Alloggi, ospitalità e ospiti
Per organizzare il mio viaggio nel Regno Unito ho usato due strumenti. Booking.com e Google Maps. Booking.com mi mostrava i posti dove potevo stare, principalmente alberghi e pub, ma io, erroneamente, credevo di essere una persona da Bed & Breakfast. Sebbene in Gran Bretagna tutti abbiano un B&B (o per lo meno un amico che fa questo lavoro), in Italia, queste sistemazioni sono abbastanza insolite. Credevo, e mi sbagliavo di nuovo, che i B&B fossero più “amichevoli” nonché più economici dei pub. Ritenevo più cari gli alberghi e, le case singole da affittare, sebbene estremamente attraenti, mi sembravano un po’ troppo per un singolo essere umano di taglia bonsai con il relativo cane. Ogni volta che leggevo descrizioni del tipo “ci dormono in sei” mi vedevo circondata da stanze da letto vuote e soggiorni silenziosi.
Pensando di essere una persona da B&B, ho iniziato a dare la caccia al B&B perfetto. Quello che più mi affascinava era il fatto che, di solito, i B&B alloggiano uno o pochi ospiti quindi, dal momento che viaggiavo da sola, credevo che la famiglia ospitante si sarebbe accorta se mi fosse successo qualcosa. Che so, mettiamo il caso che la mia pelle fosse diventata verde nottetempo, ero assolutamente convinta che la signora del B&B se ne sarebbe accorta. Ancora una volta, mi sbagliavo. Durante la mia vacanza ho vissuto anche in un B&B “fantasma”: il posto aveva dei proprietari, ma non si vedevano mai; la colazione compariva magicamente alla mattina senza che io incontrassi mai alcun essere umano.
Prima di questo viaggio, pensavo che mi sarei sentita più sicura in una casa che non in un grande albergo. Dopo un mese passato quasi esclusivamente in B&B, devo ammettere che in alcune circostanze non mi sono affatto sentita sicura in un B&B e che i presunti vantaggi di questo tipo di sistemazione si accompagnano ad una lunga lista di svantaggi. La conclusione a cui sono arrivata è la seguente: se vai d’accordo con i proprietari del B&B, stai alla grande, ma se non è così… il paradiso si trasforma nell’inferno!Il “coinquilino” che non sopporti – o, viceversa, che non sopporta te- ha il potere: è casa sua e scattano dinamiche legate all’aggressività territoriale, le stesse che vediamo nei cani. L’evoluzione è di solito lenta e i problemi insorgono dopo che l’ospite ha invaso il territorio per un certo periodo di tempo: se passate due o tre giorni in un B&B siete al sicuro, magari quattro se volete essere coraggiosi, oltre il quarto giorno restate a vostro rischio! Sapete benissimo di essere un ospite pagante, lo sa anche il gestore ma, ecco, alcuni istinti sono primordiali. Un altro problema legato ai B&B può essere la mancanza di privacy: alcuni gestori sono degli stalker professionisti che sistemano la casa e dispongono l’arredamento per meglio intrattenersi in questo loro hobby.
Le persone che scelgono i pub sono di sicuro più furbe di me. Ho evitato di prenotare nei pub ritenendoli rumorosi. I pub, di fatto, possono esserlo ma, mi è stato spiegato, che in ogni caso devono chiudere alle 23, si può fare. Per vivere in un pub, comunque, devi essere uno di quegli esseri umani voluttuosi che sanno godersi un buon pasto e una bella bevuta. Se tieni il conto delle calorie e sei astemio, in pratica stai fregando il posto a qualcuno che merita di stare lì molto più di te. La mia, limitatissima, esperienza come abitante e commensale di pub, comunque, mi ha insegnato che i gestori dei pub sono generalmente molto rilassati, di mentalità aperta e disposti a fare del loro meglio per accontentare il cliente. I pub, inoltre, sono molto amichevoli con i cani e offrono del buon cibo, non necessariamente salubre e dietetico ma buono. Dopo tutto, se hai passato una giornata sotto la pioggia, l’unica cosa che desideri è che ti portino al tavolo qualcosa di caldo. I proprietari di pub sono generalmente professionali, rispettano la privacy del cliente e sono estremamente pragmatici: una volta, una signora, mi ha detto che no, non avevano camere singole, solo doppie, troppo care per una persona sola, però, secondo lei, avrei facilmente trovato qualcuno con cui dividere la stanza. Sì… era seria!
Il terzo tipo di alloggio di cui sto per parlare sono le case o, come le chiamano loro, i cottage. Di solito mi ritengo una pessima casalinga che potrebbe dar fuoco a una casa altrui senza accorgersene ma, dopo aver toccato con mano gli standard di domesticità britannici, sono arrivata alla conclusione che sono “nella media” e che in Italia si sia troppo esigenti quando si tratta di lavori domestici. Dopo un mese senza cucina, volevo una cucina più di ogni altra cosa. Lo so che dico sempre che non cucino e che non so cucinare ma, nelle rare occasioni in cui decido di farlo, me la cavo piuttosto bene, specie se sento la mancanza di cibo sano. Volevo una cucina anche solo per mettere insieme un’insalata decente, una macedonia, o solo per rilassarmi. Adoro studiare in cucina, le cucine hanno un non so che di intimo e di famigliare, poi si a tutto a portata di mano. Non russo, non fumo e sono astemia (il che significa che posso guidare al posto di chi si vuole ubriacare), sono tranquilla anche se non molto ordinata (dimentico e perdo cose regolarmente) quindi chissà, forse i futuro, qualcuno vorrà dividere una casa e una cucina con me.
Secondo i miei parametri, ci sono tre, forse quattro (se includiamo gli alberghi) tipi di alloggio ma… la gente dei field trials è gente dura, avevo sottostimato la loro forza e adattabilità. Ho scoperto che alcuni di loro vivevano in roulotte, spesso dividendo spazi minuscoli con branchi di cani. Sono persino stata invitata ad una cena a base di cervo e formaggi francesi organizzata in roulotte ed è stata un’ottima cena, ma non ho cambiato idea. Mi piace il fatto che si possa viaggiare con una casa al seguito, ma non credo potrei sopravvivere senza un bagno vero con una doccia (o una vasca da bagno) vera. I proprietari di roulotte dicono che le roulotte hanno la doccia, oppure che si può usare quella del campeggio, resto scettica.
Dati i miei dubbi e il mio scetticismo sulle roulotte, immaginatevi quanto sia rimasta scioccata dall’apprendere che, alcuni cinofili, nonostante le notti fredde, le raffiche di vento e la pioggia… vivevano in tenda e se la passavano alla grande!Giù il cappello!