HEGEWALD-ZUCHTPRÜFUNG 2016 (di Fabrizio Crabbio)

di Fabrizio Crabbio

Non ci sono sconti per chi dall’Italia vuole partecipare o assistere ad un‘edizione dell’Hegewald. La strada è sempre lunga e noiosa, ma qualcosa di speciale spinge gli appassionati ad affrontare simili trasferte; la razza D.D., che ci affascina, ci attrae, ci emoziona a tal punto da farci pesare poco o niente i molti sacrifici fatti per seguirla.
L’edizione di quest’anno è l’83esima e si è svolta dal 28 Settembre al 1 Ottobre, nei terreni attorno la cittadina di Verden/Aller, capoluogo della Bassa Sassonia, posta tra Brema ed Hannover, non molto distante dal Mare del Nord.
Il gruppo organizzatore è stato il Lünemburger Heide, il Prüfungsleiter il Sig. Hermann Hellwinkel, che fino a poco tempo fa ne era il Presidente, ora sostituito dal Sig .Carsten Kuhnt e suo vice il Dr. Eckhard Brunken.
La centrale è stata allestita presso l’albergo-ristorante Haag’s Hotel Niedersachsenhof, capace di accogliere molte centinaia di persone.
Se dovessi dare una definizione sintetica di questa edizione, la chiamerei “perfetta”.
Organizzazione impeccabile, area adibita alla Hegewaldschau e della sfilata che chiude la manifestazione a circa un chilometro dalla centrale, presso i prati di un grandissimo maneggio, riserve e laghi presso i quali si sono svolte le prove in campo ed in acqua a circa 30 km da Verden.
Accoglienza e smistamento dei concorrenti nella giornata del campo ordinata e premurosa attenzione da parte degli addetti.
Dopo molte edizioni in cui i fagiani sono stati merce rara, se non addirittura introvabile, quest’anno finalmente c’erano in misura sufficiente per poter valutare correttamente la ferma e l’utilizzo del naso sulla selvaggina da piuma. Questa è stata la sorpresa più piacevole per me, che mi ero decisamente stufato di condurre cani con grandi potenzialità, che venivano mortificati dall’assenza di selvaggina. Lepri presenti con una densità naturale e non come in certi casi sovrabbondant o addirittura scarse.
Il lago del Blocco VII, come ho potuto vedere, era degno di ospitare una prova di questo livello, avendo tutte le caratteristiche che permettono ad un cane di dimostrare il proprio piacere e coraggio di lavorare in acqua.
Una menzione particolare la merita il Revierführer della Riserva n. 53 Ahnebergen, Sig. Heinz Meyer, persona incaricata di guidare la batteria composta da tre cani e tre giudici, più qualche persona al seguito nella prova in campo.
Ha organizzato tutto in modo di poter eseguire una cerca in zona ampia che ha permesso ai cani di spaziare al galoppo e dimostrare la loro passione, il collegamento al conduttore e il grado di addestramento raggiunto per compiere un percorso ordinato e sistematico sul terreno.
Ha riservato una zona con incolti misti a terreni con prati stabili e rive adatte alla presenza di fagiani, i quali non si sono fatti desiderare e hanno dato a tutti e tre i concorrenti la possibilità di mettersi in mostra.
Come anticipato le lepri erano presenti a sufficienza per dare due possibilità a concorrente e le campagne adibite a prati e pascoli, hanno permesso di vedere la fuga delle “orecchione” fino a lunghe distanze dando ai giudici la possibilità di valutare con precisione la qualità della pista eseguita dai cani sguinzagliati al loro seguito.
Verso l’ora di pranzo eravamo a parecchi km da dove erano parcheggiate le automobili, percorso che avremmo dovuto rifare a piedi con i cani al guinzaglio, se non che il nostro Revierführer ci ha raggiunto con un trailer per il trasporto dei cavalli, trainato dalla sua BMW X5 sul quale ha caricato conduttori, giudici e cani, abbreviando al massimo i tempi morti.
Non pago della sua gentilezza, ci ha ospitato presso una baita in legno, dove ci ha raggiunto la moglie con zuppa calda di verdure, legumi e carne di manzo, che ha rinvigorito tutti i presenti. Cosa pretendere di più? Mi preme sottolineare i modi signorili con i quali questo non più giovane signore, si è posto nei confronti di tutti, coinvolgendo anche il figlio nel portarci caffè caldo alla fine della prova.
Complimenti quindi ad Hermann Hellwinkel, che si è distinto, oltre che come allevatore e conduttore ai massimi livelli mondiali, anche come un ottimo organizzatore e pianificatore, aiutato dal suo gruppo di collaboratori.
Quest’anno ho vissuto l’Hegewald in veste di “maggiordomo” dell’amico Bruno Ciprian, che per la prima volta affrontava questa prova con il secondo D.D. che ha preparato nella sua vita.
Avrei dato comunque il mio appoggio, anche se sfortunatamente il sabato mattina prima della partenza, Bruno non fosse incappato in una brutta caduta durante una battuta di caccia e si fosse rotto il polso destro in due punti! Sembrava finita ancora prima di partire, ma con coraggio e determinazione, Bruno mi ha espresso la sua volontà di tentare lo stesso, se gli avessi garantito un minimo di aiuto materiale.
Questa è l’ennesima dimostrazione che la volontà ed il coraggio di osare, tante volte premiano e se anche non si dovesse ottenere il risultato voluto, si avrebbe comunque l’ammirazione altrui per l’impresa tentata.
Bruno ha ottenuto il suo risultato ed ha confermato la regola conducendo una femmina R/M di nome ZARA II di COSTA RUBEA, classificata al 104° posto con punti 208, giudizio in forme e pelo di sg(9)/g(8), per cui un punteggio finale di 216,5, nata il 7 Marzo 2015 da madre QUIRA II di COSTA RUBEA (YOLA vom LIETHER-MOOR x GIOVE di COSTA RUBEA) VJP P. 67, HgwN.B., HZPo.s. P. 193, sg(11)/g(6), linea materna Liether-Moor-Oeynhausen-von Walde St, padre INUK v. ERTHAL (CARLA v. ERTHAL x ENCAS vom SPRAKELER HOLZ) VJP P. 75, HZP o.s. P. 188, HGW P. 226, Armbruster P. 218, VGP I./324, sg(11)/sg(11), linea materna Auenheim PP.
Congratulazioni a Bruno: al di là del risultato numerico, ha dato una dimostrazione di come si dovrebbe comportare un uomo di fronte alle difficoltà.

Fabrizio Crabbio e Bruno Ciprian con Zara II
Fabrizio Crabbio e Bruno Ciprian con Zara II

Il secondo binomio italiano presente quest’anno era composto dal giovanissimo conduttore Lorenzo Corsi, anch’egli alla sua prima esperienza all’Hegewald e per giunta con il primo cane addestrato nel metodo mitteleuropeo, femmina R/M di nome HEIDI vom SCHWARZENQUELLE, classificata al 121° posto con punti 193, giudizio in forme e pelo di g(7)/g(8), sil, per cui un punteggio finale di 200,5, nata il 3 Aprile 2015 da madre EDDA vom SCHWARZENQUELLE(BIANCA x VITUS vom SÖNNERBACH)VJP P. 75, HZP o.s. P 192, Hgw P. 215, sg(11)/sg(10), linea materna Zeffiro-Saarforst-DK, padre JUKON vom LIETHER MOOR (ESTA II vom LIETHER MOOR x YAGO vom BIRKEGRUND)VJP P. 74, HZP o.s. P. 185 e 188, VGP I./348 ÜF, sg(10)/sg(11), SJ-DD, SW II, HN, BTR, AH, JEP Niederwild, sil, linea materna Liether-Moor-Oeynhausen-von Walde St.
Lorenzo era accompagnato dai suoi genitori, persone simpaticissime, con le quali abbiamo condiviso alcuni momenti piacevoli e sereni dei quattro giorni tedeschi.

Bruno ed io siamo stati accompagnati dal vice presidente del C.I.D. Sig. Gino Fortini, il quale ha sostenuto con successo sia l’esame teorico che pratico per conseguire la nomina a giudice in Forme/Pelo del VDD. Primo ed unico italiano che può fregiarsi di questo importante titolo, costato a Gino tanto impegno, investimento di risorse e tempo, difficile da comprendere per un semplice appassionato, ma che ha prodotto questo importantissimo risultato.

A completare la presenza italiana è stata la femmina R/M di nome ORIANA IV del ZEFFIRO, non classificata per un mancato riporto dell’anatra nella schleppe, giudizio in forme e pelo di sg(10)/sg(10), sil,, nata il 16 Giugno 2015 da madre OTTI vom BURGWALD (MADDALENA III del ZEFFIRO x DUX v. VENNORT) VJP P. 61 + 72, HZP m.s. P. 0 + 224, VGP.I/330 ÜF, Sw III/, spl, sg(9)/sg(9), linea materna Zeffiro-Saarforst DK padre NERO v.d. HOFMARK (GEISHA III del ZEFFIRO x LEO VI vom DONAUECK) VJP P. 72, HZP o.s. P. 191, VGP I./323 ÜF, sg(10)/sg(11), linea materna Zeffiro-Saarforst DK .
ORIANA IV è stata condotta dal Sig. Gert Lahr del Gruppo Mittelrhein

I dati statistici che hanno caratterizzato questa 82 esima edizione sono:
• Cani iscritti in catalogo 180, n° 18 dei quali non si sono presentati, n° 10 non hanno raggiunto il giudizio di buono “gut” o nella pista di lepre o nel lavoro in acqua con anatra viva o nel giudizio delle forme o del pelo, per cui sono stati giudicati “nichtbestätigt” per i criteri legati all’Hegewald, n° 2 hanno ottenuto solo la qualifica di HZP, n° 22 non sono entrati nella classifica finale per prove non portate a termine. La percentuale dei cani presenti che hanno portato a termine con successo la prova è del 71%;
• dei 180 cani in catalogo i mantelli erano così divisi: n° 105 R/M, n° 43 R/N, n° 32 unicolore marrone con macchia grigia sul petto, a loro volta distinti in n° 99 femmine e n° 81 maschi;
• le nazioni straniere partecipanti sono state:

Austria con n° 1 Soggetto;
Bulgaria con n° 3 Soggetti;
Grecia con n° 2 Soggetti;
Italia con n° 2 Soggetti + 1 Soggetto condotto da conduttore tedesco
Kazakistan con n° 3 Soggetti;
Nord America con n° 4 soggetti;
Olanda con n° 1 Soggetto;
Russia con n° 3 Soggetti;
Serbia con n° 2 Soggetti;
Spagna con n° 3 Soggetti;
Ucraina con n° 1 Soggetto;
Ungheria con n° 3 Soggetti;

Gli stalloni più rappresentati come numero di figli iscritti sono stati:

ED vom HOCHWALD 10 figli;
IRKO II v.d. DACHSWIESE 10 figli;
DARKO vom TAUBMOOS 7 figli;
TROLL v. ERTHAL 7 figli;
OTTO vom FALKEMBERG 7 figli;
HERO vom BRÜNDFELD 6 figli;
GALLO vom JURA GRUND 5 figli
POLDI vom BENNINGSHOF 5 figli

I gruppi di allevamento più numerosi sono stati:

nome cane (padre x madre)

vom Jura Grund

1) Maja (Irko II v.d. Dachswiese x Britta vom Oberpfälzer)
2) Matze  (Irko II v.d. Dachswiese x Britta vom Oberpfälzer)
3) Micka  (Irko II v.d. Dachswiese x Britta vom Oberpfälzer)
4) Mira (Irko II v.d. Dachswiese x Britta vom Oberpfälzer)
5) Nick (Otto vom Falkemberg x Inka vom Jura Grund)
6) Odin (Otto vom Falkemberg  x Gebby vom Jura Grund)
7) Orla (Otto vom Falkemberg  x Gebby vom Jura Grund)
8) Oskar (Otto vom Falkemberg  x Gebby vom Jura Grund)
9) Otto (Otto vom Falkemberg  x Gebby vom Jura Grund)
10) Otty (Otto vom Falkemberg  x Gebby vom Jura Grund)

v. d. Dachswiese

1) Urs II (Iras II vomLiether-Moor x  Benja IIv.d. Dachswiese)
2) Watz II (Gallo vom Jura Grund x  Ondrav.d. Dachswiese)
3) Wenke II (Gallo vom Jura Grund x  Ondrav.d. Dachswiese)
4) Wico II (Gallo vom Jura Grund x  Ondrav.d. Dachswiese)
5 )Wiete II (Gallo vom Jura Grund x  Ondrav.d. Dachswiese)
6) Wilja II (Gallo vom Jura Grund x  Ondrav.d. Dachswiese)
7) Yanko II (Ferro vom Bründfeld  x Umbra v.d. Dachswiese)
8) Yaro II (Ferro vom Bründfeld  x Umbra v.d. Dachswiese)

v. Böckenhagen

1) Addi IV  (Troll v. Erthal  x Laika III v.Böckenhagen)
2) Aika IV (Troll v. Erthal  x Laika III v.Böckenhagen)
3) Anton IV (Troll v. Erthal  x Laika III v.Böckenhagen)
4) Barney IV (Vieth IIIv.Böckenhagen x  Ushi III del Zeffiro)
5 ) Boss IV (Vieth IIIv.Böckenhagen x  Ushi III del Zeffiro)
6) Zamara III (Ottelo v. d. Dachswiese x Katja III v.Böckenhagen)
7) Zora III (Ottelo v. d. Dachswiese x Katja III v.Böckenhagen)
8) Zorro III(Ottelo v. d. Dachswiese x Katja III v.Böckenhagen)

Vom Spanger Forst

1) Utah II  (Grischka vom Hechtsgraben  x  Grandel II vom Spanger Forst)
2) Vanja II (Hero vom Bründfeld x Lava II vom Spanger Forst)
3) Venus II (Hero vom Bründfeld x Lava II vom Spanger Forst)
4) Vicky II (Hero vom Bründfeld x Lava II vom Spanger Forst)
5 )Vino II (Hero vom Bründfeld x Lava II vom Spanger Forst)
6) Viva II (Hero vom Bründfeld x Lava II vom Spanger Forst)
7) Vlaska II (Hero vom Bründfeld x Lava II vom Spanger Forst)

• Sono stati assegnati n° 15 (v) sulla pista della lepre , n° 26 (v) nel lavoro in acqua con anatra viva, n° 13 (v) nella valutazione olfattiva, nessun (v) in forme e n° 4 (v) in pelo.
• Il punteggio di 201 in lavoro è stato raggiunto dalla femmina EIKA vom ULMENBACH, piazzata al 111° posto, per cui su un totale di 128 cani entrati in classifica, l’86 % hanno superato la soglia dei 200 punti.
• La 50° posizione in classifica con punti 2 è stata raggiunta dal maschio BIRKO vom SCHNEPFENHAIN e la 100° posizione con Punti 210 è stata raggiunta dal maschio HARRY vom LINDEKRUG.

Al primo posto troviamo una femmina R/N di nome WENKE II vom DACHSWIESE, con P. 235 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (11)/sg (11), per cui un punteggio finale di 246,0.
Nata il 22 aprile 2015 da madre ONDRA vom DACHSWIESE, vincitrice dell’Hegewald 2007, (DELE v.d. DACHSWIESE x LUCHS III v.d. WUPPERAUE) VJP P. 73, HZP P. 235, VGP I./336 ÜF, sg(11)/sg(11), linea materna Oeynhausen-vomwalde-St., padre GALLOvom JURA GRUND (AIKA vom JURA GRUND x ERO III del ZEFFIRO), VJP P. 72, HZP o.s.P. 184, VGP ?, sg (10)/sg (11), linea materna Königsheide-Saarforst-DK.
WENKE II ha ottenuto il 12 nell’utilizzo del naso, nella pista sulla lepre e nella cerca dell’anatra viva ed è stata condotta dall’allevatore e proprietario Sig. Wilfried Steffens del Gruppo Lüneburger Heide.
Steffen è alla sua seconda affermazione all’Hegewald, la prima la ottenne proprio con la madre di WENKE II nel 2007 con lo stesso punteggio.
Pensate quale soddisfazione può generare un fatto simile per un allevatore/conduttore tra i più attivi, bravi, competenti degli ultimi dieci anni.
Steffen è sicuramente destinato a diventare uno dei personaggi simbolo della nostra razza, insieme a Sven Biefeld e Jurgen Böttcher, per citare altri due allevatori/conduttori della stessa generazione che stanno facendo un lavoro straordinario.
Seguendo Bruno nella prova in campo, Gino Fortini ed io, abbiamo avuto la fortuna di vedere questo binomio all’opera, essendo inserito nella stessa batteria.
Gli aspetti che mi hanno più colpito, sono stati l’impostazione della cerca, da far invidia ai dresseur professionisti nostrani e quindi del collegamento con il conduttore, le due prepotenti HasenSpur, in particolare la prima e l’assoluta tranquillità della cagna. Ovviamente schleppe e riporti perfetti, ma non ho avuto l’impressione di essere al cospetto di un cane che usa il naso in modo straordinario, cioè non oltre il più che giustificabile 11. In ogni caso la valutazione dell’utilizzo del naso viene data dopo la consultazione con i giudici della prova in acqua e sicuramente questi ultimi avranno dato un giudizio tale da giustificare questo punteggio. Anche nelle forme mi è sembrato che Wenke sia stata valutata con troppa generosità, altezza al garrese al minimo dello standard, linea dorsale non perfetta, proporzione tra altezza al garrese e lunghezza dalla punta dello sterno all’attaccatura della coda a chiaro vantaggio di quest’ultima, ma questa è solo una mia impressione che non fa testo.

Al secondo posto si piazza un maschio R/M di nome ASTOR II vom EICHENLOH, con P. 235 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (10)/sg (10), per cui un punteggio finale di 245,0.
Nato il 20 Marzo 2015 da madre SISSI vom EICHENLOH (KATJA vom EICHENLOH x DON v.d. SONNENBURG) VJP P. 67, HZP. P. 179, VGP?, sg(11)/v(12), linea materna Bachwiese-Radchen-PP., padre TROLL v. ERTHAL (KAJA v. ERTHAL x INUK v. ERTHAL) VJP P. 70 + 69, HZP o..s. P. 187, Hgw P. 223, VGP P. I./321 ÜF, sg (11)/v(12), linea materna Auenheim PP.
ASTOR II ha ottenuto il 12 nell’utilizzo del naso, nella pista sulla lepre e nella cerca dell’anatra viva, ed è stato condotto dalla Sig.ra. Sabine Reck del Gruppo Lüneburger Heide, solo il giudizio in forme/pelo ha differenziato questo maschio dalla vincitrice.

Al terzo posto si piazza una femmina R/M di nome BONNY II vom BANDORFER FORST, con P. 235 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (9)/sg (10), AH per cui un punteggio finale di 244,5.
Nata il 12 Ottobre 2014 da madre SUNNY vom BANDORFER-FORST (CAYA vom BANDORFER-FORST x CAMILLO II v.d. DACHSWIESE) VJP P. 76, HZP. P. 178, VGP I./339, sg(9)/sg(11), spl, AH linea materna Löwemberg-Auenheim.PP., padre DARKO vom TAUBMOOS (CORA vom TAUBMOSS x FLIK vom WOLLSBERG) VJP P. 72, Hgw. P. 220, VGP P. I./334 ÜF, Btr, Vbr, sg (10)/v(12), linea materna Königsheide-Saarforst-DK.
BONNY II ha ottenuto il 12 nell’utilizzo del naso, nella pista sulla lepre e nella cerca dell’anatra viva, ed è stata condotta dal noto allevatore Sig. Sven Biefeld del Gruppo Schleswig-Holstein, anch’egli vincitore dell’Hegewald nel 2004 e protagonista di numerosi piazzamenti d’onore. Anche per Biefeld la differenza l’ha fatta il giudizio in forme/pelo.
Ma il “vichingo” ha portato anche una seconda femmina R/M, di nome CHILLY vom BANDORFER-FORST piazzata al 17esimo posto, con P. 229 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (9)/sg (10), per cui un punteggio finale di 238,5.
Nata il 23 Aprile 2015 da madre KOBRA vom BANDORFER-FORST (FEDER vom BANDORFER-FORST x GINO vom SCHAAR) VJP P. 74, HZP. m.s. P. 224 VGP I./333, sg(10)/x(12), spl/sil, AH linea materna Löwemberg-Auenheim.PP., padre POLDI vom BENNINGSHOF (KATJA vom BENNINGSHOF x GRAPPA II vom SCHLOSSTURM) VJP P. 79, HZP m.s. P. 195 + o.s. P. 190, VGP P. 0 + I./349 ÜF, VSwP, Sw II/, AH, Btr, Vbr,sg (11)/sg(11), linea materna Rosenhof- Feldhof-DK.

Al quarto posto si piazza una femmina R/N di nome ANJA vom SCHLOSS BEUGGEN, con P. 232 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (11)/sg (11), per cui un punteggio finale di 243,0.
Nata il 24 Marzo 2015 da madre CITA vom NONNENBACH (ADDA vom CHRISTINENTHAL x RASSO vom OECHTRINGR-FORST) VJP P. 67, HZP o.s. P. 179, VGP ? sg(9)/sg(10), linea materna Lawalls-Häuserhof-DK., padre HAVAS vom HECHTSGRABEN (ONDRA vom BAYERWALD x GRISCHKA vom HECHTSGRABEN) VJP P. 76, 67, HZP o..s. P. 0 + 193, m.s. P. 0, VGP P. I./336 ÜF, sg (11)/sg(11), linea materna Königsheide-Saarforst-DK
ANJA ha ottenuto il 12 nell’utilizzo del naso e nella pista sulla lepre, ed è stata condotta dal Sig. Bernhard Brugger del Gruppo Baden.

Al quinto posto si piazza un maschio R/M di nome MILAN IV v.d. LÖNSBIRKE, con P. 232 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (10)/sg (11), per cui un punteggio finale di 242,5.
Nato il 20 Marzo 2015 da madre GESA IV v.d. LÖNSBIRKE (ASTA IV v.d. LÖNSBIRKE x IRAS vom FUCHSBERG) VJP P. 76, HZP o.s. P. 186, VGP II./326 ÜF, sg(9)/sg(10), linea materna Lönsbirke-Bachwiese-Radchen.PP., padre TROLL v. ERTHAL (KAJAv. ERTHAL x INUK v. ERTHAL) VJP P. 70 + 69, HZP o..s. P. 187, Hgw P. 223, VGP P. I./321 ÜF, sg (11)/v(12), linea materna AuenheimPP.
MILAN IV ha ottenuto il 12 nell’utilizzo del naso e nella cerca dell’anatra viva, ed è stato condotto dal noto allevatore Sig. Horst Wiegmann del Gruppo Bremen.

Al sesto posto si piazza un maschio R/M di nome VALK INKAR-DALA, con P. 232 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (10)/sg (10), spl, per cui un punteggio finale di 242,0.
Nato il 01 Agosto 2015 da madre EGERMASTER KASSIOPEA(LAIKA vom SCHAAR x LUCHS III v.d. WUPPERAUE) VJP P. 74, HZP o.s. P. 186, linea materna Auenheim.PP., padre KARLO II v.d. DACHSWIESE (UMBRA v.d. DACHSWIESE x YAGO vom BIRKEGRUND) VJP P. 73, Hgw P. 218, VGP P. III./318 ÜF, sg (11)/sg(11), linea materna Oeynhausen-vom Wald.St.
VALK ha ottenuto il 12 nell’utilizzo del naso e nella cerca dell’anatra viva, ed è stato condotto dal Sig. Anar Azhlbayev del Kazakhistan. Sicuramente un risultato incredibilmente positivo ed inaspettato per questo conduttore dagli occhi a mandorla.

Cito ancora il binomio decimo classificato, femmina unicolore marrone con macchia grigia sul petto di nome MILLI vom SEENSGRABEN con P. 229 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (11)/v (12), sil, per cui un punteggio finale di 240,5.
Nata il 02 Gennaio 2015 da madre JESSI vom SEENSGRABEN (CAYA vom WOLFSBERG x ORKAN v.d. IMMER) VJP P. 67, HZP o.s.. P. 183, VGP ? sg(10)/sg(10), linea materna Frankenhöhe-Bärenheide-DSt, padre WALDMANN vom LIETHER-MOOR (RONJA vom LIETHER-MOOR x GIOVE di COSTA RUBEA) VJP P. 69, Hgw P. 226, VGP P. I./324TF, sg (11)/v(12), linea materna Liether-Moor-Oeynhausen- von Walde St.
MILLI ha ottenuto il 12 nella cerca dell’anatra viva, ed è stata condotta dalla Sig.ra Ute Jochims del Gruppo Schleswig-Holstein.
La citazione è per sottolineare l’onnipresenza di questa ormai mitica conduttrice nella parte nobile della classifica e per il fatto che la femmina condotta mi è apparsa come il più bel soggetto presente.

Una menzione particolare la merita senz’altro la famiglia Reck che ha partecipato a questa edizione dell’Hegewald con un risultato eccezionale: la mamma Sabine seconda classificata (vedere sopra), il papà Thorsten undicesimo posto con un maschio R/M di nome ZORRO III v. BÖCKENHAGEN, con P. 229 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (10)/v (12), per cui un punteggio finale di 240,0. Sicuramente tra i più bei maschi presenti.
Nato il 10 Ottobre 2014 da madre KATJA III v. BÖCKENHAGEN (LADY v.d. HASENSIEDLUNG x IDAX vom FUCHSBERG) VJP P. 77, Hgw. P. 217, sg(9)vg(12), linea materna Löwemberg-Auenheim.PP., padre OTTELO v. d. DACHSWIESE (DELE v.d. DACHSWIESE x LUCHS III v.d. WUPPERAUE) VJP P. 58 + 72, Hgw P. 226, VGP P. I./331 ÜF, sg (11)/v(12), linea materna Oeynhausen-vomWald.St..
Il figlio Robin 85° posto con un maschio R/M di nome WICO II v.d. DACHSWIESE, con P. 213 in lavoro e giudizio in forme e pelo di sg (10)/sg(9), per cui un punteggio finale di 222,5.
Nato il 22Aprile 2015 da madre ONDRA v.d. DACHSWIESE vincitrice dell’Hegewald 2007, (DELE v.d. DACHSWIESE x LUCHS III v.d. WUPPERAUE) VJP P. 73, HZP P. 235, VGP I./336 ÜF, sg(11)/sg(11), linea materna Oeynhausen-vom walde-St., padre GALLO vom JURA GRUND (AIKA vom JURA GRUND x ERO III del ZEFFIRO), VJP P. 72, HZP o.s.P. 184,VGP ? sg (10)/sg (11), linea materna Königsheide-Saarforst-DK.

Anche quest’anno i punteggi sono stati stratosferici, ormai se un binomio ottiene un percorso netto, senza nessun giudizio v(12) per un totale di P. 226 si posiziona a malapena dopo la ventesima posizione. Solo fino a pochi anni fa con P. 226 si era sicuramente tra i primi 10 classificati.
Non sono ancora riuscito a capire se il livello delle prestazioni sia aumentato, o se i giudici di nuova generazione, siano più di manica larga.
Di certo rimane il fatto che, se nelle riserve la densità di selvaggina, sia da piuma che da pelo è in densità naturale, le prove possono mettere in risalto pregi e difetti dei partecipanti.
Onestamente bisogna ricordare che non dipende solo dalla quantità della selvaggina, ma anche da altri fattori, come il tipo di terreno e le varie colture presenti, il clima e senza dubbio la qualità dei giudici, che non sempre è ad un livello accettabile.
Se si capita in una riserva scadente, e/o in un laghetto inadatto, con giudici appena sufficienti, anche avendo un soggetto meritevole, non si può certo pensare di ottenere un punteggio degno di nota.
Mi premeva fare questa puntualizzazione, perché tante persone mi fanno ragionamenti basati esclusivamente sui punteggi che vedono nelle Rangliste e sulle foto di D.D. che ormai abbondano sulla rete, senza aver mai messo piede in Germania per vedere e cercare di capire quale sia la situazione reale di una prova di lavoro multipla.
La rete aiuta ad avere notizie in tempi brevissimi, ma non potrà mai sostituirsi alla realtà, per cui evitate di farvi dei film mentali solo con le notizie virtuali, ma nel limite del possibile cercate di constatare di persona quei cani che vi interessano particolarmente.
Questo consiglio è diretto in particolare agli allevatori ed ai conduttori più attivi, i cacciatori dovrebbero solo fidarsi della professionalità ed onestà dei suddetti operatori, per procurarsi un cane da caccia che li soddisfi.
Un invito all’anno prossimo con appuntamento in Sud Bayern dopo 12 anni dall’Hegewald di Freising.
Waidmannsheil
Fabrizio Crabbio




Io & Harkila

L’universo mi vuole bene: non potrebbe essere altrimenti visto che Harkila mi ha offerto la possibilità di testare e recensire i suoi prodotti!

Per chi non ha mai sentito parlare di questa marca, ma credo che voi tutti la conosciate, Harkila è un’azienda scandinava che produce abiti tecnici per la caccia. La famiglia che l’ha creata è da decenni attiva nella caccia all’orso e all’alce e ha sviluppato una linea di abbigliamento che mette in primo piano i bisogni dei cacciatori. Durante i primi contatti, mi hanno chiesto se avessi preferenze per qualche indumento ma, conoscendo la qualità dei loro prodotti, ho lasciato decidere a loro certa che sarebbe comunque arrivato qualcosa di buono. Così mi hanno mandato un completo Jerva (giacca e pantaloni) che sto testando in diverse situazioni, questo primo articolo verterà esclusivamente sui dettagli tecnici e sulle mie prime impressioni. Il verdetto finale verrà dato dopo un ragionevole utilizzo.

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Prime impressioni: quando ho trovato il pacchetto nella cassetta postale, mi sono stupita perché si trattava di una scatola piccola e leggera ma, quando l’ho aperta, ho subito intravisto che si trattava di un oggetto di valore. Giacca e pantaloni erano di un bel marrone cioccolato, un colore che mi piace e che credo mi stia bene. Essendo attenta ai particolari, ho subito notato l’etichetta in cartoncino: la definirei “country chic” e di classe, perfetto lo spago al posto del solito filo in nylon. Il completo è realizzato con due tessuti differenti: ci sono dei pannelli in tessuto tecnico in poliestere, elasticizzato, interrotti da parti in cotone moderatamente cerato che profuma di tradizione. Entrambi i capi sono soffici, leggeri e estremamente tentatori: li ho provati subito! La mia taglia normalmente è una XS/S o 40/42 ma la taglia più piccola in cui è prodotto il completo Jerva è la S/42 (che loro chiamano 36) : la giacca è una S/42 piccola: essendo in parte elasticizzata, può alloggiare qualcuno più abbondante ma non credo farebbe lo stesso effetto. È fatta per essere aderente e seguire la forma del corpo: non pensate di mettere sotto dei maglioni pesanti, vi sentireste scomodi e si perderebbe la bellezza del taglio del prodotto. I pantaloni, invece, mi stanno un po’ grandi, sono un S/42 abbondante, sono morbidi e confortevoli.

Giacca Jerva
Si tratta di capi di qualità, lo si sente al tocco e lo si vede dalle finiture. Sebbene siano estremamente soffici e comodi, sono anche eleganti e femminili, un connubio difficile da trovare quando si pensa ad indumenti tecnici da caccia. Mi piacciono particolarmente le tracce di rosso che si possono vedere sulla giacca e sulle tasche frontali dei pantaloni: ravvivano e contrastano il marrone scuro. Il bordo della giacca è regolabile e ci sono due tasche frontali, due taschine interne e una tasca piccola sul petto, vicino alla spalla sinistra. A prima vista le tasche sembrano poco profonde ma in verità sono abbastanza capienti: ci stanno comodamente un cellulare e delle chiavi e si possono chiudere con dei bottoni, la taschina sul petto e quelle interne hanno cerniere. I pantaloni hanno due tasche laterali e due sulla coscia, queste ultime si chiudono con una cerniera. Il tessuto è silenzioso, se cammini e ti muovi non fa rumore, il che mi dice che il completo potrebbe essere perfetto per la caccia di selezione praticata con il metodo della cerca.  Il cappuccio regolabile e il sottile strato di cera rendono il completo resistente all’acqua.img_1227-1

Non lo definirei impermeabile né penserei di indossarlo per lunghi periodi sotto piogge torrenziali ma lo si può mettere durante piogge deboli o per brevi periodi. Harkila definisce il complete Jerva leggero (lo confermo) e resistente (lo sto verificando), adatto ad ambienti moderatamente ostili: lo sto usando durante l’addestramenti cani, durante le prove di lavoro e giornate di caccia in ambienti semplici.




Harkila and I

The Universe loves me! It could not be otherwise: Harkila chose me to test some of its products!

For those who have never heard of this brand, but I bet you all have, Harkila is a Scandinavian company manufacturing technical garments for hunting and shooting. Harkila’s family were bear and moose hunters and developed their products keeping the hunters’ needs in mind. While interacting with them, I was asked if I wanted to test any specific items, I replied that, given the company’s reputation for quality, I was going to let them choose for me . They sent me a Jerva suit (Lady Jacket & Trousers). I am testing it at the moment, this first article will discuss only the garments technical features and  my first impressions. The final opinion will come after a suitable amount of testing.img_1238-1

First impressions: when I found my package in the mailbox, I was surprised it was small and light, but when I opened it, It showed a little treasure. Jacket and trousers were coming in a very nice chocolate brown, a colour that I like, and that suits me. Being keen on details, I promptly noticed the cardboard label: I would define it “country chic” and very classy, then came the materials. The suit is made of two different fabrics: the stretch very technical polyester panels are interrupted by lightly waxed cotton, which smells of tradition. Jacket and trousers are soft, light and very tempting: I tried them on immediately! My size is usually XS/S IT 40/42 UK 8/10, but the smallest size available for the Jerva is a S/42/10 (they call it 36). I would consider the jacket a small S/42/10: it is stretchy so it can probably accommodate someone slightly bigger but, in that case, it would not look that flattering. It is meant to be fitted and to be worn with something light underneath: no bulky sweaters allowed, they would ruin the whole appearance. Trousers, instead, are a little big for me, they are likely to be a generous S/42/10, they are very soft and comfy.

Jerva Jacket
The garments are high quality, you can tell this at the touch and by looking at their the finishes. Furthermore, while being extremely soft and comfortable, they remain stylish and feminine, something hard to find when it comes to technical hunting gear. I must confess I love the tiny red accents placed on the suit. The jacket has an adjustable hem, two front pockets, a double internal pocket and a smaller pocket on the breast, close to the left shoulder. At a first sight the front pockets do not appear to be deep but they are: a cell phone and the car keys can be stuffed inside. Pockets can be closed with a button, so that you will not lose their content. The smaller pocket and the internal pockets have zips. Trousers have two front pockets and two pockets on the tight that can be closed with a zip. The cloth is extremely silent, if you walk around wearing the suit, you will notice it makes no noise, which tells me it would be great if you plan to go stalking deer, boar and other large animals in the woods.

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The jacket’s adjustable hood and a light wax finishing make this suit water-resistant: I do not think it will keep you dry if you spend a whole day under a heavy rain, but it would do the job under moderate rain, for brief periods of time. Harkila defines the Jerva suit light (I can confirm) and hardwearing (I am testing it), suitable for a moderately rough environment: I am testing it during dog training, field trials and for shooting in not so hostile environments.

 

Slideshow below:




L’anello mancante: il moor

Attenzione, questo è un articolo criceto.

Che diavolo è un articolo criceto? È uno di quegli articoli che inizia a correre nella testa dell’autore come fanno i criceti sulle loro ruote. Gli articoli criceto vogliono essere raccontati e diventano impazienti quando gli tocca aspettare. Il mio criceto corre da un mese, è giunto il momento di accontentarlo. La creaturina vuole che scriva sull’anello mancante, e cioè sul moor. Quelli che mi conoscono personalmente, o che sono da tempo in contatto con me, sanno che sono un po’ strana e che convivo tranquillamente con le mie peculiarità. Però, a volte, mi sento fuori posto, come se mancasse qualcosa.

Parlando di setter inglesi, razza nei confronti della quale provo una grande devozione, mancava un pezzo del puzzle e ci sono voluti 16 anni dal mio primo setter per trovarlo. Gli adulti strani, in maggioranza, sono stati bambini strani, non faccio eccezione. Quando ancora gattonavo, non ne volevo sapere di bere latte, il mio biberon era pieno di té, per forza che poi non dormivo. A quattro anni, le maestre d’asilo hanno chiamato a colloquio i miei genitori. Erano preoccupate perché usavo troppo viola nei disegni. I miei genitori non seppero fornire una spiegazione e nemmeno io so darla, del resto sono nota al colorificio locale per essere quella che ordina un violetto erica/malva da mettere sulle pareti! A cinque anni, a colazione, mangiavo pancakes e tè, i bambini normali caffè latte con biscotti. Nello stesso periodo mi fu regalato un libro sui 25 anni di regno della Regina Elisabetta, ce l’ho ancora, gelosamente conservato nella mia biblioteca. L’anno successivo ho chiesto di essere iscritta a un corso extra di lingua inglese e, grazie al mio libro di testo, ho appreso chele case britanniche messe in vendita avevano ragni giganti nelle vasche da bagno. E, infine, a dieci anni, ero assolutamente convinta di aver “bisogno” di un setter inglese da lavoro. I miei genitori la pensavano diversamente.

Pareti... e altro!
Pareti… e altro!

Anni dopo ne ho finalmente avuto uno, ho iniziato a portarlo a caccia e a partecipare come spettatrice alle prove di lavoro. Qualcosa, tuttavia, mancava. Mi divertivo in campagna e continuavo a cercare di informarmi, leggevo, chiedevo, seguivo giudici e cacciatore più esperti ma qualcosa che non riuscivo a definire continuava a mancare. L’unica cosa che riuscivo a capire è che amavo alcuni terreni più di altri. Potrei menzionare Villa Alta a Ruino; Costa del Vento o Costa Pelata a Montalto – tutte in Appennino e tutte, ironicamente, – l’avrei scoperto dopo – abbastanza somiglianti ad un moor. Altri posti mi suonavano insignificanti. Gli italiani dicono che le razze inglesi hanno bisogno di spazio e giustificano gli estremi della Grande Cerca asserendo che queste razze sono nate per cacciare sui moors. I miei connazionali trovano perfettamente normale che un setter salti da una valle all’altra (e sia monitorato nell’impresa con un GPS) perché, dopotutto, è nato per il moor. I pointer possono spaziare anche di più, due o tre valli sono il numero ideale. Non h mai creduto del tutto a questa teoria, ma ho tenuto questa convinzione per me. Forse avevano ragione ma mi sembrava si cercasse di infilare un piede nella scarpa sbagliata.

Costa del Vento in febbraio
Costa del Vento in febbraio

Dopo tutto i setter lanciati in ampie distese pianeggianti, nei boschi o tra i roveti se la cavano piuttosto bene, la razza è sicuramente versatile e adattabile. Il mio istinto, tuttavia, continuava a dirmi che qualcosa era fuori posto. Nei miei libri e sulle mie pareti c’erano vecchie fotografie di cani sul moor ma erano in bianco e nero, non riuscivo a comprendere i colori. Nel 2008 ho acquistato alcune britanniche: il moor risplendeva in violetto! Non era solo l’erica, il cielo e la luce erano in differenti gradazioni del viola, tutta l’atmosfera era violetto! Era magico, incredibile, credevo avessero ritoccato i colori con Photoshop, a volte riesco ad essere abbastanza ingenua!

Nel 2015 sono andata su un moor per la prima volta, e tutto era incredibilmente famigliare e “normale”. I cani in corsa sul moor si inserivano perfettamente nel contesto: grouse, erica e cieli color lavanda sembravano fatti su misura per loro. Non appena ho lasciato il moor, ho iniziato a sentirne la mancanza. Sentivo di dover tornare, viverlo, capirlo. Un anno dopo, gli stessi cieli color lavanda mi guardavano dall’alto, io rispondevo con un sorriso. Ho passato un mese tra l’erica, tra le grouse, tra I cani da ferma e tutto è andato a posto: iI setter apparteneva al moor, o viceversa; le grouse gli si addicevano perfettamente e l’erica li aiutava nel lavoro, anche il tempo era splendido! Beh, il tempo sui moors è di rado splendido se lo si valuta con parametri da umani ma… se immaginate di essere un cane, il tempo è perfetto! È freddo abbastanza, ventoso abbastanza, umido abbastanza. Ero talmente abituata ad essere spazzata via dal vento da sentirne la mancanza. Ero (e resto) talmente innamorata del moor che ho condiviso subito con entusiasmo le fotografie con amici italiani. Alcune loro reazioni mi hanno sorpreso. Un amico, in particolare, si è accorto che mancavano gli alberi, li trovava luoghi molto spogli. In effetti non mi ero mai accorta che mancassero gli alberi e questo, probabilmente, è accaduto perché non li considero affatto spogli. Al contrario, sono pieni di doni, bisogna solo essere sensibili abbastanza per accorgersene. Non mi servono i boschi per dare la caccia alla beccaccia, non mi strega. So che è il selvatico preferito dai setteristi italiani e la trovo un animale affascinante ma non posso affermare di amarla. La grouse è diversa ed è una grande maestra, severa e paziente allo stesso tempo, probabilmente uno dei migliori selvatici su cui preparare i cani da ferma. Inoltre non considero i boschi un terreno ideale per il setter inglese: alberi e foglie nascondono il lavoro del cane, l’erica invece, nasconde le grouse ma lascia il cane sul palcoscenico.

Cani, erica viola e cieli lavanda
Cani, erica viola e cieli lavanda

Il moor è uno spazio sacro in in cui solo i cani ben educati sono ammessi: sul moor si addestra, si compete in prove di lavoro, si va a caccia. Per ora ho vissuto solo le prime due attività e continuerò a scriverci su, quello che posso dire, in breve è che i field trials sono differenti dalle nostre prove di lavoro. Non sono qui per affermare che siano migliori o peggiori, non riesco nemmeno a spiegare bene come le consideri, riesco solo a dire che, nella loro diversità, le trovo normalissime e… mi hanno persino dato ragione! Moor, grouse & trials insegnano ai cani di allargare, ma mi allargare “il giusto”, che è diverso dall’ “allargare follemente”. I terreni aperti sono tentatori, ma un cane intelligente e addestrato all’inglese aprirà quanto gli potrebbe essere consentito in una tradizionale – GPS free – giornata di caccia. Essendo stata la caccia la prima attività intrapresa con il cane da ferma, non posso che concordare. Forse un giorno parteciperò a una giornata di caccia alla grouse e così saranno messi i tocchi finali al quadro: setter inglesi, erica viola, profumo di polvere da sparo e cieli color lavanda.




The Missing Link: the Moor

Warning, this is a hamster article. What???

A hamster article is one of those articles that starts running into the writers’s mind, exactly as a hamster would do on its wheel. Hamster articles want to be told and can get impatient. My hamster has been running for more than a month, it is time to make it happy. The little critter wants me to write about the Missing Link, or  rather,  about the Moor. Those who know me personally, or have been in touch with me for a while, have probably already realized that I am a little weird, and that I am completely at ease with this trait. But, sometimes, I do feel out of place or as if something was missing.

Speaking of English Setters, which I am deeply devoted to, a puzzle piece was missing, it took  me 16 years since my first setter to find it. Most weird adults had been weird children, I am not exception: as toddler, I absolutely refused milk and my feeding bottle used to contain tea, no wonder I could not sleep. When I was four, the kindergarten teachers called my parents, they were alarmed because I used too much purple and violet in my drawings. My parents could not give any rational explanations, nor I can’t being still known by the paint shop as the lady who orders custom made mauve/heather for her walls. At five, I used to have tea and potato pancakes for breakfast, normal Italian children were fed coffee-latte with biscuits. I think it was also the time I was given a booklet on Queen Elizabeth 25th Silver Jubilee, I kept it like a treasure and it is still on my bookshelf. One year later, I joined an extra-curricular English language class, and discovered through my textbook, that British houses for sale have bathtubs full of giant spiders. And, finally, at ten, I was absolutely convinced that I “needed” a working English Setter, my parents not so.

Walls...and more!
Walls…and more!

Years later, I eventually got one and I began shooting over pointing dogs and attending field trials. Something, however, was missing. I enjoyed my time in the countryside, I kept reading, asking and following judges and more experienced hunters to learn more, but something I could not define was still missing. All that I knew was that I loved some shooting grounds more than others. I could mention Villa Alta in Ruino; Costa del Vento and Costa Pelata in Montalto – all of them in the Apennines and all of them, ironically – I would have discovered later – pretty moor-like. Other places were simply dull. Italians believe British pointing dogs need space, and justify “grand quete” and its extremes, on the premise that these dogs were born for the moors. My fellow countrymen think that is perfectly fine for an English Setter to run from a valley to another (while being tracked with a GPS collar) because it was created to run on moors. Pointers are allowed to run even wider, two or three valleys might be fine. I did not buy into this theory entirely, but I managed to keep my thoughts for myself.  Maybe they were right but, to me, it was like they were trying to fit a foot in the wrong shoe.

Costa del Vento in February
Costa del Vento in February

Setters running in wide open plains, setters used in woods, or among briars and bushes, were doing well, proving to be a quite versatile and adaptable breed but, my gut feelings kept telling me something was still out of place. I had old pictures of setters on the moor in my books and on my walls, they were black and white pictures and I could not figure out the colours. In 2008, at the CLA Gamefair, I purchased the GWT (Gamekeepers Welfare Trust) Ladies & Gamekeepers Calendar: the moor was shining in purple! It was not just the heather: the sky and the light were coming in different shades of violet, the whole atmosphere was purple! It was so surreal, so magic! I though the colours had been recreated using Photoshop. I can be pretty naïve sometimes!

In 2015 went on a moor for the first time and everything felt incredibly familiar and normal. The dogs running on the moor were fitting perfectly in the picture: grouse, heather and lavender skies seemed to have been tailored for them. As soon as I left the moor, I missed it: I felt I had to go back, live it, understand it. One year later, those purple skies were watching me from above, I was smiling back at them. I spent a month among heather, among grouse, among British pointing dogs: everything fell into place, my English Setter, who was there, can confirm. Setters belonged to the moor, or viceversa; grouse suited the dogs perfectly; heather supported their job and weather was great! Well, weather on the moor is hardly great, if we evaluate it according to human standards, but if you are a dog that is a great weather! It is cold enough, windy enough, wet enough. I got so used to being blown away by the wind that I seriously miss it!

I was (and I am) so in love with the moor that I enthusiastically shared pictures with my Italian friends whose mixed reactions surprised me. One, in particular, noticed that the moors are lacking of trees, they are barren he stated. I never noticed there are no trees, this probably happened because I do not consider moors to be barren. On the contrary, they are full of wonderful gifts, you just have to be sensitive enough to recognize them. I do not need woods, woodcock do not bewitch me: Italians love shooting woodock over English Setters, they are fascinating birds, but I cannot honestly claim I love them. Grouse are different and they are great teachers,  both challenging and patient, I think they are probably one of the best birds for training pointing dogs. Also, I do not consider woods to bethe ideal ground for an ES: trees and leaves prevent you from seeing the dog work, heather instead, while hiding grouse, leaves the dog under the spotlights.

Dogs, purple heather, lavender skies
Dogs, purple heather, lavender skies

The moor is a sacred space and only well behaved dogs are welcome: moors are for training, trialling and shooting. Up to now I have experienced only the first two activities and I I will keep writing on them, what I can say, briefly, is that trialling in the UK is different. I am not here to claim it is better (or worse) and I cannot find a proper word to define my feelings towards it, but, in its being different it seems incredibly normal to me and… it proved me right! Moor, grouse & trials teach the dogs to range wide but “properly wide” which differs from “nonsense wide”. The ground openness might be tempting, but a smart pointing dog, trained the British way, will run as wide as it would be allowed to do during a traditional – GPS free -shooting day. Being shooting the first gundog related activity I got involved in, I cannot but agree. Maybe one day I will witness grouse shooting, this will put the finishing touches to the painting: English Setter, purple heather, gunpowder smell and lavender skies.

Still curious about British trials? Check the section A Month on the Moor or click here.




Campionato Europeo Selvatico Abbattuto 2016 per Setter Inglesi

Nel 2016 il Pointer & Setter Club Schweiz  è stato l’ente incaricato di organizzare questo importante evento che, a causa della complessa legislazione elvetica in materia di caccia (e cani) ,è stato collocato in Italia settentrionale, a circa due ore dai confini svizzeri. Nello specifico, il Campionato Europeo è stato ospitato dalla riserva di caccia del Dr. Machiavelli a Cantalupo Ligure, Alessandria, un posto facile da raggiungere e perfetto per questo tipo di prova.  Simone Meili,  del Setter & Pointer Club Schweiz, si è rivelata la personificazione delle famose precisione e efficienza svizzere. La brochure informativa era molto dettagliata e Simone ha fissato un punto di  ritrovo perfetto: facilissimo da trovare, provvisto di un ampio parcheggio, di un bar, di una toilette e persino di prese della corrente e connessione wifi per mettere subito tutto a PC. Come potete immaginare anche tutto il resto è filato liscio!

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Ho raggiunto l’evento nella sua seconda giornata (10 ottobre), la giornata precedente era stata seguita dalla collega Erica Recchia.  L’atmosfera era molto internazionale con diversi team provenienti da varie parti d’Europa. Anche  i giudici provenivano da nazioni e da tradizioni cinofile differenti.  Io  ho seguito la Batteria 2,  giudicata da D.Sormaz (Serbia – Presidente), F. Gerzinic (Croazia – a destra)  D.Gouzounas (Greece- a sinistra), la batteria era composta da 12 coppie. La batteria si sarebbe corsa sul terreno di Chiminiera e il nostro accompagnatore (e sparatore!) sarebbe stato Roberto Locatelli, coadiuvato come sparatore da Dejan Gavrilovic. Ha smesso di piovere poco prima che fosse sganciata la coppia numero uno, faceva piuttosto freddo per essere ottobre e c’era una vento abbastanza teso che continuava a cambiare direzione, spingendo le starne ad involarsi alla svelta e, a volte, sorprendendo i cani. I terreni erano molto belli e eterogenei:  i cani avevano ampio spazio a disposizione, ma dovevano usare il terreno in maniera intelligente. La riserva di Cantalupo  si distende su terreni collinari e colture e vegetazione cambiano frequentemente. Nel corso di un turno il cane può correre sull’erba, tra i rovi, in boschetti, cespugli, arbusti, su rocce… il cane deve essere sveglio e adattarsi, proprio come accade in una vera giornata di caccia. La maggior parte dei soggetti ha avuto modo di incontrare o di percepire emanazioni: c’erano fagiani e voli di starne. abbiamo anche incontrato una lepre e un paio di caprioli (inseguiti dai rispettivi setter!).  Ho visto anche sei cinghiali in lontananza e il giudice Gerzinic ha affermato di aver visto dei lupi la sera prima, nessuna sorpresa, visto il nome del posto!

Slideshow sotto

La prima coppia era formata da Ciak del Zagnis, condotto da Nicolic (Serbia), e da  Pianigiani’s Ford, condotto da Stefano Pianigiani (Italia). Durante il suo turno, Ciak ha fermato, fatto involare e riportato un fagiano, la sua azione gli è fruttata un 1 Ecc CAC/CACIT  e gli ha permesso di diventare Vice Campione Europeo 2016. Nel secondo turno, con Ami Cicco du Turbillon Blanc ,condotto da Simone Meilli (Svizzera,) e Dac de Playabarry, condotto da J.L.Diaz, abbiamo visto Dac guadagnarsi un Eccellente.  Per vedere altri cani andare in classifica abbiamo dovuto attendere il quinto turno, con il buon lavoro di Bruss, condotto da Patrizzi (Italia), che gli ha fatto guadagnare un 2° Eccellente. Altri cani classificati sono stati Pirlo od Gastona, condotto da Zekanovic (Croazia), e Marzale’s Hogan, condotto da Elvis Trajkov (Macedonia). Questi due cani erano compagni di turno nell’ottava coppia e hanno preso un Molto Buono. Durante il dodicesimo ultimo turno, Rex del Faenor, condotto da Sanz (Spagna), ha fatto un buon lavoro con due belle azioni tra cui una lunghissima guidata per raggiungere il suo fagiano, ha ottenuto un 3° Eccellente.
Dopo la dodicesima coppia, siamo stati raggiunti dai concorrenti e dai giudici della Batteria 1: Sergio Bianconi (Italia – Presidente), W.Jost (Austria) e N.Kassianidis (Cipro) al fine di decidere, attraverso un “barrage”, quale cane, dopo due prove in due giorni, sarebbe stato nominato Campione Europeo 2016. I giudici prescelti erano D.Gouzounas (Grecia – Presidente), F. Gerzinic (Croatia) e N.Kassianidis (Cipro) che, dopo un breve turno, hanno scelto come vincitore Atos condotto da Mirko Caramanti (Italia).

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I risultati:
Campione Europeo 2016 Selvatico Abbattuto – Athos condotto da Mirko Caramanti (Italia)
Vice Campione Europeo 2016 Selvatico Abbattuto  – Ciak del Zagnis condotto e di proprietà di Nikolic (Serbia)
Campione Europeo 2016 Selvatico Abbattuto Femmine – Lavezzi del Zagnis di Scandella, condotto da Giuseppe Pezzotta (Svizzera)

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English Setters European Championship 2016 (Gibier Tiré)

This year the Pointer & Setter Club Schweiz was in charge to organize this important event. Due to the complex Swiss shooting (and dog training) laws, the trial was set up in Northern Italy, only two hours away from the Swiss borders. More specifically, we were hosted by Dr. Machiavelli private shooting estate in Cantalupo Ligure (AL), a place which is both easy to reach and suitable for this kind of trial. Simone Meili, of the Setter & Pointer Club Schweiz, proved to be the human incarnation of the famous Swiss efficiency and precision. The trial brochure was very accurate and she set up a very convenient meeting place: it was extremely easy to find the venue,  it had an ample parking lot, a small bar and a toilet, wi-fi connection and light sockets for computers! As you can imagine, everything else during the trial ran smoothly.

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I joined the Championship on the 2nd day (Oct 10), as the previous part of the event had been covered by my colleague Erica Recchia. The atmosphere was very international: there were several teams coming from different parts of Europe. Judges as well had different nationalities and backgrounds. I was told to follow Stake 2, judged by D.Sormaz (Serbia – President), F. Gerzinic (Croatia – right side) and D.Gouzounas (Greece- left side), there were 12 braces in this stake. The stake was going to be run on Chiminiera and we had Roberto Locatelli as beat steward (and gun!) and Dejan Gavrilovic as a second gun. We had rain almost until the first brace was to be casted off, it was an unusually chilly morning for October, with a moderate/fresh breeze which kept changing its direction, making partridges swift to fly and scents tricky to be grasped by the dogs. The grounds were really nice and heterogeneous: dogs could run wide but had to make an intelligent use of the ground. Cantalupo estate is scattered on the hills and its crops and vegetation can dramatically change from place to place During a run, a dog might face grass, briars, small woods, bushes, tall and wiry grass, rocks: dogs had to be smart and adapt themselves, exactly as it would happen during a real rough shooting day. Almost all the dogs had a chance to meet or scent game: there were pheasants and grey partridges coveys. We also bumped into a hare and in a couple of roe deers followed by the respective English Setters. I spotted six wild boars in a distance, while judge Gerzinic said he saw some wolves the night before: I was not surprised as Cantalupo means “singing wolf”.

Slideshow below

The first brace was composed by Ciak del Zagnis handled by Nicolic (Serbia) and byPianigiani’s Ford handled by Stefano Pianigiani (Italy). During his run Ciak pointed, produced and retrieved a pheasant, his action lead him to obtain a 1st Exc CAC/CACIT and to become Vice European Champion 2016. In the second brace,  with Ami Cicco du Turbillon Blanc handled by Simone Meilli (Switzerland) and Dac de Playabarry handled by J.L.Diaz we witnessed Dac earning an Exc. To see another action worth grading, we had to wait until brace 5 when Bruss, handled by Patrizzi (Italy), had a nice point and obtained a 2nd Exc. Other dogs graded were Pirlo od Gastona, handled by Zekanovic (Croatia), and Marzale’s Hogan, handled by Elvis Trajkov (Macedonia). During the 12th and last brace, Rex del Faenor handled by Sanz (Spain) had a good run and performed two excellent actions, one of which included a very long roading to produce the pheasant, he was graded 3rd Exc.
At the end of this run, we were joined by the competitors and the judges of Stake 1: Sergio Bianconi (Italy – President), W.Jost (Austria) and N.Kassianidis (Cipro) to decide through a “barrage” which dog, after two trials in two days, was going to obtain the title of European Champion 2016. The judges selected for this task were D.Gouzounas (Greece – President), F. Gerzinic (Croatia) and N.Kassianidis (Cirpo) who, after a quick run, announced Atos, handled by Mirko Caramanti (Italy), to be the winner.

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Results are as follows:
European Champion 2016 GT – Athos handled by Mirko Caramanti (Italy)
Vice European Champion 2016 GT – Ciak del Zagnis owned and handled by Nikolic (Serbia)
European Champion 2016 GT Females – Lavezzi del Zagnis owned by Scandella and handled by Giuseppe Pezzotta (Switzerland)

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Alloggi, ospitalità e ospiti

Per organizzare il mio viaggio nel Regno Unito ho usato due strumenti. Booking.com e Google Maps. Booking.com mi mostrava i posti dove potevo stare, principalmente alberghi e pub, ma io, erroneamente, credevo di essere una persona da Bed & Breakfast. Sebbene in Gran Bretagna tutti abbiano un B&B (o per lo meno un amico che fa questo lavoro), in Italia, queste sistemazioni sono abbastanza insolite.  Credevo, e mi sbagliavo di nuovo, che i B&B fossero più “amichevoli” nonché più economici dei pub. Ritenevo più cari gli alberghi e, le case singole da affittare, sebbene estremamente attraenti, mi sembravano un po’ troppo per un singolo essere umano di taglia bonsai con il relativo cane. Ogni volta che leggevo descrizioni del tipo “ci dormono in sei” mi vedevo circondata da stanze da letto vuote e soggiorni silenziosi.
Pensando di essere una persona da B&B, ho iniziato a dare la caccia al B&B perfetto.  Quello che più mi affascinava era il fatto che, di solito, i B&B alloggiano uno o pochi ospiti quindi, dal momento che viaggiavo da sola, credevo che  la famiglia ospitante si sarebbe accorta se mi fosse successo qualcosa. Che so, mettiamo il caso che la mia pelle fosse diventata verde nottetempo, ero assolutamente convinta che la signora del B&B se ne sarebbe accorta. Ancora una volta, mi sbagliavo. Durante la mia vacanza ho vissuto anche in un B&B “fantasma”: il posto aveva dei proprietari, ma non si vedevano mai; la colazione compariva magicamente alla mattina senza che io incontrassi mai alcun essere umano.

Briony likes pubs
A Briony piacciono i pub

Prima di questo viaggio, pensavo che mi sarei sentita più sicura in una casa che non in un grande albergo. Dopo un mese passato quasi esclusivamente in B&B,  devo ammettere che in alcune circostanze non mi sono affatto sentita sicura in un B&B e che i presunti vantaggi di questo tipo di sistemazione si accompagnano ad una lunga lista di svantaggi. La conclusione a cui sono arrivata è la seguente: se vai d’accordo con i proprietari del B&B, stai alla grande, ma se non è così… il paradiso si trasforma nell’inferno!Il “coinquilino” che non sopporti – o, viceversa, che non sopporta te- ha il potere: è casa sua e scattano dinamiche legate all’aggressività territoriale, le stesse che vediamo nei cani.  L’evoluzione è di solito lenta e i problemi insorgono dopo che l’ospite ha invaso il territorio per un certo periodo di tempo: se passate due o tre giorni in un B&B siete al sicuro, magari quattro se volete essere coraggiosi, oltre il quarto giorno restate a vostro rischio! Sapete benissimo di essere un ospite pagante, lo sa anche il gestore ma, ecco, alcuni istinti sono primordiali. Un altro problema legato ai B&B può essere la mancanza di privacy: alcuni gestori sono degli stalker professionisti che sistemano la casa e dispongono l’arredamento per meglio intrattenersi in questo loro hobby.

Le persone che scelgono i pub sono di sicuro più furbe di me. Ho evitato di prenotare nei pub ritenendoli rumorosi. I pub, di fatto, possono esserlo ma, mi è stato spiegato, che in ogni caso devono chiudere alle 23, si può fare. Per vivere in un pub, comunque, devi essere uno di quegli esseri umani voluttuosi che sanno godersi un buon pasto e una bella bevuta. Se tieni il conto delle calorie e sei astemio, in pratica stai fregando il posto a qualcuno che merita di stare lì molto più di te. La mia, limitatissima, esperienza come abitante e commensale di pub, comunque, mi ha insegnato che i gestori dei pub sono generalmente molto rilassati, di mentalità aperta e disposti a fare del loro meglio per accontentare il cliente. I pub, inoltre, sono molto amichevoli con i cani e offrono del buon cibo,  non necessariamente salubre e dietetico ma buono. Dopo tutto, se hai passato una giornata sotto la pioggia, l’unica cosa che desideri è che ti portino al tavolo qualcosa di caldo.  I proprietari di pub sono generalmente professionali, rispettano la privacy del cliente e sono estremamente pragmatici: una volta, una signora, mi ha detto che no, non avevano camere singole, solo doppie, troppo care per una persona sola, però, secondo lei, avrei facilmente trovato qualcuno con cui dividere la stanza. Sì… era seria!

Pups are friendly... and dog friendly
I pub sono amichevoli… e amici dei cani!

Il terzo tipo di alloggio di cui sto per parlare sono le case o, come le chiamano loro, i cottage. Di solito mi ritengo una pessima casalinga che potrebbe dar fuoco a una casa altrui senza accorgersene ma, dopo aver toccato con mano gli standard di domesticità britannici, sono arrivata alla conclusione che sono “nella media” e che in Italia si sia troppo esigenti quando si tratta di lavori domestici.  Dopo un mese senza cucina, volevo una cucina più di ogni altra cosa. Lo so che dico sempre che non cucino e che non so cucinare ma, nelle rare occasioni in cui decido di farlo, me la cavo piuttosto bene, specie se sento la mancanza di cibo sano. Volevo una cucina anche solo per mettere insieme un’insalata decente, una macedonia, o solo per rilassarmi. Adoro studiare in cucina, le cucine hanno un non so che di intimo e di famigliare, poi si a tutto a portata di mano. Non russo, non fumo e sono astemia (il che significa che posso guidare al posto di chi si vuole ubriacare), sono tranquilla anche se non molto ordinata (dimentico e perdo cose regolarmente) quindi chissà, forse i futuro, qualcuno vorrà dividere una casa e una cucina con me.

Secondo i miei parametri, ci sono tre, forse quattro (se includiamo gli alberghi) tipi di alloggio ma… la gente dei field trials è gente dura, avevo sottostimato la loro forza e adattabilità. Ho scoperto che alcuni di loro vivevano in roulotte, spesso dividendo spazi minuscoli con branchi di cani. Sono persino stata invitata ad una cena a base di cervo e formaggi francesi organizzata in roulotte ed è stata un’ottima cena, ma non ho cambiato idea. Mi piace il fatto che si possa viaggiare con una casa al seguito, ma non credo potrei sopravvivere senza un bagno vero con una doccia (o una vasca da bagno) vera.  I proprietari di roulotte dicono che le roulotte hanno la doccia, oppure che si può usare quella del campeggio, resto scettica.

Rosalea House.... could easily become Rossella's House
Rosalea House potrebbe diventare facilmente Rossella’s House

Dati i miei dubbi e il mio scetticismo sulle roulotte, immaginatevi quanto sia rimasta scioccata dall’apprendere che, alcuni cinofili, nonostante le notti fredde, le raffiche di vento e la pioggia… vivevano in tenda e se la passavano alla grande!Giù il cappello!




Quando il pragmatismo incontra l’addestramento

Ci sono situazioni in cui avere accanto qualcuno pragmatico e affidabile è essenziale. Non parlo solo di quei soldati che, in battaglia,  necessitano commilitoni decisi e pieni di senso pratico, il pragmatismo serve anche ai cinofili. In special modo a quei cinofili con i capelli rossi, persi nelle loro filosofie e seguaci di sciamani, costoro hanno assoluta fame di senso pratico.

Dopo aver religiosamente seguito Penna Bianca per più di sei mesi, Briony aveva deciso che era giunto il momento di un cambiamento: pretendeva meno disciplina e più libertà, due entità che faticano a trovare un punto d’incontro. I terreni di addestramento di Penna Bianca, inoltre, non erano più disponibili: l’erba medica era già alta e le altre coltivazioni in piena crescita. Non sapevo dove andare, la primavera aveva portato con sé un sacco di colture in atto che rendevano impossibile liberare il cane. Potevo solo andare in zone B (addestramento cani senza sparo) e C (addestramento cani con sparo) e così ho fatto. Le prime sessioni di addestramento sono state brevi, volevo andare sul sicuro fino a che… una mattina… è comparso C. accusandomi di addestrare a “passo di lumaca”.

Ho incontrato C per la prima volta nel 1999,  avevo appena detto addio al Massachusetts, il mio cane precedente era morto e avevo deciso che era giunto il momento di concedermi un setter inglese, ne avevo desiderato uno fin dall’età di 10 anni del resto!  Grazie alla mia innata tendenza a salvare il mondo e a recuperare esseri in difficoltà, non  volevo assolutamente un cucciolo, volevo un povero cane scartato da qualcun altro e lo ottenni! Mi sono innamorai di un maschio bianco arancio, era un cane molto dolce e gentile che subito contraccambiò i miei sentimenti, ma con troppo entusiasmo: dopo poche ore a casa mia, aveva già sviluppato una grave forma di ansia da separazione. Sapevo che era stato poco socializzato, che aveva vissuto in un recinto per anni e che era stato addestrato (ovvero maltrattato) da un addestratore professionista. Sapevo che aveva tutte le ragioni per comportarsi così, ma vivere con lui era un inferno. Feci tutto quello che andava fatto: iniziai una terapia comportamentale; partecipai a lezioni di ubbidienza; iniziai ad addestrarlo per la ricerca dispersi, somministrai antidepressivi ma il cane migliorava in maniera molto lenta e poco convincente. Il suo allevatore, nel frattempo, felice che il cane fosse in buone mani, mi diede il pedigree, attraverso il quale scoprii che si trattava di un cane da lavoro di ottima genealogia. Socks era il mio primo cane da ferma e sapevo molto poco su di loro ma, la mia esperienza con altre razze canine mi portò a pensare che,  FORSE,  permettergli di fare ciò per cui era nato gli avrebbe consentito di superare alcune sue paure.

Socks a 13 anni riporta un fagiano
Socks a 13 anni riporta un fagiano

Onestamente non avevo idea di come dovesse lavorare un setter inglese, di come andasse condotto e di cosa dovessi insegnargli. Mi misi a leggere libri, che è quello che faccio quando voglio apprendere qualcosa, ma volevo incontrare qualcuno che potesse darmi un supporto di persona. Visti i problemi comportamentali di Socks, non potevo affidarlo ad un dresseur e lasciaro a lui in pensione, eppure gli unici addestratori di setter proponevano quella formula. Provai a chiedere ad alcuni cacciatori ma nessuno di loro sembrò prendere sul serio una giovane e inesperta donzella… Le donne appassionate di setter da lavoro sono rare, e meno ancora erano nel 1999: era – e resta – un mondo dominato dagli uomini. Le opportunità, tuttavia, saltano fuori quando meno te lo aspetti e Monica, una donna che addestra drahthaar nell’assolata  Toscana, mi telefonò per dirmi che aveva le “persone” per me e che si trovavano a pochi chilometri da casa mia. Per farla breve, Monica aveva contattato due famosi addestratori e conduttori di drahthaar e li aveva convinti ad aiutarmi. Uno di loro non aveva tempo in quel periodo (ma mi aiutò dopo) mentre il secondo fu abbastanza coraggioso da accettare di lavorare con noi.

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Per circa due mesi addestrai almeno due volte a settimana con C. che, all’epoca, era già abbastanza noto comne addestratore sia in Italia che in Germania. Lavorammo soprattutto sul richiamo e mi insegno molti elementi di addestramento essenziali che mai avrei immaginato: come usare il fischietto, come tenere il cane concentrato su di me cambiando spesso direzione eccetera. Socks migliorò, e continuai a lavorarlo da sola e per se stesso: sapevo che non sarebbe diventato un grande cane da caccia ma volevo che fosse felice e diventasse più sicuro di sé. Credo che il mio ultimo addestramento con Claudio sia avvenuto su quaglie, nel 2004. Dopo quell’anno mi spostai a lavorare socks in collina, con altri setter e per parecchio tempo non ci furono più occasioni per lavorare insieme. Ciò nonostante, restammo in contatto e gli mandai diversi clienti a quattro zampe che, insieme agli altri cani addestrati, lo trasformano in uno dei migliori addestratori per cani da ferma continentali che io conosca.

C. si è specializzato nella preparazione di drahthaar per prove tedesche (VJP/HZP/VGP) e nella preparazione di cani da ferma da portare a caccia. Pertanto, incontrarlo in zona C non mi sorprese affatto. Era alle prese cin una kurzhaar che amava ingoiare le quaglie: osservai tutta la scena, la sua allieva riportò perfettamente alla mano dopo lo sparo. Impressionata chiesi al guardiacaccia “se C.  avesse già risolto il problema”.

“No… La cagna con lui non mangia la quaglia, solo con il proprietario. Non so, forse è una faccenda di postura e di linguaggio del corpo, prova a farci caso… Però bisogna che la cagna sbagli per poterla correggere. E’ il miglio addestratore che lavora sul mio terreno.”

Continuai a guardare e non accadde nulla fino a che venne il mio turno. “Lasciala andare” – urlò qualcuno alle mie spalle – ” ma sii ferma quando fischi e grida se necessario. La chiave alla libertà è il controllo”,  più facile a dirsi che a farsi.

Lasciala andare
Lasciala andare

Quando C. scoprì che stavo preparando Briony per le prove su grouse iniziò a comportarsi come se volesse essere parte del progetto. Ci incontravamo sul terreno per caso, quando capitava, ma ogni volta aveva qualche buon consiglio da darmi. Non cercò mai di addestrare Briony al mio posto, né sollevò mai obiezioni ai metodi dello Sciamano, si limitò ad intervenire con fermezza e pragmatismo per velocizzare l’addestramento e rendermi più sicura di me stessa e delle mie capacità.  Credo che in qualche maniera abbia addestrato me: è stata la persona che mi ha spinto a togliere la corda di ritenuta e a passare dalle quaglie alla pernice e al fagiano per verificare la solidità al frullo di animali più grandi. Mi ha anche incoraggiato a credere di più nel cane e a lavorarla su terreni diversi e selvatici diversi per testarne le reazioni.  Ogni volta osservava la mia conduzione, correggeva i miei errori e ricreava nuovi e più difficili contesti, una cosa molto astuta,  per metter alla prova il cane.  Ha minimizzato le miei preoccupazioni sui conigli e mi ha persino prestato un costosissimo lanciavolatili raccomandandomi, un’infinità di volte, di spegnerlo e di non perderlo (non che fosse piccolo!).  Quindi, ecco, grazie C.  per essere stato una di quelle persone esperte e disponibili che avete reso possibili le prove grouse per me e per Briony.