Iscriversi a una prova Italia vs UK, parte II: UK

Dopo aver raccontato l’Italia (qui), come funzionano le cose in UK? Come ci iscrive ad una prova? Per prima cosa, se non abitata là e se il vostro cane non è registrato presso il Kennel Club occorre che andiate sul sito di questo ente cinofilo e facciate richiesta di un numero ATC (Autorizzazione a Competere). Potete scegliere tra due opzioni, acquistare solo il numero, o registrare contestualmente il microchip del vostro cane presso il database Petlog. La seconda opzione è più costosa ma migliore, in caso il cane dovesse smarrirsi sarà più facile ritrovarlo. Una volta ricevuto il numero ATC (possono volerci anche tre settimane), potrete iniziare a iscrivere il cane alle prove.

Non so dirvi come funzionino le cose per i cani da ferma continentali, essi hanno un calendario diverso, per le razze da ferma inglesi, invece, le prove si svolgono solo in alcuni periodi dell’anno. Ci sono due settimane su grouse alla fine di marzo; una su starne ad aprile; circa un mese su grouse in estate (metà luglio/metà agosto) e, infine, una settimana su starne a settembre. Il numero delle prove è pertanto estremamente limitato rispetto alle centinaia di prove che si corrono ogni anno in Italia. Il numero ridotto di trials rende più difficile prendervi parte. Una volta presa visione del calendario (stilato con moltissimi mesi di anticipo), occorre capire chi sono i club che organizzano e interagire con loro. Contattando il segretario si riceverà un modulo da compilare e ritornare insieme al pagamento entro la data di scadenza…  Eh… dall’estero può essere difficile pagare: i club accettano gli assegni ma dall’Italia è impossibile produrre un assegno in sterline, ma alcuni (non tutti i club), accettano di essere pagati in contanti alla prova o attraverso un bonifico. Sul modulo da compilare dovete inserire il nome del cane, dei genitori, l’allevatore, il proprietario, il conduttore, la razza eccetera. È importante precisare se il cane ha mai ottenuto qualifiche in prove di lavoro britanniche, questo gli consentirà di accedere con più facilità alla Classe Open (Libera). Le prove inglesi prevedono tre categorie: Puppy, Novice e Open. La Puppy (Cuccioli) è riservata ai cani che non hanno ancora compiuto due anni che non si siano mai qualificati; la Novice (Novizi) per cani di qualsiasi età che non si sono mai classificati al primo o al secondo posto in una Novice; la Open…. è obbligatoria per chi invece ci è riuscito! I regolamenti applicati sono gli stessi per tutte le classi, ma i giudici possono essere un po’ più “gentili” nei confronti dei cani che corrono in Novice e in Puppy.

Quindi, è difficile per un cane estero partecipare a una prova e, più nello specifico, accedere a una Open Stake? Dipende dalla prova e dal periodo dell’anno: le prove nel Nord della Scozia e quelle corse a Marzo sono in genere meno affollate. E’ più facile entrare in una Puppy o in una Novice? Sebbene la Open sia aperta a tutti, questa è l’unica classe a cui i cani già premiati possono accedere, pertanto essi hanno la priorità. Dobbiamo ricordare che ogni batteria comprende al massimo 40 cani e che ogni prova è composta da SOLO una batteria. I cani in eccesso vengono considerati “riserve” e finiscono in lista d’attesa, se non riescono a correre verranno loro resi i soldi dell’iscrizione. Avere delle qualifiche alle spalle e essere membri del club organizzatore offre più possibilità di partecipare, i membri del club hanno la priorità.




Entering a trial Italy vs UK part II: UK

After discussing Italy here, what about the United Kingdom? How do you enter a trial? First of all, if you do not live in the UK and your dog is not registered with their Kennel Club, you have to go through the Kennel Club website and fill out an application form to get an ATC (Authorization to Compete) number. You can choose between two options: getting an ATC number alone; getting an ATC number and register your dog microchip number at Petlog. This second option is more expensive, but worth: if your dog get lost, having his microchip been registered in the Petlog database, would make a reunion easier. Once you have an ATC number, you can formally enter the dog in trials. Warning: the whole procedure might take up to three weeks.

I do not know how things work for HPRs (Continental Pointing Dogs,  but trials for British Pointing Breeds take place only during specific times of the year. There are two weeks on grouse in March; one week on partridge in April; almost a month on grouse (mid July/mid August) and, finally one more week on partridge in September. The total number of trials is therefore extremely limited, if compared to the number of trials taking place in Italy during a year (hundreds!) and makes getting a run quite complicated. With the calendar at hand, you have to find the contacts of the club organizing each trial, get a specific entry form, fill it out and return it to the club secretary before the deadline, together with the entry fees. The most complicated thing, for those abroad, is paying the fees in advance. All the clubs accept cheques but it is impossible to send a cheque in sterling from abroad, which makes things complicated for a foreigner. Some clubs accept foreigners to wire money through a bank, others are ok with you paying at the venue…

In the form you have to fill out you have to write the dog’s name and date of birth; his/her parents names; the breeder, the owner and the handler names and so on. You should not forget the breed and whether he has already gained any awards in British trials as this would allow him to enter the Open stake more easily. British trials have three option when it comes to stakes: Puppy; Novice and Open. Puppy Stakes are for dogs younger than 2 years who had never qualified; Novice Stake is for dogs of every age who have never won a 1st or 2nd place in a Novice Stake (or Puppy Stake) and Open Stakes are for those who did! To become a Field Trial Champion, a dog must win two Open Stakes. Field trial rules remain the same regardless of the stake, but judges can be “kinder” towards dogs who run in Puppy and Novice Stakes. Is it difficult for a foreign dog to enter a trial and, more specifically, run in an Open Stake? I think it depends on the trial and on the time of the year: whilst Open Stakes are Open to all dogs, the dogs who had qualified 1st or 2nd in Novice and Puppy Stakes are allowed to run only in Open, hence are given priority. Trials run in Northern Scotland are usually less crowded that those run in England and, I was told, March Trials are less popular. Are Puppy and Novice Stakes easier to get in? My experience is extremely limited, but I think they are. What we shall remember is that stakes usually accommodate a maximum of 40 dogs (and each trial has ONLY one stake, not three, four or more like in Italy), and the extra dogs become “reserves” (= they are placed on a waiting list). Reserves that cannot get a run will get their money back. Being member of the club organizing the trial and having had placements in the past proved more chances to get a run.

Still curious about British trials? Check the section A Month on the Moor or click here.




Dog Emotion & Cognition (ITA)

All’inizio di dicembre io e un’amica abbiamo completato una class sul comportamento canino offerta dalla Duke University (North Carolina -USA).  Il tutto senza uscire di casa, abbiamo seguito le lezioni e superato gli esami online attraverso Coursera.org

Che cos’è? Coursera.org? Si tratta di una piattaforma che offre classi online che offre coesi online mettendo in contatto le istituzioni e gli studenti. Ho frequentato la mia prima classe nel 2013 Drugs and the Human Brain (offerta CalTech), un corso difficile con un sacco di biochimica, neutrasmettitori, circuiti nervosi… Avevo scelto questo corso per imparare di più sugli effetti degli psicofarmaci nel cane e ho imparato anche parecchie cose che mi sono tornate utili per il mio esame di anestesiologia. Ho frequentato anche altre classi relative alla medicina veterinaria e poi ho fatto una pausa fino a quando ho deciso di iscrivermi a Dog Emotion and Cognition. Come funziona Coursera? Si può iscrivere gratuitamente o scegliere di pagare una cifra modesta (di solito attorno a 50 dollari). Chi non paga non avrà un voto e nemmeno un certificato ma avrà accesso a *tutto* il materiale del corso. I video sono in inglese ma sottotitolati in italiano e in altre lingue. I corsi durano alcune settimane, Dog Emotion & Cognition dura 8 settimane ma gli studenti possono seguire con il loro ritmo.

Il corso è ancora disponibile ed è insegnato da Brian Hare, Professore di Antropologia alla Duke University, North Carolina, USA.  Ha scritto anche il libro Gli manca solo la parola. Perché i cani sono molto più intelligenti di quanto credi.  Così descrive il corso:
“Dog Emotion and Cognition è una classe fatta per introdurre appassionati cinofili di ogni livello alla nuova scienza della psicologia canina. Si impareranno cose sui cani e si verrà introdotti anche alla teoria evoluzionistica e cgnitiva, si scopriranno cose sulla metodologia sperimentale e si capirà come paragonare i cani con altre specie. Si apprenderanno anche alcuni giochi cognitivi da fare con il proprio cane. Il corso è un’eccellente introduzione allo studio della cognizione e del comportamento animale ma è anche interessante per chi vuol saperne di più sull’evoluzione dell’uomo o sull’addestramento del cane. Al termine del corso  sarete in grado di frequentare classi avanzate nel campo delle scienze cognitive o evoluzionistiche.”

Cosa penso del corso? Le prime lezioni non mi hanno entusiasmato ma migliora parecchio dopo la terza settimana. Mi sono piaciuti particolarmente i giochi cognitivi, la disobbedienza intelligenza eccetera. Non voglio dirvi altro! Merita il vostro tempo? Non posso dirlo con certezza ma vi consiglio di dare un’occhiata.  Corso gratis o corso con certificato? E’ una scelta personale ma se volete frequentarla solo per “cultura” andate con il corso gratis, se, invece , lavorate con i cani o avete bisogno di più motivazioni per studiare, scegliete il certificato. E’ un corso universitario, i materiali sono di ottimo livello e il costo è estremamente ragionevole, specie se lo paragoniamo a quello di tanti stages, quindi…




Dog Emotion and Cognition

Earlier in December a friend an I completed a class about dog behaviour offered by Duke University. This was done without leaving our homes, and by attending the lessons (and getting graded!) online, through Coursera.org

What is Coursera.org? Coursera is a platform which offers online classes, it basically connects institutions and student.  I attended my first Coursera class in 2013, it was Drugs and the Human Brain (by CalTech), a though course with plenty of biochemistry, neuro transmitters, neuronal pathways and so on. I picked this class as I wanted to know more on the effects of drugs described for dog behavioural problems in dogs. I ended up learning a lot of useful things for my anesthesiology exam. I later took a few more veterinary medicine related classes and I then paused, until I decided to enroll in Dog Emotion and Cognition. How does Coursera work? You can enroll all the classes for free, if you want to get a certificate, however, you must pay a small fee (usually around  50 USD). Students attending the class for free will not get graded and will not get a certificate but will be able to access *all* the course materials.  Classes usually last a couple of weeks, Dog Emotion and Cognition lasted 8 weeks for example, but you can often attend a class at your own pace.

This class is still available and is taught by Brian Hare, Professor of Anthropology at Duke University, North Carolina, USA.  He  also wrote the book The Genius of Dogs: How Dogs Are Smarter Than You Think. Dog Emotion and Cognition is a course designed to introduce the exciting new science of dog psychology to any level of dog enthusiast. In learning about dogs you will be introduced to evolutionary and cognitive theory, learn about experimental methodology, see how dogs compare to other species, and even have the chance to try some of the cognitive games you learn about with your own dog. The course is a great introduction to the field of animal cognition and animal behavior but is also relevant to anyone interested in human evolution or even dog training. When you finish you will think about your dog in a new way, will be ready to apply your new knowledge, and will be prepared to take higher level classes in the evolutionary or cognitive sciences. “

How was my experience with this course? The first lessons did not enthusiasm me, but it got much, much better after week three. I especially enjoyed learning about cognitive  games, intelligent disobedience and more… I do not want to spoil the class! So is the course worth your time? I can’t tell this for sure but if you enjoy learning new things I would suggest you to take a look. Would I suggest  attending it for free or getting a certificate? This is very personal, if you want to take the class “just for you”, opt for the free version.  If you work with dogs and/or need more motivation to study opt for the certificate.  This is a university (undergraduate level) course, materials are good quality and the fee Coursera asks is extremely reasonable. I am not sure whether the same thing happens abroad or  not but, here in Italy, is not uncommon to see some dog behaviour/training workshop costing several hundreds of euros a day! So…




E’ Arrivato Babbo Natale!

Qualche giorno fa ho ricevuto una chiavetta USB dalla mia insegnante di Pilates e una tazza con Biancaneve (lunga storia) e ho pensato che questi fossero i miei primi regali di Natale. Errore! Grave Errore! Un super pacco era arrivato qualche settimana fa, via renna dalla Scandinavia. Quando il corriere ha suonato il campanello, mi sono completamente dimenticata dei pittori che mi avevano occupato la casa. Ho saltato tutti gli ostacoli tra me e la porta e ho corso anche più velocemente quando ho riconosciuto il pacco.
Dopo aver testato il completo Jerva, ho inviato la recensione a M.B., aka “l’uomo Harkila”.  Gli è piaciuta molto e mi ha chiesto se fossi pronta per una nuova missione, ho accettato e gli ho detto di scegliere il nuovo prodotto. Dopo alcuni giorni mi ha contattato dicendo che mi avrebbe mandato un completo Kana e… un oggetto misterioso! Così, quando è arrivato il pacco, oltre ad essere curiosa di conoscere il mio nuovo completo Kana, ero curiosissima di sapere cosa fosse il misterioso regalo. Sono rientrata in casa portando un pacco gigantesco, ho scavalcato le latte di pittura e ho finalmente raggiunto la cucina dove ho potuto guardare dentro…

Actiwool

La scatola conteneva una giacca Kana, un paio di pantaloni Kana e l’oggetto del mistero era…  un cardigan Lilja color shadow brown mélange (marrone mélange). Ottima scelta M.B. buon gusto! Ho intenzione di testare il completo per tutto l’inverno prima di postare una recensione completa, inizierò anche a testare il cardigan non appena il clima lo renderà possibile, nel frattempo, queste sono le prime impressioni.

Inizio dal Lilja cardigan poiché non l’ho ancora indossato. Il mio è una taglia S ed è una vera S. Sarei stata bene anche in una XS ma questo, essendo più ampio, mi permette di usarlo come giacca, mettendoci sotto un maglione. Il colore è marrone scuro con minuscole punte di grigio: mi ricorda il colore dei campi arati in inverno. L’etichetta dice che è stato fatto in Lituania ma c’è anche lo zampino di una ditta italiana, il  Lanificio Becagli. Il materiale è chiamato Actiwool e ha qualcosa a che fare con un tessuto tecnico chiamato Calamai, brevettato da suddetto lanificio. Insieme all’etichetta Harkila, c’è un’etichetta Actiwool che descrive i benefici naturali della lana come i tenere caldi e asciutti e l’essere resistente e di facile manutenzione. La lana è il componente principale di questo tessuto (64% lana, 20% poliestere e 16% poliamide): la ritengo una mossa coraggiosa e interessante che gli conferisce unicità e fa risaltare questo cardigan in mezzo ai suoi simili. La scelta della lana come principale ingrediente, mischiata a fibre sintetiche, è una scelta coraggiosa che indica che Harkila vuole mantenere viva la tradizione, pur accettando i benefici della  modernità! Il cardigan ha un bel taglio sagomato e si chiude con una cerniera. Le tasche, l’estremità delle maniche e delle tasche sono bordate con un tessuto differente, fatto di cotone misto poliestere. Ci sono due tasche con rete, sono piuttosto capienti e si chiudono con una cerniera: non è un dettaglio banale, in campagna è facile, muovendosi su terreni rotti, che il contenuto delle tasche (in genere chiavi e cellulari) salti fuori e venga smarrito. C’è poi una terza tasca, sulla manica destra, con la scritta Harkila ricamata sopra. Il Lilja ha un buon odore è gradevole al tatto, soffice e ruvido allo stesso tempo. Mi stavo dimenticando che il cardigan è commercializzato anche in violetto, da loro definito beetroot mélange (mélange barbabietola).

Giacca Kana

Passiamo ora alla parte bassa del completo, i pantaloni Kana. Commento informale: sono CALDI e SOFFICI!!! Va bene faccio il giornalista serio e racconto ai lettori qualcosa di più tecnico. I pantaloni sono color “verde olmo” che, per me, è il color “verde caccia”, dal momento che tutti i cacciatori che conosco indossano sempre quel colore lì. I pantaloni sono morbidissimi: il tessuto principale è fatto con poliestere e nylon e possiede una membrana in Goretex. Ad una prima e occhiata (e ad un primo tocco) si sarebbe portati a credere che si tratti di cotone, sono davvero piacevoli al tatto, quasi setosi. Sono inoltre imbottiti e foderati con poliestere. Mi hanno mandato una taglia EU 36 (ho una taglia IT 40) e vanno bene poiché la vita elasticizzata consente una certa versatilità nelle misure. Anche la lunghezza è un dettaglio interessante: non sono troppo lunghi e il blocco “anti-neve” sull’orlo permette di accorciarli senza fatica rendendoli perfetti per la mia altezza.  Ci sono due tasche frontali con cerniera e una tasca “per coltello” sulla coscia sinistra. Li ho indossati? Certo, ma purtroppo solo una volta sola poiché la nebbia ha bloccato caccia e attività all’aria aperta per circa tre settimane. Li ho indossati in una mattina gelida e nebbiosa. C’era una prova di lavoro per cani da ferma e mi sono recata al punto di incontro nella speranza, rivelatasi vana, che la nebbia si alzasse. Non voglio esagerare, ma credo di essere la persona più “al caldo” di tutte: eravamo sotto zero e con un tasso di umidità elevatissimo.  Da indossati stanno bene anche se l’imbottitura fa sembrare un po’ più grassi, del resto è un buon prezzo da pagare per stare al caldo!

Pantaloni Kana

Introduco quindi la giacca Kana, di cui sono mi sono già innamorata. E’ bella, calda, leggera! Quando la indosso mi sembra di camminare nel freddo protetta da un caminetto acceso. Il tessuto e il colore sono gli stessi dei pantaloni, nulla da aggiungere. La mia giacca è una taglia 36 EU (la più piccola disponibile) e mi va perfetta. E’ abbastanza lunga, probabilmente anche più lunga per me poiché sono più bassa della persona media. Harkila afferma che la lunghezza extra serve a stare più caldi. Ci sono due tasche frontali di grande misura che si chiudono con un bottone a pressione, dei lacci “anti tempesta, una cerniera che funziona in entrambe le direzioni e dei bottoni a pressione che doppiano la chiusura.  C’è inoltre una tasca interna e una tasca sul torace, entrambe si chiudono con una cerniera. L’aspetto è molto femminile e la cordicella in vita permette di personalizzarla secondo le proprie forme. C’è anche un cappuccio caldissimo foderato con della pelliccia sintetica marrone, ricorda il pelo di un orso e pertanto mi fa sorridere! Giacca e pantaloni fanno parte della Harkila Endurance Collection e possiedono una membrana in Gore-Tex® impermeabile e trasparente per tenere chi li indossa caldo e asciutto. Il tessuto esterno ha subito un trattamento DRW  che rende la stoffa resistente all’acqua e la mantiene leggera in caso si bagni.

E’ un orso!

La mia recensione finale arriverà a fine inverno, dopo un ragionevole periodo di utilizzo ma, per adesso concludo dicendo che la giacca Kana è caldissima, confortevole e mi sta bene. Sebbene i riferimenti visibili alla marca siano minimi (ci sono due H sui bottoni delle tasche frontali e la scritta Harkila/Goretex ricamata sulla manica sinistra), la qualità è stata riconosciuta subito. Un paio di cacciatori curiosi mi hanno chiesto più informazioni eccetera eccetera. Quindi… restate in attesa mentre effettuo i miei test in campo. Spero di poter avere presto anche nuove fotografie con i capi indossati, cosa fin ora ostacolata da buio e nebbia!

Slideshow sotto:




Santa Claus is Coming to Town!

A couple of days ago, I received a USB key from my Pilates teacher and a Snowhite mug (long story….). I thought these were my first Christmas gifts. I realized later that I was terribly wrong: a giant package had arrived earlier in December, via reindeer from Scandinavia. When the courier rang my bell, I rushed to the door forgetting about the painters who were taking care of my house. I jumped each obstacle between me and the door, and I ran even faster to the gate as soon as I recognized the package!
After finishing testing the Jerva suit, I sent my review to M.B., aka “the Harkila Man”. He enjoyed my piece of writing and proposed me to try something else, I accepted right away telling him to choose the new item. After a couple of days, he announced I had been selected to test the Kana suit and added he was going to send a mysterious item along with the suit. When the package arrived, besides being curious to meet my new Kana suit, I was super-curious to find out what the mystery gift was. I went back into the house carrying a huge box, walked over the paint cans again, and reached the kitchen where I was finally able to see what was inside.

Actiwool

The box contained a Kana jacket, a pair of Kana trousers and the mystery gift was… a Lilja cardigan in shadow brown mélange, well done M.B. you have good taste! I plan to test the suit for the whole winter before writing a full review and I will start testing the cardigan as soon as the weather allows. In the meantime, I am going to describe the clothes, and briefly express my first impressions. I will start from the Lilja cardigan which I have not worn it yet. Mine is  a size S and it is true to size: an XS would have been good for me, but the S allows me to put a sweater underneath and use the cardigan as an outdoor jacket. Its color is dark brown, with some tiny grey tones: it reminds me of winter plough fields. Label says it is made in Lithuania, but an Italian Company (Lanificio Becagli) was involved in its making. The cardigan material, in fact, is named Actiwool and has something to do with a technical fabric called Calamai which has been patented by this company. Together with the Harkila label there is a Actiwool label which describes wool’s natural benefits such as keeping you warm and dry, and being resistant and easy to care. Wool composes 64% of the fabric (polyester 20% and polyamide 16%), a brave and interesting choice which brings uniqueness to the texture and makes this cardigan stand out between all its fellow specimen. Choosing wool as a main “ingredient”, while mixing it with synthetic materials, is a bold move and tells me that Harkila wants to keep tradition alive, while accepting the benefits of modernity. The cardigan has a modern fitted tailoring and closes through a zipper. Pockets, sleeves hem and pockets are reinforced using a different fabric which is a mixture of cotton and polyester. The cardigan has two mesh lined pockets of medium size ,which can be closed with a zipper: this is not a stupid detail, walking and running on rough grounds can make things, such as car keys and cell phones, spill out of your pockets. A third, small pocket, with the name Harkila embossed on, is located on the left arm. The Lilja has a nice smell and it is very agreeable at the touch, being soft and rough at the same time. I was forgetting, it also comes in a very nice heather-like colour that Harkila calls beetroot mélange.

Kana jacket

Let’s now move to the lower part of the suit, the Kana trousers. Emotional review: they are WARM and SOFT!!! Ok, let’s be serious and tell my readers something more technical. The trousers are green, Harkila labels this green “elm green”: I call it hunter green, as all the hunters/shooters I know walk around dressed in this colour from head to toe. The trousers are extremely soft at the touch: the main fabric is made of polyester and nylon and has a Goretex membrane. At a first look (and touch) you would think it s cotton, it is very soft and pleasant, somehow silky. The trousers are padded and lined with polyester: I received a size 36 (the smallest size available), but being waist elasticated it is suits smaller people, like me. The trousers’ length is interesting: they are not super long and the snow lock at the bottom allows me to make them shorter and perfect for my height. The trousers have two zipped front pockets of reasonable depth and a knife pocket on the left thigh. Did I wear them? Yes but only once because, unfortunately, heavy fog forced local people to cancel all their outdoor related activities for about three weeks. I wore them on a very cold and foggy morning. I was supposed to compete in a field trial for pointing dogs and I reached the venue in the hope fog would dissipate: it did not. I do not want to sound extreme, but I think I probably was the warmest person there. People were freezing (temperatures were below zero and humidity was extremely high) while standing there waiting for the fog to go, I was perfectly fine instead. Once worn they looked nice, the padding makes me look a bit plump but it was surely a fair price to pay in order to stay warm!

Kana trousers

It is now time to introduce the Kana jacket, which I am in love with! It is cute, warm and light! When I wear it, I feel as If I were walking around in the cold surrounded by a fireplace. The fabric and the colour are the same of the trousers hence I am not going to describe them again. My jacket is a size 36 (the smallest size available) and it suits me well, I am a UK8-IT40. It is quite long, probably longer for me as I am shorter than the average human, but Harkila explains the extra length was chosen to keep you warm. It has a two ways zip, press buttons and rib knit storm cuffs. It features two large and deep front pocket that may be closed with a button, a deep internal pocket and a chest (radio) pocket on the left, the two latter pockets close with a zip. The look is very feminine and the adjustment cords at the waist, together with the bottom hem finishing, make it adaptable to any body shape. There is also a super warm integrated hood lined with brown synthetic bear-like fur which makes me smile. Jacket and trousers belong to the Harkila Endurance Collection and are Fitted with a Gore-Tex® membrane that is waterproof and breathable, keeping you dry and comfortable in all conditions. The outer fabric is DWR treated giving you a robust outer fabric that is supposed to shed water preventing the jacket becoming heavy when wet.

It’s a bear!

My final review will come at the end of the winter, after a suitable amount of testing but, for now I can tell you that it is incredibly and comfortable and looks good on me. While references to the brand are very subtle (two H on the front pockets buttons and Harkila/Goretex writing on the left sleeve) its being high quality has been promptly spotted by a couple of curious hunters who asked me more information about it. So… stay tuned while I will “work” for my final review, and hopefully produce more pictures of me wearing it: fog and short dark days prevented me from taking more!

Slideshow below:




La grande semplicità (di esecuzione)

Cari fratelli segugisti, siamo ormai prossimi alla ricorrenza del Santo Natale, e non posso pertanto far altro che augurare a tutti Voi indistintamente di trascorrere serenamente questo imminente periodo di festività. Il segugista credo viva tutto l’anno, festività incluse, con il cruccio del segugio ideale. Sarà per questo motivo che anche questa sera, rincasando, riflettevo sulle doti essenziali del grande interprete della nobile arte della seguita. Tra di esse, anche se a volte è un po’ trascurata, vi è quella che tenderei a definire la facilità di esecuzione, la semplicità con cui vengono risolte le situazioni. Spesso il nostro mondo tende ad esaltare il grande fallo, specialmente se risolto, l’enorme difficoltà del terreno con cui si devono confrontare i cani. Senza però considerare tuttavia che forse il grande cane prima ancora che risolvere i grandi rebus proprio questi problemi non se li crea. Prendiamo due studenti, forniamogli un’ora di tempo per risolvere due equazioni, le stesse due equazioni. Uno studente le risolverà entrambe in meno di mezz’ora, senza nemmeno scomporsi. Le risolverà al primo tentativo, senza usare un foglio da minuta, senza usare la calcolatrice. L’altro invece dopo grande sforzo, esaurendo un bloc-notes, arriverà trafelato a farsi strappare il compito di mano allo scadere del tempo concesso. Non avrà avuto nemmeno il tempo di rivedere quanto prodotto, ma questa volta gli  andrà bene, anche lui risolverà correttamente le due equazioni. Di fronte a ciò, tuttavia quale dei due studenti è secondo voi il più bravo in matematica? Se dovessimo dimezzare il tempo a disposizione o raddoppiare il numero delle equazioni, chi avrà maggiori probabiltà tra i due studenti di concludere con successo l’esercitazione? E che dire di quel portiere che viene esaltato con un tuffo provvidenziale, con cui riesce all’ultimo sospiro a deviare in corner un tiro avversario? Una grande performance sicuramente, e allora il suo collega che, magari in virtù di un miglior piazzamento al momento del tiro, riesce senza scomporsi ad afferare la palla e far ripartire subito l’azione della sua squadra? Ecco dunque che spesso il grande segugio è a mio avviso quello che fa sembrare tutto semplice, tutto banale o quasi. Si certo banale per il fuoriclasse, quello che ci farà sembrare ideali tutte le giornate e facili tutte le lepri che troverà. Quando andremo a cercare le stesse lepri, con condizioni simili ma con soggetti validi, ma di minor caratura…allora forse comprenderemo meglio cosa significa avere facilità di esecuzione… Buon Natale!




E siamo arrivati a Natale!

Dogs & Country augura a tutti i suoi lettori Buon Natale e uno splendido 2017. 

Prima di scrivere questo paragrafo, io (Rossella) ho fatto una breve ricerca su perché Natale è Natale, e su perché viene celebrato proprio il 25 dicembre. Una festività simile al Natale esisteva molto prima che i cristiani trasformassero quella data nella loro giornata più importante. Quindi, nel pieno rispetto di ogni fede religiosa, sono arrivata a trarre alcune mie conclusioni. Penso che questa giornata speciale, fissata alla fine di dicembre, abbia molteplici significati e scopi. Credo, per esempio, che serva a rallegrare le persone durante i bui mesi dell’inverno; a celebrare l’imminente risveglio della natura, e a dare un senso di chiusura prima dell’inizio del nuovo anno. A Natale si dimenticano le cose più concrete e ci si guarda dentro, a volte ci si intristisce, ci si domanda quali siano le speranze, le necessità, i desideri eccetera. Pensate alla storia delle lettere a Babbo Natale: si insegna ai bambini a scrivere lettere in cui elencare i giocattoli tanto desiderati. Quando arriva il Natale, gli adulti sono spinti sullo stesso sentiero che li induce a pensare ai propri sogni. Sto dicendo che anche gli adulti scrivono a Babbo Natale? Esatto, lo fanno in segreto, nella loro mente, non lo ammetteranno mai!

Grazie ancora, lettore, perché ci leggi e apprezzi i nostri scritti. Mantieni la calma se le giornate si dovessero fare un po’ tese e abbraccia il tuo cane, perché lui ti vuole felice.

Con la speranza che le tue festività siano piene di gioia e risate.




So this is Christmas…

Dogs & Country wants to wish all its readers Merry Christmas  and a wonderful 2017.

Before writing this paragraph, I (Rossella) did a short research on why Christmas is Christmas, and why it is celebrated on Dec 25th. “Something like Christmas” existed long before Christians transformed  the day in their most important holiday. So, while respecting any religious views, I came up to my own conclusion: I think that this special day placed at the end of December has many purposes and multiple meanings. I think, for example, that it is meant to cheer up people during the dark months of winter; to celebrate the incoming awakening of nature and  to provide some sort of closure before the new year starts. Christmas  is the moment you forget about the most mundane things and start thinking about yourself, you might feel sad and question which are your hopes, your wishes and so on.  Think about whole Santa Claus thing:  children are told to write a letter to Santa in which they ask for those much desired toys. Around Christmas time, adults are dragged along the same path and are forced to think about their dreams.  So, do adults also write letters to Santa? They will never admit but they surely do, the thing is kept well secret in their minds.

So thank you for reading and liking us,  keep calm if things get hectic and hug your dog, he (or she) wants you to be happy!

May your winter holidays be full of happiness and laughter.

 

 




Diamanti in palude: le prove a beccaccini

Ho una predilezione per il beccaccino, vai a capire il perché. Sì, certo preferisco le grouse ma il beccaccino non è male e mi aiuta a gestire l’assenza delle prime. Io e il beccaccino siamo vecchi amici, ci siamo incontrati nel 2004, l’hanno in cui ho preso la prima licenza di caccia. Per accorciare una lunga storia, ero venuta a sapere dei beccaccini attraverso i libri e i racconti dei cacciatori, ma non li avevo mai visti dal vivo fino a quando Spina, una setter inglese, ha fermato uno di loro. Il suo lavoro mi ha affascinato al punto da farmi amare i beccaccini. Non tutti i cani li fermano e non a tutti i cani piacciono: i beccaccini vivono in ambienti ostili, come risaie e paludi. Più specificamente, dalle mie parti, i beccaccini vivono in risaie allagate dall’acqua, più c’è fango e meglio è. Non è facile galoppare su questi terreni e le condizioni climatiche tendono ad essere ugualmente avverse. Autunno e inverno qui sono famosi per la nebbia, l’umidità e l’assenza di vento: un cane deve veramente amare i beccaccini per decidere di andarseli a cercare. Servono anche fondo e forte predatorietà: i beccaccini scarseggiano e non è improbabile che un cane finisca per correre per ore su terreni deserti e difficili. E, se poi il cane è fortunato abbastanza da trovarne uno, il selvatico potrebbe comunque essere più furbo e volare via prima che il povero quadrupede abbia modo di fermarlo.

Cuore

I beccaccini sono nervosi, veloci, leggeri e incredibilmente difficili ma, nonostante ciò, qualche conduttore coraggioso, iscrive i cani alle prove su beccaccini. Prove che, dato il selvatico, sono diverse da qualsiasi altra prova e ritenute adatte solo a “specialisti”. Le regole e i parametri di giudizio le rendono speciali, per esempio i cani da ferma inglesi corrono da soli e non in coppia, cosa normalmente impossibile. Perché corrono da soli? Perché, altrimenti, sarebbe improbabile che lavorino il selvatico correttamente. I giudici vogliono un cane veloce e dalla cerca ampia che, contemporaneamente, sappia dove sono i selvatici. Si parla di “senso del beccaccino”: il cane deve correre piacevolmente sfruttando il vento e trovare un beccaccino, senza apparente sforzo, nei 15 minuti del turno. Ciò non è affatto semplice, i cani lenti che trotterellano attorno incapaci di distinguere tra la preda e la sua emanazione (esibendo incertezze e ferme false) non sono apprezzati. Il cane deve mostrarsi deciso, correre, trovare e fermare. Alla ferma non segue generalmente la guidata perché il beccaccino si invola da solo con facilità, spesso anche troppa. Non è possibile far correre due cani a piena velocità nella stessa risaia, i beccaccini, se presenti, esploderebbero come mine! È anche meglio non usare troppo il fischietto, non parlare e fare attenzione a non sbattere le portiere della macchina, fate troppo rumore e si finirete col correre su beccaccini fantasmi. Ah, dimenticavo i frullini, creature fatte apposta per complicare e ancor di più le cose!

Quanto appena scritto è sicuramente sufficiente per indirizzare i conduttori da un’altra parte, a patto che costoro siano saggi. Ho sempre pensato alle prove su beccaccini come ad una specie di Olimpo e li ho immaginati, un po’ come le donne normali immaginano una vacanza ai tropici. Mi piacciono i beccaccini e anche a Briony piacciono, abitiamo nella terra dei beccaccini (fantasma), ma i miei piani per le prove d’autunno li avevano categoricamente esclusi, avremmo gareggiato su animali normali, come fagiani e starne. I miei piani perfetti, tuttavia, sono durati fino a quando non è stata cancellata la mia batteria ad una prova “normale”, due giorni prima che questa avesse luogo. Amareggiata, sono andata online a controllare che altre prove ci fossero in calendario dalle mie parti, e l’unica era una prova a beccaccini. Così ho preso il telefono e chiamato il presidente del Club del Beccaccino, che subito mi ha rimbalzato al segretario. Sorpresa, il segretario era una persona che conoscevo da anni, mi ha iscritto subito alla prova!

Blus
Blus

Il giorno della prova, raggiunto il punto del raduno, mi sono sentita un po’ a disagio. Tutti sembravano molto professionali e c’erano adesivi e toppe con i beccaccini ovunque. Anche sul terreno ho avvertito lo stesso senso di inadeguatezza: borotalco spruzzato in ogni direzione per trovare il vento (non c’era vento e io non avevo borotalco) e conduttori pignolissimi sulla scelta dei terreni. Il Club del Beccaccino mi ha chiesto di scattare fotografie e ho accettato con piacere, dal momento che questo mi avrebbe permesso di seguire la batteria da vicino. Quanto visto non mi ha impressionato: alcuni cani (incluso il mio) sono stati costretti a correre su terreni deserti e asciutti, mentre altri, pur avendo avuto abbondati occasioni, le hanno buttate via non riuscendo a lavorare correttamente il selvatico. Abbiamo avuto ferme false, sfrulli, rincorse, eccetera eccetera ma, sebbene il lavoro dei cani non fosse stato degno di nota, le persone mi avevano colpito in positivo: erano gentili, amichevoli ed incoraggianti. O meglio lo sono diventate dopo l’avermi studiato per alcune ore: all’inizio pensavano che fossi lì “solo” per le foto e non riuscivano a collegarmi al cane. Queste persone pensavano che il cane fosse lì “solo” a guardare e che fosse troppo carina e troppo bianca per gareggiare. Quando hanno finalmente accettato il fatto che avrebbe corso, si sono auto convinti che sarebbe venuto qualcun altro (uomo) a condurla. Non ho idea di dove avessero collocato l’uomo, dal momento che la mia auto non conteneva al cune essere umano (tranne me), forse pensavano che sarebbe arrivato all’ultimo minuto, giusto in tempo per il turno. Quando hanno visto incamminarmi verso il terreno con il cane al guinzaglio, il che dichiarava che sarei stata io il conduttore, è calato il silenzio e siamo finite, nostro malgrado, sotto le luci del palcoscenico. Ci era toccato un terreno orribile: ruscello a sinistra, ferrovia di fronte, trattore a destra e stoppie asciutte. Briony ha lavorato bene, stando sul vento e esplorando il terreno con metodo ma, sfortunatamente, non c’era alcun beccaccino ad aspettarla. La sua buona condotta, tuttavia, ha cancellato i sospetti e mi ha trasformato improvvisamente in un buon conduttore. Il silenzio è cessato e le persone mi sono venute incontro per congratularsi e fare domande. È stato divertente: mi hanno chiesto se l’avessi preparata io, quale fosse la linea di sangue e se avessi intenzione di continuare a presentarla, belle sensazioni.

Noi

Alla fine della giornata ero confusa e non sapevo se avrei partecipato , o meno, ad altre prove su beccaccini. Verso il finire della settimana, tuttavia, avevo preso la mia decisione e Mauro, come promesso, mi aveva tenuto un posto. Questa volta, al raduno, c’erano diversi nuovi “amici” che mi hanno fatto sentire parte del branco o, meglio, una specie di animale domestico adottato da una famiglia. Lo stesso Club del Beccaccino aveva auto-deciso che sarei diventata la sua fotografa e i conduttori hanno prontamente imparato a fare del loro meglio per riuscire bene in foto. Alla fine ho partecipato a 5 delle 10 (?) prove del circuito autunnale e questo è quello che è successo. Su cinque prove Briony si è trovata in condizioni di poter lavorare il beccaccino solo in due occasioni. Nel primo caso l’aveva avvertito ed aveva iniziato ad accostare ma, un istante prima che potesse fermarlo, lui si è involato per motivi suoi e questo ha portato all’eliminazione. La seconda volta, invece ha sbagliato in pieno, non abbiamo visto altri beccaccini fino alla quinta prova, corsa sotto un diluvio che ha spinto i beccaccini ad essere estremamente leggeri e a involarsi da soli molto, molto avanti rispetto ai cani. Stavo dimenticando la prova numero quattro quando ha fermato un fagiano: era l’unico selvatico nei paraggi ma non era valido per quella prova. Il cane che ha corso dopo di lei è stato ugualmente sfortunato incappando nell’unica lepre di tutto l’ATC. Io e Briony non ci siamo mai qualificate durante queste prove, ma i giudici ci hanno detto di continuare (o avrei risparmiato soldi!) ed è stata menzionata da uni giudice durante una relazione, un trattamento di solito riservato a quei cani che hanno fatto bene ma che, per un motivo o per l’altro, sono stati un po’ sfortunati.

Lui!!! (Oldrado)

Generalmente, nel corso di ogni prova solo il 20% dei cani incontrava è brutto che sia così, ma questi animali sono selvatici che non possono essere posati prima della gara e tutti hanno dovuto fare i conti con la loro scarsità. O forse, si poteva cercare di comprare una buona dose di fortuna in anticipo. Nel mio caso non sono mai riuscita a metterla nel carrello ma, devo ammettere che gli altri concorrenti sono stati discretamente gentiluomini cercando di farmi correre su terreni idonei e suggerendomi dove cercare. È un po’ più facile trovare un beccaccino se conosci i terreni anche se… questi selvatici sono sempre pronti a coglierti di sorpresa!

In definitiva, le prove a beccaccini sono difficili come si sente dire? Credo di sì, i beccaccini sono pochi, nervosi e tremendamente influenzati dalle condizioni meteo. I beccaccini sono come diamanti e, proprio come i diamanti sono minuscoli e difficili da trovare, però luccicano, se li si cerca con attenzione li si può trovare. Abbiamo corso la prima prova durante una mattinata tiepida, umidiccia e senza vento. Le successive prove si sono tenute in mattinate fredde, nebbiose e prive di vento, fatta eccezione per l’ultima prova quando il vento è arrivato insieme a una pioggia torrenziale! Fermare il beccaccino in assenza di vento è molto duro, e la scarsa visibilità ha reso il compito dei giudici anche più difficile. Che dire dei conduttori? Si è trovato un po’ di tutto, come alle altre prove: cani perfetti e cani più “creativi” che si sono mangiati le ciance di andare in classifica perché hanno inseguito o sono andati fuori mano, ma ho visto dei buoni cani? Sì, credo di sì, e devo ammettere che, sebbene la maggior parte dei concorrenti presentasse setter inglesi, ho visto anche ottimi rappresentanti di altre razze. Voglio menzionare un paio di irlandesi (non andati in classifica), un pointer altrettanto bello da vedere (e altrettanto sfortunato) e un super Gordon: difficilmente mi piacciono i gordon ma questo era davvero speciale! Mi rivedranno in primavera? Forse…