Cacciavo con i gordon: Danilo Liboi

Era il 2004, credo, quando inizia la mia collaborazione con Sentieri di Caccia. Subito tra i miei “capi” trovai Danilo Liboi. All’epoca Danilo già praticava in forma esclusiva la caccia agli ungulati in alta montagna però, sapendo che io avrei scritto soprattutto di cani da ferma, specificò che aveva praticato anche quella caccia, con i setter gordon.  Poteva sembrare un monito a stare attenta a quello che avrei scritto ma lo fu solo a grandi linee: Danilo mi diede sempre grande libertà nella scelta degli argomenti da trattare dimostrando di aver fiducia nel mio operato. Di questo non posso che essergliene grata. Ricordo anche la gita con lui in una riserva del Piemonte durante la quale vidi per la prima volta al lavoro i vizsla e i petit basset griffon vimg_9318endéen. Purtroppo, a causa della luce scarsa, la maggior parte delle foto riuscirono male, tranne una, quella di due anatre in volo che rimane a tutt’oggi una delle migliori immagini di anatidi che io abbia mai scattato, e non avevo nemmeno una gran macchina.

Ricordo gli incontri all’Exa e, ancora meglio,  pranzi di redazione in Appennino.  Ci fu quell’anno in cui tentasti di insegnare alla “biondissima” Jessica a sparare e quell’altro anno in cui, “stremato” da una partita a calcetto ti fingesti un ungulato abbattuto e ritrovato alla fine di una traccia 🙂

Il giornalismo venatorio ha perso un personaggio importante. Nessuno è insostituibile, certo, ma tu eri senza dubbio utile a tutti noi e avevi saputo farti strada tenendo fede a tutte le tue convinzioni. Troverà il nostro settore qualcun altro come te? Me lo auguro,  andrebbe bene anche non proprio uguale ma  avesse almeno la stessa professionalità coniugata con la medesima bontà d’intenti. Ah, sono svampita (e lo sapevi!), stavo dimenticando la semplicità!img_9269

Non ho la pretesa di saper comprendere l’animo delle persone, ma per quel poco che ho capito del tuo animo la tua scelta non mi ha stupito, ma non mi ha nemmeno lasciato indifferente. Non sono una persona espansiva, ma tengo eccome alle “mie” persone e alle persone che stimo. Spero che tu abbia ritrovato i tuoi cari e, con loro, la serenità perduta. Spero che Astor sia con te e che insieme a voi ci sia anche l’amico Michele Barillaro con le sue granite con panna,  i suoi maialini selvatici e la sua Africa.

Weidmannsheil Danilo (… non è da tutti riuscire a far piangere la tua freddissima collega)

Rossella




Amici per caso: Danilo Liboi

Una serie di circostanze fortuite debbo ammettere che hanno cambiato, almeno in parte, la mia vita. Per chi crede nel destino, questa è senza dubbio una di quelle vicende in cui tutto sembra già scritto da un oscuro regista animato da una fervida immaginazione. Una cara amica decide di cambiare casa e per qualche settimana torna a vivere dai suoi genitrr. Per quel lasso di tempo mi cede il suo decoder, perché sa che non ho l’abbonamento a Sky ma la mia abitazione è dotata di antenna parabolica. Sapendomi appassionato di caccia, mi fa anche la sorpresa di attivarmi l’abbonamento a CACCIA E PESCA, noto canale tematico del settore. Non appena terminata l’installazione del decoder, e collegati i cavi mi metto in poltrona e pochi istanti dopo mi compaiono due personaggi intenti a dibattere di selezione e caccia col cane. Uno dei due, già all’epoca, era per me un mostro sacro, si trattava di Mario Quadri. L’altro personaggio lo conoscevo molto meno, ma mi sembrava determinato e preparato, mi piaceva, aveva carisma. Un temporale mi impedì persino di assistere alla conclusione di quella trasmissione. Il giorno dopo tuttavia collegandomi a Facebook, tra le proposte di amicizia indicatemi dal social, spuntò il viso barbuto di un personaggio che aveva per me qualcosa di famigliare. Si trattava di Danilo Liboi, che il giorno prima in tv duellava verbalmente con il Maestro. Non appena formalizzammo la nostra amicizia, seppur telematica, mi permisi di disturbarlo privatamente, per complimentarmi con lui, che benché non appartenesse propriamente alla schiera dei segugisti, mi aveva positivamente colpito con la sua fermezza e la consapevolezza delle sue parole. Ne uscì una chattata, a metà tra il battibecco e la disfida tra i due mondi, ma era palese ad entrambi la stima reciproca che nutrivamo l’uno nell’altro. Da li a pochi giorni Danilo mi lanciò una sfida. “Perché non provi a scrivere un pezzo sul tuo mondo, visto che mi sembri così preparato ed entusiasta sul tema dei segugi. Se merita potrei proporlo per la pubblicazione su Sentieri di caccia!” Era una sfida per entrambi, la vincemmo, credo alla grande. Di li a poco divenni collaboratore del barbuto personaggio che avevo apprezzato alla tv solo qualche mese prima, e collega del vecchio saggio dei segugisti italiani. In questi anni, Danilo ed io, ci siamo scambiati più volte opinioni e visioni sul mondo della caccia e non solo, e lui ha tenuto a battesimo anche il mio primo editoriale. Danilo non amava l’improvvisazione, ma era un sognatore, si occupava per professione di caccia, ma la caccia era la sua vita, una parte imprescindibile di sé. Era anche un cinofilo, che del cane aveva stima e massimo rispetto. Ora che Danilo non c’è più mi mancherà un punto di riferimento, e la sensazione che maggiormente avverto in queste ore è quella del disorientamento. Tu, caro Danilo, che hai saputo far innamorare della montagna intere schiere di lettori, Tu che hai sempre cercato di qualificare il prelievo e di rendere il cacciatore una figura meritevole di rispetto e di stima, Tu che hai sempre amato e rispettato la natura, comprendendone intimamente la sua essenza, Tu da oggi mi mancherai. Quei maledetti impegni improrogabili, che la frenesia della vita moderna spesso ci impone mi hanno impedito di esaudire un Tuo sogno. Avresti voluto assistere alla sciolta di un segugio su lepre, ed osservarlo cacciare, rispettando tutti gli altri animali, ed apprezzarne assieme a me le peculiarità di razza. Purtroppo non ci sono riuscito, ed oggi questa ferita mi brucia, e temo che difficilmente troverò pace. Forse anche con la Tua dipartita mi hai voluto lasciare un ultimo insegnamento, non lasciare mai che gli impegni ti distolgano dagli amici, non rimandare a domani una chiacchierata, una cena o un incontro con le persone che ti sono care, perché domani potrebbe essere troppo tardi. Ciao Danilo, mi mancherai amico mio, ti sarò per sempre debitore, e sono certo che un giorno o l’altro, prima o poi ci, ritroveremo, e allora ti farò vedere come un segugio sa cacciare la lepre, e tu mi farai sognare ancora con le tue parole sulla montagna. Emanuele Nava