I piani, in questo, caso li contiamo dall’alto: contarli dal basso è complicato. A causa delle microscopiche dimensioni della stanza (piena di libri), il divano dell’Avanella, impatta direttamente contro la libreria a sud, nascondendone i piani bassi. Il ripiano di cui si parla, sta appena sotto a quello che io chiamo “piano attico”. Sul tetto della libreria non c’è granché da dire perché, a colpi di feng shui, sono riuscita a svuotarlo. Prima ci stava una beccaccia imbalsamata che non riuscivo più a gestire perché accumulava troppa polvere. Così, anche perché il feng shui sconsiglia gli imbalsamati, e i fiori secchi, l’ho regalata a chi la sapeva apprezzare.
Ma torniamo ai libri, questo ripiano assomiglia a una pizza, ma di quelle più improbabili. Così come su certe pizze potete trovare mozzarella, prosciutto ed ananas, qui andiamo dalla grammatica tedesca all’oncologia veterinaria, passando per la medicina complementare e le tecniche di scrittura creativa, un bel casino! Però, mi rappresenta benissimo. Parliamo un po’ di questi eterogenei inquilini. La grammatica tedesca: ho fatto un breve corso di tedesco, non ho imparato granché ma, la motivazione che mi ha spinta a fare il corso è che mi scoccia molto quando non riesco a leggere, o a capire, qualcosa, e il tedesco è una lingua abbastanza diffusa. Sopra alla grammatica tedesca c’è quella danese, così, tanto per dire.
Lì vicino c’è un’altra Norton Anthology of Literature, dicasi un tomo gigantesco, ma questa è Women, quote rosa con copertina blu. Nelle sue 2500 pagine racchiude alcune tra le più prestigiose scrittrici e poetesse che hanno scritto in inglese: ci sono americane, inglesi, canadesi, irlandesi etc., sono tutte qui. La ricordo come uno dei primi libri acquistati su Amazon, oggi giace accanto a un classico come “Il maestro e Margherita”; a “Gente di Dublino” (Joyce resta sempre Joyce) e al “Nome della rosa”. C’è anche Freud, con i suoi sogni, che confina con Woodhouse e con dei racconti di cani. Tra la saggistica c’è qualcosa di psicologia e di linguistica, un libro sulla santeria cubana, un saggio sul Vajont, uno sui capelli rossi e miei libri dei corsi di scrittura. Dopo aver scritto, per anni, improvvisando, ho frequentato corsi su come scrivere: articoli, racconti brevi, libri gialli e libri per bambini. Ho scritto racconti, ma mai libri gialli, né libri per bambini, eppure ne ho letti centinaia.
Degno di nota è anche il libro sulle terapie complementari nei volatili: ne avevo provata una su dei riproduttori di fagiani, e aveva funzionato. Lì vicino c’è anche una disanima scientifica sulle terapie “alternative”: mi ero iscritta al corso vero e proprio, quando studiavo in Massachusetts, ma il corso era a numero chiuso e, ovviamente, sono rimasta fuori. Però, l’esistenza di quel corso mi aveva fatto scoprire Hampshire College: un mondo a parte! Hampshire College (secondo alcuni Hempshire College) è stato fondato dopo il ’68: non esistono voti, si lavora su progetti, e gli studenti di orticultura coltivano verdure per tutti. Noi cinofili sappiamo che a Hampshire, insegnava l’esimio Prof. Coppinger che, ovviamente, in quell’anno era in sabbatico. Lui non c’era, ma il le sue pecore sì: aveva riempito il campus di ovini per i suoi esperimenti con i cani guardiani da gregge. Stavo a Mount Holyoke, il college di Emily Dicksinson, più prestigioso e competitivo di Hampshire, ma ho sempre pensato ad Hampshire come a un’ occasione persa. Ci sarei stata bene, magari mi avrebbero messo ad accudire il gregge.
Più in là ci sono due libri sugli stencils: la mia inadeguatezza nelle arti figurative è tale che riesco a fare disastri anche con le “formine”. L’unica cosa che io abbia mai stencillizzato bene – con un pennarello, che col pennello sbavo – sono le barriere della cassa parto dei cuccioli. Però, nessuno ha visto le mie creazioni artistiche: ho dovuto levarle dopo due giorni perché i diavoli le scavalcavano senza badare all’arte. C’è anche un vecchissimo libro su come si giudicano i cani in esposizione: è americano, raccomanda onestà e buone maniere da parte dei giudici, ha un po’ un sapore d’altri tempi.
E poi? Libri sul Giappone: ho studiato giapponese per tre anni e girato buona parte del Kansai da sola, terrorizzando tutti quelli a casa perché andavo in metropolitana di notte da sola, ma là è sicuro! Verso il confine della libreria c’è il libro del feng shui che, insieme al corso sullo stesso argomento, ha cambiato il mio approccio nei confronti delle cianfrusaglie, ma è lunga da spiegare; uno con i gatti inseriti in famosi ritratti, regalatomi non so come con del cioccolato, un libro sui celti e un libro su Praga. Questo è uno di quei libri che affiderei volentieri al book crossing, ovvero di cui non mi importa granché, se non fosse che la gita scolastica a Praga è stata un disastro assoluto. Il tutto ebbe inizio con la “seduta spiritica” e poi proseguì con: i corridoi da albergo di Shining; la gente che vomitava anche l’anima; quelli che rotolavano sul pavimento; le marmellate scadute e io e altri due o tre semi-abbandonati sotto la neve nel cimitero ebraico. Noi e un sacco di corvi che gracchiavano, i fiocchi di neve alla fine di marzo. Ci sarebbe anche da raccontare del portafoglio zeppo di marchi e documenti che trovammo su un marciapiede. Lo consegnammo immediatamente a un poliziotto chiedendoci, subito dopo, se il proprietario dei soldi li avrebbe mai rivisti. Forse avevamo fatto la scelta sbagliata.
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Il secondo piano, oltre ad assomigliare a una pizza, ricorda anche uno di quei giganteschi tacchini ripieni che si mangiano il Giorno del Ringraziamento: so quanto sono enormi, e quanto sono ripieni, perché assaggiai uno a Pittsburgh, dalla cugina Florence. Tradotto in libri, significa che, alla regolare fila di ordinata, si sovrappongono ai volumi altri appoggiati in maniera longitudinale o, più onestamente, messi “come meglio si accomodano”. “Tramonto e polvere”; “Le nebbie di Avalon”; “Diari di dame di corte dell’antico Giappone”; “Storia di Genji, il principe splendente”, etc. etc. fino a arrivare alla poco glamour “Rassegna di diritto e legislazione veterinaria”: ne abbiamo adottati alcuni volumi a testa perché il dipartimento intendeva buttarli nel bidone. A proposito di cassonetti, prima che prendesse piede la raccolta differenziata, avevo i cassonetti a due passi da casa: il segnatempo della Oregon Scientific, che vive al secondo piano, era stato abbandonato lì fuori, perfettamente funzionante.
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