Novembre vorrei che non finisse mai

La stagione della caccia alla lepre è ormai prossima al termine, ma quest’anno vorrei che Novembre non finisse mai. Dopo la splendida giornata di Sabato, passata con gli amici di sempre in Oltrepo ai confini con il piacentino, Domenica decido di tornare in Alto Monferrato ai confini con l’Appennino Ligure. La voglia di slegare in un luogo fatato, dove so per certo che vi sono ancora un paio di incontri è notevole, l’interesse per la fucilata invece assai minore. Al mattino partiamo presto, mio padre, che mi farà da posta, ed io. La coppia messa sul terreno è composta da Baldo ed Eva. Giunti sul luogo di sciolta la forte nebbia smonta un po’ l’entusiasmo della truppa. Con le doppiette entrambe rigorosamente aperte, sciogliamo su un pascolo, anche se la visibilità rende la giornata al limite della praticabilità. L’accordo è chiaro: si armeranno i fucili solo in caso di azione notevole, diversamente la lepre correrà indenne. Dopo circa mezz’ora di cerca Eva vocalizza al margine del bosco e Baldo subito si unisce, i cani entrano al bosco e dopo buon tratto di accostamento escono. La lepre, ipotizzo dal comportamento si tratti di un maschio, ha fatto parecchia strada e la rimessa pare ancora lontana. Eva, in ottimo stato di forma, puntualizza su un sentiero e riprende l’accostamento. Dall’ultimo vigneto della valle i cani si portano sul versante opposto della collina, e da una radura si portano nuovamente in bosco. Mio padre si va a collocare presso quello che si può considerare la miglior posta della valle, mentre io seguo da vicino l’azione dei cani. Dopo pochi minuti gli scagni di Eva si fanno decisi, capisco che non dovrebbe mancare molto allo scovo, anche se stranamente Baldo partecipa poco all’azione defilandosi. All’improvviso Eva scova a pelo. Intravvedo a mala pena la lepre, che fugge di gran carriere inseguita da Eva e da Baldo, che prontamente si ricongiunge alla compagna di giornata.

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La seguita buca l’unica mia posta e si dirige dritto per dritto fuori zona. Ora sono quasi certo che si tratti del maschio che mi ha mandato a recuperare i cani a distanza siderale una decina di giorni fa. Tagliando in due la collina cerco di avvicinarmi ai cani, quando due fucilate sorde eccheggiano dall’altra parte della valle. Qualcuno ha provato a fermare la mia lepre, ma è solo riuscita a fargli cambiare direzione. La seguita sta rientrando verso la mia posizione, di corsa mi porto dunque nei pressi di un casolare abbandonato, transito abituale delle lepri di quella zona. Arrivo tardi di un paio di minuti, quando sul luogo arrivano i cani, ecco l’ennesimo colpo di scena. Davanti a loro a poca distanza sta sfrecciando un gruppo di caprioli, i cani se ne avvedono, Baldo prosegue imperterrito nella seguita, Eva si stacca. Dopo un paio di centinaia di metri i caprioli deviano, mentre Baldo prosegue lineare nell’inseguimento, i cani non hanno cambiato animale. Eva ha temuto probabilmente di essere caduta in errore, ma con un mio piccolo aiuto riesce a ricongiungersi al compagno di inseguimento. La lepre punta dritta verso un piccolo borgo. I cani, che in questo momento credo siano al massimo della condizione, superano agevolmente un primo fallo su asfalto e mi scompaiono di nuovo. Quando li raggiungo sono nuovamente su asfalto, questa volta però sono in silenzio, in questo caso ipotizzo che la lepre non si sia limitata ad attraversare la sede stradale ma l’abbia percorsa per qualche decina di metri almeno. Mi avvicino ai cani per legarli, per evitargli pericoli inutili, anche se la strada è poco trafficata ed essendo parecchio tortuosa viene di norma percorsa dalle auto a velocità moderata. Eva però bordeggiando individua il punto in cui la lepre è scesa dall’asfalto per ributtarsi sul campo adiacente. Baldo si riunisce e la seguita riprende. Un riscovo in un piccolo boschetto a ridosso del campo santo del borgo, riaccende la seguita che finisce dritta nell’abitato. Per fortuna questa volta riesco a fermare i cani prima che proseguano la loro sfida con la lepre nei primi cortili della borgata. Un beccacciaio ligure, munito di setter, mi conferma che la lepre gli è passata di fronte all’auto pochi minuti prima e si complimenta per la pressione che i due cani che aveva alle calcagna hanno saputo esercitare su di essa. Il sole ha ormai vinto la nebbia, mentre la lepre ha vinto la sfida, che abbiamo comunque onorato in modo impeccabile. Con i cani al guinzaglio raggiungo mio padre che dalla sua postazione ha potuto osservare ed ascoltare tutto il lavoro dei cani, oltre a godere di una sublime cornice paesaggistica. Tra me e me sto ancora riflettendo su quanto mi hanno mostrato i cani nel corso della mattinata. In particolare è il comportamento di Baldo prima dello scovo a lasciarmi perplesso Baldo che eccelle nello scovo si è fatto fregare come un principiante da Eva, ed è sembrato quasi che non si fosse accorto della vicinanza al covo. Non è da lui! Prma di decretare la chiusura delle ostilità slego nuovamente i cani non distante dal punto di scovo, i cani, ben più rilassati rispetto alla sciolta iniziale, tornano a perlustrare l’area. Dopo alcuni minuti iniziano a vocalizzare nuovamente, anche se in modo assai parco. Le temperature nel frattempo sono salite in modo esponenziale, rispetto a quelle del mattino e hanno raggiunto livelli per nulla coerenti con la stagione. Mentre i cani si riportano nuovamente nella zona in cui era avvenuto il primo scovo io li seguo dall’alto. I cani avanzano nel bosco, ma mi sembrano oltremodo guardinghi. Si sono resi conto che il bosco è ancora popolato. Una lepre, probabilmente la compagna del maschio scovato in precedenza, si sottrae alla volpina. Il covo è posto a meno di cento metri dal punto di scovo della prima lepre. Ecco dunque spiegato probabilmente il comportamento mattutino di Baldo. I cani stavano accostando due lepri. La posta di mio padre questa volta sarebbe perfetta, ma il fucile è scarico. I cani infilano il ritardo la fuggiasca, la seguita in questo è più fiacca. Quando i cani cedono è davvero giunta l’ora di dire basta. I cani, anche se non hanno abbocato la preda, sono sazi. Lo si capisce dal loro incedere sereno e pacifico sulla via del ritorno. In distanza un beagle abbaia a fermo, in attesa che il suo canettiere arrivi a servirlo, mentre una beccaccia, ci vola sopra il capo. La giornata è stata davvero magnifica, degna di una stagione da incorniciare.

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Ten years ago, a nice dinner by Angelo Cammi

English abstract

To read full article in Italian click here.

Angelo Cammi is a well respected British Pointing dogs judge and an English Setter lover. He is president of the Piacenza Chapter of the Italian Setter Society (SIS Piacenza).

This article was given to all those who were present at the Piacenza English Setter Specialty trial on wild birds (selvaggina natural), last summer. It is a very important article as it points out what happened, and what did not happen, during the last 10 years. Cammi wrote the article in Italian and intended it to be read by Italians but, we have to remember that people from all over Europe are interested in Italian English Setters. It is therefore important that they could receive valuable information as well. I am not going to translate the whole article (you can use google translate), but I (Rossella) am going to summarize the first part and then translate the last paragraphs.

The first part of the article is about a dinner. Some setter people are eating a pizza and discussing relevant topics for the breed, it was the year 2006. The issues discussed were: 1) Zone Doc; 2) Derby (and a Derby for females); 3) Grey Partridge; 4) Training Grounds. Note for foreigners:

  • The Zone Doc were/are ENCI approved field trial grounds. The plan was to have special trialing grounds on which birds were absolutely wild and natural. Among the first selected areas there were natural preserves, parks and so…
  • The Derby is a trial mimicking grand quete and reserved to dogs who: 1) are under 3 years old,; 2) were born in Italy and 3) had never been trialed before. The Derby is run solo.
  • Grey Partridge… well… these birds seemed/seem to be sort of extinct in nature but, being valuable birds for dog trialing, Italians dream/wish/hope to have them back.
  • Training grounds: they do not exists but for some B and C selected areas, which are extremely small and limited. To train a dog you basically have to act like a poacher for most part of the year. Why? We do not know and the question was/is… how can this change?

These were the topics discussed over dinner by Cammi and his fellow settermen… what happened 10 years later? This is the second part of the article:

  • The plan to set up Zone DOC did not work. All trialing grounds now are Zone DOC and more and more grounds became DOC, including private estates (in which birds are not always wild and natural). Why?
  • Derby for females? We currently do not have any.
  • Training grounds? Nothing has changed.

Hammer owned by Del Borghi
Hammer owned by Del Borghi

CAMMI’S THOUGHTS (full translation)

Anything else to consider? Yes, many things. At the Derby 2016 we had 170 entries and 4 awards (about 2%). Yes, what matters is genetic selection, breeding… but year after year we have less and less awards. Of course we have many working champions, many famous trailers but? Something is obviously not working even when we celebrate dogs winning “important” (so defined) competitions, competitions that are, indeed, spectacular but concreteness is a different thing and working standards and trial rules are focused on it. Basically the technically acclaimed “selective breeding” is giving birth to specimen that are getting more and more different to a real pointing dog. The judge’s evaluations we read say: “Performance suitable to the kind of trial, typical gallop, does not meet birds. Excellent gallop, asked to run a second round bumps into birds”. An endless number of evaluations look like this one so? What are we selecting for?

CAMMI’s COMMENTS (full translation)

Some ideas and some declaration are born randomly (and with some self-reference) especially when they are apt to find populist consensus but nothing comes after, at least not yet.

I do not want to be polemic, polemics do not bring anything and do not help. I want to understand and the thirst for knowledge is always young and strong.

CAMMI’S CONCLUSION (full translation)

I thank those who chose to go hunting/shooting with an English Setter. They preserve the pointing breeds’s authenticity. Congratulation and please always remember avidity, intelligence and conformation, this will preserve the English Setter!

Angelo Cammi, Piacenza (Italy), April 2016




Una bella serata di 10 anni fa – di Angelo Cammi

di Angelo Cammi

Il fascino dei ricordi.

Organizzata in una pizzeria di Piacenza nel giugno del 2006, è rimasta nei miei ricordi e ogni tanto ripassando il pacco di note e articoli che ben conservo, mi capita di rileggerla. La ripropongo, sintetizzata, se non altro, per fare confronti a distanza di tempo. Ed aggiornate considerazioni.

 L’idea di trovarsi, in quattro attorno ad un tavolo, è stata eccellente ed ha creato l’occasione per affrontare argomenti cinofili molto discussi e, come tali, con molti pro e contro. Quattro setteristi con impegni diversi che si scambiano opinioni.

Il derby, le zone di addestramento, le zone Doc e tanto altro.

“ A me non la danno a bere questa storia delle zone DOC in aree adibite a ripopolamento. Vedrai che pian piano le allargheranno in ogni dove, altro che selvaggina DOC !!! “.

Si passa poi al Derby; è una prova entusiasmante,  la verifica del valore riproduttivo dei  trialer(!!!), e si dà per presentata una proposta per un Derby per le sole femmine! <Si,si tutti propongono >– dice il Focoso a voce bassa – <campa cavallo!!-.>

E’ la volta delle starne. Il Taciturno fa riferimento ad una lettera di un tizio apparsa su un sito che si proponeva come vero esperto della loro reintroduzione. <Quello, non sa cosa dice; non ha nemmeno idea di quanto il …………………… ed io, abbiamo fatto per rimetterle; abbiamo cambiato zona,gabbie, gabbiette per i richiami, cambiato alimentazione e furono solo lacrime e sangue. Guarda il Mezzano, sembrava il paradiso terrestre delle starne, e nessuno sa ancora con precisione perché sono scomparse >.

Dato che gli argomenti non hanno regolarità nell’esposizione, si torna alle zone Doc.<E poi chi me lo dice che il criterio di scelta delle zone Doc sia uguale per tutti? Chi me lo dice? E perché allora non mi passano la tal zona di ripopolamento? > Dubbi legittimi se non si precisano le motivazioni!

Poi la legge regionale, la mancanza di zone di addestramento. Questo punto tocca i nervi scoperti. <Dove possono andare quei poveri cristi di cacciatori che hanno anche la passione per le prove? Dove vanno a fare qualche incontro? E chi si deve interessare? Le Associazioni dei Cacciatori che ci sono a fare?

Il discorso ha una sua logica! Il Tecnico con uno slancio quasi patriottico rimarca la differenza del comportamento dei fagiani autoctoni con le proprie note difese, da quelli “lancioctoni” che non sanno far tribolare il cane per farsi fermare.

Caffè per tutti ? Ci porta con i piedi per terra la graziosa voce della cameriera che dalla parte del Focoso sorride e si atteggia con grazia. Lui la guarda, si addolcisce < Signorina, lei è molto carina, dovrebbe però sviluppare un po’ i polmoni.> “Come sarebbe a dire, sbotta la ragazza. <Sa, noi abbiamo i cani e quando sono mingherlini come lei, per renderli atletici li facciamo correre per fare il fisico e sviluppare i polmoni>. – <Guardi che io ho fatto i cento metri ed il salto in lungo e non ho proprio niente da sviluppare->.

Il Saggio per portarci in carreggiata dopo la figuraccia, porta il discorso su binari un po’ più classici. <Tutto è migliorabile in democrazia, si cerca il consenso della maggioranza, poi si mette in atto il programma”.>

L’ultima parte della frase, quella che accenna “alla messa in atto dei programmi”, ha l’effetto di un blocco gastrico sul Focoso che si rende conto di trovarsi in difficoltà; una via di mezzo fra il balbettare e l’inciampare nelle parole, riesce solo a dire che non ricorda che questo sia mai avvenuto! Comunque per risollevarsi ordina un gelato al limone mimando con le mani come avrebbe dovuto essere. La ragazza del salto in lungo arriva con un catafalco di gelato che avrebbe rinfrescato una compagnia di scout.

Aspettiamo in silenzio la fine del gelato pensando alla nostra chiacchierata, ci sentiamo bene, una vera bella serata.

 

Hammer di Del Borghi
Hammer di Del Borghi

RIFLESSIONI (non solo mie): evidentemente è stato lungimirante il Focoso nel prevedere lo scollamento dell’impalcatura delle zone Doc, il loro snaturamento con il coinvolgimento delle AFV che nell’atto costitutivo non erano per nulla considerate, visti gli obiettivi. Non si può fare a meno di chiederci come e perché il progetto abbia subito modifiche peggiorative. Hanno avuto un’evoluzione le zone di addestramento? Era certo una bufala  la proposta di un Derby per sole femmine setter visto il successivo totale silenzio. Altre considerazioni? Si, diverse : come valutare sul piano tecnico- selettivo, ad esempio, i risultati del Derby inglesi 2016, peraltro magnificamente organizzato, con circa170 cani iscritti e con 4 classificati? (Poco più del due per cento). <Non consideriamo la competitività , ma la selezione, >, lo sento ripetere da anni, ma,alla luce dei fatti, i classificati sono sempre meno. I trialer, vecchi, nuovi, non mancano; i campioni di lavoro proliferano. I conti non tornano nemmeno quando ci si esalta a menzionare vittorie in manifestazioni definite importanti; certo soddisfano sotto l’aspetto spettacolare, ma la concretezza è un’altra cosa e gli standard ed i regolamenti si concentrano su questa. In sostanza la selezione a cui ci si aggrappa con piglio tecnico, produce soggetti sempre più lontani dalla funzionalità del cane da ferma. ”PRESTAZIONE IN NOTA, GALOPPO TIPICO, NON INCONTRA”; OTTIMO GALOPPO, RICHIAMATO INVESTE SELVAGGINA; Le relazioni sono su questi binari in altissima percentuale; ora si vedono anche sul sito. Ma allora di che selezione si parla?

COMMENTO: Certe idee, certe dichiarazioni, nascono in forma estemporanea con abbondante autoreferenzialità, specie quando ci si trova in un consesso che si scalda con slogan populisti; ma il seguito, come si evince, è poi desolante. Mi auguro di poter dire “sino ad ora”.

Nulla di polemico è nelle mie intenzioni, le polemiche non producono e non sono costruttive. La volontà di capire è però sempre giovane e vigorosa.

CONCLUSIONI: Grazie ai cacciatori con il setter inglese che mantengono vivo il fondamentale serbatoio dei valori autentici del cane da ferma da caccia. Un dovuto plauso con la raccomandazione di considerare essenziali L’AVIDITA’, L’INTELLIGENZA E LA CORRETTA COSTRUZIONE. Solo così il setter andrà avanti!!!!

Angelo Cammi

Aprile 2016