Novembre vorrei che non finisse mai

La stagione della caccia alla lepre è ormai prossima al termine, ma quest’anno vorrei che Novembre non finisse mai. Dopo la splendida giornata di Sabato, passata con gli amici di sempre in Oltrepo ai confini con il piacentino, Domenica decido di tornare in Alto Monferrato ai confini con l’Appennino Ligure. La voglia di slegare in un luogo fatato, dove so per certo che vi sono ancora un paio di incontri è notevole, l’interesse per la fucilata invece assai minore. Al mattino partiamo presto, mio padre, che mi farà da posta, ed io. La coppia messa sul terreno è composta da Baldo ed Eva. Giunti sul luogo di sciolta la forte nebbia smonta un po’ l’entusiasmo della truppa. Con le doppiette entrambe rigorosamente aperte, sciogliamo su un pascolo, anche se la visibilità rende la giornata al limite della praticabilità. L’accordo è chiaro: si armeranno i fucili solo in caso di azione notevole, diversamente la lepre correrà indenne. Dopo circa mezz’ora di cerca Eva vocalizza al margine del bosco e Baldo subito si unisce, i cani entrano al bosco e dopo buon tratto di accostamento escono. La lepre, ipotizzo dal comportamento si tratti di un maschio, ha fatto parecchia strada e la rimessa pare ancora lontana. Eva, in ottimo stato di forma, puntualizza su un sentiero e riprende l’accostamento. Dall’ultimo vigneto della valle i cani si portano sul versante opposto della collina, e da una radura si portano nuovamente in bosco. Mio padre si va a collocare presso quello che si può considerare la miglior posta della valle, mentre io seguo da vicino l’azione dei cani. Dopo pochi minuti gli scagni di Eva si fanno decisi, capisco che non dovrebbe mancare molto allo scovo, anche se stranamente Baldo partecipa poco all’azione defilandosi. All’improvviso Eva scova a pelo. Intravvedo a mala pena la lepre, che fugge di gran carriere inseguita da Eva e da Baldo, che prontamente si ricongiunge alla compagna di giornata.

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La seguita buca l’unica mia posta e si dirige dritto per dritto fuori zona. Ora sono quasi certo che si tratti del maschio che mi ha mandato a recuperare i cani a distanza siderale una decina di giorni fa. Tagliando in due la collina cerco di avvicinarmi ai cani, quando due fucilate sorde eccheggiano dall’altra parte della valle. Qualcuno ha provato a fermare la mia lepre, ma è solo riuscita a fargli cambiare direzione. La seguita sta rientrando verso la mia posizione, di corsa mi porto dunque nei pressi di un casolare abbandonato, transito abituale delle lepri di quella zona. Arrivo tardi di un paio di minuti, quando sul luogo arrivano i cani, ecco l’ennesimo colpo di scena. Davanti a loro a poca distanza sta sfrecciando un gruppo di caprioli, i cani se ne avvedono, Baldo prosegue imperterrito nella seguita, Eva si stacca. Dopo un paio di centinaia di metri i caprioli deviano, mentre Baldo prosegue lineare nell’inseguimento, i cani non hanno cambiato animale. Eva ha temuto probabilmente di essere caduta in errore, ma con un mio piccolo aiuto riesce a ricongiungersi al compagno di inseguimento. La lepre punta dritta verso un piccolo borgo. I cani, che in questo momento credo siano al massimo della condizione, superano agevolmente un primo fallo su asfalto e mi scompaiono di nuovo. Quando li raggiungo sono nuovamente su asfalto, questa volta però sono in silenzio, in questo caso ipotizzo che la lepre non si sia limitata ad attraversare la sede stradale ma l’abbia percorsa per qualche decina di metri almeno. Mi avvicino ai cani per legarli, per evitargli pericoli inutili, anche se la strada è poco trafficata ed essendo parecchio tortuosa viene di norma percorsa dalle auto a velocità moderata. Eva però bordeggiando individua il punto in cui la lepre è scesa dall’asfalto per ributtarsi sul campo adiacente. Baldo si riunisce e la seguita riprende. Un riscovo in un piccolo boschetto a ridosso del campo santo del borgo, riaccende la seguita che finisce dritta nell’abitato. Per fortuna questa volta riesco a fermare i cani prima che proseguano la loro sfida con la lepre nei primi cortili della borgata. Un beccacciaio ligure, munito di setter, mi conferma che la lepre gli è passata di fronte all’auto pochi minuti prima e si complimenta per la pressione che i due cani che aveva alle calcagna hanno saputo esercitare su di essa. Il sole ha ormai vinto la nebbia, mentre la lepre ha vinto la sfida, che abbiamo comunque onorato in modo impeccabile. Con i cani al guinzaglio raggiungo mio padre che dalla sua postazione ha potuto osservare ed ascoltare tutto il lavoro dei cani, oltre a godere di una sublime cornice paesaggistica. Tra me e me sto ancora riflettendo su quanto mi hanno mostrato i cani nel corso della mattinata. In particolare è il comportamento di Baldo prima dello scovo a lasciarmi perplesso Baldo che eccelle nello scovo si è fatto fregare come un principiante da Eva, ed è sembrato quasi che non si fosse accorto della vicinanza al covo. Non è da lui! Prma di decretare la chiusura delle ostilità slego nuovamente i cani non distante dal punto di scovo, i cani, ben più rilassati rispetto alla sciolta iniziale, tornano a perlustrare l’area. Dopo alcuni minuti iniziano a vocalizzare nuovamente, anche se in modo assai parco. Le temperature nel frattempo sono salite in modo esponenziale, rispetto a quelle del mattino e hanno raggiunto livelli per nulla coerenti con la stagione. Mentre i cani si riportano nuovamente nella zona in cui era avvenuto il primo scovo io li seguo dall’alto. I cani avanzano nel bosco, ma mi sembrano oltremodo guardinghi. Si sono resi conto che il bosco è ancora popolato. Una lepre, probabilmente la compagna del maschio scovato in precedenza, si sottrae alla volpina. Il covo è posto a meno di cento metri dal punto di scovo della prima lepre. Ecco dunque spiegato probabilmente il comportamento mattutino di Baldo. I cani stavano accostando due lepri. La posta di mio padre questa volta sarebbe perfetta, ma il fucile è scarico. I cani infilano il ritardo la fuggiasca, la seguita in questo è più fiacca. Quando i cani cedono è davvero giunta l’ora di dire basta. I cani, anche se non hanno abbocato la preda, sono sazi. Lo si capisce dal loro incedere sereno e pacifico sulla via del ritorno. In distanza un beagle abbaia a fermo, in attesa che il suo canettiere arrivi a servirlo, mentre una beccaccia, ci vola sopra il capo. La giornata è stata davvero magnifica, degna di una stagione da incorniciare.

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Ten years ago, a nice dinner by Angelo Cammi

English abstract

To read full article in Italian click here.

Angelo Cammi is a well respected British Pointing dogs judge and an English Setter lover. He is president of the Piacenza Chapter of the Italian Setter Society (SIS Piacenza).

This article was given to all those who were present at the Piacenza English Setter Specialty trial on wild birds (selvaggina natural), last summer. It is a very important article as it points out what happened, and what did not happen, during the last 10 years. Cammi wrote the article in Italian and intended it to be read by Italians but, we have to remember that people from all over Europe are interested in Italian English Setters. It is therefore important that they could receive valuable information as well. I am not going to translate the whole article (you can use google translate), but I (Rossella) am going to summarize the first part and then translate the last paragraphs.

The first part of the article is about a dinner. Some setter people are eating a pizza and discussing relevant topics for the breed, it was the year 2006. The issues discussed were: 1) Zone Doc; 2) Derby (and a Derby for females); 3) Grey Partridge; 4) Training Grounds. Note for foreigners:

  • The Zone Doc were/are ENCI approved field trial grounds. The plan was to have special trialing grounds on which birds were absolutely wild and natural. Among the first selected areas there were natural preserves, parks and so…
  • The Derby is a trial mimicking grand quete and reserved to dogs who: 1) are under 3 years old,; 2) were born in Italy and 3) had never been trialed before. The Derby is run solo.
  • Grey Partridge… well… these birds seemed/seem to be sort of extinct in nature but, being valuable birds for dog trialing, Italians dream/wish/hope to have them back.
  • Training grounds: they do not exists but for some B and C selected areas, which are extremely small and limited. To train a dog you basically have to act like a poacher for most part of the year. Why? We do not know and the question was/is… how can this change?

These were the topics discussed over dinner by Cammi and his fellow settermen… what happened 10 years later? This is the second part of the article:

  • The plan to set up Zone DOC did not work. All trialing grounds now are Zone DOC and more and more grounds became DOC, including private estates (in which birds are not always wild and natural). Why?
  • Derby for females? We currently do not have any.
  • Training grounds? Nothing has changed.

Hammer owned by Del Borghi
Hammer owned by Del Borghi

CAMMI’S THOUGHTS (full translation)

Anything else to consider? Yes, many things. At the Derby 2016 we had 170 entries and 4 awards (about 2%). Yes, what matters is genetic selection, breeding… but year after year we have less and less awards. Of course we have many working champions, many famous trailers but? Something is obviously not working even when we celebrate dogs winning “important” (so defined) competitions, competitions that are, indeed, spectacular but concreteness is a different thing and working standards and trial rules are focused on it. Basically the technically acclaimed “selective breeding” is giving birth to specimen that are getting more and more different to a real pointing dog. The judge’s evaluations we read say: “Performance suitable to the kind of trial, typical gallop, does not meet birds. Excellent gallop, asked to run a second round bumps into birds”. An endless number of evaluations look like this one so? What are we selecting for?

CAMMI’s COMMENTS (full translation)

Some ideas and some declaration are born randomly (and with some self-reference) especially when they are apt to find populist consensus but nothing comes after, at least not yet.

I do not want to be polemic, polemics do not bring anything and do not help. I want to understand and the thirst for knowledge is always young and strong.

CAMMI’S CONCLUSION (full translation)

I thank those who chose to go hunting/shooting with an English Setter. They preserve the pointing breeds’s authenticity. Congratulation and please always remember avidity, intelligence and conformation, this will preserve the English Setter!

Angelo Cammi, Piacenza (Italy), April 2016




Una bella serata di 10 anni fa – di Angelo Cammi

di Angelo Cammi

Il fascino dei ricordi.

Organizzata in una pizzeria di Piacenza nel giugno del 2006, è rimasta nei miei ricordi e ogni tanto ripassando il pacco di note e articoli che ben conservo, mi capita di rileggerla. La ripropongo, sintetizzata, se non altro, per fare confronti a distanza di tempo. Ed aggiornate considerazioni.

 L’idea di trovarsi, in quattro attorno ad un tavolo, è stata eccellente ed ha creato l’occasione per affrontare argomenti cinofili molto discussi e, come tali, con molti pro e contro. Quattro setteristi con impegni diversi che si scambiano opinioni.

Il derby, le zone di addestramento, le zone Doc e tanto altro.

“ A me non la danno a bere questa storia delle zone DOC in aree adibite a ripopolamento. Vedrai che pian piano le allargheranno in ogni dove, altro che selvaggina DOC !!! “.

Si passa poi al Derby; è una prova entusiasmante,  la verifica del valore riproduttivo dei  trialer(!!!), e si dà per presentata una proposta per un Derby per le sole femmine! <Si,si tutti propongono >– dice il Focoso a voce bassa – <campa cavallo!!-.>

E’ la volta delle starne. Il Taciturno fa riferimento ad una lettera di un tizio apparsa su un sito che si proponeva come vero esperto della loro reintroduzione. <Quello, non sa cosa dice; non ha nemmeno idea di quanto il …………………… ed io, abbiamo fatto per rimetterle; abbiamo cambiato zona,gabbie, gabbiette per i richiami, cambiato alimentazione e furono solo lacrime e sangue. Guarda il Mezzano, sembrava il paradiso terrestre delle starne, e nessuno sa ancora con precisione perché sono scomparse >.

Dato che gli argomenti non hanno regolarità nell’esposizione, si torna alle zone Doc.<E poi chi me lo dice che il criterio di scelta delle zone Doc sia uguale per tutti? Chi me lo dice? E perché allora non mi passano la tal zona di ripopolamento? > Dubbi legittimi se non si precisano le motivazioni!

Poi la legge regionale, la mancanza di zone di addestramento. Questo punto tocca i nervi scoperti. <Dove possono andare quei poveri cristi di cacciatori che hanno anche la passione per le prove? Dove vanno a fare qualche incontro? E chi si deve interessare? Le Associazioni dei Cacciatori che ci sono a fare?

Il discorso ha una sua logica! Il Tecnico con uno slancio quasi patriottico rimarca la differenza del comportamento dei fagiani autoctoni con le proprie note difese, da quelli “lancioctoni” che non sanno far tribolare il cane per farsi fermare.

Caffè per tutti ? Ci porta con i piedi per terra la graziosa voce della cameriera che dalla parte del Focoso sorride e si atteggia con grazia. Lui la guarda, si addolcisce < Signorina, lei è molto carina, dovrebbe però sviluppare un po’ i polmoni.> “Come sarebbe a dire, sbotta la ragazza. <Sa, noi abbiamo i cani e quando sono mingherlini come lei, per renderli atletici li facciamo correre per fare il fisico e sviluppare i polmoni>. – <Guardi che io ho fatto i cento metri ed il salto in lungo e non ho proprio niente da sviluppare->.

Il Saggio per portarci in carreggiata dopo la figuraccia, porta il discorso su binari un po’ più classici. <Tutto è migliorabile in democrazia, si cerca il consenso della maggioranza, poi si mette in atto il programma”.>

L’ultima parte della frase, quella che accenna “alla messa in atto dei programmi”, ha l’effetto di un blocco gastrico sul Focoso che si rende conto di trovarsi in difficoltà; una via di mezzo fra il balbettare e l’inciampare nelle parole, riesce solo a dire che non ricorda che questo sia mai avvenuto! Comunque per risollevarsi ordina un gelato al limone mimando con le mani come avrebbe dovuto essere. La ragazza del salto in lungo arriva con un catafalco di gelato che avrebbe rinfrescato una compagnia di scout.

Aspettiamo in silenzio la fine del gelato pensando alla nostra chiacchierata, ci sentiamo bene, una vera bella serata.

 

Hammer di Del Borghi
Hammer di Del Borghi

RIFLESSIONI (non solo mie): evidentemente è stato lungimirante il Focoso nel prevedere lo scollamento dell’impalcatura delle zone Doc, il loro snaturamento con il coinvolgimento delle AFV che nell’atto costitutivo non erano per nulla considerate, visti gli obiettivi. Non si può fare a meno di chiederci come e perché il progetto abbia subito modifiche peggiorative. Hanno avuto un’evoluzione le zone di addestramento? Era certo una bufala  la proposta di un Derby per sole femmine setter visto il successivo totale silenzio. Altre considerazioni? Si, diverse : come valutare sul piano tecnico- selettivo, ad esempio, i risultati del Derby inglesi 2016, peraltro magnificamente organizzato, con circa170 cani iscritti e con 4 classificati? (Poco più del due per cento). <Non consideriamo la competitività , ma la selezione, >, lo sento ripetere da anni, ma,alla luce dei fatti, i classificati sono sempre meno. I trialer, vecchi, nuovi, non mancano; i campioni di lavoro proliferano. I conti non tornano nemmeno quando ci si esalta a menzionare vittorie in manifestazioni definite importanti; certo soddisfano sotto l’aspetto spettacolare, ma la concretezza è un’altra cosa e gli standard ed i regolamenti si concentrano su questa. In sostanza la selezione a cui ci si aggrappa con piglio tecnico, produce soggetti sempre più lontani dalla funzionalità del cane da ferma. ”PRESTAZIONE IN NOTA, GALOPPO TIPICO, NON INCONTRA”; OTTIMO GALOPPO, RICHIAMATO INVESTE SELVAGGINA; Le relazioni sono su questi binari in altissima percentuale; ora si vedono anche sul sito. Ma allora di che selezione si parla?

COMMENTO: Certe idee, certe dichiarazioni, nascono in forma estemporanea con abbondante autoreferenzialità, specie quando ci si trova in un consesso che si scalda con slogan populisti; ma il seguito, come si evince, è poi desolante. Mi auguro di poter dire “sino ad ora”.

Nulla di polemico è nelle mie intenzioni, le polemiche non producono e non sono costruttive. La volontà di capire è però sempre giovane e vigorosa.

CONCLUSIONI: Grazie ai cacciatori con il setter inglese che mantengono vivo il fondamentale serbatoio dei valori autentici del cane da ferma da caccia. Un dovuto plauso con la raccomandazione di considerare essenziali L’AVIDITA’, L’INTELLIGENZA E LA CORRETTA COSTRUZIONE. Solo così il setter andrà avanti!!!!

Angelo Cammi

Aprile 2016

 




Harkila Jerva: la prova in campo

Soffia un vento siberiano. Ok, non sono sicura che sia siberiano ma soffia da est e e è molto freddo.

Gli stranieri immaginano l’Italia come un paese caldo e soleggiato tutto l’anno. È una bufala,probabilmente messa in giro da chi opera nel turismo, vi posso assicurare che, qui al nord, abbiamo inverni molto freddi. Comunque, quello che il vento cerca di dirmi è che è giunto il momento di terminare il test del mio completo Jerva. Chi segue il blog, sa già che Harkila mi ha fornito un completo da caccia da testare. Ho già descritto i dettagli estetici e tecnici del completo qui, ora vi dirò come l’ho testato e cosa ne penso. Il completo è arrivato a metà ottobre e l’ho indossato per circa un mese, quasi tutti i giorni. Dal momento che lavoro (e studio) da casa, non ho vincoli di abbigliamento quindi, in autunno e in inverno, mi aggiro per le strade vestita come… un guardiacaccia. Abitando fuori città, ho comodo accesso alla campagna e quindi il cane esce per passeggiate e sessioni di addestramento nei campi tutti i giorni. Questo significa che devo indossare abiti adatti al fango, al vento, alla pioggia e alla nebbia. Quando torno a casa mi scordo di cambiarmi e continuo la giornata con gli stessi  vestiti, ovvero vado al supermercato o in posta indossando abbigliamento da campagna che sfuma dal verde al marrone, devo sembrare decente. Va bene sembrare un guardiacaccia, ma va decisamente meno bene sembrare un boscaiolo canadese: la linea che separa queste due professioni è sottile. Comunque, mentre la indossavo, nessuno sembra avermi notato particolarmente, il che significa che stava bene. Un’amica che ha un negozio di scarpe e di accessori in centro ha visto la giacca, ha chiesto di poterla provare e poi ha fatto domande sulla stessa, sulla marca eccetera, direi che ciò definisce questo capo di abbigliamento elegante!

Bel taglio

Ma continuiamo con il test sul campo, a partire dalla giacca:  è molto confortevole e gli inserti in tessuto elasticizzato permettono ai cacciatori di muoversi liberamente, il fucile si imbraccia con facilità senza sentire tirare le maniche, ci si può sedere, sdraiare e allungarsi quanto serve per entrare e uscire dai fossi. Queste stesse caratteristiche tornano utili anche durante l’addestramento cani: mettiamo caso che dobbiate acchiappare il cane al volo, ecco potete farlo! Ho indossato il completo durante passeggiate, addestramento, uscite a caccia, alle prove, in climi differenti. Sotto un sole intenso, la giacca si è rivelata troppo calda, ma nei giorni normali, con temperature comprese tra gli 8°C e  i 15°C gradi, si è dimostrata perfetta per il cacciatore attivo.

Vento e pioggia?Dunque, le darei un 10 pieno per il vento, un 6.5 per la pioggia. La cerniere e i tessuti della giacca Jerva bloccano il vento e tollerano acqua in quantità moderata. L’ho usata senza problemi per brevi tragitti sotto la pioggia e per lunghe passeggiate nella nebbia o sotto piogge leggere, ma non credo possa resistere a piogge forti o a molte ore passate sotto l’acqua. Rovi e detriti vegetali?  i “pallini” non si attaccano, il che è un’ottima cosa, ma non la userei per affrontare dei roveti. Sono entrata in alcuni cespugli per seguire il cane al lavoro su fagiani, ma non consiglio questo completo per ambienti e compiti estremi, come fare il canettieri durante la caccia al cinghiale. Caccia alla beccaccia? Sì, potrebbe andare e andrebbe ancora meglio per la caccia di selezione alla cerca, dal momento che il tessuto è estremamente silenzioso. Una cosa che mi piace moltissimo della Jerva sono le tasche poiché sono estremamente capienti senza farvi sembrare goffi.

Tasche
Tasche

In definitiva, consiglio l’acquisto di una Jerva e se sì per quali scopi? La giacca Jerva è comoda e pratica ma, allo stesso tempo, femminile ed elegante: le donne che vanno a caccia sanno quanto sia difficile trovare tutte queste caratteristiche messe insieme in un unico capo di abbigliamento. Quindi, se avete un occhio alla qualità e all’estetica, prendetela in considerazione. La si può indossare nelle mezze stagioni, quando le temperature sono gradevoli ma il tempo può variare da un momento all’altro, in barba alle previsioni. Questa giacca è perfetta per l’addestramento cani, per le prove di lavoro, per passeggiate in campagna alla ricerca di funghi e di unicorni e per tutti  i tipi di caccia,a patto che queste attività non siano praticate in ambienti e climi estremi. Se volete cacciare al freddo, leggete la recensione del completo Harkila Kana.

Passiamo ora ai pantaloni, anche loro sono stati già descritti, e anche loro hanno suscitato nelle persone il medesimo atteggiamento rilevato con la giacca, quindi, per quanto riguarda l’estetica sono approvati dagli italiani. Poco prima di riceverli, ho acquistato un paio di pantaloni da trekking da LIDL. Ammetto che l’unico motivo che mi ha spinto ad acquistarli è stato il loro color violetto erica. Ma, in ogni caso, il mio acquisto emotivo, mi ha permesso un confronto con un prodotto di qualità superiore.  i Jerva di Harkila, infatti, costano circa 10 volte tanto ma c’è una ragione.  i pantaloni di LIDL hanno indiscutibilmente un eccellente rapporto qualità/prezzo, gli Harkila costano molto di più ma danno altrettanto. Quali le differenze principali? Materiali, taglio (quindi come ti stanno una volta indossati) e rumorosità. La maggior parte dei tessuti sintetici impermeabili, infatti,  è rumorosa: il fruscio che fanno mente vi muovete mette in allarme le possibili prede.  I pantaloni della Jerva, invece, non fanno rumore e, pur essendo leggeri, offrono una discreta protezione: le ortiche mi hanno punto mentre indossavo  i pantaloni LIDL ma non le ho sentite quando indossavo gli Harkila. Per quanto riguarda la pioggia, li ritengo entrambi resistenti all’acqua ma non impermeabili, non adatti a stare a lungo sotto la pioggia, come del resto la giacca. Però. Va anche detto, che i calzoni Jerva asciugano molto in fretta: durante una prova sono dovuta passare tra erba molto alta e molto bagnata. Indossavo anche gli stivali ma, essendo bassa,  i pantaloni sono stati in contatto con l’erba e sono stati messi in difficoltà dall’acqua ma, sebbene ci fosse solo un timido sole e il vento fosse assente, si sono asciugati in meno di mezz’ora.

Inserti elasticizzati
Inserti elasticizzati

Ultimo, ma non meno importante… come stanno  i pantaloni? Lo potete vedere da soli nelle fotografie, sono un po’ grandi per me ma, ciò nonostante stanno bene. Come la giacca, hanno dei pannelli in tessuto elasticizzato che permette di muoversi liberamente e di saltare da un posto all’altro. Permettono di camminare, correre e arrampicarsi, sono comodi ma non ti fanno sembrare come una casalinga in pigiama, le donne sanno quanto sia importante. Il completo Jerva è facile da tenere pulito, basta lasciare seccare il fango e poi spazzolarlo via. Per adesso ho lavato in lavatrice solo i pantaloni, senza detersivo per non rovinare la resistenza all’acqua, in futuro – visto che non vedo l’ora di usare di nuovo la giacca in primavera- acquisterò un detergente specifico per i tessuti tecnici come il Goretex.img_2125-1




Harkila Jerva: Field Test

A Siberian wind is blowing. Well I am not that sure it is Siberian but, it is blowing from East and it is very cold. Foreigners imagine Italy to enjoy a wonderful warm and sunny weather all year round. It is a hoax! I bet those involved in tourism spread this rumour, I can assure you that here in Northern Italy we often have very cold winters! What the cold wind is trying to tell me, however, is that the time has come to stop testing my Jerva suit. Those who follow the blog, already know that I was given an outdoor shooting/hunting suit made by Harkila to test it. I already described the suit’s technical features and aesthetic details, you can read about them here, I will now tell you how I tested it and what I think. The suit came in mid October, and I wore it for one month, almost daily. As I work (and study) from home, I do not have to follow a specific dress code and, therefore, in autumn and winter, I go around dressed like… a gamekeeper. Living in the suburbs, I have easy access to the countryside and my dog gets daily walks and training sessions in the fields, this means I have to wear clothes suitable to mud, wind, rain and fog. Once I return home I forget to get changed and I continue the day with the same clothes. This means I might go to the supermarket or to the post office wearing green and brown country attire, and this also mean I have to look pretty in those clothes. Looking like a gamekeeper is ok, looking like a Canadian lumberjack is not, and the line separating these two is really thin. While wearing my Jerva suit around none seemed to notice me too much which means the clothes were looking nice on me. A friend owning a small boutique saw the jacket, wanted to try it on and asked me about it, about its brand and so on: this clearly defines the Jerva Jacket as stylish!

Well tailored

But let’s go on with the actual test in the field, starting from the jacket. The jacket is very comfortable and the stretch panels allow hunters and shooters to move freely. You can mount you shotgun quickly, without feeling restrained by the sleeves, and you can also sit, lie down and stretch as much as you need to climb in and out of ditches. These same features are enjoyable during dog training: let’s say you have to grab the dog quickly… well, you can! I wore the suit during country walks, training, shooting and field trials, in different weathers. When the sun was really high, the jacket proved to be too warm but, on ordinary days (temperatures ranging from 8°C to 15°C) it proved to be perfect for active hunters. What about wind and rain? I will give grade it A+ for wind and B for rain. The Jerva and its zips kept the wind at bay and proved capable of dealing with light rain. It was fine for short walks in the rain, or for light rain and fog, but I do not think it can cope with heavy rains and/or hours spent under the rain. Burrs and briars? The jacket does not pick up burrs, which is a very good thing, but I would not use it to go into very thick bushes. I entered some to follow the dog working on pheasants but, I would not recommend the it for heavy duty tasks, like handling hounds during boar hunting.  Woodcock hunting? It might do, and I would surely recommend it for deer/boar stalking, being the cloth extremely silent. I love its pockets, while not making you look bulky, they are capable of containing many many things, I swear!

Pockets
Pockets

Overall opinion? Would I suggest purchasing the Jerva jacket and, if so, why and for which purposes? The Jerva jacket is comfortable and practical, yet stylish and feminine: women who go hunting and shooting know that it is hard to find all these features fused together in one garment. So, if you mind the look and the quality, you should consider the Jerva. You can wear it in Spring/Autumn, when temperatures are agreable, but weather can change quickly, ignoring what the forecast said. This jacket is perfect for dog training, field trials, country walks looking for mushrooms and unicorns and for shooting/hunting/stalking, provided you do not practice these activities in extreme environments and weathers. If you want to be outside in cold weather, Harkila Kana will be perfect for you.

Let’s now talk about the trousers: I have already described them and, people reacted to them in the same way they reacted to the jacket so, as far as the look, they are Italian approved. Right before receiving them, I purchased a pair of trekking trousers at LIDL. I admit the only reason I bought them was the colour, as they are the same colour as heather but, anyway, my emotional purchase allowed me to compare them with something of far better quality. Harkila’s Jerva, in fact, costs about 10 times the LIDL trousers and there is a reason for it. While LIDL trousers have a great price-quality ratio, the Harkila’s cost more, but offer more. Which are the main differences? Material, shape (the way they fit) and, again, noise. Most synthetic waterproof and water resistant fabrics are, indeed, noisy: you move, they swish alerting any preys. Jerva trousers, instead, do not swish and, while being light, offer a reasonable amount of protection: I could feel the nettles wearing the LIDL ones while it did not happen with the Harkila’s. As for being waterproof, I think they are both water resistant but, as said about the jacket, I would not recommend these garments in heavy rain. While not waterproof, however, the Jerva dry extremely quickly: I had to face some tall and wet grass during a trial. I was wearing wellies but, being short, the trousers came in contact with grass and could not handle that much water but, despite we had no wind and  had only a mild sun, they dried in less than half an hour.

Stretch panels
Stretch panels

Last but not least… how do the trousers look once worn? I am posting a couple of pictures for you to see by yourself, they are a little big for me but, nevertheless they look fine. Like the jacket, they have some stretch panels which allow you to move freely and jump from one place to another. You can walk in them, run in them and climb on steep hills. They are comfortable, but they do not make you look like an housewife in pyjamas, smart ladies know this is definitely a good point! It is easy to keep the Jerva suit clean by letting the mud dry and then brush it away. For now, I machine washed the trousers without detergent, not to spoil their water resistance, but looking forward to wearing the suit again in the spring, I plan to buy a specific detergent for Goretex and other technical clothes. img_2125-1




Le prove di lavoro e… la donna mezza nuda

Quando scrivo che alle prove italiane, e in Italia in generale, può succedere di tutto e che si tratta di un mondo a parte, lo dico sul serio! Ieri, per esempio, sono arrivata tardissimo al punto di ritrovo perché la Provincia ha deciso di chiudere un ponte. Per carità, scelta saggia dal momento che rischia di crollare ma… Se solo solo avessero indicato meglio i percorsi alternative la gente avrebbe evitato di vagare per un’ora nella nebbia!

La scorsa estate, un cane (il mio cane) mi ha trascinato un canale di scolo di una cascina, pieno di liquame. Per ripulirmi è stata necessaria la canna dell’acqua che uno dei dresseur aveva collegato al furgone: pur essendo stata pensata per i cani, si è offerto di usarla su di me. Poi ho preso un sacco nero della spazzatura e ho coperto il sedile dell’auto, ho mantenuto la calma e sono andata avanti. Gli omini presenti si sono divertiti ma, quanto è successo lo scorso venerdì ad una prova a beccaccini, sicuramente li ha divertiti ancora di più!

Finita la batteria degli inglesi, alcuni di noi si sono fermati a vedere cosa stessero combinando i pochi continentali iscritti. Abbiamo parcheggiato vicino ad una casa e ci siamo dedicati ad osservare un bretoncino che batteva i risi a tutta velocità. Non è durato a lungo: ad un certo punto la voce di una donna dietro di noi ha chiamato “Fabio” e tutte le teste si sono girate nella stessa direzione. C’era una donna alla finestra, beh non solo una semplice donna, diciamo che era mezza nuda: indossava della lingerie nera. A prima vista mi ricordava un incrocio tra Sofia Loren in Ieri, Oggi e Domani (gogglatela, non metto donne seminude qui), aveva gli stessi capelli e la stessa biancheria intima, e Anita Ekberg che chiamava Marcello (Mastroianni che, guarda un po’, è riuscito ad essere protagonista di entrambi i film!) dalla Fontana di Trevi in La Dolce Vita.

Marcello, come here!
Marcello, come here!

Tutti gli uomini sono andati subito in ferma e, essendo una fredda e nebbiosa mattina, qualcuno se ne è uscito con un “Oh!Poverina! Ma non avrà freddo?”

Scomparsa la donna, sono spariti anche gli ormoni e sono spuntate le “scuse”. Ridevo come una matta: sono abituata al fatto che si dimentichino di me ma… il mio lato pestifero ha avuto la meglio ed è riuscito a saltare fuori. Ho così chiesto “Ma c’è qualche Fabio tra di voi?” Mi ha risposto un coro di no e poi tutti gli sguardi rivolti di nuovo verso il breton.

La donzella, tuttavia, era estremamente determinata a ritrovare il suo Fabio quindi si è riaffacciata di nuovo alla finestra urlando il suo nome. In quell’istante, tutti hanno, per la seconda volta, dimenticato il breton. Tornati al ritrovo, gli altri giudici e concorrenti ci hanno chiesto se avessimo visto qualcosa di bello. Sebbene la domanda fosse chiaramente riferita ai cani, i presenti al “richiamo” hanno subito raccontato di aver visto una donna seminuda, nonché fornito l’indirizzo preciso e una dettagliata descrizione del soggetto. Scommetto che d’ora in poi tutti – specialmente gli uomini di nome Fabio – accetteranno di buon grado di correre su quei terreni e sono sicura che nessuno si lamenterà dell’assenza di beccaccini attorno alla casa.

Ps. Il ricercatissimo Fabio non si è fatto vedere, né ha mai risposto al richiamo e ho così elaborato una mia teoria segreta. Secondo me Fabio è un animale domestico, credo un gatto ma… non fatelo sapere in giro!




Field trials and… the (half) naked woman

When I write that Italian field trials, and Italy itself, are a world apart and that they are unpredictable… I mean it! Yesterday I reached the venue with quite a delay after wandering in the fog for about an hour. What happened? Nothing unusual: the local government decided to close a bridge because it was going to collapse, a very good thing but… drivers would have enjoyed a “slightly” less vague description of the alternate route. Last summer a dog (MY dog) made my fall into a farm ditch fully provided with livestock waste. I a professional dog trainer, whose truck was equipped with a water hose for dogs, later washed me, covered the car seat with a black garbage bag, kept calm and carried on. Yes, all the men present had a good laugh but my fall cannot surely be compared to what they experienced during last Friday’ snipe trial.
As the British Pointing Dogs Stake ended fairly early, some of us stopped to watch the few HPR’s (Continental Pointing dogs) who dared to face snipe. We parked by a house and focused our attention on a small Brittany running at full speed: it did not last long. As a female voice behind us called “Fabio” and everybody’s heads turned in the same direction: there was a woman at the window. Well, not just a woman: she was half naked and wearing some sort of black lingerie. She was a crossbreed between Sofia Loren in Yesterday, Today and Tomorrow (google her, this one had the same hair and the same underwear) and Anita Ekberg calling Marcello (Mastroianni who, guess what, managed to act in both films!) from the Trevi’s Fountain in La Dolce Vita.

Marcello, come here!
Marcello, come here!

All the men were on point and, as it was cold and foggy, someone stated: “Ohhh poor thing! She must be cold!”.
As the woman disappeared, the hormonal flare vanished and they remembered I was there: several “sorry” followed, with me laughing being I am quite used to be “forgotten”. My naughty side, however, made me ask “Is there any Fabio among you?” A chorus of no, accompanied by eyes focused again on the Brittany, followed.
The lady, however, seemed to be extremely determined to find her Fabio and she came out again yelling that name. Needless to say the Brittany was forgotten for the second time. Once back at the venue, other judges and competitors asked if we had seen anything nice and, despite being the question obviously dog related, my fellow spectators informed everybody that they had seen a (half) naked woman, gave out her full address accompanied with very detailed description. I bet that from now on, people – especially guys named Fabio- would be very pleased to run on that ground and I am 99% sure that none would complain about the lack of snipe by that house.

Ps. The so sought after Fabio never replied and never showed up so I elaborated my very own secret theory on his identity: I think he is a pet, most likely a cat, but please, don’t tell around!




Iscriversi a una prova: Italia vs UK – Prima parte: Italia

Disclaimer: l’articolo originale è stato pensato per gli stranieri che volevano sapere come funzionano le cose in Italia, molti italiani lo sanno già ma ho comunque tradotto il pezzo per i neofiti.

Sembra facile ma così non è, iniziamo dall’Italia.

Come ci si iscrive ad una prova di lavoro per cani da ferma? Prima di tutto bisogna trovare la prova di lavoro. Qui le prove si tengono tutto l’anno, praticamente tutti i giorni, in svariate parti d’Italia, fatta eccezione di uno stop in primavera ed inizio estate in cui le prove vengono in parte sospese (ma si corre su quaglie). Ci sono anche prove italiane corse all’estero in posti come la Serbia, la Polonia o altri ma, limitiamoci a parlare dell’Italia. La prima cosa da fare è andare sul sito dell’ENCI e cliccare su “Manifestazioni ed Eventi”, scegliere prima il mese e poi il tipo di prova a cui ci si vuole iscrivere. Grande cerca? Classica o attitudinale a quaglie? Caccia a starne? Selvaggina Naturale? Vanno bene fagiani, starne e pernici o volete qualifiche su qualcosa di specialistico come  i beccaccini, le beccacce o le prove su tipica alpina? Quando avete deciso, cliccate per  i dettagli dell’ente organizzatore e lasciate che il divertimento cominci!

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Chiamate il numero indicato, non vi risponderà nessuno perché l’ufficio è aperto solo dalle 17 alle 19 del martedì (giorni pari), e dalle 10 alle 11 di venerdì (giorni dispari). Quando provateil secondo numero elencato, tanto per essere ottimisti, non risolvi niente nuovamente. Prima di arrendervi, allora, mandate un’e-mail ma, due giorni dopo, siete ancora senza risposta.  Visti gli accadimenti, ci si inizia a preoccupare e si cerca di rintracciare l’organizzatore attraverso canali informali, ovvero attraverso qualche conoscente. A questo punto generalmente si ottiene un numero di cellulare e si riesce a dialogare un con una voce. Lui, la voce (bisogna tenere a mente che il mondo dei cani da ferma in Italia è composto quasi esclusivamente da uomini), vi dirà che va bene, potete iscrivere il cane e che controllerà subito la vostra e-mail. In qualche caso sporadico la voce vi manderà due righe per chiedervi se siete davvero sicuri di volere possedere e condurre il cane allo stesso tempo: normalmente il conduttore è diverso dal proprietario e si tratta di un professionista. Molto più frequentemente, tuttavia, non riceverete mai una risposta. A volte succede persino che il conoscente, non vi dia nessun numero e vi dica semplicemente di stare calmi, che penserà a tutto lui.

Quando arriverà il giorno della gara, non saprete se vi stiano aspettando o meno. Tuttavia, in questo mondo fatto di incertezze, nessuno sembra interessarsi ai vostri soldi. Le iscrizioni costano normalmente 30 euro, ma nessuno mi ha mai chiesto soldi in anticipo, è normale pagare il giorno della gara. Perché questa prassi? Non lo so, potrebbe essere legata al fatto che ci si può iscrivere quasi fino all’ultimo momento e non c’è tempo per raccogliere soldi in anticipo. Inoltre, molti concorrenti, non sono avvezzi a pagamenti online e carte di credito e le poste sono pessime: chi si fida a spedire contanti? Un assegno? Spesso la banca chiede commissioni elevate. Comunque, insieme ai soldi dovete portare il libretto delle vaccinazioni (in cui deve esserci la vaccinazione contro la rabbia),  i documenti del’anagrafe canina relativi al microchip e il libretto delle qualifiche in cui vengono segnati tutti risultati conseguiti dal cane durante la sua carriera. Il libretto è obbligatorio per  i cani di proprietà italiana,  i cani esteri possono farne a meno. Durante le prove, le razze da ferma inglesi corrono in coppia, mentre i continentali corrono singolarmente, le uniche prove previste a singolo per gli inglesi sono quelle a beccaccini e alcune prove su beccacce e tipica alpina e infine il Derby. In ogni prova ci sono più batterie e la classe in cui si corre è normalmente la classe Libera, generalmente ci sono 12 coppie per batteria. La classe Giovani è prevista di rado, e raramente vengono fatte le Oaks, ovvero batterie riservate alle femmine. È previsto un giudice per le prove con CAC e due giudici per le prove in cui è in palio un CACIT, il turno ha una durata di 15 minuti e possono esserci dei richiami. Gli errori commessi nel primo minuto sono perdonati.

Painting by Roberto Noguel
Painting by Roberto Noguel

Quando si tratta di prove, bisogna essere flessibili: a volte le date vengono modificate e per questo motivi non vengono programmate con mesi e mesi di anticipo. A volte le province non danno i permessi, o i permessi arrivano in ritardo; a volte il contadino “dimentica” di tagliare il raccolto, altre volte si mettono in mezzo la neve e altri eventi atmosferici. Per questo motivo conviene tenere sempre d’occhio il sito ENCI e controllare le date. Temo sia una cosa tutta italiana, da noi spesso è impossibile programmare eventi con largo anticipo perché, se è vero che qualcosa può succedere, è matematico che succederà. Tante date vengono spostate, è normale. Vogliamo parlare di esami universitari ballerini le cui date cambiano da un giorno all’altro? Di treni in ritardo o che non si fanno proprio vedere? Di scioperi improvvisi?  Questo stile di vita non mi piace e fatico ad adattarmi ma, volendo vedere il buono nel cattivo, resta vera e grande la capacità tutta italiana di “arrangiarsi”, risolvere  i problemi all’ultimo minute e lasciare tutti soddisfatti!




Entering a trial: Italy vs UK. Part I: Italy

It seems easy but it is not! Let’s start from Italy.

How can you enter a trial in Italy? Well… You first have to find the trial. Trials are held almost daily in different part of the country, all year round but for spring and early summer (during this period there are still some trials on quail). To further complicate things, the ENCI (Italian Kennel Club) allows some Italian trials to be run abroad, in places such as Serbia, Poland and more. Anyway, let’s say you want to stick to Italy, all you have to do is go to the ENCI website and click on the section Manifestazioni e Eventi, pick a month and choose which kind of trial you are interested in. Grande Cerca (Grand Quete)? Caccia a Starne (Grey partridge)?  Classica o attitudinale a quaglie (different kind of trials on quail)? Selvaggina Naturale (wild birds)? Let’s say you’d go for Selvaggina Naturale, which are the most popular trials, which kind of birds do you want your dog to be graded on? Pheasant, partridge (red legged and grey) suit you, or do you want anything more specific such as woodcock, snipe or mountain birds? Once you have found something you like, click on it to get the details of those organizing and let the fun begin!

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You call the number you have found: none answers because that office is supposed to be open only from 5 to 7 Pm on Thursday (even days), and on 10-11 Am on Friday (odd days). You then try the second listed number, just in case, and nothing happens, again.  Before giving up, you send an e-mail but, two days later,  you realize you have not got any answers. At this point you begin worrying and decide you start tracking “the secretary”  using informal channels, aka through common acquaintances. Once you obtain a cell phone number, and manage to speak to a human voice, he – the voice- (keep in mind all those involved with pointing dog trials in Italy are men)  will usually answer that it is ok, you can enter the dog and he will check your e-mail right away. Sometimes the voice will drop you a line to ask you if you are REALLY sure you want to own & handle the dog at the same time, as normally pointing dogs are handled by professional trainers at trials. Most often, however, your email will remain unanswered.  There are times you are not even given a number, the acquaintance just tells you to keep calm and that he will enter the dog for you…

When the morning of the trial comes, therefore,  you are not going to be sure whether you are expected to show up or not.  In such a world of uncertainty, however, nobody seems to be interested in your money,  entering a trial usually costs 30 Euros,  but I have never been asked to send any money in advance. Everybody is expected to pay in cash at the venue. Why this policy? I do not know exactly but, given the fact you are often allowed enter a trial until the day before it takes place, there would be simply no time to collect the money in advance. Also, most of the competitors are not familiar with computers and credit cards and our postal service is awful: none would send any banknotes in the mail and banks take commissions on cheques. Together with the money, you are supposed to bring with you the dog’s vaccination booklet stating he has been vaccinated against rabies; documents related to his microchip and the “libretto delle qualifiche” (results booklet). The “libretto delle qualifiche” is a special diary in which all the results obtained by the dog are written, show after show and trial after trial: it is compulsory for Italian owned dogs, foreigners can do without. Microchipping is compulsory and the dog’s identity might be checked at the end of the trial, a tattoo can be accepted for foreign dogs.

During trials, British pointing dogs are expected to run with a brace mate, snipe trials and some woodcock and mountain trials (plus the Puppy Derby) are the only exception. HPRs (continental pointing dogs), instead, run alone. Each trial is made up of multiple Open Stakes, the number of the stakes is decided upon the number of the dog entered, there are usually about 12 braces in a stake. It is perfectly normal to have 3 or 4 Open Stakes running simultaneously.  Stakes for younger dogs or for females only (Oaks) are very rare, but can take place sometimes, Novice stakes do not exist. Normally CAC trials are judged by one judge, while trials in which a CACIT is awarded require two judges. Each dog is expected to run for 15 minutes (if he does not make any eliminating mistakes…) and can be asked to have a second round, but a second round is not compulsory to be graded.  Mistakes made during the first minute of the run are not taken into account.

Painting by Roberto Noguel
Painting by Roberto Noguel

When it comes to trials, great flexibility is required: you cannot enter a trial with great advance because dates might be changed, for different reasons: sometimes local governments postpone, or deny, the authorization to run on public grounds; some other times the farmer “forgets” to cut the crops, or maybe snow and floods force to cancel an event. This is why you should check the ENCI website constantly…. I sadly have to admit that in Italy it is almost impossible to program anything (not just trials) with great advance, because something MIGHT happen and is likely to happen. It is not unusual for an event date to change, it keeps happening with my university exams with dates changing last minute;  trains are never on time and sometimes they never show up and workers can go on strike at any moment.  While I do not like this lifestyle, I try to  see the good in the bad,  Italians are often capable to invent last minute solutions and make everybody happy.

Ps. Things might sound a little vague and confusing but people are usually very welcoming and helpful. They really do their best to help novices and foreigners.




Lasciate spazio per il dessert

Mi piacciono i dessert (non troppo dolci) e quando vado a pranzo o a cena fuori lascio sempre un po’ di spazio per loro, in questo caso Briony, che è arrivata per ultima, è stato il dessert.

Questa stagione di caccia è piuttosto tranquilla, fatta eccezione per oggi, ho vissuto una sola vera e propria giornata di caccia, il giorno dell’apertura. Poi niente altro tranne un paio di uscite dietro casa con il fucile in spalla, non sono ancora andata nemmeno a caccia al cinghiale. Ci tengo ad andare a caccia ma quest’anno qualcosa si mette sempre in mezzo, continuo ad addestrare il cane vado a qualche prova,lavoro, preparo esami universitari e il tempo per uscire a caccia scompare. Inoltre nessuno vuole venire a caccia con me, devo essere una bruttissima persona!  A parte gli scherzi, il problema è che ho il cane fermo al frullo e discretamente ubbidiente, il cane da caccia italiano, normalmente, è piuttosto selvaggio. Non sarebbe giusto pretendere che lei rimanga ubbidiente di fronte a cani che possono commettere tutti gli errori che vogliono.

Morsicando il dessert
Morsicando il dessert

Ieri sera stavo commentando un post Facebook del mio amico Andrea Vaccari (se vi piace il bracco italiano, lui cura un bel blog su questa razza). Andrea è un buon cacciatore e anche un buon addestratore, si stava lamentando perché quasi tutti i cacciatori italiani che possiedono un cane da ferma ritengono necessario avere un beeper o un GPS. Sono d’accordo con Andrea, non comprendo il senso di questa cosa e questo modo di andare a caccia è spesso carente di sportività. Le persone lanciano i cani fuori dal bagagliaio, li lasciano correre come dei cavalli pazzi e poi chiedono alla tecnologia di ritrovarli. Alcuni sono molto fieri di avere cani che cacciano (chiaramente per se stessi) ad un chilometro dal conduttore. Io lo trovo abbastanza stupido e a volte persino fastidioso, dato che i beeper sono rumorosi e li puoi sentire a grande distanza. Inoltre, con questo modo di cacciare, non vengono verificate qualità importanti come l’addestrabilità, il collegamento e la voglia di collaborare. Non sto attaccando beeper e GPS perché non mi piacciono. La tecnologia può essere estremamente utile, ma non dobbiamo trasformarla in una scusa per evitare di addestrare il cane.

Quando dici qualcosa contro a beeper e GPS la gente alza le barricate e comincia a dire che hanno comprato questi collari per “sicurezza”. È verissimo, un GPS è utile se un cane si perde, o se gli succede qualcosa ma… stiamo parlando di cani da ferma, non di segugi. Un cane da ferma dovrebbe cacciare a distanza utile per il fucile, il che significa che deve rimanere visibile, occorre insegnargli a lavorare ad una distanza ragionevole. Se il cane viene condotto in questa maniera è possibile vederlo e vedere tutto quello che succede, un GPS diventa superfluo. Ricordatevi che un GPS, da solo, non può salvare il cane se il cane è molto lontano. La scorsa primavera un cucciolone è affogato in un canale e il proprietario ha vissuto la tragedia in diretta sul palmare, era a circa un chilometro e mezzo. A volte penso che il GPS dia ai proprietari un falso senso di sicurezza, ci si illude che garantisca l’incolumità: certo vi può dire esattamente dove si trova il cane, ma si potrebbe essere troppo lontani e non fare in tempo ad intervenire. Questa falsa illusione, a mio avviso, indirettamente ci porta a dare sempre maggior libertà ai cani nella speranza, spesso vana, di incernierare un animale in più quando i selvatici scarseggiano. Mi è stato anche detto che il GPS è indispensabile se hai un cane fa ferma tedesco, perché i cani tedeschi hanno un debole per gli ungulati. La gente non ci crede che sia possibile mettere a terra un Deutsch Drahthaar davanti ad un capriolo. Se cacci la beccaccia, però, il beeper à anche meglio, affermano, perché puoi localizzare il cane senza controllare costantemente il collare e… I cani marroni non si vedono nel bosco! Perché non pensare a una mantellina arancione allora? Costa meno e non fa chiasso!20161112_124125

 

Quando ho iniziato ad interessarmi di cani da ferma, ho iniziato ad addestrare con dei Deutsch Drahthaar in preparazione per prove tedesche e l’ubbidienza era fondamentale. Li ammiravo (ho un debole per questi cagnoni irsuti) e ammiravo i loro conduttori, non credevo però possibile che un setter inglese potesse fare altrettanto. Nel 2015, invece, sono stata in Inghilterra e ho visto setter inglesi comportarsi come i cani tedeschi che conoscevo, che illuminazione! Posso candidamente ammettere che per me, esistono un’era BE (Before England) e un un’era AE (After England) dal momento che le mie opinioni sull’addestramento e sulla conduzione dei cani sono cambiate radicalmente. Sono giunta alla conclusione che, quando si tratta di cani da ferma, ci siano due filosofie di addestramento:

  • Il Metodo Italiano: ovvero lascia fare al cane quello che vuole e… corrigli dietro;
  • Il Metodo Tedesco (ma anche britannico, scandinavo….): ovvero il cane deve fare quello che dico io, senza se e senza ma.20161112_124337

Di conseguenza mi sento “un po’” fuori posto e nessuno dei miei amici ha un cane che può uscire a caccia con Briony. L’ultima volta che siamo andati a caccia con altri cani è stato circa un anno fa. Mi avevano invitato in una bella riserva e l’ho portata: grande errore! I cani correvano in ogni direzione, non ubbidienti, non fermi al frullo inseguiti da un gruppetto di proprietari di cattivo umore. I cacciatori non riuscivano ad avvicinarsi ai selvatici a sufficienza per averli a tiro e gli animali volavano fuori dalla riserva, con i cani al seguito! Un incubo, Briony non se la stava cavando male, ma essendo l’unico cane rimasto nei paraggi era diventata una specie di parafulmine Esausta, l’ho ‘ho riportata in macchina e ho iniziato a raccogliere prugnolo. Dopo essersi calmati, i cacciatori sono venuti a chiedermi scusa, sono tornata in campo ma ho lasciato il cane in macchina, era la cosa più saggia da fare. Quest’anno, sono stata invitata ancora nello stesso posto da alcune delle stesse persone. Si tratta di buoni amici e non volevo in alcuno modo metterli a disagio: siamo andati a caccia insieme per anni ed è anche grazie a loro inviti se Briony da giovane ha potuto fare esperienza. Devo loro molto, ma non volevo trovarmi di nuovo in una situazione scomoda. Ho accettato l’invito, spiegando che non avrei portato Briony. Mi hanno proposto di lasciarmi una zona in cui cacciare da sola, ma ho rifiutato. Avrei cacciato con loro e con I loro cani. Briony avrebbe fatto una corsa da sola, a fine giornata.

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Quando sono arrivata alla casa di caccia, alle 9 del mattino, sene erano già andati. Il guardiacaccia mi ha indicato dove trovarli, una muta di SEI setter correva su e giù per la collina, ho localizzato subito tutti. Due cacciatori erano sul mio lato della collina e due sull’altro lato. Due cacciatori seguivano due cani e gli altri due seguivano i rimanenti tre. Il sesto cane era sparito. Mi sono accodata ai primi due cacciatore che ho visto passare dalle mie parti, i loro cani indossavano un GPS causa tendenza al vagabondaggio. Gli uomini sono scomparsi così come erano apparsi, i due cani bianchi avevano deciso che era il momento di andare altrove. Il guardiacaccia, sconsolato, è rimasto un po’ con me: il cane bianco mancante stava scorrazzando in un’altra zona della riserva in cui stava cacciando un cliente “importante”. Gli accompagnatori erano tutti impegnati a dare la caccia al cane bianco selvaggio che, secondo me, si stava divertendo un sacco!. Gli altri amici sono poi arrivati insieme ai loro tre setter, li ho seguiti per circa tre ore. I cani si sono dimostrati validi ma lavoravano come un branco, con Vento come capo: tutti gli altri, umani inclusi, lo seguivano. I cani sapevano trovare la selvaggina, fermarla, consentire e riportare ma… era un gioco senza regole. I cani non erano fermi al frullo e non esploravano il terreno con ordine ma, soprattutto, non si preoccupavano del proprietario. Certo, lo aspettavano in ferma perché volevano abboccare il selvatico e sapevano che prima andava sparato ma, una volta che l’animale era caduto e l’avevano abboccato, si dimenticavano subito degli umani.

Tenendo d'occhio
Tenendo d’occhio

Alla fine della mattinata, il gruppo aveva incarnierato 18 capi, tra fagiani e starne, ma si era andati su e già per la collina, dentro e fuori da boschi e roveti, camminando sugli stessi terreni per almeno due volte. Alcuni voletti di starne continuavano a svolazzare avanti e indietro, stuzzicandoci. Quando gli amici hanno deciso di tornare alle auto, io sono tornata alla mia e ho liberato Briony, questo è quanto è accaduto. Appena lasciata la macchina è andata in ferma, mi ha aspettato, ha guidato a comando ed è partita in lontananza una starna, che lei non ha visto. L’ho fermata e poi l’ho invitata a riprendere l’azione. Un’altra starna è volata verso i cespugli. Briony è rimasta immobile e abbiamo potuto ripetere la stessa azione su un terzo selvatico. L’ho lasciata giocare ancora un po’ con le starne (che a questo punto erano tra i cespugli) fino a quando i cespugli sono diventati troppo fitti per consentirmi di tenerla d’occhio. In meno di 20 minuti avrei potuto incernierare tre o quattro selvatici, senza correre avanti e indietro come una cometa, senza GPS e senza beeper. Mi sono poi spostata su un terreno più aperto dove l’ho lasciata correre e ho praticato un po’ di ubbidienza. Altre starne, non disturbate dal cane corretto, erano tranquille nel bosco sotto di noi ma lei aveva già fatto ciò che doveva fare confermandomi che la mia scelta era stata corretta e i sacrifici ben ripagati! Ero davvero contenta!

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A pranzo, quando ho raccontato tutto spigando percéè avevo condotto il cane in quel modo, gli amici erano contenti e colpiti. Qualcuno mi ha chiesto come l’avessi addestrata, ho risposto che era sì stato un lavorone. ma che chiunque avrebbe potuto farlo. Si sono detti più o meno concordi ma hanno poi aggiunto di non avere il tempo per intraprendere un addestramento intensivo. Si è poi passato a parlare di pesca e di lepri fino a quando Briony è ricomparsa nel parcheggio. Era al guinzaglio e non ha fatto nulla di speciale, a parte mostrarsi ben educata e rimanere in SIT ma altri cacciatori sono venuti tutti a vedere il “cane addestrato”. Secondo alcuni di loro sono davvero “fortunata” ad avere questo cane. Certo sono stata fortunata a trovarla quando era un cucciolo paffuto ma, quello che è venuto dopo non è stata solo fortuna. Certo, la fortuna mi ha permesso di avere la mia illuminante esperienza inglese; mi ha permesso di fare domande ed avere risposte, di avere ottimi maestri ma ho avuto anche la mente sufficientemente aperta da accettare di abbandonare un vecchio sistema di convinzioni e di iniziare a lavorare sodo secondo un nuovo schema.

Ps. Se ci sono riuscita io potete farcela anche voi! Pace, Amore e felice addestramento. Sono in modalità hippie stasera!pace-di-flower-power-e-scarabocchi-meravigliosi-di-amore-28515977