 12 nell’utilizzo del naso e nella pista sulla lepre, ed è stata condotta dal Sig. Bernhard Brugger del Gruppo Baden.

Al quinto posto si piazza un maschio R/M di nome MILAN IV v.d. LÖNSBIRKE, con P. 232 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (10)/sg (11), per cui un punteggio finale di 242,5.
Nato il 20 Marzo 2015 da madre GESA IV v.d. LÖNSBIRKE (ASTA IV v.d. LÖNSBIRKE x IRAS vom FUCHSBERG) VJP P. 76, HZP o.s. P. 186, VGP II./326 ÜF, sg(9)/sg(10), linea materna Lönsbirke-Bachwiese-Radchen.PP., padre TROLL v. ERTHAL (KAJAv. ERTHAL x INUK v. ERTHAL) VJP P. 70 + 69, HZP o..s. P. 187, Hgw P. 223, VGP P. I./321 ÜF, sg (11)/v(12), linea materna AuenheimPP.
MILAN IV ha ottenuto il 12 nell’utilizzo del naso e nella cerca dell’anatra viva, ed è stato condotto dal noto allevatore Sig. Horst Wiegmann del Gruppo Bremen.

Al sesto posto si piazza un maschio R/M di nome VALK INKAR-DALA, con P. 232 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (10)/sg (10), spl, per cui un punteggio finale di 242,0.
Nato il 01 Agosto 2015 da madre EGERMASTER KASSIOPEA(LAIKA vom SCHAAR x LUCHS III v.d. WUPPERAUE) VJP P. 74, HZP o.s. P. 186, linea materna Auenheim.PP., padre KARLO II v.d. DACHSWIESE (UMBRA v.d. DACHSWIESE x YAGO vom BIRKEGRUND) VJP P. 73, Hgw P. 218, VGP P. III./318 ÜF, sg (11)/sg(11), linea materna Oeynhausen-vom Wald.St.
VALK ha ottenuto il 12 nell’utilizzo del naso e nella cerca dell’anatra viva, ed è stato condotto dal Sig. Anar Azhlbayev del Kazakhistan. Sicuramente un risultato incredibilmente positivo ed inaspettato per questo conduttore dagli occhi a mandorla.

Cito ancora il binomio decimo classificato, femmina unicolore marrone con macchia grigia sul petto di nome MILLI vom SEENSGRABEN con P. 229 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (11)/v (12), sil, per cui un punteggio finale di 240,5.
Nata il 02 Gennaio 2015 da madre JESSI vom SEENSGRABEN (CAYA vom WOLFSBERG x ORKAN v.d. IMMER) VJP P. 67, HZP o.s.. P. 183, VGP ? sg(10)/sg(10), linea materna Frankenhöhe-Bärenheide-DSt, padre WALDMANN vom LIETHER-MOOR (RONJA vom LIETHER-MOOR x GIOVE di COSTA RUBEA) VJP P. 69, Hgw P. 226, VGP P. I./324TF, sg (11)/v(12), linea materna Liether-Moor-Oeynhausen- von Walde St.
MILLI ha ottenuto il 12 nella cerca dell’anatra viva, ed è stata condotta dalla Sig.ra Ute Jochims del Gruppo Schleswig-Holstein.
La citazione è per sottolineare l’onnipresenza di questa ormai mitica conduttrice nella parte nobile della classifica e per il fatto che la femmina condotta mi è apparsa come il più bel soggetto presente.

Una menzione particolare la merita senz’altro la famiglia Reck che ha partecipato a questa edizione dell’Hegewald con un risultato eccezionale: la mamma Sabine seconda classificata (vedere sopra), il papà Thorsten undicesimo posto con un maschio R/M di nome ZORRO III v. BÖCKENHAGEN, con P. 229 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (10)/v (12), per cui un punteggio finale di 240,0. Sicuramente tra i più bei maschi presenti.
Nato il 10 Ottobre 2014 da madre KATJA III v. BÖCKENHAGEN (LADY v.d. HASENSIEDLUNG x IDAX vom FUCHSBERG) VJP P. 77, Hgw. P. 217, sg(9)vg(12), linea materna Löwemberg-Auenheim.PP., padre OTTELO v. d. DACHSWIESE (DELE v.d. DACHSWIESE x LUCHS III v.d. WUPPERAUE) VJP P. 58 + 72, Hgw P. 226, VGP P. I./331 ÜF, sg (11)/v(12), linea materna Oeynhausen-vomWald.St..
Il figlio Robin 85° posto con un maschio R/M di nome WICO II v.d. DACHSWIESE, con P. 213 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (10)/sg(9), per cui un punteggio finale di 222,5.
Nato il 22Aprile 2015 da madre ONDRA v.d. DACHSWIESE vincitrice dell’Hegewald 2007, (DELE v.d. DACHSWIESE x LUCHS III v.d. WUPPERAUE) VJP P. 73, HZP P. 235, VGP I./336 ÜF, sg(11)/sg(11), linea materna Oeynhausen-vom walde-St., padre GALLO vom JURA GRUND (AIKA vom JURA GRUND x ERO III del ZEFFIRO), VJP P. 72, HZP o.s.P. 184,VGP ? sg (10)/sg (11), linea materna Königsheide-Saarforst-DK.

Anche quest’anno i punteggi sono stati stratosferici, ormai se un binomio ottiene un percorso netto, senza nessun giudizio v(12) per un totale di P. 226 si posiziona a malapena dopo la ventesima posizione. Solo fino a pochi anni fa con P. 226 si era sicuramente tra i primi 10 classificati.
Non sono ancora riuscito a capire se il livello delle prestazioni sia aumentato, o se i giudici di nuova generazione, siano più di manica larga.
Di certo rimane il fatto che, se nelle riserve la densità di selvaggina, sia da piuma che da pelo è in densità naturale, le prove possono mettere in risalto pregi e difetti dei partecipanti.
Onestamente bisogna ricordare che non dipende solo dalla quantità della selvaggina, ma anche da altri fattori, come il tipo di terreno e le varie colture presenti, il clima e senza dubbio la qualità dei giudici, che non sempre è ad un livello accettabile.
Se si capita in una riserva scadente, e/o in un laghetto inadatto, con giudici appena sufficienti, anche avendo un soggetto meritevole, non si può certo pensare di ottenere un punteggio degno di nota.
Mi premeva fare questa puntualizzazione, perché tante persone mi fanno ragionamenti basati esclusivamente sui punteggi che vedono nelle Rangliste e sulle foto di D.D. che ormai abbondano sulla rete, senza aver mai messo piede in Germania per vedere e cercare di capire quale sia la situazione reale di una prova di lavoro multipla.
La rete aiuta ad avere notizie in tempi brevissimi, ma non potrà mai sostituirsi alla realtà, per cui evitate di farvi dei film mentali solo con le notizie virtuali, ma nel limite del possibile cercate di constatare di persona quei cani che vi interessano particolarmente.
Questo consiglio è diretto in particolare agli allevatori ed ai conduttori più attivi, i cacciatori dovrebbero solo fidarsi della professionalità ed onestà dei suddetti operatori, per procurarsi un cane da caccia che li soddisfi.
Un invito all’anno prossimo con appuntamento in Sud Bayern dopo 12 anni dall’Hegewald di Freising.
Waidmannsheil
Fabrizio Crabbio




Quando il pragmatismo incontra l’addestramento

Ci sono situazioni in cui avere accanto qualcuno pragmatico e affidabile è essenziale. Non parlo solo di quei soldati che, in battaglia,  necessitano commilitoni decisi e pieni di senso pratico, il pragmatismo serve anche ai cinofili. In special modo a quei cinofili con i capelli rossi, persi nelle loro filosofie e seguaci di sciamani, costoro hanno assoluta fame di senso pratico.

Dopo aver religiosamente seguito Penna Bianca per più di sei mesi, Briony aveva deciso che era giunto il momento di un cambiamento: pretendeva meno disciplina e più libertà, due entità che faticano a trovare un punto d’incontro. I terreni di addestramento di Penna Bianca, inoltre, non erano più disponibili: l’erba medica era già alta e le altre coltivazioni in piena crescita. Non sapevo dove andare, la primavera aveva portato con sé un sacco di colture in atto che rendevano impossibile liberare il cane. Potevo solo andare in zone B (addestramento cani senza sparo) e C (addestramento cani con sparo) e così ho fatto. Le prime sessioni di addestramento sono state brevi, volevo andare sul sicuro fino a che… una mattina… è comparso C. accusandomi di addestrare a “passo di lumaca”.

Ho incontrato C per la prima volta nel 1999,  avevo appena detto addio al Massachusetts, il mio cane precedente era morto e avevo deciso che era giunto il momento di concedermi un setter inglese, ne avevo desiderato uno fin dall’età di 10 anni del resto!  Grazie alla mia innata tendenza a salvare il mondo e a recuperare esseri in difficoltà, non  volevo assolutamente un cucciolo, volevo un povero cane scartato da qualcun altro e lo ottenni! Mi sono innamorai di un maschio bianco arancio, era un cane molto dolce e gentile che subito contraccambiò i miei sentimenti, ma con troppo entusiasmo: dopo poche ore a casa mia, aveva già sviluppato una grave forma di ansia da separazione. Sapevo che era stato poco socializzato, che aveva vissuto in un recinto per anni e che era stato addestrato (ovvero maltrattato) da un addestratore professionista. Sapevo che aveva tutte le ragioni per comportarsi così, ma vivere con lui era un inferno. Feci tutto quello che andava fatto: iniziai una terapia comportamentale; partecipai a lezioni di ubbidienza; iniziai ad addestrarlo per la ricerca dispersi, somministrai antidepressivi ma il cane migliorava in maniera molto lenta e poco convincente. Il suo allevatore, nel frattempo, felice che il cane fosse in buone mani, mi diede il pedigree, attraverso il quale scoprii che si trattava di un cane da lavoro di ottima genealogia. Socks era il mio primo cane da ferma e sapevo molto poco su di loro ma, la mia esperienza con altre razze canine mi portò a pensare che,  FORSE,  permettergli di fare ciò per cui era nato gli avrebbe consentito di superare alcune sue paure.

Socks a 13 anni riporta un fagiano
Socks a 13 anni riporta un fagiano

Onestamente non avevo idea di come dovesse lavorare un setter inglese, di come andasse condotto e di cosa dovessi insegnargli. Mi misi a leggere libri, che è quello che faccio quando voglio apprendere qualcosa, ma volevo incontrare qualcuno che potesse darmi un supporto di persona. Visti i problemi comportamentali di Socks, non potevo affidarlo ad un dresseur e lasciaro a lui in pensione, eppure gli unici addestratori di setter proponevano quella formula. Provai a chiedere ad alcuni cacciatori ma nessuno di loro sembrò prendere sul serio una giovane e inesperta donzella… Le donne appassionate di setter da lavoro sono rare, e meno ancora erano nel 1999: era – e resta – un mondo dominato dagli uomini. Le opportunità, tuttavia, saltano fuori quando meno te lo aspetti e Monica, una donna che addestra drahthaar nell’assolata  Toscana, mi telefonò per dirmi che aveva le “persone” per me e che si trovavano a pochi chilometri da casa mia. Per farla breve, Monica aveva contattato due famosi addestratori e conduttori di drahthaar e li aveva convinti ad aiutarmi. Uno di loro non aveva tempo in quel periodo (ma mi aiutò dopo) mentre il secondo fu abbastanza coraggioso da accettare di lavorare con noi.

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Per circa due mesi addestrai almeno due volte a settimana con C. che, all’epoca, era già abbastanza noto comne addestratore sia in Italia che in Germania. Lavorammo soprattutto sul richiamo e mi insegno molti elementi di addestramento essenziali che mai avrei immaginato: come usare il fischietto, come tenere il cane concentrato su di me cambiando spesso direzione eccetera. Socks migliorò, e continuai a lavorarlo da sola e per se stesso: sapevo che non sarebbe diventato un grande cane da caccia ma volevo che fosse felice e diventasse più sicuro di sé. Credo che il mio ultimo addestramento con Claudio sia avvenuto su quaglie, nel 2004. Dopo quell’anno mi spostai a lavorare socks in collina, con altri setter e per parecchio tempo non ci furono più occasioni per lavorare insieme. Ciò nonostante, restammo in contatto e gli mandai diversi clienti a quattro zampe che, insieme agli altri cani addestrati, lo trasformano in uno dei migliori addestratori per cani da ferma continentali che io conosca.

C. si è specializzato nella preparazione di drahthaar per prove tedesche (VJP/HZP/VGP) e nella preparazione di cani da ferma da portare a caccia. Pertanto, incontrarlo in zona C non mi sorprese affatto. Era alle prese cin una kurzhaar che amava ingoiare le quaglie: osservai tutta la scena, la sua allieva riportò perfettamente alla mano dopo lo sparo. Impressionata chiesi al guardiacaccia “se C.  avesse già risolto il problema”.

“No… La cagna con lui non mangia la quaglia, solo con il proprietario. Non so, forse è una faccenda di postura e di linguaggio del corpo, prova a farci caso… Però bisogna che la cagna sbagli per poterla correggere. E’ il miglio addestratore che lavora sul mio terreno.”

Continuai a guardare e non accadde nulla fino a che venne il mio turno. “Lasciala andare” – urlò qualcuno alle mie spalle – ” ma sii ferma quando fischi e grida se necessario. La chiave alla libertà è il controllo”,  più facile a dirsi che a farsi.

Lasciala andare
Lasciala andare

Quando C. scoprì che stavo preparando Briony per le prove su grouse iniziò a comportarsi come se volesse essere parte del progetto. Ci incontravamo sul terreno per caso, quando capitava, ma ogni volta aveva qualche buon consiglio da darmi. Non cercò mai di addestrare Briony al mio posto, né sollevò mai obiezioni ai metodi dello Sciamano, si limitò ad intervenire con fermezza e pragmatismo per velocizzare l’addestramento e rendermi più sicura di me stessa e delle mie capacità.  Credo che in qualche maniera abbia addestrato me: è stata la persona che mi ha spinto a togliere la corda di ritenuta e a passare dalle quaglie alla pernice e al fagiano per verificare la solidità al frullo di animali più grandi. Mi ha anche incoraggiato a credere di più nel cane e a lavorarla su terreni diversi e selvatici diversi per testarne le reazioni.  Ogni volta osservava la mia conduzione, correggeva i miei errori e ricreava nuovi e più difficili contesti, una cosa molto astuta,  per metter alla prova il cane.  Ha minimizzato le miei preoccupazioni sui conigli e mi ha persino prestato un costosissimo lanciavolatili raccomandandomi, un’infinità di volte, di spegnerlo e di non perderlo (non che fosse piccolo!).  Quindi, ecco, grazie C.  per essere stato una di quelle persone esperte e disponibili che avete reso possibili le prove grouse per me e per Briony.




When dog training meets pragmatism

There are instances in which you need someone reliable and pragmatic by your side. It is not only soldiers on battlefields who need mates full of practical sense and decisiveness, dog people need them as well. Some dog people, especially those with red hair who get lost in training philosophies and follow shamans, need these people more than others.

After religiously following White Feather for more than six months, Briony decided that it was time for a change, she wanted less discipline and more freedom, I could hardly find the balance. WF training grounds, furthermore, were no longer available as the alfalfa and other crops were growing quickly. No other suitable training ground was available: spring was coming with its crops which were going to make impossible to run a dog anywhere. My only option was to go to some private areas, called Zone B or Zone C, in which dogs are allowed to run all year round, there I went. My first training sessions were short, I wanted to play on the safe side, until one morning, C. showed up accusing me to train at a “snail speed”.

I first met C. in 1999, I just had to say goodbye to Massachusetts for good, my former dog had died and I decided it was time to treat myself with an English Setter. After all I had wanted one since I was a 10 years old child. Given my unhealthy tendency to save the world and rescue those in need, I had absolutely no interest in a puppy: I wanted a rescue and I got one. I fell for a sweet and gentle orange belton male who reciprocated my feelings immediately and with too much enthusiasm: after eight hours in my house he had already developed a severe form of separation anxiety. I knew he had been poorly socialized, kept kenneled for three years and then trained (aka abused) by a professional trainer. I knew he had all the reasons to behave like he did but…living with him was hell! I follow the manual: undertook a behavioral therapy; enrolled him in an obedience class; started him as a search & rescue dog and even gave him antidepressants, improvements, however, were small and slow. His breeder, happy to know the dog had been safely re-homed, gave me his pedigree and I realized Socks was meant to be a working dog, he even had a great ancestry. He was my first “gundog” but, my previous experience with other breeds told me that, MAYBE, letting him do the job he was born for, could have helped him to overcome all his fears.

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Socks at 13 years old retrieving a pheasant

At the time, however, I had no idea of how an English Setter was supposed to work; of how I should have handled him and of what I needed to teach him. I read books, which is what I do when I need to learn something, but I wanted to meet someone who could provide a face-to –face support. Given Socks’ behavioural problems, I could not board him  at a professional trainer’s kennel and… professional trainers boarding their pupils seemed to be the only people training English Setters. I tried to ask some shooters for advice, but none seemed to take seriously a young and inexperienced woman with a rescued ES. Women with English Setters in Italy are still very rare in 2016, imagine how the situation could  have been in 1999: it was, and still is, a male dominated and male oriented world! Opportunities, however, often show up when you least expect them and, Monica, a woman training GWPs in sunny Tuscany, phoned to tell me she had the “men” for me, and that they were located just a few miles away from my house. To make the long story short, Monica contacted two famous drahthaar (GWPs) handlers and trainers and convinced them to help me. One of them could not offer any support at the time (he did later), while the other one was brave enough to accept to work with us.

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For about two months, I trained at least twice a week with C., who was already a quite successful trainer and handler in Italy and in Germany. We worked mainly on recall, but he taught me some very basic things I would have never imagined at the time, such as how to use the whistle and how to keep the dog focused on me by changing directions. Socks improved, and I later continued to work him by myself and for himself: I knew he was not going to become a great shooting dog,  I simply wanted him to enjoy life and become more sure of himself. I think I last trained him with C. on quails in 2004, I then moved to work with other setters on the hills and we never had other chances to train together, We always kept in touch though and in the years, I sent him some “clients” who, together with other dogs he worked with, gave him the opportunity to become one of the most successful HPRs trainers I know.

C. is now a well known “pro”, specialized in training GWPs for German Hunting Tests (VJP/HZP/VGP) and personal rough shooting dogs, I was not surprised to meet him on the training ground dealing with a GSP who used to eat and swallow quails. I watched  his pupil running, and saw she retrieving the quail correctly after the shoot, so I asked the gamekeeper if C. had already solved the problem. “

“No… The dog never eats the quail in his presence, just with the owner. It should be a matter of body language and stance, look at him…. But he needs the dog to make the mistake to correct her… He is the best trainer working on my ground”.

I kept watching and nothing happened on that day, until it came my turn to run the dog. “Let her go” – yelled someone behind my back “- but when you whistle be firm, and yell at her if needed. The key to freedom is control”, easier said than done! That was just the preface.

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Let her go…

When C. Found out I was training Briony for grouse trials, he started to behave as if he wanted to be part of the project. We kept meeting on the training ground by chance but, each time we met, he had some good advice for me. He never tried to train Briony in my place, nor to ditch the Shaman methods, he simply intervened, firmly and pragmatically, to speed up my training and to teach me to be more sure of myself and of my training. I think he somehow trained me: he was the person who forced me to remove the check cord and the same one who encouraged me to forget quails and start testing steadiness using partridges and pheasants. He also encouraged me to trust the dog more and  to run her on other grounds to see how she would react to different birds in different places. He watched all my moves and all my handling, corrected my mistakes and created new, more advanced (that was smart!), settings in which to test Briony.  He minimized my concerns on rabbits and even lent me an expensive bird launcher. Well to be honest he lent that but… recommended me several times to switch it off after each use and… not to loose it (as if it were small!). So, well, thank you C. for being one of those experienced and helpful people who made grouse trials possible for me and Briony.




Cercare nel canneto un’anatra viva…

 

Domenica scorsa ho assistito con piacere a una sessione di addestramento per drahthaar che si stanno preparando alla HZP/ Hegewald e alla VGP. Mi piace vedere lavorare QUALSIASI tipo di cane e, quando vedo un buon cane, mi emoziono, quale che sia la razza. Aron è un mio grande amico, ci siamo visti e piaciuti, e ho avuto l’onore di essere sua handler in esposizione. E’ un cane molto intelligente, pacato di indole ma che sa essere molto deciso quando serve. Si mormorava, da alcune parti, che Aron fosse un po’ “statico”, un po’ “corto”, che “mancasse di iniziativa”, che fosse “un cane da riserva”…

Aron su anatra ferita
Aron su anatra ferita

Onestamente, pur riconoscendone la calma, avevo l’impressione di essere di fronte ad un cane energico, non tonto, non pigro. La mia impressione, rilevata ben 4 mesi fa, era che il problema stesse nell’eccessivo controllo da parte del conduttore. Trovare il giusto equilibrio tra iniziativa e controllo è difficile, specie se stai preparando il cane per una VGP, prova in cui il controllo è vitale.  Comunque, domenica scorsa, dopo una sola settimana di briglie allentate, Aron ha pienamente confermato l’opinione della “zia”.

In tarda mattinata si è infatti sottoposto all’esercizio che i tedeschi chiamano Stöbern mit Ente im deckungsreichen Gewässer oder lt. Beiliegendem Zeugnis: cercare nel canneto un’anatra viva, disalata (descrizione in fondo all’articolo) e WOW… grande cane! A lui è toccata l’ultima anatra, un’anatra davvero terribile. Lo specchio d’acqua in cui si sarebbe svolto il lavoro era quanto di più simile a una palude tropicale con tanto di rami, canne e piante che crescevano in acqua, un ambiente molto difficile in cui nuotare e, peggio ancora, individuare un animale ferito. La situazione non è stata ricreata per mettere in difficoltà i cani: semplicemente serviva uno specchio d’acqua un zona C (area in cui è possibile abbattere animali anche a caccia chiusa) e quello passava il convento.

Quasi
Quasi

Aron, subito dopo lo sgancio, ha iniziato a lavorare con entusiasmo e ha prontamente individuato e inseguito l’anatra che, da parte sua, non gli è stata inferiore. La disfida tra A&A sembrava non finire mai: Aron la mancava di un soffio, lei si immergeva in acqua e scompariva per spazi di tempo che sembravano eterni.  Aron non ha mai mollato, nonostante i rami, nonostante la fatica, nonostante l’anatra sembrasse sparita per sempre, alla faccia del cane molliccio e con poca iniziativa!

La sfida è durata più di 10 minuti:  Aron determinato a portare a termine il suo compito, l’anatra pronta a giocare sporco pur di salvarsi al pelle. Per pochi centimetri, in un paio di occasioni,  Aron non è riuscito ad azzannare la preda che, ad un certo punto scompare. Aron continua ad ispezionare la lanca, noi cerchiamo l’anatra con gli occhi e, non trovandola, pensiamo si sia allungata lungo in canale. Noi ci riteniamo sconfitti ma, per fortuna, Aron ignora il nostro stato d’animo. L’anatra riappare inattesa, non resta che aiutare il cane premiandolo con un abbattimento. E fu così che Aron, esausto, faticando a risalire la riva, si avvicinò a noi affidando l’ambitissima preda alle mani del suo conduttore.

Stöbern mit Ente im deckungsreichen Gewässer oder lt. Beiliegendem Zeugnis: cercare nel canneto un’anatra viva, disalata: il giudice libera in acqua un’anitra disalata, dopo averle strappato alcune piume e averle depositate a terra sulla riva dello specchio d’acqua in cui si svolgerà la prova. L’anitra spaventata dal giudice e dai presenti, nuoterà fino a trovare riparo nel canneto che copre parte delle rive. A questo punto saranno convocati il Conduttore e il cane, i quali non erano presenti all’azione precedentemente descritta. La prova consiste nel liberare il cane, dopo avergli fatto annusare la presenza dell’anitra attraverso le piume IMG_3229depositate sulla riva dal giudice, il quale dovrà seguire l’usta lasciata dall’anitra sul pelo dell’acqua, fino nel folto del canneto, dal quale dovrà stanarla e farla uscire allo scoperto in modo che il Conduttore le possa sparare. La ricerca non dovrà essere di una durata inferiore ai 10 minuti.La prova termina con l’abbattimento dell’anitra e il conseguente sollecito riporto di questa alla mano del Conduttore, il quale attende il cane sulla riva. (Dal sito www.amatoridrahthaar.it

 




Dalla VJP alla VGP

Testo di Sandro Zambotti, foto di Roberto Alberio

Dalla VJP  alla VGP (passando per la HZP: n.d.a.), è questo il titolo del seminario di addestramento cinofilo  svoltosi a Vedriano (RE) il 25 e 26 Aprile 2015. Destinatari del corso, patrocinato dal Club Italiano Drahthaar, i  possessori e utilizzatori di cani polivalenti interessati ad approfondire metodologie di addestramento, conduzione ed utilizzo dei loro ausiliari secondo la scuola germanica, finalizzando il tutto al superamento degli esami cinofili che tanta importanza hanno in Germania ed Austria e, soprattutto, al corretto e proficuo utilizzo a caccia. Gli acronimi VJP (Verband-Jugend-Prufung), HZP (Herbst-Zucht-Prufung) e VGP (Verband-Gebrauchs-Prufung) contraddistinguono, infatti, i tre esami che, in ordine cronologico debbono essere superate da un cane da caccia “tedesco” nel corso della sua carriera, il superamento dei primi due è, tra l’altro, necessario affinché il soggetto venga messo in riproduzione. Relatore del corso Giuseppe Marinelli, esperto conduttore di Deutsch Drahthaar e allievo di Zeffiro Gallo, uno dei più famosi allevatori e conoscitori della razza, a livello mondiale. Ad ascoltare Giuseppe un bel gruppo di conduttori, 35, con diverse  razze, a farla da padroni ovviamente i D. Drahthaar, ma erano presenti anche un  D. Kurzhaar, alcuni Weimaraner ed un  cucciolo di Kleiner Musterlander. Tra tutti era presente anche una piccola “rappresentativa” della nostra provincia con D. Drahthaar al seguito.

Durante la prima mattinata del corso è stata illustrata la “filosofia” del cane polivaDSC_0021lente da caccia, lo Jagdgebrauchshund, sottolineando le differenze fondamentali tra questo e i Field Trialer inglesi, in particolare l’assoluta necessità, per la scuola tedesca, di un perfetto lavoro anche, se non soprattutto, dopo lo sparo. Per la Waidmanngerechtigkeit, parola che contraddistingue ed intreccia sia l’etica che il diritto venatorio mitteleuropeo, niente è più riprovevole che abbandonare, non ritrovandolo, un capo di selvaggina nel bosco, ecco quindi che l’utilizzatore dello Jagdgebrauchshund dovrà esigere dal proprio cane un riporto/recupero della selvaggina minore abbattuta o ferita, dal bosco come dall’acqua in ogni condizione, ivi compreso il riporto di selvatici particolarmente pesanti, e poco appetibili, come la volpe; in un secondo momento si esige dallo stesso cane di saper tracciare e bloccare un ungulato ferito. Dopo questa breve introduzione, Marinelli è entrato nel vivo del corso, esponendo il metodo di addestramento utilizzato. L’ addestramento é suddiviso in due parti principali, la prima, dai due mesi fino alla formazione della dentatura permanente, serve alla creazione del legame allievo-conduttore ed al condizionamento minimo necessario per la prosecuzione durante la seconda fase, la più intensiva, e mirata alla creazione di quelli che sono chiamati Zwang, vale a dire i “comportamenti nel cane anche contrari al suo naturale volere, a vantaggio dell’uomo”. [Questa definizione di “forzato” è estratta dal libro di Hegendorf\Uhde “der Jagdgebrauchshund” e delinea in maniera oggettiva il concetto di forzato, concetto che in Italia è stato distorto e abusato dal 99% degli appassionati. È in sintesi una evoluzione del condizionamento classico. Non è sofferenza o maltrattamento – Nota di G. Marinelli]DSC_0026

Una delle fondamenta su cui poggia l’addestramento dello Jagdgebrauchshund è il riporto forzato, il cane addestrato ad esso riporta a comando qualsiasi oggetto, in qualsiasi condizione, trattenendolo in bocca fino all’ordine del conduttore. L’addestramento al riporto forzato è stato estesamente spiegato e mostrato, partendo dall’approccio iniziale con un allievo privo di condizionamento e progredendo nella scomposizione e ricomposizione dell’esercizio, da fermo, da terra e poi, all’esterno, in movimento; si è passati quindi al riporto “direzionale” con più riportelli recuperati in sequenza. In questa fase è stata più volte rimarcata dal relatore la necessità di proseguire per gradi, esigendo l’assoluta perfezione nell’esecuzione delle varie fasi, scomposte, degli esercizi, per poi proseguire alla composizione dell’azione, lavorando inizialmente in ambiente controllato (Stuebendressur =addestramento nella Stube) per poi passare all’esterno, utilizzando prima una lunghina, quindi ripetendo gli esercizi con l’allievo libero. Sempre graduale deve essere la successione delle “prede” riportate, all’inizio riportelli artificiali di diverse forme, consistenze e pesi, poi, una volta correttamente eseguiti i riporti con questi,  si utilizza della selvaggina abbattuta, congelata, evitando sempre specie “delicate ed appetibili” come i fasianidi, particolarmente la quaglia, per prediligere specie più resistenti come il piccione o i corvidi. In questa fase il relatore non ha mancato di sottolineare più volte come, nell’addestramento, sia estremamente deleterio l’uso come riportelli di pezzi di legno. Si è passato quindi all’esecuzione delle Schleppe, i riporti di un selvatico di penna o pelo trascinato che simulano il riporto di un capo di selvaggina ferito che si sia allontanato dall’Anschuss. Le Schleppe, oltre ad avere una vera e propria applicazione nella pratica venatoria servono inoltre come esercizio propedeutico al lavoro sulla traccia. Il primo pomeriggio del sabato è proseguito dapprima con una dimostrazione sull’utilizzo della “farfalla”, Reizangel in tedesco, utile come mezzo per rafforzare la ferma, piuttosto che la correttezza al frullo; per poi proseguire col riporto dapprima attraverso un ostacolo e, quindi,  col riporto della volpe, quest’ultimo è servito come dimostrazione dell’assoluta necessità di preparare il cane al riporto forzato, risultando inefficace, con prede pesanti e/o “sgradevoli”, il ricorso al riporto spontaneo: nessuno degli allievi presenti, infatti, ha abboccato la volpe limitandosi ad una, circospetta, annusata della spoglia. In chiusura del primo pomeriggio, il laghetto ha ospitato la parte del Wasserarbeit (lavoro in acqua), dove la materia del riporto/recupero dall’acqua è stata ampiamente esposta, utilizzando i vari allievi presenti per simulare riporti e recuperi della selvaggina d’acqua, affascinante è stata la dimostrazione della capacità del D. Drahthaar di seguire una scia odorosa a pelo d’acqua, risalendo la traccia lasciata in superficie dal trascinamento di un’anatra.DSC_0093

La prima giornata è terminata con una deliziosa cena di gala, a base di selvaggina, che è stata servita nella chiesa (sconsacrata) del castello di Sarzano (RE). Durante la seconda parte del corso, Marinelli ha utilizzato uno degli allievi, un maschio di D. Drahthaar di circa un anno, per una dimostrazione sull’addestramento al “corretto al frullo”, utilizzando per l’occasione uno di quei lancia volatili che si vedono ormai spesso su internet. Nella seconda parte della mattinata è stato affrontato l’addestramento del cane alla traccia artificiale di ungulato, sono stati evidenziati i vari sistemi di tracciatura, con le scarpe da traccia, con la spugna, con lo spruzzo, la fase di partenza dall’Anschuss, la conduzione in traccia ed il lavoro a fine traccia. Marinelli ha sottolineato ancora una volta l’opportunità, a suo avviso, di procedere propedeuticamente con un addestramento intensivo delle varie fasi scomposte. Si effettuano quindi una serie di ripetizioni, anche più volte nel corso della stessa sessione di addestramento, di “ispezioni e partenze” dall’ Anschuss, poi una serie di tracce più o meno lunghe, poi si sviluppa a parte il lavoro a fine traccia per poi ricomporre le tre fasi nella preparazione finale dell’esercizio. Particolarmente interessante è stata la parte relativa al lavoro del cane a fine traccia, è stata spiegata, sempre con dimostrazioni pratiche utilizzando uno dei cani presenti,  la tecnica di addestramento del Bringselverweiser, il ritorno del cane al conduttore col testimone in bocca per evidenziare il rinvenimento del capo. Indispensabile per la riuscita del Bringselverweiser  risulta, manco a dirlo, l’addestramento completo al riporto forzato; sempre utilizzando uno degli allievi presenti si è poi provato l’addestramento al Totverbeller, l’abbaio a morto.DSC_00311

Uno degli aspetti più interessanti del seminario, a giudizio di chi scrive, è stata la più volte sottolineata necessità di testare e rafforzare l’addestramento dell’allievo mediante la creazione di situazioni di “conflitto”, si ripropone quindi qualsiasi esercizio, già affinato e perfezionato precedentemente in condizioni controllate, in presenza di alcune forme di disturbo, ad esempio la presenza di altri cani contemporaneamente, oppure mentre a poca distanza verranno effettuati alcuni spari, oppure ancora, una volta sistemata una traccia di ungulato, si complicheranno ulteriormente le cose incrociandola in più punti mediante il trascinamento di una pelle fresca di lepre per addestrare il cane ad ignorare il “cambio”; questi accorgimenti, oltre a rafforzare la precisione e la correttezza dell’addestramento, permetteranno al conduttore di capire, in condizioni controllate, gli atteggiamenti del cane e gli eventuali segnali che preludono, ad esempio nell’ultimo caso, all’uscita dello stesso dalla traccia per seguire un “vivo”.DSC_0113




Dalla VJP alla VGP

Ieri sera ho ricevuto l’invito dell’amico Roberto Alberio ad assistere a questo seminario. Non so ancora se mi sarà possibile ma nel frattempo l’ho ringraziato e gli ho promesso che ne avrei parlato su Dogs & Country. Il deutsch drahthaar è una razza che mi sta molto a cuore ma tengo a sottolineare che l’evento è aperto a tutti i cani da ferma polivalenti (e non…) che desiderano partecipare a prove di lavoro tedesche.

Questi i contenuti

“DALLA VJP ALLA VGP preparazione ed utilizzo del cane da utilità venatoria”

Docente: Beppe Marinelli

Vedriano (RE) 25-26 Aprile 2015

TEMI TRATTATI:

  • Fedeltà al riporto con particolare riferimento a riporti pesanti e direzionali
  • Traccia su sangue
  • Spiegazione delle tecniche d’insegnamento per tutti gli esercizi previsti nella VGP

Nella serata del sabato sarà organizzata una cena a base di selvaggina cucinata da uno chef nello splendido contesto del Castello Matilde di Canossa.
Per quanto riguarda il costo, l’organizzazione vorrebbe che fosse il più possibile contenuto e pertanto si potrà stabilirlo solo a situazione iscrizioni aggiornata.
Il modulo d’iscrizione può essere richiesto a alberio.roberto75@gmail.com

L’iniziativa è patrocinata dal Club Italiano Drahthaar